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Autore: Ombra    23/05/2011    1 recensioni
Questa è una storia breve, ma davvero importante per me. L'ho scritta col cuore in mano e spero possa trasmettervi quello che ho provato scrivendola, parola per parola. La trama è semplice affinchè chiunque possa comprenderla: i giri di parole non sono la miglior strada se si vuole parlar d'amore.
Buona lettura!
Cit: "La ragazza si accorse di come uno arrivasse a farsi problemi stupidi quando non riusciva a uscire da uno molto più grande."
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo Uno

Erika si lasciò cadere sul letto con aria pensierosa, fece un respiro profondo per poi sollevarsi a sedere aprendo con una mano l'armadio e iniziare a frugarci dentro indecisa su cosa mettersi.

Vinsero le selezioni una maglietta bianca cn la faccia di Topolino sopra, un paio d jeans blu scuri e le adidas bianche e nere che amava tanto.

“Vedi Luci...è che sono stufa ogni volta di aspettarmi le stesse cose...” disse all'amica seduta sulla sedia vicino a lei.

“Ok questo me l'hai detto...ma quindi a che conclusione sei arrivata?”

La ragazza si perse negli occhi stampati sulla maglietta che aveva fra le mani e che sembravano fissarla come se aspettassero anche loro una sua risposta. Erano parecchi giorni ormai che ci pensava e le sembrava di aver analizzato ogni più piccolo particolare, ma nonostante ciò qualcosa ancora la rendeva insicura.

“Non lo so...è che non so se è la cosa giusta...”

“Come ti ho già detto, secondo me l'unica insicurezza che hai è dovuta al fatto che hai paura di fargli male...però capisci che non puoi lasciare che sia tu a star male per non far soffrire qualcun altro...Mi spiace ma per un volta mi sa che ti toccherà fare l'egoista...”

“Penso proprio di si...è che te l'ho detto...non è che di punto in bianco non mi piaccia più...è che sono stufa delle solite emozioni...le solite parole...” sospirò iniziano a levarsi la tuta da casa per prepararsi per uscire.

“Risparmia le motivazioni...quelle non le devi elencare a me...ma a Marco...e ora sbrigati che come al solito sei in ritardo.”

“Ci vediamo appena ho finito? Ti prego...”

“Certo, non c'è neanche bisogno di chiederlo...”, sorrise alzandosi dalla sedia e avvicinandosi a Erika per abbracciarla, “Appena è tutto risolto fammi uno squillo e in meno di 20minuti sarò in piazzetta.”

La ragazza ringraziò mentalmente l'amica per tutto l'appoggio che le stava dando. Erano migliori amiche più o meno da quando avevano due anni, e il loro rapporto aveva avuto inizio con Erika che, rubato una bambola alla bambina seduta in un angolo a giocare da sola, aveva iniziato a correre e urlare per i giardini inseguita dalla piccola bambina con grandi occhioni azzurri che a stento stava in piedi.

Quasi di corsa Erika si allacciò le scarpe, prese il casco azzurro chiaro e le chiavi che Lucia le aveva preparato sulla scrivania e uscì di casa lasciando all'amica il compito di chiudere a chiavi la porta.

“Tienile...io ho quelle del motorino di scorta...e non ho tempo...devo correre!” urlo rischiando di cadere dalle scale mentre un paio d occhi azzurri la guardavano con dolcezza in cima alla rampa. Pochi minuti dopo un SH azzurro cielo attraversava veloce la via.

  
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