EREDE
DELLA LUCE, EREDE DELL’OSCURITA’
di Sakya
tradotta da furycat
Rinuncia:
non mi appartiene, e non produce nulla di proficuo...per me. Ho sentito delle
voci che J.K.Rowling stia facendo molto bene, ma lei
scrive l’originale, forse è per quello...Oh! dimenticavo,
tutto (a parte l’idea fuorviata che ha dato origine a questa fic) appartiene a lei.
Capitolo
01
“Quindi,
Ministro, come può vedere, il mio cliente sta facendo tutto questo per far concludere questa guerra senza che avvenga spargimento di sangue
non necessario. Il mio cliente sente che già troppo si è perso”, disse il rappresentante legale di Draco Malfoy.
“Vedo”,
disse Cornelius Fudge, gli occhi che ardono alla
prospettiva di una vittoria politica notevole, che poteva esser usata per smorzare
l’allegria dei piani di Dumbledore per prendere il ministero e il suo posto per
un buon numero d’anni. “Mi dica di nuovo, come accadrà,
tutto questo?”
“Bene,
è venuta alla nostra attenzione che la vecchia legge Pax Coglinatio è ancora valida, e grazie a lei, in durate
di guerra, può esser decisa un’unione tra i due lati avversari, come una forma
di tregua, ma permanente, facendo così finire la guerra.”
“Sembra interessante. Spieghi di
nuovo la parte sul matrimonio”, disse con un sorriso, Fudge. Questo è
grande. Non solo farò cessare la guerra, ma spoglierò anche, Dumbledore del suo
eroe-ragazzo in una sola mossa.
“Come da legge, gli eredi di entrambi
i lati devono esser collegati in matrimonio. Il sig. Malfoy, è il figlio di
Lucius Malfoy, secondo in commando di...Tu-sai-chi;
perciò, è considerato l’erede del...esercito avversario. Il sig. Potter, come tutti sanno, è stato addestrato per essere quello a
finire questa guerra attraverso battaglia; questo lo fa diventare l’erede del
nostro lato. Invocando la Pax Coglinatio lei,
come il nostro capo in commando, perciò il nostro re agli occhi della legge,
può ordinare al sig. Potter di sposare il sig. Malfoy.”
“Molto bene, prosegua.” Sta continuando a
migliorare. Non posso aspettare di vedere la faccia di Dumbledore. “Il sig.
Potter diverrà ancora più popolare, dovendosi sacrificare di nuovo.”
Draco
parlò per la prima volta. “Non è detto”, non ancora del tutto
convinto che il suo piano stesse andando così bene. “Tutto quello che
lei deve fare è far certo che io sarò il dominante
della coppia. Non permetterò a Potter di fare nulla di poco saggio. I Malfoy
sono molto influenti, ma non ci piace che i nostri consorti conducono una vita
troppo pubblica.”
Fudge
non riuscì a nascondere il suo sorriso. Era perfetto: lui, sarebbe diventato
noto come il ministro che fermò la guerra; Dumbledore sarebbe battuto al suo
gioco e, i Malfoy, diverrebbero un potente alleato. Dulcis
in fundo, Harry Potter girerebbe da una minaccia ad
una casalinga. La vita era solo perfetta, alcuni giorni.
“E tutto quello che devo fare, è invocare questa legge e far
sposare al sig. Malfoy il sig. Potter?”
“No,
no, ci sono alcune altre cose che chiaramente andranno fatte”, disse
l’avvocato.
“Quali
cose?” Chiese Fudge, un poco impensierito; odiava le complicazioni.
“Da
quando la legge implica un’unione per la pace, il ministero dovrà accordare il
pieno perdono per ogni Mang...Voglio dire, ogni
persona associata con l’altro lato.”
“Pieno
perdono?” Chiese lui.
“Si,
vede Ministro, la maggior parte di loro è giunta alla comprensione che il Lord
Oscuro sta diventando sempre più alienato, ed è disposto ad abbandonarlo. Alcuni
sono anche disposti a lottare sul nostro lato, ma hanno paura delle conseguenze
per le loro passate azioni. Un pieno perdono li incoraggerebbe ad abbandonare
al più presto, piuttosto che più tardi, il Lord Oscuro; o forse mai, se non
hanno alcuna speranza di una vita futura nella società magica.”
