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Autore: Jazz Hyaenidae    13/06/2011    1 recensioni
Aggiornata sino al quindicesimo capitolo. [Siamo arrivati al delirio della storia. Le città finalmente in fiamme; scontri, violenza, la calma riappacificatrice che contrassegna le ore prima di una guerriglia. La Linea Gotica vuol richiamare l'enfasi disperata del periodo Nazifascista che come sappiamo sprofondò in una disfatta drammatica per i tedeschi e anche per il popolo italiano che ne usciva sì liberato ma al contempo sconfitto. ] È la storia avvincente di due giovani amici Heléna e Ludovich nel bel mezzo di una rivoluzione sovietica ambientata nel XXI secolo. Partecipi come killers mercenari ingaggiati dalla Maskhadov, un'associazione di stampo terrorista, si troveranno a disertare la causa sovietica. Se vi piace il sangue, la collera spietata o l'amore senza vincoli di ogni sorta questo è il racconto che fa per voi.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo ultimo di Parigi

Capitolo VII
"Requiem"
Parigi parte quarta

Nel ristorante dell'Hotel Goerge, quella sera, tutti bevevano champagne e mangiavano succulenti piatti di ostriche e aragoste pagate del signor Ivanovich, il ricco imprenditore russo che in quel periodo era appena giunto ai vertici della Maskhadov. Sergei Ivanovich quella sera non era presente, delegò il suo braccio destro Petrovich Sidorsky. Al tavolo oltre a lui, sedevano i signori Hughes e Lewis, due membri importanti dei servizi segreti inglesi, ed il generale Marchand, ministro della Difesa francese. Tutti chiamati illustramente signori in una serata dal lusso più facoltoso nel più grande hotel del mondo; riuniti in un modo tutt'altro che formale, con guardie poste a tutte le uscite del palazzo.

Scese le scale con addosso un abito color indaco che brillava tra i riflessi dell'argenteria e le placcature in leghe pregiate che ricoprivano la grande sala del ristorante. La nuova borghesia francese sghignazzava in discorsi senza capo né coda; eppure quel nuovo ceppo di imprenditori ignoranti e filosofi venduti non mancavano mai di quell'aria arrogante e boriosa; esponenti politici e protagonisti di celebri campagne umanitarie, erano presenti anche critici d'arte che ancora nella bocca padroneggiavano malinconicamente le ultime opere che l'ottocento aveva lasciato in dono a quest'umanità.

Rubò un tramezzino di caviale al volo e, finendo a sbattere contro un'agghindata grassona sedutale davanti, imprecò volgarmente il nome di dio. A passo di marcia funebre cercò di individuare il suo tavolo, poi un cameriere le fece un cenno per far sì che si sedette al suo tavolo.
C'era anche la moglie di Sidorsky, sedeva zitta a e muta cercando di padroneggiarsi al meglio con la posateria mentre veniva presa dall'assurda ossessione di fare brutta figura davanti all'alta borghesia francese,una nobile austriaca che non avrebbe aperto bocca per tutto il proseguo della serata. Il generale Marchand invece, la moglie la lasciava a casa, si diceva che era vicino al divorzio, i più erano convinti che ad esser stufa era ormai la moglie; giravan troppe voci su alcuni vizi di gioco del Generale. A sorpresa fu presente Nil che teneva riservato il posto accanto al suo  a colei che tanto si era fatta aspettare.
-Siediti pure angelo mio... come sempre devi farti desiderare.- Le fece un occhiolino e quel suo falso sorriso che entrambi conoscevano sin troppo bene.
-Ti ringrazio Nil.- Rispose lei.
-Dunque cara Helèna, adesso non manca più nessuno...- Iniziò Sidorsky. -Vorrei fare un brindisi per augurare a questa intesa una felice concretizzazione! Speriamo che ciò avvenga il prima possibile ovviamente e che possa essere la base di un nuovo movimento politico europeo ...che possa essere la nostra prosperità e del popolo che ci sarà vicino!
-Ha detto “Popolo” il tuo capo o voleva dire subordinati?- Chiese sarcasticamente Helèna al suo ex compagno di battaglia.
-Vedi di non fare la guasta feste pazzoide o ti faccio finire come seconda portata del menu.
-Dunque amici miei...-Proseguì nel discorso Sidorsky assicurandosi di non alzare troppo il tono della voce...-E' fondamentale guardarsi bene in faccia, perché quello che accadrà da questo momento in avanti ci vedrà tutti, e dico proprio tutti... responsabili.-

