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Autore: AlexDavis    17/06/2011    19 recensioni
Isabella Swan un'affermata giornalista della Grande Mela vive con sua figlia Nessie.
Nessie non ha mai incontrato sua padre e Isabella non ha mai fatto nulla che potesse farli incontrare anche perchè non sapeva dove fosse finito quell'avvenente ragazzo che l' aveva sedotta sui sedili posteriori di una limousine al ballo di fine anno.
Cosa succederebbe se Nessie prenderà lezioni di piano proprio da suo padre?Isebella come reagirà?E Nessie?
Se volete scoprirlo leggete...
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Renesmee Cullen | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Ciao ricottine, come state? Finalmente Efp è ritornato ed io aggiorno, perchè mi sono messa a scrivere.
Non avevo la testa per studiare, così eccomi qui con un nuovo capitolo appena sfornato.
Prima che leggiate voglio dirvi una cosa...
Questo capitolo che leggerete adesso è l'ultimo, poi ci sarà un epilogo ed un paio di extra. So che non vi ho avvisato in tempo,  ma riflettendoci un pò su ho capito che la storia era finita qui.
I personaggi hanno fatto il loro percorso e raggiunto i loro obiettivi, quindi è arrivato il momento.
Scrivendo questo capitolo ho riso, mi sono commossa e mi sono arrabbiata. Questo capitolo è stato un mix di emozioni... yuff!!
I saluti ce li faremo la settimana prossima, okey? Ho bisogno di una settimana per scrivere qualcosa che racchiuda a pieno tutto quello che sento per voi.
Buona lettura, amorucci.
xoxo Alex
ps. stavolta niente angolo conoscenze, scusate :)

Capitolo 39



 

Da quella sera erano passati quattro mesi, era settembre  precisamente il quindici settembre e quello era il mio giorno.
Quel giorno mi sarei sposata e mi sentivo tesa e in ansia, come se qualcosa dovesse succedere da un momento all’altro. Avevo esposto le mie preoccupazioni ad Alice, ma lei mi aveva liquidato dicendo che era normale stare in ansia il giorno del proprio matrimonio.
Alice, proprio lei mi diceva di stare tranquilla quando la sua reazione alla notizia del  mio matrimonio era stata tutt’altro.
 
Il giorno dopo il ballo, eravamo stati invitati a pranzo di Alice tutti quanti ed io cominciavo a sospettare che lei già sapesse qualcosa.
Quando arrivammo erano già tutti li a chiacchierare in salotto. C’era Emmett con Leah, Jake e Seth che sembravano quasi una famiglia. Jake aveva accettato Leah senza farsi nessun problema e Seth dopo un paio di moine da parte di tutti era ricapitolato non senza qualche minaccia che Emmett aveva incassato tranquillamente. Cosa poteva fare un ragazzino di diciotto anni ad un uomo come lui di trenta? Nulla, anche perché non l’avrebbe mai fatta soffrire.
C’erano Esme e Carlisle teneramente abbracciati mentre parlavano con Nessie che era venuta con Jake visto che aveva dormito da lui.
A quel pranzo c’erano anche Tanya con Tara sua figlia, un’adorabile ragazzine fotocopia della mamma solo meno… esuberante. Era la migliore amica di mia figlia, erano inseparabile.
Appena mia figlia ci vide, ci venne incontro e facendo attenzione alla pancia ci abbracciò stringendoci a lei.
<< Mamma, papà! >> e ci schioccò un bacio ciascuno sulla guancia.
Poi abbassò il viso e accarezzò la mia pancia. << Ciao sorellina. >> e diede un bacio anche li facendomi sorridere intenerita e notai quasi tutti i presenti sorridere commossi da quella scena.
All’appello mancava solo il mio papà, ma non potevo chiedergli di prendere un aereo per una cosa del genere.
Quando ci mettemmo tutti a tavola notai che Alice mi lanciava delle occhiate strane come per dirmi ‘Quando ti decidi?’, ma io mi stavo divertendo troppo a farla cuocere nel suo brodo. Adoravo quando andava in esaurimento.
Eravamo quasi al dolce quando Edward si sporse verso di me. << Lo diciamo? >> mi sussurrò all’orecchio.
