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Autore: 1852    24/05/2011    3 recensioni
Bella, giovane diciottenne, è impegnata a divertirsi con le proprie amiche Alice e Rosalie ed i propri fratelli Emmet e Jasper, continuando a sognare un ragazzo che conosce appena e che non vede da anni. Lo stesso che finirà con il diventare il suo migliore amico: Edward Cullen,ragazzo dalla incredibile bellezza e nobiltà d'animo e con il quale partirà per Londra, anni dopo, alla ricerca del proprio posto nel mondo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Isabella era in estasi, mentre Edward si guardava attorno curioso, ma allo stesso tempo sentendosi fuori luogo. Quel giorno infatti lei aveva deciso di condividere con il suo ragazzo un’esperienza che chi vive a Londra deve compiere almeno una volta nella vita, mentre chi ama il teatro compirebbe anche tutti i giorni: l’aveva portato ad assistere ad uno spettacolo del globe theatre.

 
< vuoi dirmi che dove sto passeggiando io, nel ‘500 camminava Shakespeare? > era sbalordito
 

 
< wow, incredibile >
 
< possibile che non ti sia mai capitato di studiarlo? Voglio dire, escluso il fatto che non ti piaceva studiare certi argomenti, ma è una struttura interessante anche dal punto di vista architettonico, lo vedi meglio di me! >
 
< hai ragione, quello è sicuro >
 
Per un po’ rimasero a guardarsi intorno, lui con l’entusiasmo della prima volta, lei con la passione di sempre.
 
< perché solo il palco è coperto? Quelli della platea in caso di pioggia come diamine facevano? >
 
< Edward devi capire che i posti in platea, che poi comprendevano lo stare in piedi, costavano solo un penny, il palco invece ospitava attori che indossavano dei costumi dal valore altissimo, forse valevano più di tutta la struttura! > si fece pensieroso
 
< noi invece dove staremo seduti? >
 
L’aveva detto con aria sospettosa, l’idea di stare in piedi a lungo non lo entusiasmava molto dopo una giornata in giro, nonostante riuscisse ad apprezzare anche lui il buon teatro.
Bella rise a quella domanda e lo rassicurò:
 
< tranquillo,ho scelto i posti sulle poltroncine dei palchi,nonostante oggi rappresenteranno Macbeth, che è una delle sue opere più brevi… solo che sono in compagnia di un pivello >
 
< spiritosa! > la tirò per la coda, poi si lasciò condurre ai loro posti, dopo che lei gli aveva offerto un dolce bacio di scuse. Lui le sfiorò lentamente una guancia < adesso va meglio >.
 
Il sole stava calando e l’atmosfera che si veniva a creare, vista l’illuminazione tramite il soffitto aperto del Globe, era davvero suggestiva. Edward pensò, mentre gli attori entravano in scena ed il silenzio calava in sala insieme ad un’atmosfera di profonda solennità, che se si fosse concentrato ancora un po’, sarebbe riuscito addirittura ad avvertire il gorgogliare del Tamigi. Era tutto incredibilmente magico.
Alla fine del quinto atto, mentre Macbeth veniva colpito a morte dall’unico uomo in gradi di ucciderlo, perché strappato prima del tempo al ventre di sua madre, un’emozione profonda aveva invaso anche Edward, mentre Bella era completamente persa nel suo mondo, guardava il palco con occhi vivi, ma probabilmente stava immaginando di essere lei stessa su quel palco a recitare quei versi.
Quando la tragedia terminò, dopo un lungo e meritato applauso agli attori, i due rimasero ancora un po’ seduti, ognuno concentrato sui propri pensieri, l’unica cosa che li lasciava aggrappati alla realtà erano le loro mani strette ed unite dall’inizio del dramma. Quando si ridestarono raggiunsero l’uscita e lui le passò un braccio attorno alla vita. Per stemperare quello strano silenzio parlò.
 
< sai, credevo che durante la nostra prima rappresentazione insieme, mi avresti portato a vedere qualcosa di più romantico >
 
< e cosa c’è di più romantico se non streghe fantasmi e profezie maledette? >
 
< incubi, dimentichi gli incubi! >
 
< facciamo così, c’è di romantico quanto sottinteso, e cioè che io non ti avrei forzato a diventare re, non ti avrei indotto all’omicidio, per poi compierlo di mano e mia, e soprattutto non ti avrei mai lasciato solo al mondo suicidandomi dopo aver commesso simili colpe > lui era un mix di concentrazione e stupore.
 
< io invece avrei fatto di tutto per farti diventare la mia regina > Bella aveva sgranato gli occhi, per poi parlare senza riflettere.
 
< ed è per questo che ti amo >
 
Edward la strinse forte respirando l’odore della pelle del suo collo, lasciando che anche lei lo avvolgesse, perché non sembrava esserci cosa più bella. Poi, dopo averle preso il viso tra le mani, sorridendole commosso, le rivelò ciò che sapeva da sempre < ti amo anch’io, Bella > per poi baciarla prima con estenuante dolcezza, poi con sempre maggiore passione, fino a che non si staccarono e lei gli baciò le palpebre che nascondevano due occhi lucidi per l’emozione.
 