Si inserì poi Lewis:
-Bene, come lei ha detto... occorre guardarci in faccia ed essere molto chiari in quelle che sono le idee. Lei è proprio sicuro ad esempio di poter contare sull'appoggio delle altre organizzazioni estere?
-Gentilissimo Lewis, forse lei non ha ben compreso la situazione... non si tratta più di “organizzazioni”, si tratta dei governi. Devo ancora ripeterle che il governo tedesco, nostro primo oppositore, oggi è stato “letteralmente” spazzato via!- Nil nell'udire tali parole scoppiò a ridere spasmodicamente.
-Non c'è nulla da ridere Nil!! Signori, la situazione è che noi siamo in grado di eliminare qualsiasi cosa si metta tra noi e il nostro obbiettivo, che siano tedeschi o francesi o tanto meno Inglesi. Vi farà senz'altro piacere sapere che il Premier Italiano domani sarà a Mosca a parlare con il Grande Capo in persona, tengo a precisare che l'incontro è segreto, pensate che stiamo camuffando il tutto con le solite trattative diplomatiche sulla vendita di energia rinnovabile!-

Risero un po' tutti, rise anche una donna alle sue spalle che nulla c'entrava con la loro tavolata; qualcuno si girò male indicandole di farsi gli affari suoi e poi continuò il russo con maggior convinzione.

- Volete che vi dica che non hanno altra scelta? E bene sì, non hanno scelta... è l'unica strada per il bene dei civili, per evitare che siano ancora maggiori le vittime di questa nostra guerra. E' un meccanismo che non possiamo fermare nemmeno noi. La rivoluzione è una necessità, mi spiace sinceramente per tutti quelli che credevano nelle prossime elezioni in Russia, così come in Francia... l'unico modo per liberarci da questo sistema economico e politico europeo é abbatterlo... con tutti i mezzi a nostra disposizione. -