Ricapitolai, era arrivato davvero il momento. Annuii ed Edward mi aiutò ad alzarmi, così da avere l’intera visuale della tavola e così di tutte le persone presenti che ci stavano guardando in quel momento.
Edward mi prese una mano. << Vorremmo rubarvi solo un secondo, abbiamo qualcosa da dirvi. >>
Tutti annuirono ed io presi parola. << Ieri Edward mi ha chiesto di sposarlo ed io ho detto… si. >> e lo guardai probabilmente con gli occhi da pesce lesso.
Nessuno fiatò e come se non fosse successo niente, come se non avessimo dato la notizia del secolo ritornarono a parlare tra di loro e mangiare.
Io ed Edward ci guardammo confusi negli occhi non riuscendo a capire perché non si congratulassero.
<< Che succede? >> chiese Edward un po’ a tutti.
Si girarono verso di noi. << Nulla, perché? >> chiese Tanya.
<< Ho appena detto che ci sposiamo e voi ritornate a mangiare? >> dissi sempre più confusa.
<< Era una cosa inevitabile, no? Lo sapevamo che prima o poi sarebbe successo, perché dovremmo esultare? >> disse Leah tranquilla.
<< Avete una figlia e ne state aspettando un’altra, abbiamo già esultato abbastanza. >> disse Alice.
Feci spallucce. << Okey, allora penso che mi troverò altre testimoni che esultino. >> dissi sicura di innescare la bamba e così fu.
Tutte e tre le mie migliori amiche scattarono dal tavolo urlando e precipitandosi da me per abbracciarmi e ringraziarmi.
<< Siamo così felici che ti sposi! >> disse Tanya dandomi un bacio sulla guancia.
<< Sarai la sposa più bella che si sia mai vista! >> riprese Leah accarezzandomi i capelli.
<< Ho già in mente il vestito perfetto! >> disse Alice appendendosi completamente al mio collo.
Dopo lo spettacolo imbarazzanti delle mie adorate pazze tutti si congratularono con noi uscendo da quello stato di menefreghismo in cui erano caduti.
 
Quel giorno feci forse il mio più grande errore. Lasciai carta bianca ad Alice e a Tanya per organizzare il mio matrimonio e nel momento in cui lo feci me ne pentii, ma ormai lo sbaglio era stato fatto.
L’unica cosa positiva era che io non dovevo fare altro che accettare o non la proposta, se il mio esito era positivo loro passavano ad altro se era negativo riprovavano. Alice mi aveva disegnato e cucito lei stessa il vestito, come regalo di nozze ed era veramente bellissimo. Conosceva benissimo i miei gusti anche senza chiedermelo, aveva semplicemente preso le misure. Aveva dovuto subire, però, molte aggiustature visto che la mia pancia cresceva sempre più.
Quando avevo detto a mio padre che mi sposavo con Edward, lui era stato contento nonostante continuasse a non fidarsi pienamente di lui.
<< Però mi fido di te, tesoro, quindi per me va bene. >> mi aveva detto ed io mi ero sentita sollevata.
Avere la sua benedizione per me era tutto.
<< Lo dirai a tua madre? >> ecco la domanda da un milione di dollari.
Mi madre si faceva sentire una volta all’anno, a Natale, con un misero bigliettino di auguri limitandosi ad un ‘ Buon Natale a te e Nessie’ senza neanche preoccuparsi di chiedermi se stavo bene o se ero viva.
Però era pur sempre mia madre, mi aveva messa al mondo lei e forse qualcosa le dovevo.
 
Così una mattina mi feci coraggio e composi il suo numero sperando che non mi rispondesse, ma nessuno esaudì le mie preghiere.
<< Pronto? >> rispose con la sua voce altezzosa da prima donna.
<< Sono Bella. >> dissi semplicemente senza salutarla.
Ci fu un attimo di silenzio. << Ehm Bella, ciao. >> mi disse sorpresa.
<< Non voglio privarti del tuo tempo prezioso, non preoccuparti. >> dissi acida e senza aspettare una sua risposta proseguii. << Mi sposo e aspetto un bambino. >>
<< Oh era inevitabile. >>disse lasciandomi confusa.