Il ritorno a casa fu lento e tranquillo. Camminavano mano nella mano, guardandosi attorno, senza però riuscire a vedere nient’altro che non fossero loro due. Ogni tanto, dopo essersi guardati negli occhi, si sussurravano parole dolcissime, mentre lei, sia che le pronunciasse, sia che le ascoltasse, arrossiva terribilmente. Il sole era calato da un pezzo, e quella notte erano sicuri fosse la migliore delle loro vite. A casa, mentre Edward era in bagno, prese un quadernino e vi scrisse sopra, nella prima pagina: Edward mi ama.
 
Allungati a letto l’uno sull’altra stavano parlando assonnati, ma ancora elettrizzati per il risvolto che aveva assunto la serata.
 
< credevo che non ci saremmo mai arrivati a questo punto > disse Edward, Bella stava per replicare, ma lui di sorpresa la baciò, quando a rompere il silenzio non ci furono più nemmeno gli umidi schiocchi delle loro labbra, Bella spiegò:
 
< io invece l’ho sempre saputo che ci saremmo, arrivati > poi continuò, attirando particolarmente l’attenzione di lui < forse è per questo che me la sono presa comoda, sapevo che sarebbe successo tutto questo e volevo godermi l’attesa. E anche la sofferenza >
 
< sofferenza? >
 
< sì, alle volte mi faceva male averti tanto vicino eppure così lontano. Oppure mi faceva male vederti sorridere a qualcuna che non fossi io. Ma allo stesso tempo era così eccitante sapere che in fin dei conti noi, senza nessun legame ufficiale, non ci saremmo mai traditi o fatti del male. Ci siamo amati così tanto in questi tre anni, in un modo che la maggior parte delle persone non possono nemmeno immaginare, e nonostante ciò, non stavamo insieme. >
lui la strinse di più e prima di parlare tornò a baciarla, incapace di resistere.
 
< anche io ho sofferto, sofferto nel vederti ridere, scherzare, o anche solo parlare con altri, e fino a poco fa mi davo del cretino per questo, perché se solo avessi racimolato un briciolo di coraggio… ma mi hai appena fatto capire una cosa fondamentale: è per questo che non c’è stato nulla di palesato fin’ora, per permetterci di costruire solidamente tutto quello che abbiamo. Sai, credo che il nostro amore sia la casa più incredibile e resistente che riuscirò mai a creare, e francamente lo   spero anche >.
 
Poco dopo lei sbadigliò, ancora stordita e felice per le parole che aveva appena sentito pronunciare.
 
< stai per crollare, buona notte amore mio > le diede un bacio sulla fronte e sistemò su di loro le coperte.
 
< hai dimenticato di dire meglio arredata… ‘notte Ed, ti amo > in altre circostanze avrebbe sorriso per la battuta, ora l’unica cosa che fece fu ringraziare la sua buona stella per avergli mandato quel miracolo che stringeva tra le braccia.
 
Alla partenza per il fatidico ritorno a casa mancavano solo due giorni. I preparativi erano stati ritardati al massimo, forse Bella stava cercando di far finta di non dover tornare davvero.
La faccenda l’aveva risolta Edward, tirando fuori le valigie di tutti e due ed iniziandole a riempire con alcuni cambi. Naturalmente Bella aveva dovuto rifare il lavoro dall’inizio e non solo per la sua di valigia. Pensò che per quanto si parli di uguaglianza dei sessi, ci sono cose che gli uomini proprio non riescono a fare. Una di queste è capire che al mese di ottobre è assolutamente inutile infilare un costume da bagno in valigia, a meno che non si stia andando in Australia oppure in California, che decisamente non era il loro caso.
 
< ma che fai? >
 
< quello che tu non sei stato in grado di fare, e per la cronaca, me ne accorgo se ogni giorno scompare un mio paio di slip! E santo dio Edward, i reggiseni si piegano così, non puoi mica buttarli dentro a caso!>
 
< scusa tanto se cercavo di non farti arrivare all’ultimo momento con le valigie ancora da fare! >
e mentre lo diceva ributtò un costume nella sua, che prontamente fu intercettato da Bella per poi finire sul pavimento.
 
< ma la smetti? È la mia roba, ci metto quello che voglio >
 
< e sentiamo, cosa avresti intenzione di farci? Un bagno nella vasca di casa? Anzi, no, aspetta, tu hai la doccia a casa, non la vasca da bagno, perciò il mio discorso è inutile >
 
< e dai, Jasper ha detto che vuole una gara di nuoto perché dobbiamo recuperare l’estate che abbiamo perso! >
 
< incredibile, sembra quasi che io debba essere gelosa di mio fratello, scusa se vi ho costretti a passare l’estate lontani! > lui la strinse per i fianchi da dietro
 
< non essere sciocca, un’estate con Jazz, per quanto gli voglia bene, non vale nemmeno un giorno con te! > concluse la sua arringa con un seducente bacio sul collo.
< in ogni caso non posso permettere che quel cerebroleso di mio fratello, che tra parentesi è famoso perché dopo uno dei suoi bagni fuori stagione si è preso la broncopolmonite, mandi all’ospedale l’uomo che amo >
 
