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Autore: NiNieL82    06/06/2011    1 recensioni
[Take That] Tutti sognano il successo. Tutti sognano di diventare ricchi. Cinque ragazzi di Manchester negli anni '90 ci sono riusciti e sono diventati la boy band più conosciuta del mondo. Fama, un mucchio di soldi, sesso e rock&roll: un mix esplosivo per l'autodistruzione. Giada è tutto: un'assistente di Nigel, manager aguzzino; la migliore amica di Robbie; la ragazza di Howard... Ma tutto cambia dice una canzone. E se ci si innamora bisogna imparare a tenere dentro anche i propri sentimenti.
Prima fan fiction sui lads che segue la lunga carriera dei Take That. BUON DIVERTIMENTO!!!
Genere: Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gary Barlow, Howard Donald, Jason Orange , Mark Owen, Robbie Williams
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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BENE!!! Alla fine ce l'ho fatta. Ecco l'ultimo capitolo.

Ho postato gli ultimi otto capitoli (dal 34 al 42) per finire finalmente questa storia che ho cominciato a postare nel lontano 2006. E che vanta l'onore (se così volete chiamarlo!!!) di essere la prima sui lads in EFP.

Ringrazio chiunque ha perso anche un'ora del suo tempo a leggere un solo capitolo di questa storia.

Ringrazio chiunque ha recensito, aggiunto la storia tra le preferite, ricordate, seguite.

Ringrazio chiunque ha letto ma non ha recensito.

Ringrazio chiunque è passato e ha lasciato una sua opinione.

Ringrazio anche chi non lo ha fatto.

E ringrazio i lads... Con e per loro ho cominciato a scrivere fanfiction. E senza di loro non avrei un modo per sfogare i problemi su un foglio bianco di word, inventandomi personaggi che esistono solo nella mia testa e, credo, in un universo parallelo. Perché ci voglio credere che Giada e Robbie siano davvero felici da qualche parte in un altro mondo.

Dopo questa sviolinata... Per l'ultima volta per questa storia...

BUONA LETTURA DA NINIEL82.





Capitolo 42 :EPILOGO



Robbie sorrise guardando la porta. Lo sapeva era stata una pazzia uscire prima dalla clinica e che Giada non avrebbe accettato a pieno la sua decisione. I giornali ci avrebbe ricamato su. Lui avrebbe fatto lo scemo come suo solito lasciandoli ricamare e credere di avere storie con tutte le starlette di passaggio e poi avrebbe atteso la nascita della bambina che Alice aveva deciso di chiamare Ashley ed infine avrebbe sposato Giada.

Com'era strano, ora, dirlo.

Lui Robbie Williams, star internazionale del pop, con mille flirt alle spalle, mille rimpianti chiusi in un cassetto, si sarebbe sposato. Avrebbe messo la testa apposto. E per assurdo sarebbe stato il secondo Take That a farlo. Ma forse il suo era solo un ufficializzare qualcosa che di eterno aveva tutto. E forse di più.

Guardò la porta della sua casa e fece un grosso respiro, come se stesse andando sott'acqua; dietro quella porta c'erano le sue donne che non sapevano che prima del previsto era uscito dalla clinica. E lo aveva fatto per stare con loro.

Suonò il campanello.

Sentì dei passi e vide Giada aprire la porta. Quando lo vide davanti a se per poco non gridò dallo stupore.

"Rob! Dio mio! Che ci fai qui?"

"Sarebbe stato meglio un 'Ti amo...' .Ma visto la sorpresa... Ti concedo questa risposta" sorrise Robbie abbracciandola.

Giada lo strinse e poi lo baciò fortissimo, quasi piangendo. Poi si voltarono e videro Alice che dondolando vicino alla porta guardava imbarazzata i due.

Robbie si chinò, allargò le braccia e disse:

"Vieni qua. Sono tornato a casa solo per poterti stringere tutti i giorni..."

Alice corse ridendo e saltò in braccio al padre che baciando Alice e abbracciando e guardando Giada disse:

"Si. Ora sono davvero a casa..."



Londra: due mesi dopo.

Giada guardava un giornale con sopra le foto di lei, Alice e Robbie che camminavano per le strade di Chealsea Horbour tranquilli.

Avevano deciso di stare li per la nascita della piccola Ashley, perché volevano che vedesse la terra natia dei genitori per prima, invece di Los Angeles.