<< Inevitabile? >> chiese per avere spiegazioni, ma già sapevo che quello che mi avrebbe detto non sarebbe stato carino.
<< Sei incinta quindi ti sposa per non fare scandalo. Chi è? Un pezzo grosso? Ti sarai accasata a vita, spero. >> disse acida.
Non lo so se fu quello che dissi e il tono con cui lo fece o il mio livello di ormoni impazziti alla stelle, ma scoppiai.
<< Stammi a sentire, vecchia stronza, io non sono un’arrampicatrice sociale come lo sei tu. Io mi sposo perché amo il mio compagno nonostante sia ricco e a titolo informativo sposo Edward, il padre di Nessie! >> dissi urlando e subito Edward, che stava lavorando nel suo studio, accorse al mio fianco guardandomi preoccupato.
<< Piccola insolente, come ti permetti. >>mi rispose quell’arpia di mia madre.
Sbuffai. << E pensare che non volevo neanche chiamarti, perché tu non meriti nulla. Ma l’ho fatto per papà, l’ho fatto per l’unica persona che mi ha mai amato veramente. Tu non sei mia madre, non lo sei mai stato. Sei arida e resterai sola a vita. Ti auguro che qualcuno un giorno ti faccia patire le pene dell’inferno come hai fatto come me e papà! >>
Edward mi guardava preoccupato in viso e mi sosteneva cercando di infondermi quell’amore che avrebbe dovuto fare quella che si spacciava per mia madre.
<< Prima che mi dimentichi smettila di mandarmi quegli orrendi bigliettini di Natale, è inutile. >>
<< Non permetterti di… >> ma le avevo già staccato il telefono in faccia.
<< Fanculo, stronza! >> urlai gettando il telefono sul divano.
Restai un attimo immobile sorretta da Edward prima di lasciarmi ad andare ad un piatto esasperato. Il mio futuro marito mi strinse a se e mi cullò, fino a che non mi addormentai tra le sue braccia con la speranza di dimenticare tutto.
Non feci parola con mio padre di quello che era successo, ma forse qualcun altro l’aveva fatto perché una settimana dopo quella telefonata me lo trovai sulla porta.
Non disse nulla, si limitò a stringermi a se trasmettendomi tutto l’amore di cui era capace e di cui era sempre stato capace di darmi.
<< Mi dispiace, bambina mia. >> mi disse sussurrandomi all’orecchio con dolcezza.
Mi strinsi di più a lui. << Ho te e mi basta, papà. >> .
 
Dal quel giorno penso di adorare il mio papà ancora di più anche perché non mi ha dato un minuto di pace. Chiamava ogni santo giorno per assicurarsi che la sua bambina e il suo ometto, anche lui convinto che fosse maschio, stessero bene. Ma io lo sapevo che lo faceva per non farmi sentire troppo la mancanza di mia madre, ma non doveva preoccuparsi perché stranamente non provavo nulla per lei neanche rabbia o rancore. Per me era come se non fosse successo niente, come se non avessi mai avuto una madre come lei.
Se mi metto a riflettere sulla parola madre il viso che mi viene in mente è quello di Sue, la seconda moglie di mio padre. A lei ho raccontato la mia prima volta con Edward e sempre lei ha saputo in anteprima di Nessie, lei mi ha assistito gli ultimi mesi della gravidanza entrando con me in sala operatoria rischiando quasi la mano per quando gliela stringessi.
Per i primi mesi era stata lei a restare sveglia per la maggior parte delle notti accudendo Nessie quando faceva i capricci, a lei dovevo la mia sanità mentale.
Quindi non avevo nessun vuoto da riempire, il mio cuore era pieno fino all’orlo.
Ad interrompere i miei pensieri fu Alice, che entrò come un tornado nella stanza che la villa in cui si sarebbe svolta la cerimonia ci aveva messo a disposizione.
<< Hai fatto il bagno? >> mi chiese sorridendomi mentre si avvicinava.