“Ma
ci sarà ancora una guerra; il Lord Oscuro non abbandonerà solo perché così
diciamo noi.”
“No,
ma la maggior parte dei suoi seguaci si uniranno al nostro lato, rendendoci più
forti, e portando tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno per un attacco
ben organizzato. Non sarà una guerra; sarà la battaglia di un esercito forte
contro una mezza dozzina di maghi arrabbiati.”
“Si.”
Fudge ora, poteva vedere come sarebbero risultate
grandi le cose per lui. Era perfetto.
“Un’altra
cosa”, intervenne Draco.
“Cosa?” Chiese Fudge, diffidente; ancora non si fidava
pienamente del giovane Malfoy.
“Dovremo
tenere tutto segreto.”
“E perché?” Chiese il Ministro, restringendo gli occhi.
“Per
primo, il Lord Oscuro non sarà molto lieto dei nostri piani, e cercherà di fermarli,
magari dichiarando guerra più presto di quello che è progettato.”
“Si,
vedo. Non possiamo permetterlo.”
“No,
rovinerebbe tutto. Noi, stiamo facendo tutto questo per assicurare la pace del
mondo magico, e...”
“E?”
“Bene,
non credo che Dumbledore sarebbe troppo accomodato nel non esser coinvolto nel
nostro piano; può tentare di costringerci a fare a suo modo o anche fermarci.
L’uomo ha l’inganno di essere il solo che può salvare il mondo magico.”
“Si,
si, potrebbe farlo. Metterebbe in pericolo i nostri piani, se ne fosse a conoscenza...no,
resterà un segreto. Si, il nostro piano segreto
speciale per terminare la guerra”, disse Fudge, come se fosse stata tutta una
sua idea.
Draco
Malfoy doveva usare tutti i suoi anni d’addestramento nel celare le emozioni
per nascondere il sorriso che veniva sulle sue labbra.
Durante
il corso dei seguenti due mesi, una stanza molto discreta alla fine di una sala
discreta al Ministero, ricevette la visita di molti
membri prominenti della società magica. Membri di famiglie di sangue puro,
vennero e andarono da lei, inosservati, mentre piani di battaglia erano sviluppati
con l’aiuto dell’ammontare enorme d’informazioni che Fudge stava
consegnando agli Auror.
“Non
so come riesca a farlo”, disse Snape alla riunione dell’Ordine. “Tutte queste
informazioni delle quali Tonks sta parlando, devono
venire da qualcuno del cerchio interno di Tu-sai-chi;
ma non sono consapevole di un’altra spia, specialmente una del ministero, e con
Voldemort che dichiara Draco suo erede, i mangiamorte sembrano più fedeli che
mai...Sento che c’è qualcosa che sta seguendo ma, per la prima volta, nessuno
ne parla.”
“Nonsi sospetta della lealtà di nessuno?” Chiese Dumbledore.
“No,
ma non sospettano neppure della mia.”
“Speriamo
che Fudge non faccia nulla di stupido. Penso che sia meglio se ci teniamo
pronti per colpire quando lo farà il ministero.”
“Stanno
tenendo i dettagli segreti. Non sarà facile riuscire a scoprire
quando avrà luogo l’attacco con un margine decente di tempo. Sarà meglio
restare in guardia.”
“Si”,
disse Dumbledore, mentre analizzava delle carte di fronte a lui, “quella, probabilmente,
è la miglior cosa da fare.”
Harry
passò il giorno seduto al lago, parlando con i suoi amici. Era l’ultimo giorno
di scuola del sesto anno. Tutta la sua roba era già impaccata e, come il
solito, il pensiero di risalire a casa di sua zia, stava deprimendolo. Se solamente la guerra fosse finita, potrebbe andare al
Cunicolo con Ron e Ginny ma Voldemort era particolarmente attivo, in questi
ultimi mesi, così nessuna possibilità.
I
Gryffindor sfidarono i Ravenclaw per un ultimo gioco di Quidditch, che li tenne
occupati per il pomeriggio, ma nessuno stava lagnandosi come si diressero verso
le docce. Harry e Ron si diressero verso la sala principale per la loro ultima
cena, prima che la scuola fosse ufficialmente finita, sedendosi accanto a
Hermione che stava già mangiando. Gli studenti erano intenti a chiacchierare e
scambiarsi promesse di tenersi in contatto durante l’estate, quando
l’improvviso aprirsi delle porte della sala e l’intero ultimo anno dei Slytherin, marcianti in formazione, entrò nella sala. Stavano
portando abiti adatti ad una battaglia.
