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Autore: Sayuri_92    18/06/2011    4 recensioni
Una ragazza fuggita da Konoha per troppo tempo, con delle origini misteriose, con due fratelli da fermare e ritrovare, con delle verità da scoprire. Un'Uchiha in più in circolazione, un amore impossibile, dei legami indissolubili. Una storia dove amore ed odio sono frequentemente in contrasto, ma allo stesso tempo vanno a braccetto, una fan fiction dove la storia cambierà, totalmente rivoluzionata dall'arrivo di un nuovo personaggio. Fin dove può spingersi l'amore di una ragazza per il proprio amato? Storia ambientata prima della morte di Asuma, dopo il rincontro con Sasuke da parte di Naruto e Sakura. Buona lettura. ||| STORIA TEMPORANEAMENTE SOSPESA. Cercherò di riprendere la sua stesura al più presto :)
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
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Piccola premessa: In questo capitolo il terzo Hokage è OOC, ma mi serverà ai fini della storia =) Vi chiedo di non giudicare il capitolo dalle rivelazioni che decide di fare ^_^ Perdonatemi per il ritardo, ma è estate. Cercherò di aggiornare quando potrò. Al prossimo capitolo!




20 - Truths



" Jiraya - Sensei ..." sussurrò appena, rimanendo sdraiata su di un fianco su quella brandina. Sorrise appena, avendo saputo fin dal principio che prima o poi sarebbe venuto.
" Mi spiace, non ho potuto fare nulla per impedire ciò." sibilò una voce femminile. Identificò quella persona nell'Hokage, nonostante non ne fosse sicura al cento per cento.
" Sayuri ... le guardie ci hanno concesso un quarto d'ora per vederti." disse l'albino, andando ad infilare la chiave nell'apposito buco, facendo scattare la serratura.
Entrambi i Ninja leggendari entrarono all'interno della cella, avvicinandosi al corpo della ragazza. Tsunade notò immediatamente quei brutti squarci sulla sua schiena, non potendo far a meno di provare un forte senso di colpa e frustrazione.
" Guarda come ti hanno conciata ..." sibilò Jiraya, andando a sfilarsi quella specie di Jilè rosso che indossava. Alzò il busto della ragazza, poggiandole l'indumento sulle spalle, così da coprirla un poco.
" Non è niente, Jiraya - Sensei ... sono solo ferite. Prima o poi riuscirò a dimostrare la mia innocenza ..." biascicò, sorridendogli. Come sempre si stava dimostrando forte, anche in questa situazione. Eppure lui sapeva che lo era solo apparenza. Chissà dentro come soffriva ...
" Tsunade ..." mormorò l'albino, ricevendo un tacito segno d'assenso della bionda. Ella iniziò immediatamente a medicare quegli brutti squarci con qualche Jutsu medico, cercando di fare il meglio che potesse, nonostante  fosse obbligata a non guarirla del tutto. Quello che stava facendo andava contro le leggi del carcere ... Non poteva curarla, ma non poteva nemmeno lasciarla sanguinante e dolorante. Le fece rimarginare solamente un poco, così da darle un leggero sollievo e non far accorgere le guardie del suo intervento.
" Jiraya - Sensei ... è stato Danzo, vero?" domandò la biondina, volendo delle risposte.
" Si, è stato lui." si limitò a rispondere, senza porle quesiti su come facesse a sapere chi fosse.
" Che vuole da me? Io nemmeno lo conosco ..." mormorò, storcendo le labbra.
" E' quello che vogliamo capire. Noi sappiamo che tu sei innocente, ma lui ha tutto il diritto di dubitare della tua fedeltà. Purtroppo ci sono delle cose strane ... Se conoscesse sia te che la tua storia familiare cambierebbe idea. Non siamo riusciti a trovarlo, ma ti promettiamo che faremo tutto ciò che è in nostro potere per parlarci e farlo ragionare." disse Tsunade, sospirando.
" Capisco ... Sono contenta che siate venuti. Non mi piace molto questo posto, è buio e non c'è nessuno di simpatico." mormorò, cercando di ironizzare un pò.
" Al buio possiamo rimediare ... questo non è vietato." sibilò Jiraya, avvicinandosi ad una candela posta in un angolino, accendendola grazie ad un semplicissimo     Jutsu di piccole dimensioni. Una fioca luce iniziò ad illuminare la fredda e piccola stanza, procurando un leggero sollievo alla fanciulla. Amava la luce e amava poter vedere le cose e le persone che la circondavano.