Ero seduta sul letto in vestaglia, che avevo indossato sopra l’intimo di pizzo bianco. Avevo ancora i capelli umidi che presto Alice mi avrebbe acconciato e il viso pieno di una crema bianca che lei aveva detto mi avrebbe aiutato a rilassare la pelle.
<< Sono pronta per la tortura. >> dissi scherzando.
Lei mi fece una linguaccia e mi fece segno di sedermi davanti  allo specchio degno del camerino di un’attrice famosa e dopo che mi fui accomodata iniziò con la restaurazione.
<< Come stai? >> mi chiese mentre osservava i miei capelli in attesa di un’ idea.
Feci spallucce. << La mia piccola principessa mi sta dando più fastidio del dovuto, ma è okey. >> le dissi accarezzandomi delicatamente la mia pancia che ormai era cresciuta tanto.
Ero quasi alla fine dell’ottavo mese quindi era bella grande e tonda, impedendomi di fare qualunque cosa e costringendomi a camminare come una papera.
<< E’ contenta per te. Oggi la sua mamma e il suo papà si sposano, no? >> disse dopo avere deciso come domare i miei capelli e mettendosi all’opera.
<< Mi dispiace non esserci stata al tuo matrimonio. >> dissi guardandola dallo specchio.
Lei sorrise. << Tu ci sei stata lo stesso. Tu sei sempre stata con me, Bells. >> mi disse facendomi commuovere, fortuna che non mi aveva ancora truccato.
Restammo in silenzio per un po’, lei troppo concentrata sui miei capelli ed io ad accarezzarmi la pancia cercando di calmare la bambina, ma senza riuscirci. Si muoveva continuamente come se volesse uscire, ma non era arrivato ancora il suo momento e poi non poteva uscire. Era il mio matrimonio e volevo passarlo in santa pace.
<< Avrei tanto voluto un bambino. >> mi disse Alice all’improvviso con voce triste.
<< C’è ancora tempo, Ali. >> le disse sorridendole, ma qualcosa nel suo sguardo mi diceva che non ce n’era.
<< Jazz è sterile. >> mi disse semplicemente lasciandomi di stucco.
Povera la mia Alice, lei che adorava i bambini non ne poteva avere di suoi. Perché la vita era così ingiusta?
<< Hai mai pensato all’inseminazione? >>
Scosse la testa. << Non voglio il bambino di un altro. >> mi disse e aveva ragione in un certo senso.
<< Avevamo pensato all’adozione, ma le liste sono infinite e rischiamo di avere l’approvazione quando saremo troppo vecchi e stanchi per occuparcene. >> disse afflitta e mi si strinse il cuore a vederla così. Le strinsi una mano per farle capire che io le ero vicina e lei mi sorrise riconoscente.
Dopo quella parentesi triste ritornò allegra come sempre e si divertì un mondo ad impiastricciarmi il viso ed io la lasciai fare perché non era tanto male farsi coccolare un po’.
Quando terminò mi aiutò ad infilare il vestito e le scarpe, non troppo alte perché avevo scoperto di non riuscirle a portare con il pancione. O l’una o l’altra cosa e siccome il pancione rimaneva, mi toccava mettere delle scarpe basse così Alice era stata costretta ad accorciare il vestito per non farmi inciampare. 
Quado fui pronta mi portò di fronte allo specchio e mi osservai attentamente sorridendo soddisfatta di quel risultato. Ero leggermente più rotondetta, ma non mi stava male qualche chiletto in più; il viso era luminoso e i miei occhi sembravano più gradi e luminosi grazie ai colori caldi che Alice aveva usato per truccarli; i capelli erano stati asciugati naturali semiraccolti sulla testa e mantenuti da una spilla con una piccola rosa bianca; il vestito era senza spalline con un fascia tutta ricamata color avorio sotto il seno e poi scendeva fino a terra tutto velato.
<< Devo ammettere che sono una sposa niente male. >> dissi sorridendo.
Alice sorrise raggiante. << Sei perfetta. >>
Mi girai verso di lei e facendo attenzione l’abbracciai. << Grazie mille, Alice. Ti voglio bene. >>
Lei mi guardò commossa. << Ti voglio bene anche io. >>
<< Adesso vado a vestirmi, sono qui da te tra dieci minuti. >> mi mandò un bacio e mi lasciò da sola.
