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Autore: Doll_    24/05/2011    12 recensioni
Mio padre ancora non sapeva nulla della storia. Un punto a sfavore.
Non avevo ancora trovato la chiave di quella porta comunicante. Altro punto a sfavore.
Il ragazzo che si sarebbe finto il mio fidanzato era, oltre che un gigolò professionista, anche un tipo fastidioso, cinico e maledettamente sensuale, che odiavo con tutta me stessa. Quindi Tre a Zero per la sfortuna.
Il suo lavoro, poi, non consisteva solo nel fingersi innamorato di me -cosa già difficile in sé per sé- ma avrebbe dovuto anche insegnarmi le tecniche della passione e, quindi, in un modo o nell'altro riuscire a fare eccitare entrambi. Cosa impossibile. Quattro a Zero.
Qualcos'altro? Ah, sì! Dovevo sorbirmelo per oltre un mese..!
Cinque a Zero. Avevo nettamente perso..
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Zac e Vic'
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 UN GIGOLO' IN AFFITTO – IL VERDETTO FINALE

 

Zac non si era fatto vivo per tutto il venerdì.

Io ero inquieta ed agitata.

Tesoro, tutto bene?” Mi chiese, mio padre, a cena.

S-sì.”

Non hai mangiato nulla.” Constatò, guardandomi come se fossi un povero cucciolo abbandonato e, dopo tutto, mi ci sentivo veramente.

Non ho fame, scusa.” Deglutii, fissando ancora il piatto fino a spostarlo di poco da me.

Ehi, Vic, puoi chiedere a Zac se oggi pomeriggio ci insegna a giocare a calcio?” Domandò, gentilmente, Marco, mentre masticava il suo boccone.

Non so.. oggi è sabato, forse ha da fare.” Cercai di sviare, provando a non far capire loro che non avevo la minima idea di dove fosse, e che, se ci fosse stato, avrebbe comunque avuto da fare con me.

Marco e Mattia mi hanno detto che è un fenomeno a calcio.” Fece mio padre, sorridendomi.

Ultimamente era sempre di buon umore. Mi telefonava almeno due volte al giorno e mi chiamava sempre “tesoro” o “cioccolatina”, usando un tono dolce non solito da lui.

Ma io sapevo da cos'era data tutta quella felicità.

Silvia.

Silvia aveva cambiato completamente mio padre in meno di una settimana. Si sentivano sempre ed uscivano tutti i pomeriggi appena lui staccava dal lavoro.

Papà era felice e l'unica cosa che mi dispiaceva era che io ero invidiosa della loro relazione.

Con Zac non sarebbe mai potuto essere tutto così semplice. Non era nella sua natura.

Zac doveva essere imprevedibile ed incomprensibile, altrimenti non era soddisfatto.

Quel pomeriggio, sul mio letto, decisi di chiamare l'unica persona amica che mi era rimasta, e di raccontarle tutto.

Oh, mio, Dio! Davvero l'hai fatto con Zac?? Finalmente!” La reazione di Susanna mi colpì totalmente. Era contenta per me e non mi aveva rimproverata per la mia sciocca incoerenza. Aveva inveito più volte contro Cristina e aveva esultato quando le avevo raccontato della nottata con Zac.

Sì, davvero.” Sorrisi al telefono, mentre mi sdraiavo nuovamente sul letto.

Sono felice per te, Vic.”

Mmm... Ti sento molto felice, Sus.” Constatai, sospettosa.

Evidentemente anche a Susanna stavano capitando cose molto piacevoli.

Già, che male c'è?” Ridacchiò nervosamente.

Scommetto che c'entra qualcosa Jack.” Sospirai, capendo già l'antifona.

Nessuna risposta.

Dai, avanti! A me puoi dirlo! Sono stata a parlare fino ad ora!” La incitai, veramente curiosa.

Ma.. Poi tu ti arrabbierai con lui.” Si lamentò.

Prometto che mi sto buona e zitta. Dai, racconta!” Oramai, con tutto quello che mi era accaduto, avevo capito che anche Susanna aveva il diritto di fare le sue esperienze, seppur dolorose quali fossero.

