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Autore: AnUnderdog    09/06/2011    2 recensioni
Lord Voldemort è tornato, o meglio, ha lasciato un erede. Il Mondo Magico si trova nuovamente in pericolo. Chi sono le uniche persone a cui ci si può rivolgere? Tutto sembra indicare che siano Harry Potter, Hermione Granger e Ronald Weasley, ma il destino a volte è strano...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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3.
 
Il giorno seguente Harry, Ginny, Ron ed Hermione si recarono ad Hogwarts e Ron quasi si Spaccò: si era scordato che entro i confini della scuola era impossibile Smaterializzarsi.
Ginny era ancora più pallida del solito, Hermione non la smetteva di parlare ed Harry e Ron continuavano a scambiarsi sguardi esasperati.
Varcarono la soglia del castello. Tutto era esattamente come lo avevano lasciato nonostante la scuola fosse stata distrutta. Giunsero infine allo studio della preside, che era sempre al solito posto. I due gargoyle, che dopo la guerra contro Voldemort erano stati aggiustati, chiesero:”Parola d’ordine?” .
Hermione rispose:”Smaterializzazione Congiunta”. I due gargoyle lasciarono libero il passaggio.
“Come fai a sapere sempre tutto?” chiese Ron, sconvolto.
“Semplice: la McGranitt mi  ha inviato un biglietto con scritta la parola d’ordine” disse divertita Hermione.
 
Una volta in cima alle scale a chiocciola, Ginny bussò.
“Avanti” disse una voce stanca. Aperta la porta, i quattro si  ritrovarono davanti a quella che era stata la loro professoressa. Era notevolmente invecchiata in quegli anni.
“Salve professoressa” disse Harry. Solo dopo si rese conto che ormai non era più la sua insegnante, ma chiamarla per nome per lui sarebbe stato troppo strano.
Lei sorrise e disse:” Salve ragazzi. Accomodatevi pure, a momenti dovrebbero arrivare anche i vostri figli”.
Nei minuti seguenti calò un silenzio imbarazzante durante il quale Harry stringeva un braccio a Ginny che era immobile, mentre Ron osservava Hermione che continuava a trocersi nervosamente le mani.
Finalmente si sentirono degli energici colpi, e cinque ragazzi entrarono. James entrò baldanzoso dalla porta della Presidenza come se ormai conoscesse quell’ambiente a menadito, e lo stesso fece Teddy Lupin, che ormai era all’ultimo anno. Decisamente più spauriti erano Albus e Rose e, ancora di più, Lily e Hugo. In fondo, dietro a tutti, talmente minuto da essere quasi nascosto da Lily, c’era un assolutamente fuori posto Scorpius Malfoy, che in un primo momento nessuno notò.
Ron balzò in piedi e disse:” Ahah, ecco gli screanzati! Che cosa hanno fatto? Adesso può dircelo, prof!”
“Ron!” squittì Hermione, agitatissima.
James lanciò un’occhiataccia all’uomo e disse:”Stavolta non sono stato io. Anzi, nessuno di noi sa cosa diavolo stia succedendo”.
“Ma… allora… Professoressa, può spiegarci perché siamo tutti qua?” chiese Ginny, che stava evidentemente combattenedo contro l’istinto materno di andare ad abbracciare i figli.
“Non ancora, sono spiacente, ma non siamo ancora al completo”. In quel momento fece irruzione nella stanza, tutto sudato e scarmigliato, Neville Paciock.
“Scusi preside, non ho fatto in tempo ad arrivare prima. Ho avuto dei problemi con la Mandragora…”
“Non si preoccupi professor Paciock, si accomodi e si rilassi”. Con un cenno distratto della bacchetta la McGranitt fece comparire una sedia sulla quale Neville, ansimante, si accasciò mentre faceva un cenno di saluto con la mano verso Harry e gli altri.
“Bene, ora possiamo iniziare. Vi chiedo la massima  attenzione… Santo cielo Lupin, cosa c’è adesso?” domandò la preside.
“Mi chiedevo solamente perché noi ragazzi dobbiamo stare in piedi!”
Sbuffando la McGranitt fece apparire altre sette sedie e ricominciò:” Dunque, la situazione è abbastanza difficile, perciò vi chiedo di non interrompermi fino alla fine del discorso. Come voi tutti sapete, gira voce che un erede di Voldemort stia tramando nell’ombra per continuare il lavoro del suo predecessore. Ebbene, è tutto vero, ed ognuno di coloro che sono riuniti in questa stanza fa parte di una profezia che vi sarà svelata a tempo debito. Per adesso tenete presente quello che sto per dirvi: tutti gli studenti qui riuniti dovranno abbandonare la scuola”.
“Ma, ma… Come? Io ho i voti più alti di tutta la scuola! Non può farmi  questo… E’ nei miei diritti-“ cominciò Rose.
“Signorina Weasley, non la sto cacciando dalla scuola e non la sto privando di alcun diritto. La prego di farmi continuare” disse la McGranitt. Rose arrossì e rimase zitta.
“Bene. Dunque, smetterete di frequentare le lezioni nell’edificio scolastico, tuttavia continuerete a studiare. Infatti dovrete seguire un duro addestramento magico ventiquattr’ore su ventiquattro. Non sarà facile, ma è necessario che tutti voi vi impegniate al massimo. La vostra istruzione magica che non sarà potenziata durante gli addestramenti, sarà recuperata il sabato. Le vostre famiglie saranno sotto costante controllo. D’ora in poi i ragazzi vivranno in un apposito edificio nella Foresta Nera, i genitori potranno invece scegliere se vogliono vivere con i figli o tornare ai loro impieghi abituali. Ci sono domande o commenti?”
Nel silenzio generale la voce del piccolo Scorpius, che era stato in disparte per tutto il tempo, disse:” Sì, ho una domanda: cosa ci faccio io qui?”.
Una voce alta e chiara si levò in risposta, ma non era quella della Preside:”Scorpius, tu sei fondamentale per la riuscita del piano. Non ti devi sottovalutare, ragazzo” disse Albus Silente. Tutti si voltarono a guardare il ritratto che sorrideva benevolo.
“Se non ti dispiace Minerva, adesso vorrei parlare io”. La McGranitt annuì.
“Tutto ciò che Minerva ha magnificamente esposto fa parte di un piano più grande. Vi prego di scusarmi, ma questo potrà esservi rivelato solo in un secondo momento. Ci sono altre domande?”
La mano di  Hermione scattò in aria, e per un attimo sembrò di essere tornati ai vecchi tempi. Harry e Ron si guardarono sghignazzando.
“Signorina Granger?” disse Silente.
“Mi scusi, ma chi si occuperà dell’educazione magica dei nostri figli?”
“Ah, ottima domanda come al solito! Ecco, l’insegnante di questi promettenti giovincelli dovrebbe essere il qui presente professor Paciock”.
Un forte colpo di tosse fece sobbalzare tutti. Era Neville che, sorpreso di essere chiamato in causa, si stava strozzando. Ginny gli si avvicinò e fece comparire dal nulla un bicchiere d’acqua che lui bevve in un sol sorso.
“Tutto a posto?” chiese preoccupata Hermione.
“Sì, credo… Ma professor Silente…Io? Perché io?”
“Perché così è scritto” rispose enigmaticamente l’ex-preside. “Ora se volete scusarmi, vorrei parlare solo con i genitori e il professor Paciock”.
I ragazzi e la McGranitt uscirono dalla stanza. “Allora, cosa ne pensate?” chiese il ritratto.
“Cosa ne penso? Mi scusi, ma a me sembra una follia! Perché proprio loro? Perché mettere a rischio la loro vita?” disse Ginny apprensiva.
“Già, e che mi dice della loro istruzione? Non mi sembra che sia possibile per Neville fare tutto…” rincarò Hermione.
“Mi dispiace che la pensiate così… E voi signori?” disse Silente.
“Io penso che dobbiamo lasciarli compiere quest’impresa. Anzi, in verità mi era venuta in mente un’idea… Potremmo aiutare Neville…?” disse Harry con un tono che sembrava quasi di domanda.
“Harry, sei impazzito? I ragazzi sono troppo giovani! Tu non puoi abbandonare il lavoro e… ‘POTREMMO’?” urlò Hermione.
“Noi eravamo giovani quanto loro quando abbiamo iniziato a combattere Voldemort! Non sto dicendo che sia esaltato all’idea di  fargli rischiare la vita, ma solo che se loro sono predestinati, non c’è modo grazie al quale riusciremmo tenerli lontani dal pericolo! E poi parlavo al plurale perché credo che insieme potremo dare un valido aiuto, ma ovviamente se non vuoi nessuno ti costringe. Per quanto riguarda il lavoro, quello degli Auror è così poco ultimamente, che sono praticamente inutile  al Ministero; te non hai mai preso delle ferie in tutti questi anni, tranne quelle di quando eri in gravidanza, e Ron ha un’ottima reputazione: non faticherà ad ottenere un permesso! Ginny… tu sei con me?” Harry guardò la moglie speranzoso.
“Ecco io…Beh, non vedo  quale sia il problema: così saremo anche più vicini ai nostri figli…” disse Ginny vedendo lo sguardo di Harry, ricco del vecchio desiderio di avventura. Harry sorrise la baciò: era la migliore.
“Ron…?”
“Cosa? Beh… Mi dispiace Hermione, ma sono d’accordo con loro due…”  disse Ron, che fu incenerito all’istante dallo sguardo assassino della moglie.
“Anche io sono a favore di questa soluzione” esclamò Neville, che sperava nell’aiuto degli amici in quella impresa.
“Ne devo dedurre che sono in minoranza?” chiese imbronciata Hermione.
 