" Cerca di resistere e di collaborare con coloro che si trovano all'interno di questa prigione. Darò l'ordine di non farti torturare, almeno questo posso farlo in quanto Hokage." disse la bionda, rendendosi utile come poteva.
"  Ci proverò, nonostante continui a rimanere della mia opinione ... Questo posto non mi piace per nulla!" esclamò, sospirando pesantemente.
" Sayuri. Abbiamo pochissimo tempo, ascoltami bene. Tutti coloro che hai conosciuto sanno della tua situazione e cercheranno di aiutarti in tutti i modi. Tu non devi far altro che aver pazienza e startene qui buona. Non ti faranno più nulla. Comunque, devo consegnarti una cosa ..." asserì Jiraya, rimanendo molto sul vago.
" Va bene Jiraya - Sensei ... Mmh? Di cosa si tratta?" domandò, decisamente curiosa. In seguito ai primi soccorsi di Tsunade si sentiva decisamente meglio, tanto da portarsi a sedere sulla brandina, incrociando le gambe. Non poggiò la schiena al muro per ovvie ragioni ... Gli squarci stavano sicuramente meglio, però non erano ancora completamente rimarginati.
" E' una lettera. Me l'ha consegnata il terzo Hokage quattro anni fa e voleva che te la dessi quando ti avrei reputata pronta, prima di raggiungere i diciotto anni. Non so cosa ci sia scritto, è indirizzata a te e non mi sono mai permesso di leggerla. Lo so che non è il momento adatto, ma sento che c'è qualcosa di importante che devi sapere. Fai buon uso delle parole che troverai scritte qua dentro." mormorò, porgendole quella busta leggermente ingiallita dal tempo, contenente i vari fogli scritti dal vecchio Hokage.
La fanciulla si fece seria, andando ad afferrare quella letterra, stringendola tra le dita. Ne ignorava il contenuto e la curiosità iniziò a divorarla. Voleva sapere cosa c'era scritto, voleva leggerla subito.
" Noi adesso andiamo, Sayuri. Mi raccomando, stringi i denti e continua a dimostrarti così, come l'allieva che ho sempre apprezzato." disse Jiraya, sorridendole, andando a portar un pollice verso l'alto, gesto imitato poco dopo dalla biondina.
" Arrivederci Jiraya - Sensei, arrivederci Quinto Hokage e grazie della visita! Dite agli altri che sto bene, mi raccomando e non fategli commettere sciocchezze!" si raccomandò, osservando i due Sannin uscire dalla cella, richiudendo la porta fatta di sbarre dietro di loro.
Sospirò, andando ad aprire lentamente la busta. C'erano diversi fogli ripiegati all'interno. La calligrafia era ordinata e semplice da comprendere.
Il cuore iniziò a batterle a mille. Non sapeva perchè, ma sentiva che quelle parole le avrebbero rivoluzionato la vita. Prese un bel respiro e con il cuore in gola iniziò a leggere quella lunghissima lettera, somigliante più ad una confessione.

Cara Sayuri Uchiha,
probabilmente ti starai chiedendo il perchè di questa lettera. Cosa può volere il vecchio terzo Hokage da te? La risposta non è difficile: voglio solamente svelarti tutta la verità. Probabilmente, se tu stai leggendo queste righe, io ormai non ci sono più ed è per tal motivo che ho affidato questo prezioso documaneto a Jiraya, il tuo maestro.
Ci sono molte cose che ignori e che, forse, non dovrei nemmeno svelarti. Io stesso mi sono domanto per lungo tempo quale fosse la giusta cosa da fare e alla fine sono arrivato a questa conclusione: meriti di sapere tutto, meriti di conoscere il perchè di determinati eventi. Lo devo al tuo vero padre, sai? Era un uomo straordinario, un grande amico in primis ed anche un Ninja valoroso. Gli giurai di proteggerti, di farti vivere una vita felice, ricca di emozioni. Un giorno saresti diventata una Ninja forte e coraggiosa come lui e finalmente avrei potuto dire di aver realizzato il suo desiderio. Purtroppo non è stato così.