Mi affacciai alla finestra e notai il piccolo pezzo di giardino che ci avrebbe ospitato per la cerimonia. Una cinquantina di sedie bianche erano state poste sul prato separate da un tappeto rosso dove avrei fatto la mia entrata, fino al piccolo arco di fiori che Tanya aveva decorato personalmente con fiori tra il rosa ed il viola.
Potevo già vedere qualcuno che passeggiava in attesa che la cerimonia avesse inizio e sparlando su quale vestito indossavo e se tutto sarebbe andato bene.
Alzai poi il viso verso il cielo limpido, privo di nuvole e con il sole alto in cielo. Non faceva caldo, ma era un’ottima giornata per un matrimonio.
<< Mamma? >> mi chiamò una voce dietro di me ed io mi girai sorridendo alla mia bambina.
<< Ciao tesoro. >> e mi avvicinai a lei.
Lei mi osservò attentamente e sorrise con gli occhi lucidi. << Sei bellissima, mamma. >> e mi strinse la mano che le offrii.
<< Anche tu lo sei, piccola. >> ed era vero.
Aveva un vestito bianco senza spalline pieghettato sul seno e poi scendeva morbido fin sotto al ginocchio, la particolarità era un nastro di seta nero legato sullo stomaco e un paio di sandali dello stesso colore. Alice le aveva acconciato i capelli in morbide onde e l’aveva truccata leggermente rendendola ancora più bella di quando non fosse già.
<< Lo ammetto, sono davvero uno schianto. >> e ridemmo.
<< Cosa avete da ridere? >> chiese una voce vicino alla porta.
Ci girammo e notammo le mie tre testimoni che ci stavano osservando nei loro vestiti. Erano identici tranne per il colore, quello di Alice era fucsia spento, quello di Tanya blue notte e quello che Leah color prugna. Era un vestito senza spalline pieghettato sul seno, sotto quest’ultimo c’era una fascia abbastanza grande piena di pietruzze che richiamavano il colore del vestito e poi scendeva leggero e velato fino a terra.
Leah aveva i suoi capelli corti legati in uno stretto chignon ed aveva un trucco fatto a regola d’arte nelle tonalità del viola; Tanya aveva acconciato anche lei i capelli in uno chignon, ma più elaborato ed elegante con un paio di ciocche che le cadevano morbidamente sul viso e sui suoi occhi azzurri aveva applicato dei piccolissimi ed eleganti glitter blu; Alice, anche lei lo chignon, ma di lato aveva applicato sul viso un trucco tra le tonalità dell’argento e del fucsia.
Erano bellissime tutte e tre e mi guardavano orgogliose.
<< Ragazze, siete favolose. >> dissi sincera e Nessie annuì.
<< Siamo tutte bellissime ed io sono un genio. >> disse Alice congratulandosi da sola per il lavoro che aveva fatto e aveva ragione per farlo era lei ad aver fatto tutti i vestiti e gli abbinamenti con accessori, trucchi e acconciature annessi.
Ridemmo tutte, ma un improvviso movimento della mia principessa più forte degli altri mi tolse il respiro. Si accorsero della situazione e accorsero a sostenermi, Nessie mi guardava preoccupata.
<< Ti senti bene, mamma? >>
Cercai di sorridere. << Oggi questa principessa fa i capricci, adesso passa. >> dissi rassicurandole e sedendomi sulla poltroncina, facendo dei grossi respiri.
Qualcuno ritornò con un bicchiere d’acqua che io bevvi in un solo sorso, rinfrescandomi e trovando un po’ di pace.
Le guardai adesso sorridendo sinceramente. << Va tutto okey, tranquille. >> e accarezzai una mano a mia figlia.
Rimanemmo un altro po’ in quella stanza a parlare a farmi passare l’ansia per quella giornata fino a che qualcuno non bussò alla porta e la testa di mio padre spuntò dentro cercandomi e appena mi vide entrò dentro chiudendosi la porta alle spalle.
Con l’aiuto di Nessie mi alzai e gli sorrisi. << Papà, sei una meraviglia. >> dissi vedendolo per la seconda volta con lo smoking.
