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Autore: saraviktoria    24/05/2011    1 recensioni
e se...? cosa sarebbe successo se Brian si fosse innamorato di un'altra ragazza, la 'pupilla' di Dom? e se Vince fosse rimasto con Mia?
[what if del primo capitolo della serie: the fast and the furious]
Genere: Azione, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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mi scuso in anticipo, a qualcuno questo capitolo potrà sembrare un po'... 'cruento'... ma ci tenevo a dare l'idea
ringrazio come sempre quelli che leggeranno questa storia e chi vorrà lasciarmi un piccolo commento
buona lettura!


Esco dalla doccia e cerco qualcosa di comodo da mettere, sparpagliando vestiti ovunque
"che c'è?" chiedo a Brian, seduto ai piedi del letto, che mi guarda come se fossi pazza.
"dopo sistemi tutto, vero?" scuoto la testa, ridendo. Ma si può essere tanto ordinati?
Aspettiamo gli altri due prima di risalire in macchina. Parcheggio in mezzo alla gente, c'è aria di gara. Ferma sulla riga della partenza, sento l'adrenalina scorrermi nelle vene. Come adoro questa sensazione! Una ragazza seminuda lascia cadere il fazzoletto e quattro treni di ruote partono sgommando, non appena quel leggero pezzo di stoffa tocca terra. l'auto di fianco a me, una Nissan 240SX, attiva il Turbo e scatta in avanti, per rallentare solo mezzo chilometro più in là. Perdente! Accelero un po', stando dietro al primo che inizia a scartare a destra e a sinistra, fin quando non si accorge che la strada è chiusa. Il traguardo è oltre una voragine di qualche metro. O cazzo! Il pilota in testa preme il pulsante del NOS … e inchioda un metro prima della voragine, fifone. Ma se hai paura non correre, un piccolo imprevisto può capitare sempre ….
Arrivata ai cartelli dei lavori in corso faccio partire il NOS, la cui potenza mi attacca al sedile. Sorrido, passando su una piccola rampetta e 'volando' letteralmente, sopra la voragine. Chiudo gli occhi mentre le ruote toccano di nuovo terra e sento il boato della folla, proprio davanti a me: ho vinto! Qualche secondo dopo arriva il quarto pilota, che scende a controllare i danni della sua vettura.
"brava!" esclama Mia, raggiungendomi
"di poco" commenta Vince
"non importa se vinci di un centimetro o di un chilometro. l'importante è vincere. Chiedilo a qualunque pilota" ribatto, senza smettere di sorridere. l'organizzatore intima a tutti di sgombrare la pista, perché devono partire altre auto, con un giro diverso. Brian si mette sulla linea di partenza, sgommando e mi allontano per parcheggiare. Trovo un posto vicino al cancello d'entrata e torno indietro appena in tempo per vedere la partenza. Partono come demoni, lasciando scie nere sull'asfalto, per poi frenare di colpo alla prima curva. È un  gioco. Capire qual è il momento giusto per frenare, quando cambiare marcia, se accelerare o usare il Turbo. E non tutti sanno giocare.
"se continuate di questo passo vinceremo anche le Race Wars!" esclama Mia quando l'auto di Brian taglia per prima il traguardo. Speriamo, penso io. Sarebbe il massimo, mi affermerebbe come pilota, finalmente, e non solo come la protetta di Dom .
"Mia, tutto a posto?" le chiedo arrivati in albergo, vedendo che si tiene alla portiera
"si, tranquilla. Sono solo stanca … Brian dove vai?" chiede lei, vedendo il bel biondo che si allontana
"scusate, ho appena visto un mio vecchio amico. Vado a salutarlo, voi iniziate a salire" urla lui in risposta, già lontano, prima che la notte lo inghiotta. Entriamo e chiediamo le chiavi. Arrivo in camera e cerco di fare un po' d'ordine: non è tra le mie abitudini, ma non è mai tardi per cominciare. Sento dei conati di vomito dall'altra parte della parete e mi precipito in camera di Mia e Vince
"che succede?" chiedo a Vince quando viene ad aprirmi
"niente!" arriva la risposta di Mia dal bagno. Ci raggiunge, un asciugamano alla bocca "vado a chiedere se mi possono preparare un the caldo … sto bene, Alex, tranquilla" mi rassicura prima di scendere le scale, barcollante. l'avrei aiutata, ma non me l'avrebbe permesso.
"torno in camera" annuncio a Vince "chiamami se ha bisogno, ok?" lo guardo scettica e lui annuisce impercettibilmente. Torno in camera mia sbattendo la porta, senza chiuderla a chiavi: abbiamo una copia sola della chiave e Brian non è ancora tornato.  Tiro indietro il copriletto e sistemo i cuscini, quando sento aprirsi la porta. Mi giro sorridente, pensando sia Brian, ma mi ritrovo davanti Vince
"cosa vuoi?" chiedo, rialzandomi di scatto "Mia come sta?"