Qui Marchand non poté fare a meno di puntualizzare:
-Signori anche per me quello che sta dicendo ora quest'uomo, erano solo deliri ed utopie, ma conoscendo bene la situazione dell'esercito francese, proprio al fronte delle nuove guerre in medio-oriente, la Francia non ha alcuna controffensiva ad un attacco della Maskhadov. Prendiamo anche in considerazione che gli uomini della Maskahadov sono  sono ben insediati in Francia, così come anche in Inghilterra, da circa cinque anni:negli uffici, negli enti pubblici... ora, ed io ne sono la prova,hanno uomini anche nel governo stesso. Non voglio insegnarglielo di certo io il fatto che una nazione non può difendersi se al suo interno ha delle teste pronte a far saltare il sistema.  Ovviamente ciò non esclude che ci saranno degli oppositori, ma di qualsiasi fazione politica siano... non hanno speranza contro i mercenari filosovietici ingaggiati dal Grande Capo della Maskadov. Vi informo della T.R.B, quella che sino all'altro giorno combattevamo come "il terrorismo internazionale" da "scovare ed eliminare", oggi si è consegnata spontaneamente al Grande Capo, ora combattono per il nobile scopo della Maskhadov. Io voglio far presente a voi cari signori che chiunque si opporrà verrà spazzato via all'istante!!
-Noto con mio dispiacere che anche lei Marchand, pone la questione sul tono della minaccia più che sulla trattativa. - Disse con la sua solita pacatezza il signor Lewis e poi aggiunse:- Ma lei ha preso in considerazione l'opposizione dell'Inghilterra a questo vostro piano? Non potete aver fatto i conti senza includere l'opposizione dell'Inghilterra o degli Stati Uniti. E se anche vi fosse la possibilità di corrompere la prima dall'interno, escludo assolutamente la possibilità di farlo con la seconda. Quel che sto cercando di dire io signori è: qui si rischia una terza guerra mondiale...
- Solo nel caso entrassero gli Stati Uniti signor Lewis, solo se entrassero gli Stati Uniti! Stiamo offrendo a lei e al signor Hughes la possibilità di salvare molte vite nel Regno Unito e mandare a termine un accordo... per così dire di "pace".-Ribatté Marchand.
-Cosa c'entriamo io e Hughes con questo? Noi dei servizi segreti non ci occupiamo di salvare vite, lei dovrebbe saperlo... noi siamo qui per sapere e per vigilare, non per intervenire. Ci assicuriamo che non sorgano guai.. né a voi, né al Governo inglese.
-Suvvia Lewis, se noi non fossimo stati sicuri di quanto determinante sia  il vostro appoggio, pensate che io avrei perso il mio tempo prezioso a questa cena, o che vi avrei fatto entrare a sentire i nostri discorsi? Se parliamo tutti apertamente questa sera è perché siamo assolutamente convinti dell'esito positivo di questa trattativa con voi. 

-Lei Marchand sottovaluta la professionalità con la quale sono stato addestrato. Io non dico mai di sì a prescindere... e ripeto, sono qui per valutare e mi pare corretto che questo nostro incontro non venga riportato su alcun giornale. - Rispose infastidio Lewis, tant'è che Sidorsky fu costretto ad intervenire...
-Scusatemi signor Lewis, mi pare chiaro che il generale Marchand non volesse offendere, sappiamo che queste informazioni non andranno al di fuori di questa cena.
-Non mi offendo per così poco Siderosky, nella mia carriera ho avuto a che fare con uomini molto più temibili di un generale francese...-

Il collega Hughes lo fermò posando una mano sul braccio...-Ora basta Lewis!-Disse il collega.-Mi pare che qui stiamo esagerando con le bazzecole. Veniamo al vero motivo per il quale abbiamo accettato di esser qui questa sera: parliamo della questione dei Balcani... sapete quanto ci sono costate ad oggi le scorribande dei vostri amici slavi? Quasi cento milioni di sterline... il costo approssimativo di una guerra per intenderci. Io ho una sola richiesta affinché i nostri occhi possano chiudersi entrambi sulle vicende che riguardano la Muskhadov nel Regno Unito... Kaberi Isa, meglio conosciuto come Bota. -

Gli occhi di Helèna si accesero e non poteva credere alle proprie orecchie su quanto l'inglese stava dicendo.
-Kaberi Isa che stiamo cercando da anni è proprio sotto il vostro comando giusto? Abbiamo così tanti fascicoli su di lui che potremmo anche dire quanti giorni possa stare senza mangiare o dormire... potrei dirle anche quanto beve quel farabutto, e quindi  mi pare anche  sciocco nascondere che sappiamo perfettamente che scappa dal nostro arresto trovando rifugio tra le vostre fila.
-Cosa vuole che io faccia esattamente Hughes?- Chiese a testa bassa Sidorsky.
-Riferisca cortesemente a Ivanovich  che potrà dormire su due guanciali se ci consegnerà il carissimo Bota.
-Lei si meraviglierà ma noi avevamo già pensato a questo. Lei qui stasera ha la miglior allieva che Bota abbia mai avuto: la nostra Helèna Mullova che da questa sera è ingaggiata per l'uccisione o la consegna, fate come vi pare, di Kaberi Isa.
-COSA???- Esclamò esterrefatta Helèna.