Lui arrossì. << Sembro un pinguino, Bells. >>
Sorrisi divertita avvicinandomi a lui e aggiustargli il nodo della cravatta. << Un pinguino adorabile. >> e gli chioccai un bacio sulla guancia.
Lui sorrise dolcemente e mi guardò. << Sei bellissima, Bells. Bellissima. >> e fu il mio momento per arrossire. << Grazie. >>
Mio padre poi spostò lo sguardo su tutte le altre e sorrise. << Siete tutte bellissime, ragazze. Nessie, tesoro, sei un incanto. >> disse guardando poi sua nipote che sorrise arrossendo.
Mio padre ritornò con lo sguardo sul mio viso e mi sorrise. << Andiamo? >>
Strabuzzai gli occhi quasi terrorizzata. << Già? >>
Lui sorrise divertito. << In realtà sei in ritardo di cinque minuti, tesoro. Edward si sta agitando. >>
Feci un grosso respiro e poi annuii appoggiando la mano sul braccio che mi stava offrendo.
Quando arrivai vicino all’entrata della villa notai Emmett al fianco di Leah, che mi sorrise; Jasper mi fece l’occhiolino mentre stringeva a se Alice e al fianco di Tanya c’era un amico dei tempi del college di Edward, James, che mi sorrise. Non ci eravamo ancora presentati, ma aveva la faccia simpatica.
<< Pronta? >> chiese Alice.
Feci di nuovo un grosso respiro. << Pronta. >>
Alice fece cenno a qualcuno e subito una dolce melodia, diversa dalla solita marcia nuziale, si sparse per il giardino e notai tutti gli invitati alzarsi e guardare verso di noi che lentamente avanzavamo. Alice e Jasper erano i primi seguiti a qualche passo di distanza da Leah ed Emmett seguiti a loro volta da Tanya e James.
Nessie aveva tra le mani un piccolo cestino con  dei petali di rose che spargeva man mano che camminava. Io e mio padre chiudevamo la file e camminavamo lentamente, sia perché il rito lo richiedeva sia perché io più di due passi alla volta consecutivi non riuscivo a fare. Mi sentivo stanca e spossata ed ero appoggiata completamente a mio padre che soffriva in silenzio.
<< Tesoro, rilassati. >> mi sussurrò.
Deglutii. << Lo so. >>
Alzai il viso e incrociai lo sguardo orgoglioso dell’uomo della mia vita. Era bellissimo nel suo smoking, con i suoi capelli disordinati come al solito e i suoi smeraldi lucidi.
Mi guardava con amore e devozione e per un attimo mi dimenticai di tutte le persone presenti, della mia bambina che non mi dava un attimo di tregua e del mondo intero. C’eravamo solo io e lui e bastava.
Arrivai al suo fianco e mio padre mi offrì a lui che mi sussurrò un ‘sei bellissima’ e mi strinse la mano facendomi fare gli ultimi due passi fino all’arco di fiori dove ci aspettava il parroco.
Edward gli fece un cenno e lui iniziò.
<< Fratelli e sorelle siamo qui riuniti oggi per celebrare la santa unione tra queste due anime affini. Queste due anime che in un momento preciso della loro vita hanno deciso di non poter più fare a meno l’uno dell’altro e quindi decidendo di unirsi per il resto della loro vita davanti a Nostro Signore. >> iniziò.
<< Chi è contrario a questa unione parli ora o taccia per sempre. >> disse e nella mia storia nessuno era contro di noi così il prete dopo aver annuito iniziò il rito vero e proprio.
Edward prese la mia mano e mi fece un sorriso dolcissimo che io ricambiai.
<< Vuoi tu, Edward Anthony Cullen, prendere come tua sposa Isabella Marie Swan per amarla, adorarla e venerarla ogni singolo giorno della tua vita? >> chiese adoperando la modifica che Edward aveva chiesto.
Edward mi guardò. << Lo voglio. >> disse con tutto l’amore di cui era capace.
Sentii gli occhi pizzicare, ma mi trattenni non era ancora il momento di piangere.
