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Autore: Nyappy    18/06/2011    2 recensioni
[Temporaneamente sospesa, tornerà a breve]
Una ragazza che sa di amare...
Sean era proprio un principe, il suo principino capelliperfetti e bacigentili -che non dava a lei- ma a Tina andava bene così, non era una principessa.
E no, non era nemmeno come Cenerentola [...]
Ma oltre a quei capelli biondi e i caldi occhi nocciola -l'unica cosa veramente espressiva di lui- Tina non vedeva nulla.
Nessun'emozione sembrava agitare quel volto, nessuna passione nemmeno mentre baciava con delicatezza Liz.
Sean sembrava vuoto [...]

...ed un ragazzo che non sembra sapere cos'è l'amore.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Quando il cielo andrà in frantumi, allora ti capirò
 Sean

 
Tina era sempre attenta durante le ore di Letteratura, ed il motivo era semplice, era la sua materia preferita –anche se la voce stridula del prof riusciva a rendere sgradevole persino la melodia delle poesie di Emily Dickinson.
Proprio mentre prendeva appunti sulle figure retoriche di Serpe alzò gli occhi per incontrare la nuca di Sean, seduto due file davanti a lei, e realizzare che lui non stava scrivendo.
Strano, era sempre così diligente… le tornò in mente lo scatto di rabbia del giorno prima. Le due cose potevano essere legate, sì.
 
-Voglio gli occhi viola.-
-Ora non esagerare.-
Era una tattica di Lisa quella di parlare di continuo per distrarre l’amica, dato che Sean tra un boccone e l’altro stava probabilmente mangiando anche Liz e per Tina quella non era una bella vista.
-Hai ragione, sono meglio verdi.-, con un tintinnio di braccialetti Lisa si scostò i capelli dagli occhi.
-Oh, guarda chi c’è!-, prima di salutare allegramente Mitch, che sembrava spaesato ogni volta che entrava in mensa e si avvicinò a loro due con il vassoio in mano.
-Ciao Mitch.-, lo accolse Tina e  lui le sorrise prima di essere investito da un –Che ci fai qui per due giorni di fila?-
Si era abituato in fretta alla brusca giovialità di Lisa perché rispose con un tranquillo –Paula mi ha cacciato, dice che ho i polmoni così pieni di polvere da essere peggio di un fumatore.-
Paula era l’inserviente della scuola –non l’unica ma quella più conosciuta, era diventata leggenda da quando aveva buttato fuori Smith dalla Presidenza per sistemargli la scrivania.
-Ti serve un po’ di pausa.-, commentò Tina.
Insomma, lui rimaneva in biblioteca per troppo tempo, non usciva mai. Leggere su una panchina o sotto un albero era così rilassante –e sano.
Poi si accorse che lui le stava fissando il petto.
Strabuzzò gli occhi per dirgli qualcosa d’imbarazzato quando si accorse che il ciondolo preso il giorno prima le era uscito dalla maglietta e riposava sulla stoffa bianca in tutto il suo dorato splendore.
-Bello.-, e Mitch sembrava davvero sincero, -Posso?-, chiese porgendo la mano a distanza, e Tina prese il ciondolo tra le dita per posarlo sul suo palmo aperto.
Così posato e all’antica non era certo il tipo da prenderlo direttamente, in effetti.
-E’ pesante.-
-Vintage autentico.-, intervenne Lisa con la bocca piena.
Tina non immaginava certo che Mitch sfiorasse con il dito la superficie smaltata del gioiello e lo facesse scattare, rivelando il ritratto di Sean.
-Oh.-
Questo in effetti era molto imbarazzante e Tina si maledisse per non aver prestato più attenzione prima al ciondolo.
Era giusto un vezzo, eppure nella sua semplicità poteva essere pericoloso.
Mitch però non si scompose e si limitò a richiuderlo, le labbra increspate in un sorriso appena accennato prima di voltarsi.
Tina seguì i suoi occhi ed incontrò le mani di Liz che accarezzavano il viso di un impassibile Sean.
-Ti capisco.-, Mitch tornò a guardarla comprensivo e Tina si diede della stupida per aver dubitato di lui. Lo conosceva poco, certo, ma sapeva quanto fosse un bravo ragazzo.
-Quando avete finito di fare gli occhi dolci a Davis andiamo a prendere il dolce, ok?-
 