-Helèna cara ti prego... non diamo troppo nell'occhio. Non potevo dirtelo prima essendo una delicata questione interna. - La pregò Sidorsky.

Allora la ragazza di Singapore tornò composta. Continuò Sidordky.
-Per noi va bene, Bota in fin dei conti è stato utile alla causa nella parte iniziale, d'ora in poi ci appoggeremo a personalità più distinte e con maggior testa, cosa che un cinghiale poco ammaestrato come lui purtroppo non ha. Decidete voi se vivo o morto, avete al vostro servizio un killer professionista come la Mullova che è stata addestrata per anni dall'esercito americano per poi trovarsi anche nella guerriglia di Sarajevo ... di esperienza ne ha da vendere nonostante abbia solo ventitré anni.
-Ecco a riguardo...-Intervenne Lewis, con un tono sempre più spazientito dalla situazione poiché non era d'accordo su molti punti di quella serata.- con Ivanovich si era parlato di Alexander Ludovich, al quale noi da più tempo siamo legati da uno spirito di collaborazione e affidabilità...
- Perché la Mullova non vi va bene forse? Signori... Alexander Ludovich... non credo farà più parte della nostra organizzazione, per motivi che purtroppo non sono tenuto ad esporvi.

Non c'era più altro da aggiungere. Arrivò il momento del valzer accompagnato da un'orchestra sinfonica giunta da San Pietroburgo. Nil si alzò dal tavolo nella sua piena spigliatezza e con la sua immancabile tracotanza si rivolse ad Helèna.
-Balliamo.-Disse, poi le porse quella mano da corteggiatore avverso qual'era e che non potevano fare a meno entrambi di odiare. Lei si alzò; e fiamme, saette, fiotti di sangue sgorgavano in quello sguardo; null'altro attorno se non quell'odio e quella rivalità troppo tangibile al tatto di quella stessa mano, nonché nello sguardo che ora i due infuocavano prima di stringersi stretti l'uno all'altra.
Lewis, acuto osservatore nonché criminologo di elevata fama ultimava il suo pasto e con gli occhi cercava di poter decifrare al meglio ciò che i due giovani si stessero scambiando.
Quei movimenti erano indecifrabili poiché erano strette movenze di due bocche sempre più vicine, quasi una sceneggiatura di un bacio passionale e la situazione proseguì per tutto il valzer.
Estemporaneo il fatto che la moglie di Sidorsky, sino a quel momento muta ed impassibile alla serata, si lasciò scappare un commento:- Non sapevo che le rozze ragazze del Suoth Dakota  potessero ballare.
Sidorsky in un primo momento si voltò come se volesse ammonire la propria sposa, poi sorrise e diventò nuovamente ben disposto. - In questo casa mia cara, stiamo parlando di una donna che non ha né un luogo di appartenenza né limiti di attitudine... potrebbe esportarti un polmone con l'eleganza di un violinista russo e servirmelo in un piatto d'argento con la nochalance di un commis de rang se soltanto venisse ingaggiata a farlo. -
La signora Sidorsky abbassò la testa stringendo tra le mani il tovagliolo.
-Perché ti esprimi così brutalmente?
-Poiché è questo che è chiamata a fare quella donna, non ha altro motivo per esistere.