Differentemente da quanto pensi lui ti ha sempre voluto bene e ti ha dato tutto l'amore possibile, morendo per salvare la tua vita e quella di tuo fratello minore. Sono certo che tutt'ora ignori l'esistenza di un consanguineo ancora in vita, benchèmeno tuo fratello, ed invece è così. Jiraya sa chi è ed è per questo che non ti dirò il suo nome, così come non ti svelerò l'identità di tuo padre. E' meglio che il tutto rimanga segreto. Sarà lui a svelarti il mistero al momento propizio. Sicuramente mi starai maledicendo per questo, ma il mio compito è quello di narrarti tutt'altro.
Partirò dalle origini, dall'inizio di tutto, cercando di raccontarti dettagliatamente ciò che conta più di ogni altra cosa.
Come ho già detto tuo padre era un grande Ninja, un grande uomo, ma soprattutto un grande padre. Era innamorato di una donna fantastica, tenace, forte, intellingente, una Ninja. Erano fidanzati da diversi anni e lei sarebbe stata la donna destinata a diventare la madre di tuo fratello, ma non la tua. Ora ti spiegherò il perchè di tutto ciò, so che sei piena di dubbi e che nessuno ti ha mai parlato delle tue vere origini.
A quel tempo girava voce che ci fosse un uomo che bramava potere, che voleva entrare in possesso dell'arma perfetta per distruggere un villaggio in un sol colpo. Quell'arma, però, ancora non esisteva. Dovette ingegnarsi, tanto che si diceva che era arrivato a qualche conclusione. Erano tutte voci infondate e quindi prive di significato. Nessuno gli diede peso, compreso me. Forse quello fu il più grande errore della mia vita.
Quell'uomo misterioso venne a conoscenza della potenza di tuo padre, un uomo che nasce una volta ogni mille anni, un vero genio del combattimento. Sembrava avere un potenziale innato! Così venne a Konoha sotto mentite spoglie, senza che nessuno sospettasse nulla. Si recò nel quartiere degli Uchiha, cercando per giorni colei che potesse essere adatta al suo piano. Alla fine trovò una donna, un'Uchiha dalle abilità strabilianti e con un talento naturale. Corrispondeva perfettamente alle sue esigenze.
Non conosciamo tutt'ora bene come si siano svolte le dinamiche, ma in qualche modo quell'uomo convinse quella donna del Clan Uchiha a collaborare. Nessuno conosceva il nome di quel temibile individuo, non a quell'epoca almeno. Le sue capacità superarono l'immaginabile, tanto che riuscì a piegare tuo padre, manipolando la sua mente tramite un Jutsu proibito e totalmente sconosciuto. Forse era di sua invenzione.
Tuo padre si comportò in modo strano per qualche giorno, ma nessuno gli diece peso, attribuendo la causa di quel comportamento allo stress.
Quella donna appartenente al clan Uchiha, solamente grazie all'effetto di quel Jutsu proibitò, riuscì a sedurre tuo padre, strappandogli una notte di passione contro la sua volontà, rimanendo successivamente incinta. Ci furono svariati problemi all'inizio. Colei che sarebbe divenuta la madre di tuo fratello si arrabbiò tantissimo, capendo solo in un secondo momento che il marito fosse sotto l'effetto di un terribile Jutsu. Lo liberò da quella malsana tecnica, spiegandogli la situazione e facendogli comprendere la gravità delle cose.
Si sarebbe voluto vendicare di quella donna, avrebbe voluto picchiarla, ma non lo fece. Era conscio che dentro la sua pancia stava crescendo una vita e quella vita era proprio sua figlia. Il danno ormai era fatto e non potè che accettarne le conseguenze. A quel tempo ignoravamo tutti quale terribile piano si celasse dietro il tutto. Passarono i mesi e finalmente giunse il tanto atteso giorno della nascita di quella bambina. La neonata era bellissima, con dei bizzarri capelli biondi, macchiati di tanto in tanto da delle ciocchette scure. Quella bimba eri tu, Sayuri.
La tua vera madre non fu mai in buoni rapporti con tuo padre, eppure lui non dubitò nemmeno un istante di volerti. Eri pur sempre sua figlia e, tra l'altro, eri priva di colpe. A differenza di colei che ti mise al mondo, lui fu entusiasta della tua nascista, scegliendoti un nome e coccolandoti fin dall'inzio. Tua madre, invece, se ne infischiò, sparendo poco dopo, non lasciando alcuna traccia. Alcuni dicono che sia morta, altri che vaghi per le terre, ma nessuno ha mai saputo realmente cosa le successe.