Beh... Ecco.. Jack mi aveva inviato un sms, la sera della vostra litigata, spiegandomi a grandi linee che sarebbe stato meglio finirla prima che nascesse, perché era costretto a ritornare a New York questo lunedì. Io gli risposi con un semplice 'okay', anche se ero stata poi tutta la notte a logorarmi l'anima e a piangere come una stupida.” Mentre Susanna raccontava la sua triste nottata, io mi sentivo sempre più cattiva ed in colpa per essere stata l'artefice di tutto quel dolore. “Ma poi, quando credevo che tutto fosse realmente terminato, Jack mi sorprese nuovamente, presentandosi fuori scuola, giovedì, quando tu sei mancata. Mi è venuto a prendere e abbiamo passato tutto il pomeriggio insieme, compresa la sera. Anche ieri ci siamo visti e abbiamo capito che ormai non possiamo nascondere l'evidenza dei nostri sentimenti. Vic, a me lui piace davvero tanto. E non mi interessa che abita in un altro continente o se ha tredici anni in più di me... Io non lo dimenticherò mai, perché anche se pochi, quei momenti passati con lui sono stati i più felici della mia vita, fino al bacio di ieri sera. Non ti scandalizzare! Ho sentito che hai trattenuto il fiato! Ma ti assicuro che non siamo andati oltre... Ci siamo baciati un paio di volte ed è stato come toccare il cielo con un dito. Mi porta in paradiso, Vic, ed è bellissimo. Mi sono informata comunque, ci sono tantissime coppie che vivono ancora insieme ed hanno formato una famiglia, anche se hanno tantissimi anni di differenza! Ieri ho sentito che un'attrice, quando aveva sedici anni, si fidanzò con un regista di quarantasei, e rimasero insieme fino alla morte di lui! Anche la cugina di mia madre si è innamorata di suo marito a quest'età e lui ha lasciato sua moglie e i suoi figli per mettersi con lei e creare una famiglia insieme. Un'altra storia che ho sentito è di un certo Montanari... Lui, trentaseienne, si innamorò di lei che aveva quattro anni, promettendole di sposarla dopo che sarebbe tornato da un lungo viaggio, così, quando ritornò veramente e aveva una sessantina d'anni, iniziò a fare una corte a lei che era già sposata ma che comunque divorziò per mettersi con lui!* Non è una favola? Vedi, l'età non conta proprio nulla!” Trillò ancora, apparendo sempre più euforica man mano che parlava. Ero contenta che ci tenesse tanto e che si fosse informata fino a quel punto, ma c'era comunque un fattore negativo in tutta la storia.

..Ma la distanza, sì. Non voglio fare la guastafeste, ma sii realista, Susanna. Quando partirà, sarà difficile, se non impossibile, mantenere il rapporto.” Lo sapevo e glielo stavo dicendo, proprio perché ormai erano i stessi ragionamenti che mi facevo io da quando avevo saputo della partenza.

Non rispose... Subito dopo sentii il bip del telefono che segnò la caduta della linea.

Susanna aveva riattaccato.

 

Erano le due di notte e dei rumori mi svegliarono all'istante, ma non erano più che altro i rumori in sé per sé ma da dove provenivano: la stanza di Zac.

Era ritornato e probabilmente la stanchezza o altro, mi fece muovere e, con la vestaglia bianca di seta, aprii la porta comunicante e mi ritrovai nel buio della sua stanza con solo una sagoma a farmi da guida.

Vic.” Mi salutò, non proprio gelido, ma leggermente distante.

Zac.. Sei tornato finalm..” Ma non feci neanche in tempo a finire la parola che le sue labbra si posarono sulle mie.

Chiusi gli occhi inevitabilmente e mi attaccai a lui come se non volessi mai lasciarlo andare, ed era veramente così.

Quella notte rifacemmo l'amore e Zac fu splendido. Entrò in me con dolcezza e passione e ci guardammo negli occhi nonostante il buio, percependo vicina la presenza dell'altro senza bisogno di altro.

Mi poggiò sul letto ed accarezzò e baciò ogni centimetro della mia pelle, fino a levarmi la vestaglia e spogliarsi anche lui a sua volta, sussurrandomi un lieve “Mi sei mancata” che servì a farmi cedere del tutto.

