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Autore: roseenrot    23/05/2011    1 recensioni
Mi dispiace.
A volte, divento gelosa pensando che qualcuno potrebbe renderti più felice di quanto possa farlo io. Scommetto che sia colpa della mia insicurezza, perché so che non sono la più carina, la più intelligente, o la più divertente ed eccitante. Ma so che non mi importa quanto difficile e lontano tu sembri; non troverai mai qualcuno che ti voglia bene, come te ne voglio io.
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Platform 9¾

― Capitolo #2 ―

 

Quella era una fresca mattinata di martedì e Catherine era stata svegliata di buon grado da Ophelia, la badante che si prendeva cura di lei e di suo fratello sin dalla loro nascita. Ella era una donna abbastanza robusta, tanto buona quanto severa; infatti era suo compito educare i due pargoletti affinché fossero pronti per intraprendere le loro strade una volta cresciuti. Molte volte Catherine aveva trovato tante somiglianze nella professoressa McGranitt, la direttrice della sua casa; Grifondoro. Per l’appunto, quella fresca mattinata di settembre del 1988, non era una semplice mattina come tutte le altre, finalmente era giunto il momento tanto atteso da Catherine: il suo ritorno ad Hogwarts. Lì, in quella scuola si sentiva al sicuro, protetta da qualsiasi cosa le avesse voluto fare del male. Dopo aver fatto colazione, salì in camera e si vestì: non fu difficile per lei trovare abiti giusti perché trovava interessante e tanto alla moda i vestiti femminili dei babbani. In realtà da quando aveva conosciuto dei Mezzosangue o dei Nati Babbani iniziò ad amare loro e le loro cianfrusaglie; e avendo passato un mese a casa Beery aveva appreso molte cose. Eliah non aveva mancato ad insegnarle il più possibile anche se trovava decisamente strana la sua passione per tutti quegl’oggetti che per lui ormai erano diventati normali. Quel giorno indossava una semplice canottiera bianca con una minigonna, non troppo corta e vistosa, di una graziosa tinta sul rosa perlato. Indossava orecchini a cerchio, dei braccialetti e una collana, tutti di color oro. Per le scarpe aveva optato per delle comode e classiche ballerine. Controllò più volte di non aver dimenticato nulla che potesse servirle a scuola e così con la sua famiglia si diresse per la stazione di King’s Cross munita di biglietto. Dovettero usare l’auto per non destare sospetti. Così, una volta arrivati nei pressi parcheggiarono e Dorian, che era andato a prendere un carrello, tornò con un sorriso vittorioso dipinto sul viso, munito di tutto l’occorrente. Caricarono il baule e la gabbietta di Niniel, la civetta delle nevi di Catherine sul carrello e aspettando il momento propizio passarono attraverso il muro tra il binario 9 e 10, ritrovandosi al binario 9¾ . C’era già molta gente e Catherine riuscì subito a scorgere una chioma rossa che si dirigeva verso altre del medesimo colore e sorrise: Charlie Weasley. Salutò la sua famiglia e il suo adorato fratellone promettendo di scrivere loro quando sarebbe arrivata. Prese il carrello e si diresse felice verso la famiglia Weasley.

Ciao Charlie! – disse lei radiosa. Il ragazzo si voltò e con lo stesso sorriso corse a salutarla e ad abbracciarla felice. Catherine e Charlie si erano conosciuti sul treno per Hogwarts il loro primo anno, e Catherine quel giorno se lo ricordava ancora bene. Era la sua prima volta ad Hogwarts e nonostante le rassicurazioni di suo fratello Dorian, lei ancora non si dava pace. Era salita sul treno cercando uno scompartimento vuoto e il più lontano possibile da grane inutili ma a quanto pare non ve n’era nessuno. Così, vedendo che in uno dei tanti c’erano solo due ragazzi bussò timidamente e chiese se ci fosse un posto libero anche per lei.

 

 –Ehm … posso sedermi qui con voi ? – aveva detto Catherine mentre le sue guance diventavano rosse come due mele per l’imbarazzo. Poi le si dipinse un timido sorriso sul viso quando i due annuirono, così si richiuse la porta alle spalle e si sedette vicino a quello che doveva avere più o meno la sua età.

–Io sono Bill e questo è il mio fratellino Charlie, anche lui è al suo primo anno! – aveva detto il ragazzo più grande fra i due. Il ragazzo era vestito in modo alquanto insolito: un babbano avrebbe detto che era il solito punk o glam rocker ma Catherine lo trovava comunque alquanto carino. Come Charlie, aveva i capelli dal color pel di carota ma a differenza di quest’ultimo Bill portava i capelli decisamente più lunghi e aveva un orecchino a forma di zanna all’orecchio destro.