“Harry”,
lo chiamò Hermione, “chiama una riunione del DA. Sta
succedendo qualcosa.”
“Dici?”
Chiese, sardonicamente Ron, mentre Harry prendeva il
galeone fasullo dalla tasca e chiamò la riunione. In pochi minuti, tutti i
membri del loro gruppo di difesa, erano tutti seduti alla tavola dei
Gryffindor, bisbigliando e tentando di dedurre che cosa stava succedendo. Ron
era convinto che i serpenti stessero per congiungere pubblicamente Tu-sai-chi subito dopo cena.
“Non
so, Ron”, disse Harry. “Non sarebbe molto furbo, da parte loro, no?”
Al tavolo del personale, Dumbledore e
gli insegnanti stavano guardando agli studenti, tentando di dedurre cosa stava
succedendo. Il
fatto che gli Slytherin più vecchi stessero vestendo
in tale maniera, significava che qualcosa di molto serio stava per succedere, e
dall’occhiata sul viso di Snape, l’uomo era perso come il resto degli
insegnanti. Dumbledore e Snape si scambiarono un’occhiata, e Snape lasciò il
tavolo per parlare con i suoi studenti.
“Sig.
Malfoy”, disse Snape, a voce bassa; non aveva alcuna illusione
circa chi fosse il leader degli studenti di Slytherin. “Posso sapere qual’è il significato di questa sciocca dimostrazione?”
“Buona
sera, Professor Snape”, fu la replica di Draco, con un sorriso astuto. “Siamo
solo giunti alla conclusione che sia ora di finire
questa stupida guerra.”
“E come progetta di farlo, se posso chiedere?”
“Bene...”
Draco fu interrotto dalle porte che furono, nuovamente, spalancate una seconda
volta.
Questa
volta era Cornelius Fudge, che marciò dentro,
sembrando insopportabilmente lieto di se stesso, seguito da quelli che
sembravano tutti gli Auror appartenenti al Ministero. Un numero di reporter e maghi che Harry sapeva con sicurezza esser
mangiamorte, seguivano. Harry si alzò, seguito da ogni membro del DA, bacchetta pronta per l’eventuale lotta.
“Sig.
Fudge”, lo salutò Dumbledore. “A che cosa devo il piacere della sua visita?”
“Un
piacere davvero, Direttore”, Fudge stava quasi ardendo, mentre si avvicinava al
tavolo del personale, per poi girarsi verso gli studenti. “Chiamo il sig. Harry
Potter per venire di fronte a me.”
Harry
si mosse, fino ad esser di fronte all’intera stanza preoccupata. Che intenzioni ha quest’idiota, questa volta?
“Sig.
Potter, in questi tempi di guerra, lei è la persona sulle cui spalle posa la responsabilità di sconfiggere il nostro più grande
nemico; perciò, devo dirle che sarà considerato il nostro erede sotto i
parametri della legge Pax Coglinatio, e l’esorto a fare il sacrificio che finirà
una volta e per sempre questa guerra. Accetta la sua responsabilità?”
“Accetto, sig. Ministro, conosco le mie
responsabilità, e nessuno deve ricordarmele.” Rispose
piccato Harry.
Come
si permette ques’idiota, di venire qui
dopo che ha negato il ritorno di Voldemort, e ‘mi esorti’
a qualsiasi cosa? Uh, perchè Dumbledore ed il resto degli insegnanti sembra che
sia stato colpito da un bolide? Uh-oh, in cosa mi
sono cacciato, questa volta? Ha detto ‘sacrificio’?
“Ben detto, sig. Potter”, disse Fudge, mentre
Dumbledore si alzò, solo per ritrovarsi con una mezza dozzina di bacchette
puntate addosso dagli Auror.
“Sig. Fudge, devo protestare, questo è
oltraggioso!” Gridò Minerva.
“E’ fatto”, fu la risposta di Fudge, “e come tutti
voi sapete, nessuno può più opporsi, una volta che la Pax Coglinatio in stato di guerra viene
riconosciuta.” A ciò, Minerva sembrò persa; si rivolse a Dumbledore, che scosse
la testa e si sedette di nuovo.