Anche lui mi era mancato. Come l'aria stessa. Ero stata un'amorfa per tutto il tempo della sua assenza e non vedevo l'ora di riunirmi a lui come in quel momento favoloso.

Non sentii alcun dolore mentre spingeva in me e mi concentrai, oltre che sulle sensazioni che sentivo e al piacere che provavo, sui suoi ansiti e gemiti. Mi stringeva forte e mi trasmetteva così tanto calore da farmi bollire. Non mi preoccupava quel Ti amo che gli avevo detto, perché era la verità e ormai non mi sarei tirata più indietro. Il tempo stava scadendo.

A differenza della prima volta, quella notte restammo abbracciati e svegli fino a quando gli effetti dell'amplesso non svanirono e ci riportarono alla realtà.

Zac, dove sei stat..” Ma m'interruppe nuovamente.

Hai visto i miei quadri, vero?” Non era una domanda, più che altro un dato di fatto.

Io..” Tentai, sentendomi morire mentre lo percepivo allontanarsi da me e accendere l'abat-jour.

Non fa niente. Tanto li avresti dovuti vedere comunque.” Sentenziò, calmandomi di poco anche se sentivo il suo tono sempre più teso ed ora che potevo guardarlo bene in viso, mentre piegava il gomito sul cuscino per guardarmi meglio, vedevo che anche la sua espressione non era tranquilla, fino a quando non prese ad accarezzarmi la pelle con un dito...

Mi rilassa.” Spiegò, ad una mia muta domanda.

Perché hai smesso di dipingere, Zac? E di fare calcio...” Sapevo che avrei dovuto dirgli molto altro, chiedergli tutt'altre cose, ma in quel momento la prima curiosità che mi venne in mente fu quella.

Lui sospirò, ma sembrò più calmo delle volte precedenti.

Sapevo che c'entrava qualcosa la sua famiglia e capii che era il momento giusto per parlarne.

Mio padre non mi ha mai detto che con la pittura non sarei arrivato da nessuna parte. Lui e mia madre avevano sempre cercato di incoraggiarmi perché sapevano che ero bravo. Mio padre era un patito del calcio e mia madre amava la fotografia e la pittura.” Sapevo che avevo raggiunto un bel traguardo ma sapevo anche che non ci saremmo fermati lì, lui sarebbe andato avanti col racconto ed io avrei finalmente conosciuto il vero Zac. “Io adoravo soprattutto giocare a calcio. Ero il più bravo della squadra e amavo così anche la mia divisa che per me era come un porta fortuna. Mi allenavo ogni pomeriggio, fuori al giardino di casa mia e ricordo ancora le urla di mia madre, che mi richiamava per tornare in casa a mangiare.” Una lieve ma amara risata modificò le sue belle labbra, mentre sentivo il cuore fare mille salti mortali dalla gioia e dalla tristezza... Mille emozioni mi stavano trapassando in quel momento ma solo la sua voce mi riportava la concentrazione. “Ricordo anche il dopobarba di mio padre... Insomma, sono odori.. voci.. Sono luoghi e molte abitudini che non riesco a dimenticare. Ero piccolo, ma ci sono immagini di quel periodo che mi si sono impresse nella mente come foto in bianco e nero... E' strano, ma non riesco a capacitarmene nemmeno io.” Il suo sguardo era perso nel nulla ed il sorriso enigmatico era rimasto sul suo volto. Nei suoi occhi c'era una luce diversa, una luce che non avevo mai scorto in quel turchese profondo. Mentre raccontava gesticolava con le mani e stava poggiato con la schiena alla tastiera del letto, coperto dal lenzuolo dal bassoventre in giù, quindi aveva il petto ben scoperto e risaltato dalla luce lieve della lampadina. Era bello e si stava aprendo con me. Ancora non riuscivo a capacitarmene. Si passava una mano fra i capelli bagnati dal sudore e mi sembrò più piccolo e fragile di quanto non mi fosse mai parso. “Era il ventidue di dicembre. Avevo una partita importante ma era lontana da casa, quindi fummo costretti a prendere la macchina. Eravamo io, mia madre e mio padre al volante. Jack era a casa di un amico. Io avevo solo dieci anni... Stavo ascoltando la radio con i miei, quando non mi ricordai di aver dimenticato la famosa divisa a casa. Io non giocavo senza quella. Era vecchia, ma infilavo sempre la maglia sotto quella originale e questo mi tranquillizzava. Piccolo com'ero, iniziai a lagnarmi e a supplicarli di ritornare indietro. A dicembre, si sa, le strade sono poco sicure.” Il suo sorriso scomparve totalmente, lasciando al suo posto un'espressione sconfitta dalla sofferenza. “Mio padre restò calmo e mia madre non aprì bocca. Mi accontentavano sempre,” poi abbassando lo sguardo sul suo braccialetto di cuoio, disse “Vedi questo? Me lo avevano regalato loro...”