Poi Lewis che di criminalità non ne capiva certamente poco, sfrontatamente volle esprimersi ancora una volta:
-
Secondo me voi della Maskhadov siete troppo sicuri della fedeltà che quella ragazza può portare alla vostra organizzazione.- E lo disse ancora una volta guardando la ragazza di Singapore che posava la testa sulla spalla di Nil.
-
E se anche così non fosse, se non dovesse mantenere fedeltà alle nostre operazioni non è un problema...- Rispose Sidorsky.
-
Beh se permette lo è come un problema. Offrite lei come uno dei vostri miglior killer, quando poi magari è pronta ad abbandonare tutto svoltato il prossimo angolo.
-Caro Lewis, lei è proprio un ingenuo... se fosse stato possibile abbandonare le operazioni,probabilmente Helèna lo avrebbe già fatto.
-Ecco, probabilmente state facendo solamente fomentare l'odio che nutre nei vostri confronti, non lasciandole alcuna libertà di scelta
.- Posò i gomiti sul tavolo Lewis, congiungendo le mani e posando il capo.
-Lewis, Lewis... per me lei è uno che parla troppo, però lasci che io le risponda a tono senza offendere la sua professionalità e le sue conoscenze in tema di criminologia:
Noi, caro mio professore inglese,non abbiamo costretto nessuno dei nostri soldati a stare dalla nostra parte; contrariamente a quanto succedeva ai tempi della guerra fredda, in cui intere famiglie di giovani soldati venivano sterminate per costringerli ad entrare nell'esercito.
Helèna è stata sfortunata di suo, noi le abbiamo offerto un posto come una famiglia e come in ogni famiglia capitano dei disaccordi.
-A me risulta che sia stato Alexander Ludovich ad offrirle quella che voi chiamate una “famiglia”, anche se poi si tratta solo di trucidare gente e sporcarsi le mani in giro per l'Europa.
-Perché bisogna sempre mettere di mezzo Ludovich? I tempi passano, le piccole mafiette decadono così come i grandi imperi sorgono.
-Creda alle mie parole... tutti i grandi imperi alla fine sono decaduti, riguardo a Ludovich invece noi pensiamo che rimanga ancora l'unico capo che la ragazza seguirà, forse anche sino alla morte. Per questo è meglio dirselo apertamente, se non lo avete ancora fatto fuori sbrigatevi a farlo prima che lui salti fuori a mettervi il bastone tra le ruote.
-Lei ci crede proprio dei dilettanti non è vero?
-No, ma state cercando di nascondere una cosa talmente evidente che...
-Ludovich non è nostro prigioniero se è questo che lei sta insinuando e se anche lo fosse non spetta decidere a noi, dico a noi due, io e lei, se farlo vivere o meno.
-Sarà Ivanovich allora a decidere se la vita o la morte?
-Lei per me parla troppo gliel'ho già detto?

La danza  finì, le signore al centro della sala liberarono la pista; i camerieri affrettarono il passo per far spazio ai tavoli, ci furono secondi di estenuante silenzio per la ragazza di Singapore. Tornò al tavolo ed annunciò la sua ritirata.
-Signori per me è stato un piacere, aspetterò comunque le prossime disposizioni.
Dopo quanto si erano appena detto quelli seduti al tavolo, quelle parole suonarono abbastanza plastificate, dissonanti, costrette.
L'overture Egmont di Beethoven risuonò tra le lussuose e gigantesche colonne.
-Ora devo veramente andare poiché sono stati giorni di duro lavoro per me, forse molto di più di quel che il signor Ivanovich può immaginare, ma portategli pure i miei saluti quando lo vedete.
Sidorsky di destreggiò al suo meglio.
-Potrebbe anche accadere che tu lo veda prima di noi.- 
Sidorsky non mancava mai di quell'ambiguità propensa a tenerla sulle spine sino all'ultimo, ma la ragazza di Singapore era veramente stanca per poter pensare ad un'ulteriore minaccia; non aveva ancora avuto modo di poter pensare a quel che sarebbe stato il suo prossimo lavoro:eliminare Bota.