Ora,
sono sicuro di aver fatto qualcosa di sbagliato, grandioso. Dov’è
Hermione, quando ho bisogno di lei? E che legge è,
quella che ha menzionato?
“Il sig. Potter ha accettato il suo ruolo come il
nostro erede sotto gli occhi della legge Pax
Coglinatio, ed ora devo chiedere: c’è nessuno
che, sapendo questo, ha qualcosa da dichiarare?” Chiese al pubblico Fudge.
Harry si sentiva come se stesse osservando un dramma—no, prendendovi parte—dove
tutti sapevano la loro parte, ma in qualche modo, lui
non trovò il copione.
“Io”, disse una voce fin troppo familiare, dietro
di Harry. Harry si voltò, in tempo per vedere Lucius Malfoy fare la sua entrata
nella sala. Harry tentò di alzare la sua bacchetta, per trovare le braccia
bloccate da due Auror. Guardò verso Dumbledore, vedendolo sconfitto.
Sono
morto, era l’unica cosa che percorreva la sua mente,
mentre il mago biondo si fermò accanto a lui.
“Mio figlio, Draco Malfoy, è l’erede eletto di Lord
Voldemort.” Harry vide Draco giungere al lato del
padre.
Dovrò
duellare contro di loro o qualcosa del genere?
“Sig.Malfoy, in questi
tempi di guerra, lei è riconosciuto come l’erede
di...” Fudge tentò, ma non poteva costringersi a pronunciare il nome di Tu-sai-chi. “Il Lord Oscuro, e
sotto i parametri della legge Pax Coglinatio,
l’esorto a fare il sacrificio necessario per finire
una volta per aempre questa guerra. Accetta la sua
responsabilità?”
“Si.”
Cosa sta succedendo? Aspetta, io ho
risposto ‘si’ quando mi ha fatto la stessa domanda,
no? Ed ora, Draco ha detto ‘si’, stando in piedi
vicino a me...no, no, no, no, no, coglinatio
significa unione, mi sono unito? Lui risponde si...il matrimonio...Merlino, per favore no. Questo non
è un matrimonio. No! Non mi sono sposato con Draco Malfoy. Gli occhi di
Harry si spalancarono, nel momento in cui cominciò a capire quello che stava
succedendo, ma le successive parole di Fudge, gli dissero
che ormai era in ritardo per poter fare qualsiasi cosa.
“L’obbligazione è completa. Dove una volta avevamo
due lati avversari, ora abbiamo un solo esercito forte. Possano i nostri nemici
temere la nostra forza ed i nostri amici conoscano la nostra protezione.” Fudge diede una spada a Draco, che si volse al pubblico;
alla stessa durata, gli Auror che tenevano Harry, lo fece girare, e Draco
avvolse il braccio libero alla vita del moro, attirandolo a se. Harry cercò di
lottare, tentando di allontanarsi dal tocco male accolto, ma
Draco strinse ancora di più la presa.
“Rilassati, Harry, è quasi finito ormai”, gli disse
a bassa voce, facendo rabbrividire Harry quando il
caldo alito giunse al suo orecchio. Poi, il biondo continuò. “La pace è quasi
alla nostra portata, ma dobbiamo essere forti per renderlo veritiero. Domani
marceremo contro il Lord Oscuro, e finiremo una volta per sempre il suo regno
del terrore.” Draco alzò la spada e l’intera sala
eruttò in grida alla sua salute. Anche dei membri del DA
stavano gridando, notò Harry.
Qualcuno gli diede un calice e Malfoy ne trovò un
altro. Improvvisamente tutti avevano un calice in mano e stavano brindando alla
pace e alla battaglia imminente. Harry fu costretto a brindare con tutti, e
cominciò a sentirsi molto stordito, mentre ascoltava i brindisi e i complimenti
che stavano ricevendo. Non era completamente consapevole, quando Draco iniziò a
trasportarlo fuori dalla sala e, in realtà, non gli
importava . Non sentì Ron e Hermione lottare per riuscire ad avvicinarsi ed
esser allontanato dagli Auror, le loro voci si persero nel chiasso della sala.
Harry e Draco, furono accompagnati alle stanze
private di Draco, nelle prigioni sotterranee, da una squadra di
Auror, condotta da Fudge, che pose gli anelli cerimoniali alle loro dita
poco prima di offrirgli la buona notte e chiudersi la porta dietro.
