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Autore: pepichan84    10/06/2011    2 recensioni
Quando Elena capisce di essere stata solo un ripiego le crollano tutte le certezze che aveva.... dovrà imparare a costruirne di nuove.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo secondo

Change

Capitolo 2

Quando si riprese sentì che la testa le faceva ancora male. Poi si rese conto che stava respirando: forse non era morta. Inspirò intensamente ed un odore familiare e forte la invase. 

Dove aveva già sentito quell’odore? Odore di… di… pelle! Aprì gli occhi e si trovò con la faccia di fronte ad un giubbotto di pelle nera. –Era ora…. Dormito bene?- Elena riuscì a malapena ad alzare la testa –Damon?- lui sorrise. Il sorriso era un po’ forzato –Mi sa che ti devi accontentare…- la stava prendendo in giro? Lei lo fulminò con sguardo –Cosa hai visto?- chiese rabbiosa. –Ero qua prima che arrivassi, e ho visto tutto.- -Perché eri qua?- Elena voleva saperne di più… cosa c’entrava Damon? Era d’accordo con Kathrine per rovinarle la vita? –Ho letto il suo biglietto e ho pensato che avessi potuto avere bisogno di aiuto, ma quando sono arrivato mio fratello era già qua. Me ne sono stato nascosto senza intervenire.- -Perché?- -Perché sapevo che se mi avessi visto mi avresti accusato di fare parte di chissà quale macchinazione a tue spese..- -Infatti!- Il tono arrabbiato di lei lo urtò –Guarda che io non c’entro! Se proprio vuoi saperlo è il fratellino santo che da un po’ che faceva il doppio gioco!- finito di dirlo si stava già pentendo. Non voleva che lei sapesse che lui era a conoscenza di quello scomodo segreto. –Senti Stefan mi aveva detto che voleva dirtelo lui, mi ha detto di non mettermi in mezzo…ho fatto solo quello che mi ha chiesto!- Elena lo guardava in silenzio, con l’aria ostile, arrabbiata e la tristezza negli occhi. –Perché mi hai salvato?- -Non ero sicuro che Stefan lo facesse e non volevo correre il rischio che venissi seppellita da una chiesa intera.-

Quelle parole le riportarono alla mente l'ultima immagine che i suoi occhi avevano catturato.
Stefan che si buttava su Kathrine, che la salvava... e lei che assisteva a tutto.
Immobile. 

Le vennero le lacrime agli occhi, ma si sforzò di cacciarle indietro. Quello non era il momento o il luogo per mettersi a fare delle scenate strazianti. 
Tirò su con il naso, poi appena fu ricomposta alzò lo sgurdo con aria interrogativa. -Allora? che si fa?- Lui sorrise incredulo.-Scusa?- Adesso era lei che non capiva. -Pensi di lasciarmi andare?- e mentre poneva la domanda cercò di allontanare il corpo di Damon, che era sopra di lei. Lui non si mosse di un millimetro. -Forse non ti è ben chiara la situazione...- sorrise malizioso -se mi alzo qua crolla tutto.- Solo allora lei si prese la briga di guardarsi attorno per capire cosa fosse successo. Quando ricordò il crollo della chiesa capì anche il resto. Damon si era buttato su di lei per evitare che finisse schiacciata. -Da quanto sei...- Non riuscì a finire la domanda -Non so bene quante ore siano passate ma fuori è già buio da un pezzo.- Il tono di lui lasciava trasparire la stanchezza che ormai doveva sentire da un po'. -Come facciamo a ....- Anche stavolta lui fu molto più veloce -Non so come andrà a finire e di sicuro non riuscirò a reggere molto.- Il tono era grave. Elena sapeva che stava dicendo la verità. -Se non hai più un briciolo di forza c'è solo una soluzion...- -Scordatelo!- anche se erano a pochi centimetri e le forze stavano per esaurirsi lui aveva gridato. -Non devi neanche pensarlo.- aveva aggiunto riprendendosi un poco dopo la prima sfuriata. -Se ci lasciassimo le penne entrambi sarebbe stupido.- -Quello che mi chidi tu non è da meno.- Lei aveva sperato che lui accettasse senza fare storia la sua richiesta, ma ora iniziava a dubitare. -Fallo. Sono sicura che andrà tutto bene.- Almeno stavolta aveva lasciato che lei finisse di parlare e sembrava che stesse finalmente considerando quell'ipotesi con un po' meno riluttanza. Non doveva lasciare che lui pensasse troppo alle conseguenze. -Sai che non ci sono altre soluzioni.- Il tono di lei era una supplica. -Io non sono Stefan. Potrei non riuscire a fermarmi.- Era riuscito a confessare il pensiero che più di tutto gli pesava. -So che ci riuscirai.- Gli occhi di Elena rivelarono a Damon quanto lei credesse in quello che aveva appena detto. -Come fai ad essere così sicura?- Lei scosse lentamente il capo. Neanche lei lo sapeva -Se va male almeno uno dei due è salvo, meglio che niente, no?- cercò di sorridere.

