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Autore: Lilith82    03/06/2011    6 recensioni
Nonostante il titolo, questa è una long-fic su Taylor Lautner!
Taylor è a LA per Halloween, ospite della famiglia del suo migliore amico che sta organizzando una festa degna dell'evento.
Tutto perfetto, ma... il "ma" di Taylor si chiama Cristina ed ha gli occhi color del cielo! Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate!
Genere: Fluff, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Taylor Lautner
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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eccoci qua colla quarta parte ;-)
vi ricordo che MY VAMPIRE ha sei parti, indi, siamo praticamente a metà!
in tutta la storia, ed in particolare in questo capitolo, ho giocato molto col contrasto Taylor/vampiro...
perché mi divertiva, perché era ir-riverente nei confronti della protagonista (a cui è dedicata la storia) e che è una lupa sfegatata! <3
e perché, a mio parere, c'è in Taylor (come in Robert) molto più di un personaggio  <3 <3
e perché, un giorno, avranno una carriera talmente lunga e brillante alle spalle che quasi non ci ricorderemo che erano il lupo ed il vampiro! <3
Lillamipiacerebbesaperechenepensate... ;-)


...vampirizzazione...

“Fermo, Tay, ho quasi finito!”
“Basta.. Cloe, davvero!” mi allontano leggermente.
Senza poterlo evitare, incrocio la mia faccia nello specchio da tavolo che la mia amica ha posizionato sulla scrivania di Carlo.
Cosa ci faccia, poi, una scrivania, in camera di Carlo Umberto Silvestri, è uno dei misteri più insondabili della storia dell’uomo!
“Sono... ridicolo!” sbotto, indicandomi.
E sta diventando una sensazione persistente!
“Non è vero!” s’imbroncia lei.
“Cloe... io... io NON posso... vampirizzarmi, ok?! Nemmeno col cerone!”
“Non è vero! Sei un vampiro scuro... come Laurent!” commenta convinta.
Come se sapesse davvero di cosa sta parlando!
“No, seriamente non sono...”

“Oh, dai, fidati!” incalza riprendendo a spalmare “stucco” sul mio collo.
“No... io...”

“Ehi! Che le stai facendo?!”
“Carl, ma che..”
La vista del “costume” di Carlo mi zittisce.
Lui è... è... è...

“Oh... sei bellissimo, patatone!”
Sta scherzando?!
Visto l’abbigliamento di Cloe, avrei dovuto immaginarlo ma...
“Beh... la classe non è acqua, patatina!”

Ma...
“Ma che ti stava facendo questo cagnaccio?!”
“Ehi! Io...”
“Non vuole vampirizzarsi, amore!” si lamenta lei.
“mmm... non è un’impresa facile, con quella carnagione...” riflette lui.
Come se sapesse davvero di cosa sta parlando!
“Ve lo ripeto: io NON posso... e non potrò mai... essere un vampiro, ok?!”
Mi scrutano, silenziosi ed abbracciati.
Come se sapessero davvero di cosa sto parlando!
“Oh... insomma! Non saranno una camicia bianca ed un mantello che faranno di me una... sanguisuga...”
Sì, lo so: questa frase fa tanto Jacob Black ma...
“Ma certo!” esclama la bionda.
Con un saltello si libera la vita dalle mani di Carlo ed estrae una scatolina dalla borsa che ha appena recuperato.
“Hai ragione, TayTay, non puoi vampirizzarti... senza queste!”
Mi porge il contenitore.
“NO! QUESTE NO!”

Dannazione... perché mi trovo qui?!
E perché sono vestito come un damerino con una coperta sulle spalle?!
E perché... perché... perché non ho mai creduto a quello sbruffone di Inglese quando dice che le lenti a contatto sono... uno strumento di tortura... insopportabile?!

E perché... perché mai sto dando ragione a Robert Pattinson
?!
E perché quando un ragazzo... o, in questo caso, una ragazza... o, in questo caso, ogni ragazza che sia comparsa in casa Silvestri nell’arco degli ultimi 90 minuti... dicevo... perché quando una ragazza vede un ragazzo discretamente famoso e che, magari, ha interpretato un personaggio universalmente celebre, all’interno di una saga universalmente conosciuta... insomma... perché quando una ragazza ti vede, non pensa che, nonostante tutto, tu sei semplicemente una persona... proprio come lei... e che, per questo, vorresti solo trascorrere una bella serata... proprio come lei... e non passare il tempo a sfuggire alle risatine eccitate ed agli sguardi carichi d’aspettativa od alle, più o meno, recondite avances di giovani donne, più o meno, sconosciute... e perché non le viene in mente che tu, magari, non ci tieni proprio a sentirti “la principale attrazione del circo”?!
O che vorresti solo s.cacciare l’orribile persistente sensazione di essere... ridicolo!
Dannazione... perché mi trovo qui?!