Stesa sul letto, si allungò per prendere un bicchiere d'acqua che Rob le aveva lasciato li per non farla affaticare troppo. Non di rado, infatti, specialmente nelle ultime settimane, le contrazioni si erano un po' accelerate e se non fosse stata la seconda gravidanza di Giada i due avrebbero passato spesso e volentieri ore all'ospedale, come succedeva a molte coppie che Giada stessa aveva conosciuto dalla sua ginecologa.

Così evitando la possibilità di far affaticare Giada, Robbie era corso ai ripari mettendola forzatamente a letto, nonostante le lamentele della povera Baldini.

Bevve un lungo sorso e poggiò la rivista. Fu in quel momento che sentì un dolore fortissimo. Era dalla mattina che non faceva altro che sentire dolori forti. Ma non ci aveva fatto caso. Ora però erano davvero insopportabili e non riusci a trattenere la voce.

Robbie spaventato entrò in camera e disse:

"Giada. Che succede?"

"Creo che tu debba preparare la macchina..." rispose Giada a fatica.

"Perché?" chiese Robbie allarmato.

"Stavolta ci sono.. Mi si sono rotte le acque.." rispose Giada trattenendo l'ennesimo grido.



"Primapara?" chiese la dottoressa mentre portavano Giada in sala parto.

"CHE!?" esclamò Robbie.

"No" rispose paziente Giada. "Questo è il mio secondo parto."

Robbie guardava la dottoressa e Giada come se stesse seguendo una partita a ping pong, seguendo ogni singola parola, ogni frase che parlava di contrazioni, di tempo tra una contrazione e un'altra, di dilatazioni. Praticamente arabo per lui.

"Lei partecipa?" gli chiese quasi seccata la dottoressa.

-Ehy ciccia! Guarda con chi parli. Sono Robbie Williams, mica pizza e fichi!!!- avrebbe volentieri detto Robbie, ma visto il momento e la poca pazienza di Giada, rispose: "Si. Da stamattina all'incirca"

"Bene! Prenda questi e faccia in modo di non svenire. Sua moglie sta partorendo e non possiamo prenderci cura anche di lei"

Robbie prese la telecamera. E guardando Giada che urlava come una pazza fece un profondo respiro. Si prevedeva più dura di quanto l'aveva immaginata.



Eccola. Piccola. Bella, morbida e dolce. Profumava di buono e forse avrebbe avuto sempre quel profumo nella testa di Robbie. Un profumo che non sapeva distinguere con gli altri, forse perché era solo di sua figlia, che dopo aver gridato per mezz'ora, appena strappata dal rifugio caldo nel quale era stata per nove mesi, ora stava placida tra le sue braccia, quasi le riconoscesse come un posto dove poteva stare tranquilla.

Quasi con le lacrime agli occhi, uscì fuori. E c'erano tutti. E come era successo per Jason, nove anni prima, ora era il turno di Robbie di presentare al mondo la sua bambina.



Maggio 2007. Il giorno più bello.

Giada si guardò allo specchio. Non aveva messo un abito da sposa, ma un vestito panna normale molto elegante che avrebbe utilizzato per qualche altra occasione, magari per accompagnare Robbie da qualche parte. Ne era certa.

Si guardò allo specchio commossa. Quello era il giorno del suo matrimonio. Lo aveva atteso, senza saperlo. Aveva detto no a Marcos, perché sapeva che quello non era il suo uomo, quella che l'avrebbe presa per mano davanti ad un altare. Lo avrebbe fatto Robbie. Il suo Robbie, il bambino birichino della porta accanto; quello che saltava la staccionata per andare a casa sua a piangere o a fumare di nascosto. Quello che l'aveva scelta ancora prima che capissero cosa fosse l'amore.

"Ehy. Ci stai ripensando?"

Giada si voltò e vide Dawn che le sorrideva radiosa sulla porta. La sua damigella. La sua migliore amica, nonché confidente.

"Ho una paura che me la faccio addosso!"

Dawn sorrise stringendola disse:

"È come bere un bicchiere d'acqua. Dopo tutto andrà meglio"

Giada sorrise e guardò Dawn dicendole:

"Lo faccio solo perché ci sei tu."

"Mi sembra lo abbia detto qualcuno un paio di anni fa.." scherzò Dawn.

Giada rise con l'amica. Era la stessa frase che Dawn aveva detto quando si stava per sposare.

Si guardarono e fu in quel momento che qualcuno bussò alla porta.

"Io avrei una figlia da portare all'altare”

Giada sorrise e stringendo il padre disse:

"SI. Lo so..." e guardandolo commossa disse: "Accompagnami da mio marito papà..."