–Piacere mio, io sono Catherine Eileen Lily Marie Prince, ma penso che Catherine possa bastare– disse un po’ imbarazzata. Poi ci fu un momento di silenzio ma la curiosità di Catherine prese presto il sopravvento così l’imbarazzo lasciò spazio alla curiosità.

–Bill, tu in che casa sei? – chiese effettivamente un po’ spaventata dal suo look dato che aveva fatto un collegamento strano. Insomma i suoi vestiti non è che davano molto l’impressione di una persona tranquillissima e lei sapeva che c’era anche una casa insolita ad Hogwarts: Serpeverde.

–Oh, tranquilla non sono di Serpeverde! – cominciò il ragazzo con quel sorriso divertito e rassicurante vedendola immersa nei suoi pensieri. –Sono di Grifondoro, per fortuna! Se fossi finito tra i Serpeverde me ne sarei andato da Hogwarts! – finì con un tono solenne seguito da una risata. Così Catherine si rilassò e cominciarono a parlare del più e del meno e da quel giorno diventarono inseparabili.

 

Si liberò di quei felici pensieri e si avviò con Charlie verso la famiglia Weasley che le stava molto a cuore. Erano molto numerosi ma li adorava dal primo all’ultimo, erano decisamente brave persone.

–Buongiorno signora Weasley! – disse lei con un tono allegro e spensierato, la signora Weasley la salutò calorosamente e le ricordò di non doverle dare del “lei” e che per lei era sempre come una figlia. Le guance di Catherine si tinsero nuovamente di rosso ma sentirono il rumore d’avvio del treno così furono costretti a salutare e salire. Quella mattina però era la prima che lo facevano senza Bill, che ormai aveva finito la scuola. Era andato a lavorare alla Gringott, la banca dei maghi. Così dopo tante ricerche riuscirono a trovare uno scompartimento tutto per loro; ma la quiete durò ben poco perché il resto del gruppo non tardò ad avvistarli. Michael, il fedele compare di Charlie, Lola, Annie, Beth e Corinne, le fedeli compagne di camera e migliori amiche di Catherine. Presero posto in quello scompartimento e poi cominciarono a salutarsi calorosamente tra loro. Catherine era la più felice di tutti perché finalmente era in compagnia dei suoi amici.

–Ohh, avete letto il Profeta ? – disse Beth estraendo un ritaglio di giornale.

Catherine sentì un brivido percorrerle la schiena ma si ricompose velocemente, diede un’occhiata al titolo e sentì il nervoso farsi spazio in lei.

– “San Mungo: Giovane attaccata da lupo mannaro”, insomma ma è incredibile! I miei erano così preoccupati che a momenti mi avrebbero portata ad Hogwarts loro stessi! – disse nuovamente  la ragazza dai capelli biondi, innervosita dalle preoccupazioni dei suoi genitori. Catherine preferì non partecipare alla discussione e si mise a guardare fuori dal finestrino con aria preoccupata e angosciata, cosa che Charlie non mancò di notare.

–Oh chissà quella povera ragazza! Certo che però quella Rita Skeeter ci è andata pensante con le sue insinuazioni, non trovate ? – fece poi notare Corinne con una vena critica nel tono di voce.

Tutti iniziarono a partecipare animatamente a quella discussione che stava facendo venire la nausea a Catherine che invece non aveva ancora proferito parola. Aveva odiato con tutto il cuore quell’estate. Avrebbe preferito che Greyback l’avesse uccisa piuttosto che far accadere ciò che alla fine era successo. Distolse lo sguardo dal paesaggio al di fuori del finestrino e guardò i suoi amici discutere. La discussione venne interrotta dalla ragazza dai lunghi e ribelli capelli neri, Lola, che le aveva chiesto se c’era qualcosa che non andava. Catherine si ritrovò a precipitare di nuovo in quei pensieri. Cosa poteva rispondere a quella domanda ? Non voleva perdere i suoi amici per quello che era successo e tanto meno voleva compassione.

–Ecco io ehm, be’ più o meno … sarà il viaggio. – fece Catherine con un tono insicuro nella voce.

–Oh dai, lo sappiamo tutti che non soffri di mal di treno! – disse ridacchiando Annie mentre poi tutti si guardarono per capire cosa effettivamente potesse assillarla in quel momento.