Tuo padre, in accordo con la futura madre di tuo fratello, ti portò a vivere a casa loro, donandoti tutto l'amore possibile. Fu pochi giorni dopo la tua nascita che quell'uomo che aveva organizzato il tutto si rifece vive, presentandosi come Madara Uchiha.
Cercò di rapirti, di sottrarti a tuo padre, ma non sapeva con chi aveva a che fare, o meglio, non immaginava che fosse potente fino a quel punto. Ingaggiarono una battaglia, finendo con un pareggio. Tuo padre riuscì a proteggerti, ma non riuscì ad impedire l'imposizione di una strana maledizione su di te.
Madara Uchiha svelò il suo piano, forse intenzionato a far cambiare idea a coloro che avevano deciso di crescerti. Rivelò tutto, compresa l'applicazione di quel particolare Jutsu che aveva costretto tuo padre a passare quella notte di passione con la donna del Clan Uchiha.
Il suo intento era quello di dar vita ad una creatura potentissima, nata dall'unione di due Ninja di alto livello. Da una parte ci sarebbe stato lo Sharingan, dall'altro il potenziale innato di tuo padre. Oltretutto, come se non bastasse, quella maledizione che ti inflisse prevedeva il controllo assoluto del tuo corpo da parte sua e non solo! Ci sarebbe stato il predominare della tua parte malvagia,dei tuoi poteri sopiti e di un qualche altro potenziale ancora sconosciuto, che avresti sviluppato con il passare degli anni. Madara aggiunse anche un'altra cosa: una volta compiuti i diciotto anni ti saresti lasciata completamente dominare dalla maledizione, con o senza la sua presenza, liberando la tua sete distruttiva e distruggendo Konoha con il suo aiuto. Assieme saresti diventati il terrore di tutti i villaggi, gli imbattibili Uchiha. Ovviamente c'era un ma. La maledizione non era perfetta, serviva solamente ad annientare la foglia. Una volta attivata, una volta che il 'male' avesse preso possesso di te, tu saresti morta a poco a poco, divorata dall'interno. Forse saresti durata ore, forse minuti, ma non più di un giorno.
I suoi piani non andarono come previsto. Tuo padre riuscì a sigillare la maledizione, impedendo a quell'uomo di prender il controllo del tuo corpo. Non potè, però, sigillare anche quella dei diciotto anni, essendo troppo sofisticata. Studiò a lungo per cercare una soluzione, scoprendo che una piccola possibilità c'era. Se avessi passato tutta la tua vita al fianco di persone buone, se non ti fossi mai lasciata dominare dall'odio e fossi stata istruita da maestri in gamba proprio come Jiraya, se fossi divenuta una brava ragazza, allora avresti avuto la forza di dominare da sola la maledizione, nonostante quella sarebbe rimasta continuamente in agguato. Si sentì quasi sollevato a quella notizia, confidando nelle potenzialità di sua figlia. Eri sangue del suo sangue, qualcosa da lui l'avevi pur ereditata, no?
Tuo padre ti tenne con se fino a quando rimase in vita. Purtroppo, con la comparsa del demone a nove code un anno e pochi mesi dopo, morì per salvare te e tuo fratello appena nato e per proteggervi entrambi da Madara, rispuntato fuori da non si sa dove. Quando era in fin di vita mi chiese un enorme favore: voleva che mi prendessi cura di voi due, che vi facessi crescere in un bell'ambiente. Non fu difficile trovare una famiglia per te ... Eri per metà Uchiha e Mikoto, essendo in buoni rapporti con tuo padre, decise di adottarti. Per tuo fratello fu differente. Ma questa è un'altra storia ...
Vi dovetti separare e tutt'ora non riesco a perdonarmelo.
Sono sicuro che dopo questa verità sarai sconvolta, ma sappi che non è finita qui. C'è un'altra cosa che devi sapere, una cosa importantissima. Se ti sto svelando queste cose è perchè mi fido di te. Sono l'unico, oltre tuo padre, a conoscerle per intero. Cerca di non lasciarti prendere dall'ira, non farti dominare dall'odio,è importante.