Il prete mi guardò. << Vuoi tu, Isabella Marie Swan, prendere come tuo sposo Edward Anthony Cullen per amarlo, adorarlo e venerarlo ogni singolo giorno della tua vita? >>
Guardai Edward e nei suoi occhi vidi tutto l’amore che provava per me e mi preparai a dire l’unica cosa che mi avrebbe permesso di legarmi a lui per sempre.
<< Cazzo! >> urlai.
Tutti mi guardarono sconvolti, specialmente Edward che subito lasciò la mia mano.
<< Bella… >>
<< Cazzo, mi si sono rotte le acque! >> urlai ancora ed Edward sbiancò.
<< Cazzo! >> disse anche lui e mi venne da ridere e lo feci.
Risi divertita da quella situazione e subito gli altri mi seguirono divertiti dall’assurdità e dalla comicità. Edward mi guardava sconvolto come se fossi pazza, ma stava sorridendo anche lui
Subito mi si avvicinarono Alice e le ragazze, ma io le fermai e appoggiandomi ad Edward per la contrazione forte mi girai verso il prete.
<< L-lo… Ehm, dannazione! >> imprecai appoggiandomi completamente ad Edward che mi sostenne.
<< Bella, tesoro, lascia stare. Dobbiamo andare in ospedale. >> mi disse cercando di farmi ragionare.
Feci un grosso respiro. << No, prima ti sposo. >>
Alzò gli occhi al cielo. << Non c’è fre… >>
<< Chiusi quella cazzo di bocca! >> dissi arrabbiata e guardai il prete che mi rivolse uno sguardo sconvolto.
Cercai di raddrizzarmi e ci riuscii. << Lo voglio. >> dissi finalmente. << Si sbrighi però. >> specificai.
Il prete annuì. << Si, okey…ehm…bla bla bla… Bene…Dal potere conferitomi dalla chiesa e da Nostro Signore, vi dichiaro Marito e Moglie…e andate in ospedale. >> disse chiudendo il libro.
Immediatamente Edward mi afferrò per un braccio e aiutato da Emmett mi trasportarono nella macchina noleggiata per quel giorno. Alla guida c’era Seth che subito mise in moto e partì.
<< Come ti senti, moglie? >> mi chiese Edward mentre mi infilava l’anello al dito.
<< C’è un bambino di Dio solo sa quanti chili che sta cercando di uscire da un buco piccolo come un bruco e mi chiedi come sto, marito? >> chiesi sarcastica mentre gli infilavo il suo al dito.
Alzò gli occhi al cielo. << Dai, respira, come ci hanno insegnato al corso preparto. >> mi disse iniziando a respirare.
Lo guardai storta. << Devo partorire io non tu, smettila di respirare. >> dissi acida cominciando a respirare.
Seth sogghignò. << Certo che sei un spasso in questi casi. >>. Non lo risposi, ma gli diedi uno scappellotto sulla nuca.
Arrivammo in ospedale ed Edward e Seth mi aiutarono ad uscire e mi fecero sedere sulla sedia a rotelle che aveva portato un infermiere appena ci aveva visto scendere dalla macchina. Chiunque ci vide entrare li, io vestita da sposa e loro due da pinguini, ci fissava divertiti, ma poi mi guardavano e sorridevano inteneriti. Che cazzo avete da ridere? avrei voluto urlare, ma una contrazione mi fece bloccare e stringere forte la mano di Edward che soffocò un urlo.
<< Che succede qui? >> chiese un dottore.
Alzai gli occhi al cielo. << Sono venuta a fare un giro in ospedale per provare l’ebbrezza di una corsa in sedia a rotelle. >> dissi con il sarcasmo a quantità industriale.
Seth sogghignò ed Edward alzò gli occhi al cielo. << Il bambino sta per nascere. >> disse guardando il dottore.
<< Come si sente? >> mi chiese con fare professionale.
<< Mi sta prendendo per il culo? C’è il mio bambino che sta cercando di uscire dalla mia vagina e mi chiede come mi sento? Una meraviglia! >> dissi continuando a fare del sarcasmo.
Seth a quel punto non si trattenne più e rise divertito accasciandosi quasi sulla mia spalla. Anche Edward stavolta sorrise divertito. << La scusi, dottore. >>
Gli lanciai un’occhiataccia e poi ritornai a guardare il dottore che restava fermo senza fare nulla.