–È successo qualcosa in estate ? Cosa, cosa, cosa ?! – disse impaziente Corinne mentre Charlie e Micheal avevano iniziano a fare supposizioni del tipo; “Si è rotta un’unghia” oppure “Ancora una volta Dorian non le ha permesso di guardare tra i suoi libri oscuri” e a quella frase le sfuggì un sorriso.

–Io ed Eliah ci siamo lasciati. – disse con un tono asciutto, quasi assente, un sussurro. – O meglio, lui mi ha lasciata. – confessò infine quel peso che si portava appresso da troppo tempo. Si portava “quel fardello” poiché non era stata ancora in grado di accettare la loro rottura, era stato tutto così inaspettato ancora una volta.

 

 Era una giornata soleggiata d’agosto, Catherine e Eliah si tenevano per mano mentre camminavano nel bosco mentre l’aria fresca accarezzava loro la pelle. Il cuore di Catherine era pieno di gioia, era felice. Camminavano da ore, parlando del più e del meno. Poi si ritrovarono davanti ad un laghetto ed Eliah colse l’occasione per farsi un bagno. Si privò dei vestiti velocemente, eccetto l’intimo.

–Dai Cath, non vorrai dirmi che hai paura di un po’ d’acqua fresca! – fece lui provocandola un po’, ma sembrava che Catherine non fosse della sua stessa opinione. Non era di certo l’acqua fredda a fermarla bensì quei segni sul corpo la spaventavano, non riusciva ad accettarli, non voleva. Eliah uscì dall’acqua vedendola immersa nei suoi pensieri; ormai capitava troppo spesso che Catherine fosse assente e si abbandonasse alle coccole di rado. Eliah era turbato ma pensava si trattasse solo di un momento “no”. La prese dolcemente per le spalle chiedendole che cosa non andasse.

–Lily, c’è qualcosa che vuoi dirmi ? – le aveva detto Eliah guardandola negl’occhi. Catherine sentì un brivido percorrerle la spina dorsale. Lily, l’aveva chiamata Lily. Lo faceva sempre quando sentiva sentimenti profondi e tra i tanti Catherine non riusciva ad individuare quello giusto. Non riusciva a trovare le parole per dirglielo, come poteva farlo ? C’era un’unica cosa che poteva fare.

Cominciò a togliersi la maglietta e poi i pantaloncini, rimanendo di fronte a lui in intimo, non tentò di coprirsi anche se si vergognava di quei nuovi “accessori” che portava; non erano poi così visibili ma Catherine li vedeva come le scritte a neon dei bar babbani. Erano cicatrici ed erano situate alcune sotto al seno, alcune sui fianchi. Ci volle un po’ prima che Eliah riuscisse a vederle nitidamente. Catherine notando la sua espressione turbata riuscì solo a dire un fievole “La ragazza aggredita da un lupo mannaro”, prima che sentisse la sua gola bruciarle e gli occhi pizzicarle.

Si aspettava parole dolci, abbracci e baci ma nessuna di queste cose arrivò anzi, nulla di dolce.

–Catherine, mi dispiace ma le cose tra noi non funzionano da un po’. – aveva detto lui mentre si rivestiva in fretta e si accingeva ad andarsene il più presto possibile non prima però di lanciarle un’altra occhiata dispiaciuta. Le lacrime di Catherine le percorrevano il viso, e piangendo tornò a casa. Non ci credeva, non poteva averla lasciata così perché aveva paura. Quando fece ritorno a casa era già buio e trovò l’intera famiglia preoccupata per il suo ritardo. Non replicò alle sgridate di mamma Prince. Salì le scale e si rinchiuse in camera. La porta si aprì silenziosamente, Dorian entrò e l’abbracciò. Non le chiese nulla ma poteva intuire cosa fosse successo, così lasciò che si sfogasse.

 

Si destò da quei pensieri e tristemente raccontò ciò che più o meno era successo quel pomeriggio d’agosto. Ovviamente aveva tralasciato la parte delle cicatrici e ciò che si ritrovò furono i commenti allegri ma pungenti di Charlie e Michael che già progettavano la sua vendetta sul Tassorosso.

–Ah si! Vedrai, appena ci capiterà a tiro gli faremo capire che non si trattano così le belle fanciulle! – disse Charlie ridendo. Era una persona così allegra che contagiava tutti e Catherine si sentiva già meglio. Si era tolta un peso, ora ne rimaneva un altro ma ancora non se la sentiva.

–Oh si, dici bene mio vecchio compare! Potrebbe succedere che, accidentalmente, qualche strano intruglio cada nel suo succo di zucca! – replicò poi Michael ridendo.