< signorina Swan, dopo una simile dichiarazione non posso che tacere, sono senza parole >
 
< mmm, potremmo fare qualcosa che non ti distrarrebbe dal tuo silenzio, baciami! >
 
 
Bella aveva aspettato Edward per un sacco di tempo da quando le aveva detto che sarebbe andato a farsi una doccia. Si era stancata di stare sola, così si era diretta a passo di carica, stringendo uno dei suoi pupazzi preferiti, verso il bagno. Sentiva l’acqua scorrere e capì che avrebbe dovuto attendere ancora un po’. Si incantò per qualche istante ad immaginare come fosse Edward sotto la doccia. L’aveva visto in una situazione molto simile al mare, però lì c’era il dettaglio costume, mentre adesso di sicuro era completamente nudo. Allora le era apparso un dio bellissimo. L’idea la solleticò più del dovuto, poi però le tornò in mente il solito ingenuo ed inutile timore che potesse rimanere sconcertata dalla sua parte più intima. Per un attimo pensò che non le sarebbe dispiaciuto vederlo davvero, soprattutto sentirlo, anzi. Decise che non era saggio rimanere lì tutta la sera, visti i pensieri che stava partorendo e pensò di andarsene. Mentre si stava allontanando fissandosi i piedi coperti solo da un paio di simpatici calzettoni parecchio infantili, sentì un suono gutturale soffocato, tanto sconvolgente quanto inequivocabile. Naturalmente proveniva da Edward e fu in quel momento che Bella si diede della scema patentata, capendo a quali torture lo stava sottoponendo. Si avvicinava infatti fin troppo, per poi negargli ciò che desiderava, e soprattutto a quanto pareva, ciò di cui aveva bisogno. In quel momento realizzò tutto. Ciò che voleva Edward, non era esattamente quello che si era sorpresa a volere anche lei? Perché ormai da tempo i loro bisogni erano diventati interdipendenti. Pensò che non ci fosse nulla da temere perché stava parlando dell’uomo che amava, ma che soprattutto la rispettava in maniera totale ed incondizionata. Si scoprì anche ansiosa di avere un simile contatto con lui, ora che aveva fatto chiarezza. Era curiosa poi di sapere se tra di loro a livello fisico ci sarebbe stata la stessa identica intesa che c’era nelle altre situazioni. Nonostante però la decisione fosse presa, decise di ritardare ancora, codarda sino in fondo e perfettamente consapevole che non sarebbe riuscita ad offrirsi a lui quella sera stessa.
Così, non potendo fare di meglio, scelse tutti i suoi completi più carini, che aveva comprato davvero dopo la prima sera in cui si erano messi insieme, e li infilò in valigia.
 
< ei sei qui? >
 
< mm, già > era un po’ a disagio per quello che aveva sentito, così aveva paura di guardarlo in faccia.
 
< tutto ok? >sembrava dubbioso
 
< si certo, vieni qui >. Abbi ancora un po’ di pazienza, pensò, e forse finalmente riusciremo a trovare noi stessi, insieme.
 
 
Il viaggio era stato lunghissimo, come d’altronde già sapevano. Ad aspettarli all’aeroporto non avevano idea di chi avrebbero potuto trovare. Bella sperava che ci fosse suo fratello, ma dopo dieci minuti di guardarsi intorno, di Jasper neanche l’ombra.
 
< non è possibile >
 
< stai calma, per favore, vedrai che si farà vivo >
 
< non è possibile >
 
< Bella basta, zitta > e le prese il viso baciandola con passione, lei si staccò in cerca d’aria
 
< è un grandissimo stronzo! > Edward si finse sconvolto, portando platealmente una mano alla bocca
 
< cosa odono le mie orecchie, miss perfettina offende il suo amato fratello con una parolaccia addirittura! > lo spintonò
 
lui cominciò a baciarle dal collo al mento, sussurrandole
 
< mmm, mi fai impazzire quando mi chiami amore, anche se lo fai solo perché sei incazzata nera… la mia tigre > quel tono di voce basso l’aveva distratta, ed eccitata. Quando si riprese gli domandò
 
< ma è possibile che sei così tranquillo? Hai capito in che situazione ci troviamo per colpa loro? È sempre stata colpa loro, perché non mi lasciano vivere una buona volta in santa pace? >
 
< non lo so perché, ma so che dovresti prendere la cosa con ironia come sto facendo io, non è il caso di farsi saltare i nervi quando ancora non li hai incontrati, tra un paio di giorni che farai? Tenterai il suicidio? >
 
< no, ma potrei inscenare la mia morte per avere una giustificazione alla mia definitiva uscita di scena >
 
< cretina >
 
< scemo >
 
< ti amo >
 
< anch’io! >
 
Mentre si stavano baciando, prede della passione, furono sorpresi da un colpo di tosse. Due persone adulte dalle facce sconvolte e con le bocche spalancate erano arrivate a prenderli. La donna si era appoggiata al marito per sorreggersi, mentre l’uomo non accennava a muoversi: i genitori di Edward erano arrivati a prenderli. 

  
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