Il pensiero di morire la terrorizzava, ma sapeva anche che doveva fidarsi di Damon se voleva avere almeno una piccola possibilità di vedere ancora la luce del sole.

Il corpo di Damon sopra di lei le lasciava ben pochi movimenti da fare e porgergli il collo era quasi impossibile, ma riuscì a portare alle labbra del ragazzo una mano.
Damon stava cercando di prendere altro tempo, convinto che quel gesto non avrebbe portato a nulla di buono poi vide gli occhi della ragazza e si decise. Voleva almeno provare a salvarla. Perdere anche lei sarebbe stato troppo. Si concentrò su quello. "Devo farcela, devo farcela, devo farcela, devo..." si ripetè quelle parole come un mantra,e continuò a ripeterle nella mente mentre i canini si allungavano. 
Elena non volle vedere altro. Non voleva vedere il viso del ragazzo trasformarsi in un mostro. Non voleva vedere se lui non si fosse riuscito a fermare.

Damon appoggiò le labbra sull'indice e poi fece pressione con i denti. Si sentì esplodere dentro. 
Aveva supposto quanto potesse essere dolce quel sangue, ma non si era minimamente immaginato un'estasi del genere. Ne aveva già fiutato il profumo, ma il gusto... Si stava lasciando trasportare, aveva sentito di aver ripreso forza, si sentiva bene... "Forse può bastare..." ma non riusciva a lasciar andare quella fonte dissetante, quel nettare vitale. Ormai stava cedendo alla sete che ormai da ore si faceva sentire, e poi Elena non si lamentava. 

Poi un pensiero lo fulminò. Riprese il controllo di sè e si sforzò di guardare meglio Elena, il buio nascondeva buona parte del viso della ragazza così Damon ci mise qualche secondo a metterla a fuoco...quando finalmente la vide bene notò che l'espressione di Elena era cambiata: le aveva fatto male. Una smorfia di dolore si era disegnata sul volto che pochi attimi prima era stato fiducioso. Eppure non aveva cercato di sottrarsi, non si era ribellata e sopratutto non aveva fatto il minimo gesto per fargli capire quanto male le avesse fatto. Damon la lasciò immediatamente e poi capì perchè non si era minimamente opposta:aveva perso i sensi.
Gli si strinse il cuore per il rimorso di aver quasi perso del tutto il controllo, ma non durò a lungo. Aveva ripreso tutta la lucidità. Doveva uscire da lì sotto.

Aveva nuovamente la sua forza e questa volta non gli ci volle molto per riuscire ad uscire dal cumulo di macerie e portare con sè Elena. Ovviamente non era riuscito ad evitarle ulteriori ferite, ma ad una prima occhiata nulla di grave: qualche giorno e si sarebbe rimessa.

Elena intanto era ancora svenuta e Damon la prese in braccio dirigendosi poi verso il bosco.Si maledisse per essere venuto a piedi e in fondo sperava di trovare ancora la macchina di Stefan parcheggiata dove l'aveva vista quando era arrivato. Ricordò di aver pensato che ci fosse sotto qualcosa visto che suo fratello si era guardato bene dal lasciare la macchina in vista. L'aveva invece lasciata un po' lontano dalla chiesetta e aveva fatto a piedi l'ultimo pezzo. "Idiota" pensò Damon. Aveva sperato che suo fratello si decidesse a confessare tutto a Elena prima che ci mettesse lo zampino Kathrine, ma la speranza era stata vana. Proprio come vana si rivelò la speranza per l'auto. "Allora ti sei salvato e te ne sei andato... che stronzo! ma forse non ti è venuto neanche il dubbio che potessi esserci anche io..." Adesso era furioso perchè in ongi casi suo fratello aveva tradito anche lui. 

Non solo avrebbe lasciato Elena là sotto, ma anche lui.
L'aria era fresca: il temporale del pomeriggio aveva fatto abbassare un po' la temperatura e il terreno bagnato gli infangava gli stivali di pelle. "Merda!"

Mentre camminava ripensò a come Elena era rimasta calma e non si era lasciata prendere dalla disperazione dopo quello che suo fratello le aveva fatto. Ma forse non ne aveva avuto ancora il tempo. Forse il fatto che stessero rischiando la vita aveva fatto passare la scelta di Stefan in secondo piano.... "Me ne occuperò quando sarà il momento"

La portò fino a casa sua e appena entrato vide due buste incastrate nella cornice dello specchio nell'entrata, proprio di fronte alla porta d'ingresso. Portò Elena al primo piano, in una delle camere per gli ospiti. Le tolse i pantaloni e le sfilò la maglia. La coprì con il lenzuolo e aggiunse una coperta più spessa. Si accertò del respiro regolare di lei e senza indugiare oltre scese nuovamente. Tornò davanti allo specchio dell'entrata:le buste erano ancora lì. Le prese con un gesto rapido e salì altrettanto rapidamente in camera sua. 

  
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