Poi capirono di essere vicini ad Hogwarts così andarono a cambiarsi e si ritrovarono nuovamente nello scompartimento. Nessuno parlò nuovamente di Eliah Beery ma era certo che Catherine si sentisse già più serena. Quando arrivarono scesero velocemente per recuperare i loro bauli e animaletti tra la folla di studenti e videro Hagrid, il guardiacaccia di Hogwarts chiamare a gran voce gli studenti del primo anno, poi con un po’ di fortuna trovarono una carrozza che li condusse fino al castello.

–Oh quanto mi è mancato! S periamo che la McGranitt e Silente non ci mettano molto! – disse allegramente Catherine stanca e affamata.

–Oh si, a me più che lo studio è mancata la cucina, se dovessi diventare ricco baratterei l’oro per la cucina di Hogwarts! – ammise Michael ridendo e poi scese dalla carrozza seguito dal gruppetto.

Depositarono in ordine i loro bauli e Catherine salutò la sua Niniel promettendole di portarle qualcosa di buono da mangiare non appena appena ne avrebbe avuto l’occasione.

Poi presero posto alla tavolata Grifondoro nella parte centrale un po’ più tendente al tavolo delle autorità. Catherine vide tutti i suoi professori: la professoressa Sprite per Erbologia, Bumb per il Volo, il professor Rüf per la tanto odiata Storia della Magia, il professor Vitious per Incantesimi, la professoressa Aurora Sinistra per Astronomia e molti altri, tra i quali Piton, l’insegnante cattivo di Pozioni, che in quel momento le stava lanciando come sempre uno sguardo strano e sicuramente truce, lo stesso che le aveva lanciato alla loro prima lezione di Pozioni nel fare l’appello. Non ci badò molto, anzi di risposta alzò il sopracciglio come a chiedergli che cos’avesse da guardare in quel modo. Lo scambio di sguardi fu interrotto dalla professoressa McGranitt, che finalmente conduceva i ragazzi del primo anno al loro smistamento. Come da tradizione fu preceduto dal coro con una canzone nuova, dettata ovviamente dal cappello parlante. La cerimonia di smistamento aveva previsto un po’ di tempo in più a causa del numero maggiore di studenti.

Poi Silente, anch’egli dall’aria decisamente affamata, dedicò ben poche parole al discorso.

–Be’, che la cena abbia inizio! – aveva concluso facendo apparire quel ben di dio da mangiare. Catherine adocchiò subito la carne al sangue e tutti i contorni che Hogwarts offriva.

–Oh oh! Questo si che è tutto dire! Adoro Silente, parla chiaro e coinciso e ha assunto dei cuochi favolosi, dovrei andare a complimentarmi uno di questi giorni! – disse allegramente Michael che nel frattempo si era riempito il piatto più che poteva.

–Ma è mai possibile che tu pensi sempre e solo al cibo ?! – sbottò Catherine con quell’espressione “Che cosa vai dicendo ?”, per poi ridere e continuare a mangiare raccontando alle altre ragazze ciò che aveva imparato da Michael sui babbani.

–Oh si! Ho comperato anche gli smalti! – disse mostrando loro le unghie ornate da uno smalto rosa perlato che aveva messo per far pandan con la minigonna.

–Urca! Lo voglio anch’io, ma come si fa ? Insomma, sono molto ingegnosi i babbani! L’estate prossima ci vengo anche io con voi! – aveva detto Beth che quell’anno iniziava Babbanologia.

Catherine le aveva trasmesso quella strana passione per i babbani e continuarono a parlare di moda Babbana anche dopo il banchetto.

–Oh quanto mai l’hai portata a fare shopping Michael! – aveva detto Charlie ridendo, immaginandosi già la scena: Michael lasciato solo soletto in balìa di cinque ragazzine in vena di shopping. Rise al solo pensiero e così, quando finirono di cenare, si avviarono tutti verso la loro Sala Comune. Da lì, poi, si salutarono e le ragazze salirono al loro dormitorio dove trovarono i loro effetti personali.

–Direi che Michael si sta facendo carino, non trovate ? – aveva poi detto Catherine ridendo mentre si metteva la camicia da notte e si scambiava occhiate d’intesa con le sue compagne.

–Oh si e dal momento che s’intende di moda babbana lo obbligheremo a portarci a fare shopping! – disse ridendo Beth andando nel suo letto.

–Ragazze! Ma insomma! Andiamo a dormire va! Domani non avranno pietà di noi per i compiti. – disse poi Annie spegnendo le luci. Le ragazze si augurarono la buona notte e si addormentarono subito, troppo stanche per continuare una discussione.

   
 
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