Ecco perché ci teneva tanto, allora. Ogni pezzo ritornava al proprio posto.

Riguardandomi, poi, riprese il racconto “Comunque.. non volevano fare tardi, così suggerii la scorciatoia. Papà disse che era pericolosa ma che l'avrebbe fatta comunque per riuscire a fare in tempo. C'era una curva. La più pericolosa... Ho pochi ricordi di quel momento perché, come hai detto anche tu, certe cose si rimuovono quando ti fanno troppo male. Il cervello non resiste e le elimina, buttandole come in un cassonetto. Ricordo solo che mia madre si era voltata a guardare come stavo, mi aveva gridato di tenermi forte mentre la macchina cercava di fermarsi ma scivolava sul ghiaccio ed usciva dalla strada. Sentivo mio padre fare di tutto per fermarla, poi il buio... La macchina si rigirò ed io svenni all'istante. L'ultima immagine che ho, è lo sguardo che si lanciarono mia madre e mio padre. Si guardarono come se sapessero.. e ci misero così tanto amore nello scrutarsi che a malapena mi accorsi che si erano presi per mano e mio padre sorrideva amaramente a mia madre come a cercare di calmarla.” Si fermò di botto. La sua voce si era incrinata ed il suo respiro era accelerato. Il suo sguardo era perso nel vuoto davanti a sé e capii che in quel momento stesse rivivendo attimo dopo attimo, il giorno dell'incidente. Zac aveva gli occhi lucidi e stava crollando lì davanti a me. Ma voleva andare avanti, voleva finirla una volta per tutte. “I-io... Mi risvegliai all'ospedale. C-chiesi subito di loro ma non seppi nulla fino all'arrivo di Jack.. Era.. era in lacrime. Loro erano morti e tutto per colpa mia. Se... se solo avessi portato la divisa con me... O se solo mi fossi accontentato di non averla portata, loro sarebbero ancora.. vivi. Ed è solo colpa mia. Merito di restare solo...” Una lacrima scivolò sui suoi zigomi e subito si portò le mani sul viso per coprirsi mentre forti singhiozzi lo scuotevano. Istintivamente mi affrettai ad abbracciarlo con tutta la forza che avevo, perché lo sentivo talmente rigido che sicuramente non mi avrebbe sentito se non avessi stretto. “E' tutta colpa mia, mamma.. E' tutta colpa mia, papà... Scusate..” Riuscivo a malapena a sentirlo biascicare, fra tutto quel dolore che finalmente era riuscito a tirare fuori. Quando strinsi ancora di più, tolse le mani dal suo viso e ricambiò l'abbraccio, nascondendo il suo viso nell'incavo della mia spalla, cercando di calmare le lacrime e regolando il respiro.

Shh.. Non è colpa tua, Zac. Tu non potevi saperlo, non hai la palla di cristallo. Il destino aveva già scelto per te e probabilmente adesso i tuoi genitori saranno molto orgogliosi di te.” Non riconoscevo la mia voce. Era leggermente spezzata ma seria.

Di me?” Alzò il volto per far incontrare i nostri sguardi. “Di Jack, forse. Non di me... Io non ho fatto nulla della mia vita, lui sì. Ha un lavoro a New York ed ha soldi a palate. Ha finito gli studi mentre io ho lasciato subito..”