<< Il mio bambino non uscirà da solo, dottore, si sbrighi. >> dissi irritata.
Il dottore annuì e subito si mise all’opera finalmente.
 
<< PORCA DI QUELLA TROIA! >> urlai all’ennesima contrazione.
Edward mi stringeva la mano e mi sussurrava parole dolci per calmarmi, ma non ci riuscivo. Quando partorii Nessie fu tragica, ma quella fu un’esperienza da dimentica. Non si riusciva a capire cosa volesse fare, prima ci illudeva facendoci credere che stesse uscendo, ma poi ritornava indietro.
<< QUESTA E’ L’ULTIMA VOLTA, EDWARD CULLEN, LA PROSSIMA VOLTA LO PARTORISCI TU! >> dissi girandomi incazzata verso lui e urlando per l’ennesima contrazione.
<< Vedo la testa, signora Cullen, alla prossima contrazione spinga forte. >>
<< Spero per te che esca! >> minacciai a denti stretti l’ostetrica.
<< Amore ci siamo quasi, tra un po’ sarà tutto finito. >> mi disse Edward per tranquillizzarmi.
Lo fulminai con lo sguardo. << Te le… TAGLIO LE PALLE LA PROSSIMA VOLTA!! >> urlai alla contrazione e subito dopo sentii un pianto riempire la stanza e sentii il dolore scemare.
La mia principessa era nata. Guardai Edward che aveva gli occhi lucidi e gli sorrisi stanca, lui mi restituì lo sguardo e mi sorride dolcemente. << E’ nato. >> sussurrò con voce emozionata.
<< Signori Cullen è una bellissima bambina di tre chili e trecento. >> disse l’ostetrica mentre mi appoggiava sulle braccia un fagottino avvolto in una copertina rosa.
La osservai e me ne innamorai immediatamente. Aveva folti capelli castani e due bellissimi e grandi occhi verdi come Edward, aveva un nasino dolcissimo e la boccuccia increspata in un tenerissimo broncio. Era l’essere più bello e perfetto che avessi mai visto ed era mio.
<< E’ meravigliosa. >> disse Edward con voce strozzata.
Mi girai verso di lui e sorrisi intenerita notando le lacrime che aveva sulle guance. Gli accarezzai la guancia e gli sorrisi quando mi guardò.
<< Sei ancora convinta del nome Sierra? >> mi chiese quasi terrorizzato di un mio ennesimo scatto nervoso. Mi appuntai mentalmente di farmi perdonare per tutto quello che gli avevo detto in quella sala operatoria.
Storsi la bocca. << Avrei pensato Scarlett Christina Cullen. >> gli dissi e gli si illuminarono gli occhi.
<< La mia nonna. >> disse con tenerezza.
Era da tanto che pensavo a questa cosa, che pensavo a quanto Edward adorasse sua nonna ormai deceduta e quindi mi era sembrava una cosa carina.
Annuì. << Scarlett Christina Cullen, sia. >>
Ci girammo a guardarla e all’improvviso sentii Edward intonare una canzone ed i miei occhi si riempirono di lacrime. Le stava dedicando Isn’t she lovely di Steve Wonder che cadeva a pennello, perché la mia piccola Scar era bellissima.
Aveva le mani chiuse a pughetti e subito si rilassò quando Edward cominciò a cantare mentre le accarezzava una guancia rossa e pienotta. Poi inaspettatamente fece un cenno di sorrise e le sorrisi anche io.
<< Ti amo mia piccola Scar. >> le sussurrai prima di darle un bacio sul naso. 


Bella http://www.felanero.com/it/FMG/DET/FMG1029.html 
Nessie http://blog.studenti.it/nozzeweb/wp-content/uploads/2011/04/abito-da-cerimonia.jpg 
Le testimoni con colori diversi http://verona.olx.it/abiti-da-cerimonia-e-da-sposa-iid-56704496#pics 
Come ho immaginato Edward cantare http://www.youtube.com/watch?v=7TT36QkdPP8&feature=related 

 

   
 
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