15/06/2011
1 recensioniIl pugnale con cui la blu si era suicidata era gettato poco più in là, ancora macchiato di peccato.
Rika, la suicida.
Il coltello, l’arma mortale.
Ma chi era il vero peccatore, in realtà?
O meglio… la peccatrice?
“Morta…” sussurrò la giovane dai capelli verdi, ancora ghignante e con gli occhi spalancati, traboccanti di trionfo.
“Morta! Sei morta, Rika! Morta, MORTA!”
Un’altra agghiacciante risata si perse nella stanza.
La Sonozaki aveva fatto un altro passo verso il compimento della sua vendetta.
Quanto era dolce il sapore della vittoria. Si poteva quasi toccare, masticare.
Quale sublime e sadico piacere era veder capitolare davanti a sé il proprio nemico.
L’odore del peccato, mischiato con quello ferreo del sangue, pervadeva le narici dell’ormai unica viva in quel luogo.
Una nauseabonda fragranza che avrebbe disgustato chiunque.
Ma come può un profumo disturbare il proprio creatore?
Quella stanza, ormai, traboccava delle più orribili crudeltà.
Ma come può un’opera così fine e geniale essere orribile per il proprio pittore?
La risata continuava, senza sosta, come una tortura per qualsiasi udito.
Ma come può una melodia non essere ascoltata con orgoglio dal proprio compositore?
Ormai nulla poteva essere sopportato da un essere umano.
Ma Sonozaki-san non era più umana.
. . .
“Furude Rika?”
Nessuno disse presente.
L’insegnante guardò i gli alunni leggermente stranite.
“Qualcuno sa perché Rika è assente?”
Tutti scossero la testa.
La professoressa era leggermente scossa.
Rika non aveva mai saltato un solo giorno di scuola. La conosceva da diversi anni ed era sempre stata presente.
“è per caso malata?” Chiese poi la donna a Satoko Houjou, la coinquilina di Rika.
“No, quando mi sono addormentata lei era con me e stava bene” rispose la bionda, con il volto preoccupato.
“Chissà che cos’ha Rika-chan? Chissà, chissà?” Disse Rena Ryuugu, una bizzarra ragazza dai capelli sul castano-arancio.
“Tu sai qualcosa, Mii-chan?” Chiese Keiichi Maebara alla sua vicina di banco.
La ragazza fu svegliata dai suoi pensieri.
“No… niente…” rispose con noncuranza la ragazza, appoggiando la testa su una mano.
“Prima Shii-chan…” Sussurrò Rena.
Poi, mentre nessuno la guardava, Mion Sonozaki ruppe una matita, con uno sguardo estasiato.
“Rika Furude è solo morta”
* * *
L teneva tra l’indice e il pollice un foglio di carta stropicciato.
Il caso riguardava la scomparsa del capo-famiglia del Casato Sonozaki, risiedente ad Hinamizawa, in Giappone, e di Shion-san, sempre discendente della stessa famiglia.
Ciò che il detective stava guardando era la lista degli abitanti del paese, per cercare un possibile collegamento tra uno dei cittadini e la potente stirpe.
Ad una prima occhiata, però, non si sarebbe potuto sospettare di nessuno: chi di quelle posate persone avrebbe mai potuto essere colpevole di sequestro di persona?
Ma il detective non era certo tipo da scoraggiarsi al primo momento.
Come diceva sempre di sé stesso, era molto infantile e, come un bambino, non accettava perdere.
Prese poi un altro foglio, dove era stampata la lista dei Sonozaki.
Si soffermò in particolare sul nome di Mion Sonozaki.
Sarebbe stata una prossima scomparsa? O invece poteva essere considerata tra gli indiziati?
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NOTE DELL’AUTRICE:
Salve a tutti^^
Ecco qui il secondo capitolo XDD
Come è scritto nella presentazione della storia, ho apportato alcune modifiche sulla trama di Higurashi, per renderla più compatibile all’indagine di L.
Questa volta ho dato più spazio alle vicende di Hinamizawa, ma il prossimo chappy sarà l’opposto ^^
Bye, e grazie a tutti quelli che leggono questa storia ^___^