 
*
“Cosa dicono? Dai Teddy, sbrigati con quell’Orecchio Oblungo!” disse impaziente Hugo.
“Aspettate… Dicono qualcosa a proposito del fatto che “siamo predestinati”…”tenerli lontani dal”…cunicolo? Quale cunicolo?” disse perplesso il più grande.
“Teddy, sei un incapace, lascia fare a me!” disse James.
“No, voglio fare io…” controbattè Hugo.
Mentre la battaglia per l’Orecchio Oblungo infuriava, Rose si avvicinò a Scorpius.
“Ehi, perché stai qui tutto solo? Non vuoi sentire quello che  dicono?” chiese la ragazza.
Scorpius la trafisse con lo sguardo e disse:” Che me ne frega? Tanto non possono scegliere per me…”
“E allora cosa hai intenzione di fare?” chiese Rose.
“Scriverò a mio padre, lui sistemerà tutto”.
“Ah… Quindi non hai il coraggio di salvare il Mondo Magico dall’erede di Voldemort?”
“Sì, ma… Senti stupida Mezzosangue, cosa vuoi da me? Tornatene dai tuoi amichetti!” disse arrossendo il ragazzo.
Guardando la ragazza dai capelli rossi scappare in lacrime, si chiese perché ogni volta che si sentiva provocato reagisse così… 






Salve cari,
spero che il capitolo vi sia piaciuto! Ci tengo a specificare che anche se Teddy non dovrebbe essere ad Hogwarts l'ho inserito comunque...
Cosa ne pensate??
Baciiii!
  
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