Harry si sentiva molto confuso; sapeva che qualche
cosa non andava, ma non riusciva a capire che cosa. La stanza incominciava a
roteare e si sentì contento, quando Draco lo tenne stretto a se, anche se molti
allarmi incominciarono a suonare nel suo cervello.
“Non mi sento troppo bene”, disse Harry, lasciando
che la testa precipitasse sulla spalla di Draco.
“Va tutto bene, amore, ti tengo io”, la voce di
Draco sembrava molto vicino al suo orecchio. “Solo, rilassati e permettimi di
prendermi cura di tutto.”
Harry sospirò e si permise di lasciarsi andare.
Poteva sentire il peso degli abiti che precipitavano dal suo corpo, i bottoni
che venivano aperti e la cravatta allentata. Il freddo
della sera colpì la sua pelle nuda, ed improvvisamente avvertì la sensazione di
volare. Aperti gli occhi, vide il soffitto di fronte a lui.
Questo
è così strano, pensò.
Avvertiva il materasso molle sotto di se, e Draco
sembrava stare a galla sopra di lui, mormorando cose
che non riusciva a capire completamente, in una voce che lo faceva
rabbrividire. Avvertì che gli venivano tolte le
scarpe, poi i calzini. Avvertì una mano molle che carezzava i suoi piedi e leggeri
baci che lo fecero sorridere.
Draco era di nuovo di fronte a Harry, e le sue mani
accarezzarono gentilmente le scure ciocche di Harry, allontanandole dal suo
viso. Harry notò che i suoi occhiali furono tolti dal viso. Draco s’inclinò più
vicino, baciando le sue labbra. Sembrava...bello. Caldo. Sicuro. Harry aprì la
bocca, dando a Draco il permesso perchè la sua lingua lo gustasse
e lo esplorasse.
L’intero corpo di Harry stava formicolando e
chiedeva insistentemente il tocco di Draco sulla pelle. Il suo cervello aveva
rinunciato a spedire allarmi ed era rimasto ignorato da tempo, ed ora, Draco
era l’unica cosa che esistesse.
“Oh, Dio, Draco. Di più, per favore”, esclamò
Harry, inarcandosi sotto il tocco di Draco.
“Tutto quello che desideri, amore, qualsiasi cosa
che desideri”, mormorò Draco contro la pelle di Harry, aprendo
contemporaneamente la cintura dei pantaloni e la lampo.
“Alza i fianchi, amore, permettimi di toglierti questi pantaloni.”
Harry era fin troppo felice di obbedire, sentendo i
pantaloni e la biancheria intima muoversi lungo le sue gambe per poi cadere a
terra. Harry sentì Draco che posava sopra di lui. Le mani del biondo e la
bocca, erano ovunque, toccando, baciando, mordendo, leccando, succhiando,
ingoiandolo intero, sondando, pompando, tendendo.
Il mondo di Harry, era ridotto ad una macchia dove
tutto era Draco. La sua voce riempiva l’orecchio di Harry, bisbigliando su
quello che gli stava per fare, ed esortandolo a rispettare ogni suo comando:allarga le gambe, rilassati, di a Draco quello che senti,
quello che vuoi che ti faccia...ed il sentimento di essere completo, più vicino
a Draco di chiunque altro. Draco che si muove sopra di lui, nelle sue braccia,
tenendolo vicino, protetto, caldo, sicuro.
Il mondo di Harry esplose in uno scoppio di
brillante luce bianca, e Harry andò alla deriva, addormentandosi nelle braccia
di Draco, mentre gli anelli alle loro dita, arsero e si fusero con la loro
pelle, legandoli per la vita.
Draco guardò alla bellezza dai capelli neri che
dormiva nelle sue braccia e sorrise. Domani condurrebbe il mondo magico in
battaglia contro il Lord Oscuro, consoliderebbe la sua posizione come re
supremo di tutti loro, e Harry sarà al suo fianco,
come suo marito. Fudge non saprà mai che cosa l’ha colpito; l’uomo, era ancora
sotto l’inganno che era lui il responsabile, che sciocco.
Domani, il mondo magico conoscerà il suo nuovo
padrone, e ameranno seguirlo, senza mai neppure realizzare perché.
Lunga vita al re!