Tu hai lasciato subito perché avevi bisogno di soldi per guadagnarti da vivere e mantenere te e tua nonna, Zac, lo sai pure tu. Non credi nell'amore, ma speri nella felicità ed è questo che doni a tutte le donne che cerchi di soddisfare. A te non importa di essere usato... Vuoi goderti solo i sorrisi altrui ed è una cosa bellissima. Tu sei un ragazzo fantastico. Infondo, me lo hai anche detto tu: nella vita non è importante quel che si fa, ma il carattere con cui si affronta, e tu, Zac, hai un carattere d'oro, decisamente migliore del mio. Sei più grande e hai visto più cose, hai fatto più esperienze e sei completo.” Cercai di sorridere seppur mi venisse da piangere per il dolore che aveva dovuto sopportare.

Grazie, Victoria.” Disse sinceramente, guardandomi ancora negli occhi.

Gli sorrisi. “Hai... qualche cicatrice?” Chiesi, poi.

Una sulla testa e sulle gambe... Quelli dietro la schiena erano graffi che si notano solo se ci si mette bene a guardarli.” Disse, abbassando il capo e prendendomi la mano per farmi toccare la cicatrice che aveva a partire dal collo fino all'orecchio.

Ecco perché aveva i capelli lunghi e sempre disordinati... Anche mio cugino aveva una piccola cicatrice, a causa di un morso di un cane**, sulla testa, e si teneva i capelli lunghi proprio per nasconderla.

Anche se su quelle parti, ovviamente, i capelli non crescono più, si cerca comunque di coprirle.

Come mai tu e Jack vi siete separati?” Era arrivato finalmente il momento delle domande.

Ci hanno divisi poco dopo l'incidente. I miei avevano fatto due attestati e nell'indecisione furono presi in considerazione entrambi, almeno per salvarci dal collegio. Io fui affidato a nonna Annie che era l'unica parente rimasta in Italia, mentre Jack rimase con altri parenti in America.. Lontani cugini di mia madre. Della famiglia di mio padre non conobbi mai nessuno, credo siano tutti morti.” Spiegò, asciugandosi il lato di un occhio.

All'inizio odiavi Jack perché non si era mai fatto vivo, vero?”

Lo odio tutt'ora.” Sorrise, cercando di riprendere la sfacciataggine di sempre ma non risultando credibile in quell'ambito. Un mio sguardo ammonitore lo fece ritornare serio. “Diverse fonti mi avevano detto che lui se la passava abbastanza bene a New York e mi dispiaceva che non venisse a trovarmi dato che a lui i soldi non mancavano.. Poi il dispiacere si è tramutato in rabbia ed ora è tutto da vedere.”

Sta facendo di tutto per riacquistare la tua fiducia.” Persino portarti via da me.

Lo so, infatti avremmo ancora molto altro tempo insieme per discuterne.”

Quindi.. E' per questo che non dipingi più e non giochi più a calcio, pur essendo un fenomeno ad entrambi.” Realizzai, unendo come i pezzi di un grosso puzzle.

Già... Ma grazie a te ho ricominciato. Non avrei mai giocato quella partita, dopo tanto tempo, martedì; e non avrei dipinto se non mi avessi regalato l'attrezzatura giusta e non mi avessi dato l'ispirazione.” Disse, dolcemente, prendendo una ciocca dei miei capelli ed iniziando ad arrotolarsela fra le dita.

E non hai la patente, perché...” Chiesi, arrossendo per ciò che mi aveva detto prima.

Perché mi ricorda troppo quel brutto giorno... Ti ricordi quando ti sono venuto a prendere col taxi? E' stato il viaggio più difficile di tutta la mia vita. Sono stato al posto dietro e in certi momenti mi rivenivano in mentre alcune immagini, ma la cosa che mi stupì fu che non ebbi paura. Ti strinsi a me e non pensai a nient'altro che non fossero i tuoi capelli, i tuoi occhi, il tuo odore.. E mi rilassai. Credo di aver fatto un gran traguardo e di essere cresciuto veramente solo grazie a te.” Ammise, guardandomi ancora in quel modo strano che mi scavava dentro.

P-perché mi stai dicendo tutto questo.” Balbettai, presa dal tremito e da mille illusioni.

Ancora non lo capisci?” Mi sorrise dolcemente, continuando ad accarezzarmi il viso.

Ti prego, dimmelo tu.”