Franco sorrise prendendole la mano disse, commosso a sua volta:

"Andiamo da quel pazzo di Robbie..."



Stavano ballando uno stretto all'altra. Giada ancora non ci credeva. quell'anello alla sua mano era la sua fede nuziale. Il segno che ora, tutto quello che voleva era suo davvero.

"Ti devo fare una sorpresa"

"Cosa?" chiese Giada sorridendo.

In quel momento, sul palco, Gary prese il microfono e disse:

"Visto che è risaputo che sono un po' tirchio e che, sì, con i soldi fatti con il primo album stiamo ancora pagando i debiti, io, Mark, Jason e Howard, volevamo fare questo regalo agli sposi. Solo che ci serve lo sposo..."

Giada guardò stupita Gary e disse:

"Che succede?"

Robbie si allontanò e salì sul palco e prendendo il microfono disse:

"Volevo solo farti un regalo. Qualche cosa che ti ricordasse la nostra storia. E potevo farlo solo con la nostra canzone che ora che ho fatto pace con i ragazzi e con me stesso posso cantare. Ti amo Giada..."

Giada portò le mani alla bocca. In quel momento partirono le note di "Why can't I wake up with you". La prima versione.

E robbie la cantò per lei. Emozionato forse, perché, dopo dodici anni cantava per la prima volta con i ragazzi.

E Giada commossa avrebbe voluto che Nigel fosse li in quel momento. Per anni era stato attento che i ragazzi non avessero storie, non fossero felici. E li aveva allontanati. Ora la forza di una di quelle storie, riuniva quei cinque uomini di Manchester.

Mica male per una che, non meno di sedici anni prima era stata definita la nuova Yoko Ono.



13 febbraio 2009.

"MAMMA!" gridò Alice dal bagno.

Giada si avvicinò alla porta e disse:

"Che succede?"

"Perdo sangue.." rispose spaventata Alice.

Giada sorrise e la guardò dicendo:

"Auguri Alice, oggi sei diventata una donna. E non perché è il tuo compleanno.."



Robbie sorrise guardando Ashley. Nel salotto della villa che aveva comprato a Londra, giganteggiava un gigantesco mazzo di fiori. Il primo che Alice riceveva da un uomo. E quell'uomo era suo padre.

Quel giorno era un giorno di sorprese. A breve sarebbe nata Daisy, la terza figlia di Gary: Mark era appena diventato papà di Willow Rose e Giada ed Emma, sorridenti, presentavano Elwood ad Ashley.

"Elwood, questa è la tua cuginetta Ashley" disse dolce Emma al bambino.

Giada sorreggendo Ashley la fece avvicinare al figlio di Mark.

Gli occhi azzurri del piccolo Owen ebbero un lampo e un momento dopo Ashley piangeva disperata perché Elwood le aveva sollevato la gonna.

"Oh mio Dio no!" gridò Robbie "Non ti voglio come genero.." disse rivolto a Mark.

"Chi ti dice che sia diverso per me?!" esclamò ridendo Mark.

"Io non voglio che mia figlia sposi tuo figlio.." esclamò Robbie.

"Se la storia si ripete, tra una trentina d'anni ti do una risposta..." rispose Gary.

"Che succede? Ancora preoccupato per una delle figlie?" chiese Howard.

"Come al solito." fece eco Jason.

"Vorrei vedere voi. Mark come genero non lo vorrebbe nessuno" finì Robbie.

Giada si sollevò prendendo Ashley in braccio.

Aspettava il suo terzo bambino. Il primo maschio. Lei e Robbie non avevano ancora deciso il nome, lo avrebbero fatto al momento della nascita.

Sorrise guardando i ragazzi scherzare tra di loro. Non c'erano state occasioni perché ripetessero quello che avevano fatto al suo matrimonio quasi due anni prima. Ma non se ne doleva. Le bastava sapere che erano amici. Di nuovo.

Guardò quei cinque uomini. Erano quasi tutti padri, quasi tutti sposati.

Chiuse gli occhi. E quell'immagine presente passò.

Una carrellata di ricordi, scherzi, momenti belli e brutti passò come in rassegna nella testa di Giada.

E quei cinque uomini diventavano cinque ragazzi che camminavano sotto la pioggia. Cinque ragazzi forse un po' capricciosi e arroganti, ma che lei conosceva nel profondo e di cui distingueva anche le grandi qualità.

Cinque ragazzi che avevano cambiato la sua vita e quella di tante ragazze. E che non avrebbe mai e poi mai dimenticato.



FINE.

   
 
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