Sean era sempre gentile con tutti, anzi no, cortese.
Anche i saluti che ricambiava erano velati di quel vago senso di obbligo che spingevano Tina a volerlo conoscere.
Cosa faceva una volta a casa? Come passava i suoi pomeriggi liberi?
Lei voleva sapere. Non poteva essersi innamorata solo dei suoi occhi e di quel viso perfetto, doveva esserci per forza qualcosa di più profondo che l’attirava.
Forse… il mistero? Non che Sean fosse cupo o tenebroso, semplicemente tutti lo conoscevano nella stessa, superficiale maniera.
Anche Liz?
A volte Tina si chiedeva cos’avesse di tanto speciale Liz rispetto a lei, e concludeva che erano entrambe normali, piuttosto simili.
Certo, Liz era sempre a dieta e nominava il tennis in due conversazioni su tre, ma aveva sempre il sorriso sulle labbra e i suoi occhi grigi erano così luminosi che sì, Sean doveva essere rimasto incantato da quelli.
Tina cos’aveva? Banali occhi marroni, banali capelli castani, ed ogni volta che si guardava allo specchio notava solo la camicetta fuori posto o un ciuffo ribelle di capelli.
 
Le lezioni erano finite da poco e la scuola si era svuotata subito –a parte il campo da football, quel giorno la squadra aveva gli allenamenti.
Lisa era dovuta scappare per un pomeriggio in famiglia –era arrivata la zia Huan e non si vedevano da secoli- e Tina stava attraversando il corridoio dell’ala est diretta in biblioteca. Paula doveva aver finito il suo lavoro, no?
Superò tutte le file di armadietti e la porta dell’aula di Arte per sentire un rumore soffocato più avanti, come se qualcuno fosse sbattuto violentemente contro la parete. Era nei bagni?
Si avvicinò con cautela alle due porte vicine.
Che poteva fare lei, sola?
Non era decisamente sicura, però… qualcuno poteva essere stato male, magari una ragazza era svenuta ed era crollata sul pavimento.
Strinse forte la borsa dei libri ed aprì piano la porta del bagno delle ragazze, completamente deserto.
Stava per chinarsi a terra e controllare che nelle cabine non ci fosse nessuno quando sentì qualcosa sbattere sul muro in comune con il bagno dei maschi e trasalì.
No, qualcuno stava colpendo la parete volontariamente, altro che malore…
Ora era spaventata e valutò bene le sue opzioni.
Andare a controllare l’altra stanza era fuori discussione.
Poteva fuggire in biblioteca –come era entrata silenziosamente poteva uscire altrettanto in incognito- oppure poteva rimanere lì ed aspettare.
Tina non sentiva nessun rumore, solo quello del battito vagamente accelerato del suo cuore, quindi sapeva che nell’intera ala est doveva regnare il silenzio più assoluto.
Fece per avvicinarsi alla porta quando sentì quella dei maschi sbattere –e si nascose subito cercando di non farsi notare.
Chi poteva essere? Chi sbatteva contro i muri –o sbatteva qualcun altro? Sì, Tina era spaventata.
Quando sentì dei passi allontanarsi fece capolino dalla porta solo per riconoscere Sean in mezzo al corridoio, a capo chino e con la mano sinistra tener fermo il braccio destro.
Era stato lui a fare quello? Non si sentiva più nulla, quindi era solo.
La tentazione di seguirlo era forte, eppure… no, Tina sgusciò fuori dalla stanza diretta in biblioteca: sarebbe uscita dalla porta d’emergenza là.
Incontrare Sean, dargli e chiedergli spiegazioni sarebbe stato immensamente difficile, aveva ancora il battito del cuore accelerato dalla paura.
Ma sarebbe andata in fondo alla faccenda.
Prima quello scatto, poi quelle botte… ed il braccio centrava di certo qualcosa.

