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Autore: Diana924    17/06/2011    2 recensioni
dopo la morte del marito Enrico VIII Anna di Cleves, sua quarta moglie, ripensa a com'è arrivata in Inghilterra e a come sia ancora viva
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Tudor/Inghilterra
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- Questa storia fa parte della serie 'Ciclo Regine e Amanti-Inghilterra'
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È morto ormai. Lui, mio marito, o forse dovrei dire mio fratello perché questo è diventato per me. Eppure quando sono arrivata in Inghilterra lui doveva essere mio marito, per sempre. Ma sempre è una parola troppo usata, e a uno come lui, a un tiranno, basta poco per dimenticarla. Io lo so, e ho pagato per la mia stupidità e per la mia scarsa avvenenza.

Quando vivevo in Germania ero felice, felice come può esserlo una donna senza un futuro certo. Ero stata educata nella nuova religione e stavo aspettando che mio padre prima e mio fratello poi scegliessero un marito per me.

Ero fidanzata con il duca di Lorena ma poi quel fidanzamento fu sciolto, di questo sono sicura sebbene in seguito diverse persone abbiano sostenuto il contrario.

Mio padre morì all’inizio dell’anno e mai sorella maggiore Sibilla si era sposata con l’Elettore di Sassonia e mio fratello Guglielmo cercava un’intesa con l’Imperatore e con il re d’Inghilterra.

Caso volle che re Enrico VIII si fosse messo alla ricerca di una nuova moglie e ne stava cercando una protestante, e lui ne approfittò. Così dovetti partire per l’Inghilterra come quarta moglie del re.

Di lui sapevo solo che era più anziano di me e che aveva decapitato una moglie, Anna Bolena, che aveva il mio stesso nome. Aveva un figlio e due figlie, e le figlie non godevano di una buona posizione a corte, ma sarebbero state mie figliastre e avrei cercato di aiutarle. Non sapevo l’inglese, tuttora lo parlo con un lieve accento tedesco, né sapevo suonare uno strumento o ballare.

Ma il 1 gennaio 1540 sbarcammo in Inghilterra e io ero pronta a divenirne la regina. Lì conobbi le mie dame di compagnia, tra cui Jane Bolena e la piccola e sventata Caterina Howard.

Quella sera accadde un evento che avrebbe posto il mio matrimonio sotto una cattiva stella, se solo l’avessi saputo. A Rochester, emntre contemplavo i fuochi per festeggiare il nuovo anno un uomo, anziano, grasso e puzzolente, si avvicinò a me e mi baciò sulla bocca davanti a tutti.

Mi allontanaì da lui scandalizzata, come si era permesso quel vecchio ubriaco di baciarmi? Me, la futura regina d’Inghilterra?

Poi mi dissero che quel vecchio era il mio futuro marito, il re d’Inghilterra Enrico VIII, e allora capì che avevo compromesso il matrimonio.

   
 
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