Ricordi quella sera che ti cacciai dal villaggio? Non fu un caso, io lo feci apposta, lo feci per te, per salvarti la vita. Avevo promesso a tuo padre di prendermi cura di te, di proteggerti e così feci.
I tre componenti del consiglio sapevano perfettamente cosa avrebbe fatto Itachi quella notte, ne erano a conoscenza per un semplice motivo: eravamo stati proprio noi a commissionargli lo sterminio totale del suo Clan.
Itachi, quando divenne Anbu a soli tredici anni, fu mandato come spia nella vostra famiglia, nel vostro Clan. Eravamo a conoscenza di un attentato imminente a Konoha che, probabilmente, avrebbe scatenato una guerra civile. Io proposi di contrattare con gli Uchiha, di non ricorrere ad una soluzione così drastica, ma Danzo e gli altri due anziani consiglieri non ne vollero sapere. Ordinarono ad Itachi di uccidere tutti, di non lasciare nemmeno un superstite. Non sono mai stato d'accordo con quella decisione, mai ed è anche per questo che ti svelo questo segreto. Non dovrei, essendo io l'Hokage, ma ho deciso così, perchè so che la strage del tuo Clan potrebbe generare un odio eccessivo nel tuo cuore. Devi avere una spiegazione.
Tuo fratello maggiore, avendo vissuto nei terribili anni della guerra, era molto provato e aveva assunto un pensiero piuttosto pacifista. Non avrebbe mai voluto uccidere i suoi familiari, ma gli ordini erano ordini e il pensiero di una nuova guerra lo convinse. Quella terribile notte lui uccise tutti gli Uchiha tranne te e Sasuke. Non era riuscito a toglier la vita al suo fratellino, ad un bambino innocente che non aveva alcuna colpa.
Si recò da me subito dopo la strage e lo informai della tua morte. Ci rimase male e mi confidò in segreto che ti avrebbe risparmiata assieme a Sasuke, perchè voi eravate innocenti, perchè voi eravate i suoi amati fratellini. Sapeva perfettamente a cosa andava incontro, sapeva perfettamente che, eseguendo quell'ordine, si sarebbe condannato ad una vita da traditore, sarebbe stato cacciato da Konoha e avrebbe vissuto nella vergogna, reputato da tutti un assassino. Eppure ... Per il bene tuo e di Sasuke accettò tutto ciò. Io ero ignaro che ti avrebbe risparmiata, altrimenti non avrei fatto quel che ho fatto.
Ma è proprio per questo che voglio dirtelo, per farti capire che ci sono persone che ti vogliono bene fino a questo punto: il bene tuo e di Sasuke superava qualsiasi cosa, perfino Konoha.
Non farti dominare dall'odio, Sayuri, anche ora che hai scoperto queste verità resisti, cerca di farlo per coloro che ti vogliono bene, per chi, come Itachi, ha dato tutto per provare a riservarvi un futuro migliore.
Puoi anche maledirmi, ora, puoi anche pensare che chi si trova ai vertici di Konoha siano persone orribili e posso darti ragione. Non avrei mai voluto che accadesse una cosa simile. Mi dispiace, dal profondo del cuore. Spero che per Itachi, per tuo padre, per Sasuke, per Jiraya e per tutti coloro che ti voglono bene, tu riesca a resistere.
So che  queste parole non potranno mai ripagare ciò che ti hanno tolto, ma ho cercato di farti crescere in mezzo all'affetto, ti ho mandato Jiraya, colui che si sarebbe preso cura di te e ti avrebbe aiutata in tutte le fasi della tua vita.
Un ultimo avvertimento ... Fai attenzione a Danzo. Non so come, ma in qualche modo sembra conoscere il motivo della tua nascita e quella maledezione. Non mi è mai piaciuto, potrebbe avere degli strani piani in mente.
Perdona me e gli altri consiglieri, se puoi. Perdonaci tutti e dimostraci di essere quella persona che tuo padre voleva che fossi, che Itachi voleva che fossi, che tutti volevamo che fossi.
Addio, Sayuri.