All'uscita dell'Hotel George vi erano auto posteggiate, bagagli che intralciavano il passaggio e facchini vestiti in rosso che andavano correndo da una parte all'altra; caos, schiamazzi, disordine, tutte cose da cui sarebbe stato opportuno sloggiare nel termine di pochi secondi. Stava per prendere un taxi quando arrivò una vettura bianca che lasciò i pneumatici sull'asfalto.
-Salta su!!! - Le venne impartito con tono autorevole.
-
Pauline??- Non è banale dire che fu estremamente contenta nel rivederla, come se tutta quella situazione pesante si fosse dissolta come i rumori dei clacson lasciati dietro la chiusura della portiera.
-
Linda scusa se sono così brusca ma il tempo stringe!- Aveva già ingranato la quarta della Mercedes mentre stava violando di gran lunga il limite di velocità concesso nel centro abitato.
-
Calma Pauline, perché tanta fretta?-
-Devi andartene da qui, vogliono farti fuori!
-
Lo scorrere dei secondi si fermò, come la ballerina obesa che impersona il mondo fa due o tre volte al giorno prima di vomitare. Le convinzioni che avevi sulla vita crollano e non è un lasso di tempo che puoi quantificare. Il crollo non ha metrica.
-Prima di continuare questa discussione credo sia meglio che tu mi dica tutta la verità:chi sei veramente Pauline?
Non trovò più quel sorriso ingenuo sul volto disteso e tranquillo di un'amabile ragazza, fu come un vuoto momentaneo. Pauline rispose molto seriamente:

-Lavoro per la C.I.A. Helèna Mullova... nata a Mobridge, South Dakota; classe 1988. Addestrata per un anno nell'esercito americano con il quale hai firmato un contratto che legalmente ti lega tutt'ora e che per il quale sei penalmente perseguita tutt'oggi in due processi.
-Se dobbiamo dirla tutta:ho anche qualche bolletta arretrata da pagare.- Rispose Helèna fingendo altezzosità.
Pauline sorrise ed espulse aria sistemandosi nuovamente sul sedile, sembrava più rilassata così da far intravedere quel suo sano sorriso che in parte aveva conquistato il cuore di Helèna.
-Non sono qui per regolare i conti dell'esercito Helèna. Il mio compito è concederti una via di fuga.-
Helèna ancora non riusciva ancora a capire. Non si spiegava come mai quella ragazza così genuina potesse essere un'agente della C.I.A., per di più trattavasi di una francese a tutti gli effetti, lo si capiva benissimo da suo aspetto.
-Come pretendi che io mi fidi di te, quando poi mi hai soltanto mentito sin dall'inizio?- Chiese quasi silenziosamente Helèna.
-Ma non ti ho mentito del tutto, Pauline per iniziare, è il mio vero nome...ed è vero che studio alla Sorboone Nouvelle rapporti politici ed economici. E comunque anche tu hai mentito fotoreporter!- Disse ridendo Pauline, e in quel momento quasi la si poteva riconoscere la biondina dalle fossette amorevoli. Un agente C.I.A. che non poteva proprio nascondere la sua dolcezza. Sorrise anche Helèna, come per impeto o vitale bisogno di fidarsi ancora di qualcuno.
-Dove stiamo andando Pauline?
-Aeroporto...
-Se io lascio Parigi questa sera non potrò più tornare indietro...
-Vogliono che tu uccida Bota, non ti hanno forse detto questo? Ma fermati a riflettere un attimo... perché mai la Maskhadov dovrebbe rinunciare a colui che ha gestito per anni il traffico dei Balcani? Solo un altro uomo avrebbe potuto ricoprire quel ruolo, peccato che non sia dalla loro parte
.
-Invece no, quell'uomo è meglio conosciuto come Nil.
-Un russo? Fammi il piacere... gli slavi sono teste calde, teste calde che non dimenticano mai il passato e la storia, non starebbero mai sotto di un russo.
-Allora che mi dici di Boris Atanasoff?

-Il nome non persiste negli archivi da me studiati.
-Questo perché gli americani sono scarsi.
-Chi è Boris Atanasoff?

