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Autore: allaboutme    04/06/2011    0 recensioni
Roxanne, è una ragazza intelligente e anche bella, le piacerebbe vivere una storia tipo romanzo ma non andrà così. Avrà mai quello che ha sognato? Le persone cambiano?
Nicholas sarà il ragazzo destinato a lei? sarà vero amore o è solo una presa in giro?
Nonostante gli ostacoli Roxanne riuscirà a sopportare il dolore?
Leggete vi prego :)
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOTIZIA IMPORTANTE! *-* Questo capitolo speciale, perchè il primo vero capitolo della storia, gli altri erano un anteprima (anche se orribile! ) comunque da ora in poi cambiere modo di scrivere, sarà tutto comprensibile e bello! Ho moltissime idee che credo vi possano piacere, ecco il capitolo 5 solo per voi. Grazie per i recensori e per chi mi segue!

- Non mi devi parlare capito? Non sei nessuno! Non ti voglio ascoltare! Non voglio sentire le caz*** che dici? Nessuno le vuole sentire le tue noiosità! -

Stavo Camminando nel viale che avevo percorso per anni e anni, aspettando un segno di Dio che mi portasse via da lì, già perchè io credo in Dio. è lunedì, uno di quei giorni in cui vorresti sparare a tutti quelli che provano ad avvicinarti, diciamo il primo giorno di tutta l'intera settimana intervallato da Domenica, giorno che dura un secondo anche se per noi vale un secolo di pace. Ovviamente stavo ascoltando il mio I-Pod: avevo deciso quella mattina stessa che per svegliarmi avrei usato ben venti minuti di camminata, quando avrei potuto prendere l'autobus ma si sa è lunedì;. Arrivata con dieci minuti di ritardo: nel giardino erano sparsi i soliti ritardatari, fermati fuori a fumare o a cazzeggiare, presi una di quelle viette che costituivano il giardino e che portavano rispettivamente alla scuola che si frequentava. Purtroppo la mia era bloccata da uno di quei gruppi ritardari e doveva essere proprio quello di Joyce. Stavo tentando invano di passare, quando Joyce mi afferrò; e disse ridendo:

- Dove vai bella? A studiare o a scrivere una di quelle cazz* di sempre? -
- Scusa mi puoi mollare!? - Dissi srattonandomi dalla presa.ì, che poi fu lasciata.
- Si certo come vuoi ma se hai bisogno di compania chiedi pure? Se vuoi oggi andiamo a fare un giro da qualche parte...- Disse allusivo.
Faccio un espressione allibita e rispondo a mia volta:
- Ma tu sei scemo o cosa? Da quando pensi che potri mai uscire con te? Bè te lo scordi! - Decisa, vado avanti e mi faccio largo tra tutti quando...
- Ciao eh! -
Mi girai e c'era Jonas che dopo aver riso di me, aveva avuto il coraggio di saltarmi.
- Ciao...- Do un ultima occhiata fugace al gruppetto, fino a scorgere un'occhiataccia da parte di Joyce diretta a non so chi.
La cosa si è fatta più strana.
Mi vesto sempre originale, o meglio mostro la mia personalità, ma mi piace anche uscire elegante, ecco cosa penso in tutta la mia giornata, precisamente penso a questi tipi di argomento...e quel pomeriggio stavo giusto pensando a una di quelle favole, incontri il ragazzo della tua vita da giovane, litigate vi amate, fate l'amore, vi sposate, fate figli, i soliti problemi, si rischia il divorzio ma poi si capisce quanto ci si ama davvero perchè è vero il detto: l'amore non è; bello se non è litigarello.

Martedì. è un giorno normalissimi, forse il più leggero o forse no, dipende da noi stessi. Questo pomeriggio ho un appuntamento dal dentista il punultimo e poi sono libera da tutto: il pensiero cade su Jonas, il tizio dal nome inanonimato, vorrei saperlo, anche se conosco poco di lui, e quel poco mi manda in confusione non capisco nulla di come si comporta.
A scuola lasciavo passare tutto, ascoltavo le lezioni e la musica, prendevo nota degli appunti ma non scrivevo più nulla da cantare, e questo non mi piaceva.

Dal dentista.

- Ciao Angela.-
- Ciao...- Rispose meno entusiasta del solito, e poi tagliò corto.
- Vai a sederti dopo ti chiamo. -
- Ok...-
Mi siedo, e aspetto, prendo una di quelle riviste e leggo, leggo articoli, guardo gli abiti, e immagino di poterli indossare io e quando. Dopo qualche minuto entra Jonas, agitato.
- Ciao - Mi disse rilassato.
- Ciao - Gli risposi abbastanza fredda.
- Ti devo dire una cosa...- Affermò titubante.
- si...- Risposi ansiosa e preoccupata.
- Ecco vedi di non parlarmi più, capito?! - Disse fermo e deciso, orgoglioso e vergognato.
Poi se ne andò.
- Scusa? - Sussurrai appena.
Lui mi aveva sempre salutato e ora veniva a dirmi a me di non parlarmi più? Bè; quel ragazzo è davvero molto scemo, deve farsi vedere. Nonostante le mie autoconvinzioni, sul fatto che lui fosse scemo e sul fatto che io non stessi male per quello, funzionarono per poco. Iniziavo a deprimermi, così decisi di dire ad Angela di rinviare l'appuntamento, ma non fu storia, non si poteva spostare.



