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Autore: scarlett666    31/05/2011    1 recensioni
Brevissimo viaggio attraverso me stessa, tre episodi narranti momenti cardine del mio passato...accompagnati di volta in volta da un brano significativo, non necessariamente di mio gusto, ma evocativo e fortemente presente in quel periodo.
Ad occhio esterno forse patetico, scarno e privo di tutto quel senso che mi ostino ad attribuirvi, ma comunque un tentativo di osservare quegli eventi da lontano ed in certo senso, finalmente, liberarmene.
Il titolo di ogni capitolo coinciderà con quello del rispettivo brano.
A voi...
Genere: Poesia, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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will my heart go on?

Will my heart go on?



Mi manca, e anche molto.
Ma l'ho tradito ed ora lui mi odia.
Ciò che fa più male è sapere come lo stiano usando.
Ora lo consolano, lo avvolgono, vezzaggiano, ma una volta servito al suo scopo lo abbandoneranno, lo lasceranno solo... e per allora spero mi abbia perdonato.

Non sono come loro credono.
Non roccia inscalfibile, secolare ad impassibile, ma spugna di mare, che lenta assorbe silente sino al momentio in cui, ormai colma, riversa fiumi di lacrime amare, rompe gli argini e travolge ogni cosa.
Una semplice spugna.
Facciano pure ciò che vogliono ma guai...
guai a ferirlo o voltarmelo avverso.
Non so quanto tempo mi è dato per resistere.
Ora pare felice e ne ha ragione, stringe con forza tutto ciò che non gli ho mai dato: accettazione, rispetto, forse amicizia sincera, spensieratezza, e sorrisi leggeri.
Gioia?




Ed io qui da sola scendo a patti con la mia vergogna.
Troppo pavida per accettare un perdente, terrorizzata all'idea di esser scoperta, aperta, scandagliata e smascherata.
Faccio inevitabilmente schifo a me stessa, e pur cosciente di questo persevero nel biasimo, mio e altrui .
Perchè non è all'altezza, perchè imperfetto, troppo evidente, troppo sgargiante, troppo chiassoso e... troppo ugule a me.
Ma che al contrario sceglie di vivere con la sua imperfezione, con gli sguardi e le risa incollati addosso e, con un meraviglioso sorriso, abbatterli in un solo istante.
Ed io... osservo e attendo.
Aspetto inutilmente ore, pometiggi, intere giornate, mesi... anche solo che squilli il telefono.
Allora perchè lo abbatto?
Perchè agli occhi altrui lo soffoco?
Perchè il costante bisogno di schiacciare e svilire questo sentimento che ogni giorno mi uccide morendo per mano mia?
Paura, fottuta paura che chiude a scomparti la mente ed il cuore lasciandovi fuori tutto, anche lui.
Paura del giudizio, paura dello scherno, il terrore negli occhi innanzi all'idea di essere riconosciuta a additata per quella che sono, Per quella che la mia stupida testa continua imperterrita a ripetere e urlare e gridarmi in faccia quando guardo lo specchio.

La perdente.

Diversa, isolata, rifiutata, strana, incomprensibile, pazza, da schernire, da evitare come la peste.
Nego tutto e fingo innanzi a me stessa.
Castelli di carte la mia identità, falsa e costruita su stratificate menzogne.
Ma lui sa... e lui fugge.
Dunque a quale pro rivelarsi? Per far crollare tutto?
Attraversare la stanza, la finestra è aperta... molto più semplice. Senza ringhiera lo è fin troppo.
Voglio solo che torni, che ancora una volta mi scaldi con la sua vita, che scrolli le mie menbra sopite scacciando questo desiderio di morte.
I ricordi sono troppo difficili da zittire.


   
 
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