-Non sono tenuta a dirti nulla agente... - Helèna ritrovò la sua solita freddezza. Quando si parlava di esporre nomi di alto grado se ne guardava sempre bene, era difficile capire se fosse vero timore e forse codici impartiteli dalla mafie internazionali, raramente si era trovata a parlare con dei poliziotti e di certo non aveva mai rivelato neanche informazioni veritiere sulla sua identità.
-Helèna tu puoi aiutarci a sconfiggere questi terroristi! E devi farlo prima che sia troppo tardi.- Quasi volesse imprecare, la gelida Pauline.
-
Di quale lotta stai parlando? I pochi nemici che c'erano sono già stati o abbattuti o comprati. E anche se fosse esistito un modo per fermare tutto questo, è già troppo tardi. A me fanno ridere questi americani che si fanno credere sempre pronti ad intervenire con la convinzione di poter vincere sempre loro la guerra. Peccato che siano sempre pronti quando vogliono loro e mai prima. Dico mai che l'America possa sradicare il male all'origine, gli interventi vengono sempre dopo, quando entra in gioco l'interesse...
-Cosa stai dicendo Helèna?
-Dov'erano gli americani quando Hitler divenne Cancelliere tedesco? Sono arrivati con ben 12 anni di ritardo, quando la Shoah era ormai parte della storia. Beh ora siamo pronti per un'altra fetta di storia con gli americani che se ne stanno a guardare. C'è una cosa che non hanno ancora ben presente, e sono i risultati devastanti che questa rivoluzione porterà nel loro paese. Morto il capitalismo Europeo crollano i grattacieli di New York, mi pare chiaro il concetto no?-
Pauline annuì. La macchina si fermò.
-C'è chi nell'America ha sempre creduto, l'olocausto avrebbe potuto continuare a colpire nuove generazioni di ebrei... se non fosse stato per l'intervento degli americani ci sarebbero state molte più guerre e dovresti saperlo meglio di me, tu che hai potuto stare sul campo sia “con” che “contro”.
-Per favore... Non esistono benefattori in questo mondo Pauline. Basti pensare in quante guerre l'America ha svolto un ruolo tutt'altro che irrilevante... 1948 Guerra Arabo-Israeliana,1956 Guerra del Canale di Suez, 1964 Guerra del Vietnam,1980 Guerra in Iraq,1983 intervento a Grenada,1990 Prima Guerra del Golfo,...'91 in Jugoslavia,'99 Kosovo, 2001 Afghanistan... 2003 Seconda Guerra del Golf... proprio perché a ventitré anni porto troppe cicatrici sul corpo preferirei che le soluzioni non venissero date dalle bombe sulle città. La guerra è un mezzo con il quale la borghesia ripartisce il mercato quando è ormai saturo. Mi spiace Pauline ma per me ci sono dentro anche gli U.S.A. starei qui a parlarti ore di quanti carichi di armi, giunte nelle mani dei terroristi, partivano dalle industrie degli stati americani; non c'è tempo però.

Tornò quell'imbarazzo da circostanza, poi Pauline provò a ribattere.
-Qualsiasi cosa tu creda Helèna, sai che agiresti nel bene lasciandoti questi mafiosi russi alle spalle...
-Tu mi chiedi di collaborare per aiutare il tuo governo... nel mio discorso volevo solamente dire che,per quanto sia stupido pensarlo, preferisco aiutare una persona che crede in qualcosa, piuttosto che vendermi ad un governo. Non so se ti è chiara la differenza:le guerre non portano soluzioni; le soluzioni le portano i trattati ed i trattati vengono firmati da persone, non da governi ne polizie segrete. La gente può parlarne e discuterne in base ai valori fondamentali di vita,possono tener conto dei deboli, delle varianti da prendere... gli Stati invece... per cosa vuoi che agiscano se non per interesse economico?-
Helèna sorrise mentre scendeva dalla vettura.
-Helèna!-
Esclamò Pauline mentre la ragazza di Singapore le aveva già dato le spalle...
-Ti coprirò le spalle ugualmente, questo te lo prometto...

-Chi sei tu per farlo?-Disse Helèna ormai volta di spalle mentre si allontanava- In fondo... non ci conosciamo neppure...-



   
 
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