"Mia è ancora di sotto. Volevo parlare con te"
"cosa vuoi?" chiedo di nuovo. Sorride, malizioso. Dio, quanto lo odio quando fa così
"non puoi pretendere che ti stia a guardare mentre mi sculetti davanti. Tu e quel ragazzino" si ferma un attimo, per girarmi intorno "non puoi pretendere che non reagisca"
"i tuoi problemi di autocontrollo non sono affar mio" ribatto, secca, sperando che se ne vada presto
"e invece si. Solo tu puoi calmarmi, lo sai" copre come un fulmine quei pochi metri che ci separano, per afferrarmi la testa e baciarmi con prepotenza. Cerco di liberarmi, invano. È troppo forte. Provo a spostare la testa di lato, ma ancora una volta senza successo. Mi butta sul letto, togliendomi la camicia e  facendo saltare tutti i bottoni. Inizio a piangere, in silenzio, mentre sono a faccia in giù, contro il materasso. Sento Vince che si abbassa la zip dei pantaloni e poi mi sfila i jeans. Cerco di ribellarmi, ma mi blocca i polsi sopra la testa, con una mano sola. l'altra scorre lungo la mia schiena, facendomi venire brividi di terrore
"ferma … ferma … o sarò costretto a farti del male , piccola … " mormora, salendo sopra di me, a cavalcioni.
"NO! Vince, no!" urlo e lui in risposta mi spinge a nuca contro il materasso, finché non sento mancare l'aria. Si sdraia su di me per penetrarmi, da dietro
"Vince, basta!" urlo fra le lacrime quando inizia a spingere, sempre più forte. Mi fa male! Mi fa schifo!
"mmh … come sei accogliente" mormora, sempre senza smettere di sorridere " … così calda e stretta … "
Lo sento venire dentro di me. Devo fare qualcosa, non voglio che qualcosa di suo rimanga dentro di me. Lo sento ansimare e gemere, fin quando non esce con un sospiro. Vorrei urlargli contro, insultarlo in tutte le lingue del mondo, ma dalla bocca mi esce solo un ringhio soffocato, e lui ride vittorioso. Stronzo. Vile. Porco. E tante altre cose che in questo momento non mi vengono in mente. Sento che si tira su la cerniera dei pantaloni, soddisfatto. Se ne va, lentamente, accostando la porta alle sue spalle. Mi rannicchio in un angolo di quel grande letto, tiro le lenzuola contro il petto e continuo a piangere. Perché non so fare. Perché sarò anche coraggiosa, abile, ma solo in pista. La verità è che davanti ai problemi, i veri problemi, faccio come gli struzzi: tiro in dentro la testa e lascio che le cose vadano come devono andare. Sono troppo orgogliosa per parlarne con qualcuno, tengo troppo alla mia famiglia per darle un dispiacere del genere. Non ferirei mai Mia né Dom. per loro Vince è un amico, un fidanzato, un fratello. Nessuno immagina quello che veramente si nasconde dentro di lui.
"Alex.. " mormora Brian, aprendo la porta. Mi vede sul letto, le lenzuola disfatte, i miei vestiti, ormai inutilizzabili, per terra, le mie lacrime. Mi si avvicina, chiudendo la porta con un calcio, si toglie la maglietta e me la mette, poi mi prende in braccio e inizia a cullarmi, come se fossi una bambina piccola.
"cos'è successo, piccola? Cosa …?" scuoto la testa, nascondendomi contro la sua spalla. Mi prende il mento perché lo guardi negli occhi "cosa ti è successo? Chi è stato?" inizia a capire, perlustrando la stanza con lo sguardo. Non è stupido, dopotutto.
"chi è stato, Alex?" chiudo gli occhi. Non sono degna di guardarlo negli occhi, io che non sono neanche capace di reagire. "Alex, chi è stato? Vince?" non voglio rispondergli, perché so come reagirebbe. Ma il mio corpo mi tradisce. Mi rannicchio istintivamente, come un riccio, e lui capisce. Si alza di scatto, appoggiandomi sul letto, sul volto una maschera di rabbia
"no … Brian … " mormoro debolmente, tra le lacrime. Gli afferro una manica, senza metterci tanta forza: non me n'è rimasta, ma tanto basta a fermarlo. Si risiede e mi riprende in braccio, probabilmente per tenersi impegnato. l'avrei lasciato andare, Vince avrebbe avuto quello che si merita. Ma non posso permetterglielo. Per Mia. Per Dom. per loro, la mia famiglia. 
   
 
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