http://www.youtube.com/watch?v=6ALJ34L8u-0
Quando DJ Carl attacca con Katy Perry, lei... l’unica ragazza che io abbia mai desiderato comparisse in casa Silvestri... e nella mia vita... s’affaccia in soggiorno.
Lei è... è... è...
Lei... si è...
Loro l’hanno...
...vampirizzata!

Non può averlo voluto lei!

Cloe deve averla obbligata come ha fatto con me, ma...
Ma...
Lei è...
Lei è il mio ma...
Ed è ma-gnifica!

I lunghi capelli sciolti sul mantello, le lunghe gambe fasciate nei pantaloni, i lunghi tacchi a disegnarne la figura.
Lei è... è... è...
Lei è il mio perché...
Ed è per-fetta!

Il motivo per cui il mio cuore impazzisce... è in quelle labbra rosso sangue...
Il motivo per cui le mie membra fremono... è in quella pelle scoperta...
...il collo, le spalle, il profilo del bustino...

Il motivo per cui il mio sangue sembra risalirmi tutto insieme alla testa... è in quella pelle... troppo... scoperta... e negli sguardi interessati di alcuni... troppi... dei presenti!
Lei è...
...il mio ma...
...e il mio perché...

E la sensazione che tutto ciò duri da tanto... troppo... tempo mi assale.
...la vertigine, il vuoto nella pancia...
E la sensazione che la sensazione che ogni cosa dipenda da lei da molto... troppo... tempo mi assale.
Mi assale e mi fa sentire... ridicolo!
Ridicolo...
perché, forse, per lei non significo niente!

Ridicolo... perché, forse, per lei quel bacio non ha significato niente!
Ridicolo... perché, forse, per lei è stato spontaneo... vampirizzarsi!
Ridicolo... perché, categoricamente, io NON posso... essere un vampiro!
E nemmeno... innamorarmene... di una succhiasang...
NO! Una vampira...
...la mia vampira...
ODDIO!
MA E’ ASSURDO!

NO... è ridicolo!

“E’ ridicolo, vero?!”
Praticamente salto sul posto.
Quando si è avvicinata?!
Ero così concentrato che...

“Se qualcuno te lo chiede, io non lo conosco!” sancisce accennando al fratello-tirolese alle consolle.
Sbuffa ed incrocia le braccia al petto.
In questo modo, però... la scollatura...
Mi schiarisco la voce, cioé... ci provo... ma dalla mia gola esce uno stridio degno di una polmonitico all’ultimo stadio.
“Stai bene?”
Annuisco.
Ridicolo!

I nostri occhi s’incrociano e...
“Oddio! Le hanno messe anche a te...” noto allungando le dita verso la sua faccia.
Ma non ho nemmeno sfiorato lo zigomo che si è ritratta.
Qualcosa affonda in profondità nella pancia.
Come la katana di un samurai nel suo harakiri.
Ed, in effetti, credo proprio che sarà quello che farò alla fine di questa festa... harakiri!
“Le ho messe io... per provare... non è male... color giada...” spiega, chinando il capo e fingendo che non sia successo niente.
Perché, forse, per lei, non significa davvero niente!
“E’ un colore ridicolo...” come me! “...se paragonato al tuo!”
Agli occhi color del cielo!
Sorride, ancora a sguardo basso.
“Ti va di ballare?” domanda poi.
Il battito s’arresta.
“Uhm... ok...”

Che discorso, M.T.!
Comincia a muoversi a tempo... non troppo vicina... non troppo lontana... sensuale... quello sì... troppo!
E quasi m’immobilizzo...
Tento di scuotermi un paio di volte ma...
Sono ipnotizzato!

E non sono io...

Non sono più il ragazzo spigliato, coordinato, spensierato.
Non sono più il ragazzo che sono sempre stato!
Sono solo un idiota im-mobile ed in-naturalmente pallido!
Sono... vampirizzato!