Mi hai incantato, Vic. Non avrei mai creduto di poter trovare una persona come te. Sei così simile ma allo stesso tempo diversa da me, che è stata inevitabile la nostra unione. Io ho fatto mille sbagli nella mia vita, compreso quello con Cristina e non passa giorno che non mi svegli la mattina e mi ripeta che sono un coglione. Mi sento colpevole per i miei genitori e per averti delusa. Ma mi basta guardarti negli occhi per ritrovare la mia pace... Sono felice quando sto con te, Victoria, ed è una sensazione che non sento da parecchio tempo. Stare con te è come ritornare bambino, ai tempi della mia infanzia, quando affrontavo tutto con un sincero sorriso e mi perdevo in un mondo perfetto. Quel mondo perfetto, credevo di averlo sempre immaginato, ma da quando ti conosco ho capito che dovevo solo aspettare per ritrovarlo nuovamente. Non era perso né tanto meno finto... Era tutto concentrato in te.”

Ecco, lo sentivo stavo piangendo.

Gli avrei voluto dire così tante cose... Ma non riuscii a muovermi e già era tanto che respiravo. In quei giorni non facevo altro che piangere e non aspettavo altro che il mio corpo la smettesse di farmi perdere così tanti liquidi per ogni cosa riguardante Zac.

I-io.. Non so che dire.” Ammisi, guardandolo come se fosse un angelo.

Non c'è bisogno che tu dica niente. Mi basta sapere che ti abbiano fatto piacere le mie parole e che mi darai una possibilità per farmi perdonare...”

Ti ho già perdonato, Zac. Io...”

Tu mi ami.” Aveva capito subito.

Sì, e so quanto possa essere difficile per te ma sono diventata anche io una delle tante...” Dissi, amaramente.

Allora non hai sentito nulla di quello che ho detto.” Sorrise. “Tu sei diversa... Tu mi ami per quello che sono veramente, perché è solo grazie a te che sono riuscito a ritrovare il vero me stesso.”

Oh, Zac, tu... Tu non mi deluderai mai, lo sai questo?” Annuì “Bene, allora non aver mai paura di dire quello che vuoi a me.” Non so esattamente perché lo dissi ma in quel momento mi sembrò la cosa più opportuna.

Vorrei che avessimo più tempo, ora.” Fece, dandomi un lieve bacio sulle labbra.

Zac... C-cosa volevi dire con tutte quelle belle cose, prima?” Deglutii, attendendo la risposta che, inconsciamente, aspettavo da una vita.

Che mi sono innamorato di te, Victoria. L'ho capito da poco ma credo di averti amata dalla prima volta che ti ho vista, su quel treno e con quello sguardo perso nel nulla, per non parlare del tuo singhiozzo...” Rise leggermente. Ma io no. Per me non era il momento per ridere, quello era il momento di esultare, piangere, gridare, gioire, sbraitare, il tutto, ovviamente, dalla felicità! Zac mi amava, no stavo sognando.

Zac si era innamorato di me... Impossibile.

Ripetilo.” Dissi, solo, come un'automa.

Cosa?”

Lo sai.” Devi saperlo, così sarò sicura di non averlo immaginato.

Victoria, ti amo.”

Era vero.. Ed era mio.

 

*= sono tutte storie vere. Non ricordo bene il nome dell'attrice e del regista ma ho visto, su E (canale 124 di Sky) dei racconti sulle star di Hollywood Ieri e Oggi, come sono cambiate nel tempo e c'era questa attrice sedicenne che si era innamorata di questo regista di quarantasei anni.. Da non credere! XD

Riguardo a quella della cugina della madre, posso assicurarvi che è successo alla cugina di secondo grado di mia madre. Lei lavorava in sartoria e lui era il capo, sposato e con dei figli. Lei aveva sedici anni ma si sono sposati ed ora stanno ancora insieme.

Poi, la storia di Montanari (non sono sicura si chiami esattamente così) me l'ha raccontata una mia amica tale e quale a come l'ho riscritta.

**= è successo che mio cugino quando aveva circa quattro anni, passeggiava con la nonna ed un cane da dietro lo ha assalito e gli ha morso o graffiato la testa lasciandogli una cicatrice che copre benissimo con i capelli.

   
 
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