Mercoledì. Avevo subito un dolore fortissimo il giorno precedente sia per il dente che per quel cavolo di Jonas.
Non lo incontrai per tutta la giornata.
Questo pomeriggio invece devo vedere una ragazza all'oratorio a cui devo dare ripetizioni di Inglese.
Mancano 3 settimane alla fine della scuola, ancora lunghe
- Vedi, quando crescerai, capirai che il momento è quello non c'è un'altra vita per ricominciare, perchè non si ricomincerà mai di nuovo. Se mai si proverò a cambiare ma è normale, tutto questo è per trovare noi stessi. -
La guardavo sopresa, non la capivo...
- Questo mamma l'avevo già capito. Ma perchè lo dici? è successo qualcosa? - Dissi iniziandomi a preoccupare seriamente.
- No, non centra con te. è una cosa mia e mi dispiace avertela buttata addosso, mi dispiace che tu mi abbia visto in questo condizioni, ma ci sono volte in cui anche gli adulti hanno bisogno di piangere, come quando si è ragazzi...Mi ricordo che era molto più facile piangere da piccoli che d'adulti. Ma certo volte è necessario. - Dissi mia mamma, ripresa per metà da quel colpo.
- Mamma...se hai bisogno di parlare io ci sono e ci sarò, tu mi hai dato la vita, e io voglio ricambiare perchè la cosa più brutta sarebbe fregarmene di te. Raccontami quello che è successo, quello che pensi, anche se ho 17 anni so ascoltare...Non credo possa darti un consiglio vero e proprio, almeno se non vuoi. Ma dimmi quello che ti passa per la testa non voglio che tra di noi ci siano segreti. - Il fatto è che...vedi, non voglio più stare sola...Ho capito che non ce la faccio...- Disse seria, attenta a non mostrarsi disperata.
- Mamma ma tu non sei sola...Scusami se ogni volta ti lascio qui, ma tu sei a lavoro...- Non avevo mai pensato che mia madre potesse avere dei problemi simili.
- Non sei tu, Roxy. Il fatto è che, devo essere sincera mi manca tuo padre. - Dissi tutto d'un fiato, e ripresa si sedette compostamente sul letto. -
- Mamma ma è meraviglioso! - La notizia mi rallegrava molto, avevo pensato per quegl'anni che ormai non c'era speranza per loro, e invece, è vero l'amore vero non si dimentica.
- Ma cosa c'è di così meraviglioso? - Disse mia madre scandalizzata e perplessa.
- Bè potrete ritornare assieme!-
- Ritornare assieme? Mica è così semplice, e poi non ho detto che voglio ritornarci assieme...-
- Ma come mamma? Ti manca, e tu lo ami ancora! - Dissi esclamando.
- Si ma lui?-
- Anche lui ti ama mamma. -
- Non è vero. Tuo padre sta con un'altra. - Disse affermando, riuscendo a trattenere di poco le lacrime.
- Non è vero, lui non sta con un'altra, te l'ha detto lui? - La notizia mi soprese un po, non ci credetti.
- Si. Roxy vai, posso stare un pò da sola? - Disse lei abbracciandomi.
Me ne andai, scombussolata, mio padre aveva un'altra? Quello non era affatto giusto, loro si erano lasciati per motivi di lavoro, e adesso lui il tempo lo trovava?
Mi preparai per uscire e andare all'oratorio per incontrare quella ragazza/bambina.
Andai nella saletta e bussai.
- C'è qualcuno? -
- Si entra sono già arrivata. - Disse un pò scocciato una voce che proveniva da dentro.
Aprì la porta e mi ritrovai davanti a una ragazza che non sembrava tanto stupida: aveva dei capelli biondi sporco lunghi leggermente mossi, un viso rotondetto, magra, abbastanza alta; portava dei jeans corti e delle all star con una maglietta semplice aveva una molteplice di orecchini sulle orecchie e delle unghie stupende ma molto lunghe, indossa un gile di pelle nera e dei guantisempre di pelle nera.
- Ciao - La guardai con tutta la felicità che mi poteva uscire in quel momento, anche se mi piaceva il suo look.
- Come va?- Le chiesi.
- Bene tu? - Non aveva un tono da dura ma da una che era stata costretta a fare quello che stava facendo.
- Anch'io, io mi chiamo Roxanne tu? -
- Bonnie -
Ci porsimo la mano e la strinsimo a vicenda.
- Allora Bonnie, che scuola fai? -
- L'alberghiero, e non iniziare ad offendere la mia scuola perchè è bella! Tutti la sopravvalutano... -
- No, non avevo mai pensato a questa idea, anzi volevo giusto sceglierla, ma poi sono stata influenzata e ho proseguito...-
- Perchè l'hai fatto? La vita è tua, non dovrebbero scegliere gli altri per te..-
- Si lo so, ma lasciamo perdere perchè non ho tanta volgia di parlare di questo, piuttosto che anno fai? -
- 4 l'anno prossimo concludo, e non sono mai stata bocciata, in inglese ho 8 -
- E perchè vuoi delle ripetizioni?? - Aveva 8?!
- Non l'ho deciso io, mia mamma dice che non sono brava abbastanza...tu?-
- 10, è l'unica materia in cui ho il massimo e non sono una secchiona chiariamo...-
- Non ti preoccupare. -
Ripassammo alcune cose d'inglese e inziai a conoscerla, sembrava diversa ma non diversa. Magari saremmo diventate amiche un giorno.

  
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