*

Quando Tina rivide Sean la mattina dopo questo aveva una spessa fasciatura che gli avvolgeva la destra, era in mezzo al corridoio tra gli altri studenti e Liz stava correndo via, in lacrime.
Sean stava andando in frantumi.
Non la sua immagine, quella no; tutti erano pronti a giurare che lui avesse usato tutto il tatto possibile e che Liz dovesse avergli fatto qualcosa di veramente odioso –la colpa era di lei.
Ma dentro, com’era Sean? A pezzi.
Pezzi che lo rendevano più umano: quegli occhi caldi finalmente pieni di qualcosa, la camminata debole e –ora Tina lo poteva dire con certezza- sofferente del giorno prima, sembrava che il dolore lo stesse colorando, lui bianco e azzurro e oro, aggiungeva dei colori cupi e vivi come il rosso, il nero.
-Ti giuro, per una volta non so cosa dire.-
Tina aveva raccontato tutto a Lisa durante il cambio dell’ora, dato che avevano Biologia assieme.
Prima Tina le aveva fatto raccontare l’incontro con i parenti e quello schianto di fratello del figlio del primo marito di zia Huan, poi le aveva riferito del suo pomeriggio.
E per far ammutolire Lisa dallo stupore ci voleva qualcosa di davvero grosso.
-Cioè si è fatto male da solo? Ma perché?-, già, era quello che si chiedeva anche Tina.
Perché tirare dei pugni al muro?
Non riusciva nemmeno a gioire per Liz –perché aveva sempre ammesso con se stessa la sua gelosia nei confronti di una persona che non la considerava nemmeno e l’antipatia immotivata per la ragazza.
-Non ne ho idea. Ho… un po’ paura.- le confidò Tina, e Lisa annuì lanciando un’occhiata al ciondolo sotto il maglioncino dell’amica.
-Ma quello non lo togli. Ah, l’amore!-, cercò di sdrammatizzare.
Quando entrò il professore il brusio cessò subito e Tina sfruttò quell’ora di ripasso così simile ad una messa solenne per riflettere.
Affrontare Sean? Fare finta di nulla? A lei importava, importava davvero, ma non sapeva come avvicinarlo, cosa dirgli… non poteva prevedere la sua reazione.
 
Quella sera non fece altro che pigri scarabocchi in matita sulla pagina nuova del quaderno.
Non aveva deciso di portare sempre con sé la foto di Sean senza un motivo.
Sì, l’avrebbe affrontato, lo avrebbe aiutato a raccogliere i pezzi e sistemarli assieme, se lui le avesse dato il permesso.


Emily Dickinson è la più grande poetessa americana. Sinceramente non mi piace, non mi ha mai detto nulla, ma ho dei gusti davvero difficili e Tina deve essere indipendente.
Mitch sta venendo fuori un tesoro. Poveretto. Far assistere Tina a questo crollo di Sean però sarebbe stato troppo. Troppo cliché ed immotivato. Credo che se sentiamo dei forti rumori non andiamo a vedere che succede, ci nascondiamo –succede per le sciocchezze così come per le cose serie.
Smith comunque è davvero il preside di Parkview High –Paula m’ispira come nome. Che succede a Sean? Lo vedrete :)
E' molto introspettiva questa storia, diversa dal mio solito -anche Tina ha una personalità che non ho mai trattato. E io amo gli occhi scuri, comunque. Banali? Sono meravigliosi!
Ringrazio Alletta96, la mia giuliaserpy e dagusia123 per i commenti allo scorso capitolo, vogliono dire davvero molto per me :D
Nyappy
   
 
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