 
Rimase paralizzata nel leggere quella lettera. Le sue espressioni facciali mutarono ad ogni riga, divenendo sempre più sconvolte e traumatizzate. Le mani le tremavano e gli occhi erano fissi nel vuoto. Non solo era nata da una gravidanza indesiderata, ma la sua vita aveva avuto un preciso scopo: lei era stata concepita come arma e non come persona. Tutte quelle rivelazioni la lasciarono sconvolta, ma fu quando lesse il pezzo riguardante Itachi che scoppiò a piangere, non riuscendo a crederci. Sapeva che c'era qualcosa sotto, ne era sempre stata sicura, ma non credeva minimamente che lui avesse potuto arrivare a quei livelli per il suo bene, per quello di Sasuke. Tutto ciò in cui aveva sempre creduto, tutte le verità e tutto ciò che si era costruita si sgretolò improvvisamente dentro di lei, autodistruggendosi. Credeva di essere nata per qualcosa, sicuramente, ma non pensava per la distruzione di Konoha. E poi ritornava il pensiero di Itachi, sovrapponendosi a quello di un fratello di sangue ... E Sasuke? Lui aveva pagato più di tutti per la scelta di Itachi, convertendosi al male. Madara Uchiha? Danzo? Il terzo Hokage? Jiraya? Suo padre? Aveva una tale confusione in testa da rischiare di esplodere.
Gridò, gridò per diversi minuti, prendendo a pugni il muro, tirando potenti pedate al suolo. Non riusciva a capacitarsi di quanto aveva appena letto. Possibile che quelle poche righe avessero sconvolto completamente la sua vita? Possibile che l'avessero trasformata in un qualcosa di terribile? Come poteva non provare odio verso coloro che le avevano strappato Itachi e Sasuke? Che le avevano strappato i suoi genitori? Danzo, quel Danzo, non solo le aveva distrutto la vita in passato, ma continuava tutt'ora. Come non poteva bramare di ucciderlo? Era una persona spregevole, meritava solamente la morte. Il suo primo pensiero venne rivolto ad Itachi, al suo unico grande amore, al suo fratellone maggiore, al suo più caro amico. Doveva cercarlo, doveva trovarlo, doveva picchiarlo per averle nascosto la verità e poi doveva abbracciarlo. Doveva sfogarsi con lui, fargli leggere quella lettera e cercare delle risposte. Non sapeva nemmeno più se lui fosse in grado di dargliele ... le aveva mentito, anche lui. Tutti le avevano mentito! Compreso Jiraya ... Le aveva nascosto l'esistenza di un fratello e la reale identità del padre. Cosa poteva fare ora? Di chi poteva ancora fidarsi? Forse l'unica vittima in tutta quella faccenda era Sasuke ... l'unico che non le aveva mai mentito.
Gridò ancora, inginocchiandosi a terra, iniziando a tirare così tanti pugni contro la dura pietra da scorticarsi le mani. Quei fogli, quei fogli contenenti tutte le verità si trovavano sulla brandina. Le lacrime le uscirono prepotenti dagli occhi, a fiumi, non accennando a fermarsi.
Ora aveva bisogno di qualcuno, ora aveva bisogno di Jiraya, di Itachi, di Sasuke, di Naruto ...Sentiva di volerli li con lei, ma al contempo stesso non li voleva vedere. Non sapeva più niente, non aveva più nessuna certezza.
Si accasciò al suolo, dimenticandosi il dolore alla schiena, continuando a piangere, rannicchiandosi su se stessa. Tremava, di rabbia e di paura, tremava. Non riusciva a calmarsi, non poteva calmarsi. Quanto sarebbe rimasta in quelle condizioni? Probabilmente un tempo indefinito ... Si sarebbe croggiolata in quella buia cella, interrogandosi su cosa fosse realmente vero e su cosa fosse falso, ponendosi mille domande, mille dubbi. Sarebbe mai giunta a qualche conslusione?






Sakura e Naruto camminavano silenziosamente appena dietro di Sai, appiattendosi di tanto in tanto contro le pareti. Si trovavano nel loco ove viveva Danzo, camuffati a dovere grazie a scure sciarpe e neri mantelli. Era da li che avrebbero cominciato a ricercare qualche informazione ... Sai sembrava conoscere bene quel posto, muovendosi agilmente per i vari corridoi, sapendo perfettamente i punti esatti ove si trovavano le guardie e facendogli prendere le vie meno affollate e rischiose.
" Dove stiamo andando?" chiese Naruto, a bassa voce, guardandosi attorno.