“Allora, vi state divertendo?!” irrompe Carl.
“Non a farmi vedere vicino a te... conciato così!” l’ammonisce la sorella.
“Mmm... sorellina, lo sai che i canini ti donano?”
“Questi sono i miei denti, idiota!”
“Oh... vuoi dire che le... zanne... sono naturali?! Non me n’ero mai accorto!”
“Io, invece, mi sono accorta, da anni, che quell’escrescenza sopra le tue spalle non è esattamente una testa... e che, soprattutto, non contiene nessun cervello!”
“Grrrrrr... mi stai veramente facendo pentire di...” comincia lui, mani ai fianchi.

“Di che?” lo incalza lei, mani ai fianchi.
“Ah...” sospira rumorosamente Carlo, prima di aggiungere “...le perle ai porci!”
“Che vorresti dire?”
“Andiamo! Ho bisogno di una mano...” ci fa cenno di seguirlo, provando così ad interrompere il bisticcio.
Ma Cristina non demorde.
“Dove dovremmo andare?”
“In cantina” risponde scocciato.

“E perché?”
“Ho delle scorte” dice imboccando la scala di legno.
“Scorte di cosa?” insiste lei seguendolo.
Carlo sbuffa di nuovo, apre la porta blindata con una grande chiave e la lascia nella serratura.
Fa cenno a sua sorella e a me di precederlo.
Nell’istante in cui gli sfilo di fianco, sussurra, alzando gli occhi al cielo: “Falla stare zitta tu!”
E ci chiude la porta alle spalle.

Il tonfo sordo è seguito dal rumore metallico delle mandate, tre, una dopo l’altra, con cui Carlo ci segrega in cantina.
Ci vuole un attimo perché io e la mia ormai “compagna di cella” registriamo la situazione.
Ci basta un’occhiata e una sola frase per riordinare le tessere, poche, di quel puzzle... assurdo, scontato ed irritante... che è il mio ormai “ex-amico”.
...le perle ai porci...
“Carlo! Carlo! Carlo apri!”
Cristina batte più volte il pugno sull’uscio bloccato.
Ma dall’altra parte arriva solo un ghigno.
“Carlo! Carlo! Carlo Umberto Silvestri, apri questa porta!”
Un ghigno... assurdo, scontato ed irritante...
“AH! AH! AH!”
“CARLOOOO!!”
La risata si allontana.
“Divertitevi, piccioncini! I preservativi sono sotto il cuscino...” dice prima che la sua voce sparisca insieme all’eco dell’altra porta che si serra, quella che separa la scala, e noi, dal resto della casa... e dal resto del mondo!

Non avevo mai realmente pensato al significato dell’espressione “un silenzio pesante” o “il peso del silenzio”.
Non l’avevo mai sentito... il silenzio pesare... fino ad ora.
Gli sguardi puntano, veloci, alle nostre spalle.
Proprio davanti alla piccola riserva di vini del signor Silvestri, sta un materasso da campeggio gommato blu, è spesso e alto come quello di un letto matrimoniale, sopra ad esso, un cuscino, anch’esso da campeggio, anch’esso blu, dall’angolo del quale sbucano due file di bustine argentate.
...ho delle scorte...
Dalle labbra di Cristina esce un sibilo inorridito.
Il letto e la parete di bottiglie sono agghindate con numerose file di luci al neon, probabilmente decorazioni natalizie... persino quelle sono blu!
I piccoli punti s’accendono e si spengono ad intervalli regolari, alternando quattro o cinque diversi effetti coreografici.
...i preservativi sono sotto al cuscino...
“AH!”
E’ a metà un verso secco e un lamento straziato quello che Cristina emette direttamente dai polmoni.
E qui... il silenzio... quel silenzio che gravita su di noi come un enorme lastra di piombo.
E poi... la lastra si rompe!
“Carlo!Carlo!Carlo apri!”
Di nuovo, il suono che viene da lei è un misto di severo comando e supplica accorata.
Come qualcuno le avesse appena pugnalato il petto... come qualcuno l’avesse appena costretta nella situazione peggiore del mondo!
“CARLO!CARLO!CARLO!”
Ed io qui, in-capace di emettere fiato.
“Cristina...”
“CARLO!”
In-capace di calmarla.
“Cristina...”
“NO! CARLOOOO!”
In-capace di toccarla.
Le ho solo sfiorato il braccio e si è ritratta... come fosse stata folgorata!
“Cristina...”
“CARLO!”
In-capace.
Incapace..
In-capace...
...e ridicolo!

“APRI!”
“ADESSO BASTA!”

  
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