" Andiamo nello studio di Danzo... a quest'ora non dovrebbe esserci. Magari scoveremo qualcosa." mormorò il moro, accennando uno di quei finti sorrisi.
Sakura pensò che il neo compagno di Team aveva avuto proprio una buona idea. Probabilmente era un'asso dello spionaggio e del ricercar informazioni.
" Attenzione." sibilò l'artista, compiendo un rapido balzo verso l'alto, andando ad attaccarsi a dei tubi. I due Shinobi lo imitarono, cercando di fare il minor rumore possibile.
Delle guardie leggermente assonnate e distratte passarono poco sotto di loro, senza avvedersi minimamente dei tre adolescenti. La sicurezza sembrava proprio scadente ... Possibile che quel Danzo non temesse niente e nessuno?
" Sakura- Chan ... Facciamo attenzione." sibilò Naruto, preoccupandosi come sempre per la compagna.
" Non preoccuparti ... a breve le cose dovrebbero essere più facili. Speriamo che Kakashi - Sensei e gli altri si diano una mossa." mormorò la rosa, storcendo le labbra, preoccupata per quello che avrebbero dovuto fare. Il piano era senza ombra di dubbio perfetto, sperava solamente di non incontrare Ninja più forti di loro. Dalle informazioni di Sai sembravano essere tutti di un livello di poco inferiore ad un Chunin. I Jounin non si trovavano in quel palazzo, fatta eccezione per un paio. Alla fin fine era una semplice dimora dove il consigliere abitava, no? Che senso avrebbe avuto una protezione eccessiva? Sicuramente nascondeva qualcosa ...
" Spero solo che Kakashi- Sensei e Shikamaru non commettano errori." disse Naruto, deglutendo rumorosamente. Aveva il cuore in gola ... Quello che stavano facendo andava contro le regole del villaggio e lui, il futuro Hokage, stava contravvenendo alle leggi. Solo il fatto che fosse per il bene di Sayuri lo convinse. Dove stava scritto che le cose giuste sono sempre quelle che implicano il rispetto di tutte le regole?
[ BOOOOOOOOOOOOOOOOM!]
Improvvisamente si sentì un'esplosione proveniente dall'esterno del palazzo. I vetri tremarono, così come i vari tubi. Delle voci iniziarono a spargersi per il loco, cariche di terrore e preoccupazione.
" CI ATTACCANO! C'E' STATA UN'ESPLOSIONE! CI SONO DEI NINJA SCONOSCIUTI CHE CI STANNO ATTACCANDO!" gridò una delle guardie, andando a far scattare l'allarme generale. In men che non si dica la maggior parte dei Ninja addetti alla sicurezza dell'edificio si precipitarono all'esterno, ritrovandosi di fronte ad un paio di uomini dai capelli biondi e gli occhi azzurri. Sembravano quasi fratelli ... Vestivano completamente di nero ed erano privi di coprifronte.
" Perfetto ... Kakashi - Sensei e Shikamaru hanno dato inizio alle danze!" esclamò Naruto, balzando giù dai tubi, seguito a ruota dai due Ninja.
Approfittarono di quel momento di improvvisa quiete, iniziando a correre verso l'ufficio di Danzo, capeggiati dall'astuto Sai, colui che conosceva meglio il luogo in cui si stavano muovendo.
Come si immaginavano non incontrarono nessuno sul loro cammino, tutti impegnati nella battaglia che si stava svolgendo all'esterno. Ovviamente il piano era stato ideato sul momento ... Shikamaru e Kakashi avrebbero intrattenuto le varie guardie all'esterno per dieci minuti contati. Ninja del loro livello non avrebbero avuto alcun problema. Ovviamente si sarebbero presentati sotto mentite spoglie grazie alla tecnica della trasformazione e, una volta superato il tempo massimo, sarebbero fuggiti. Non potevano permettersi di perdere troppo tempo e ritrovarsi contro i rinforzi, magari anche contro i loro stessi compagni, ignari di chi si nascondesse realmente sotto i panni di quei nemici... Avevano tutti i minuti contati. Kiba, invece, avrebbe tenuto d'occhio i movimenti di Danzo, avvertendo i compari di eventuali pericoli. Essendo un 'segugio' era il più adatto per quel compito. Non potevano fallire ...
E nel mentre all'esterno gli scontri proseguivano, all'interno il trio di Ninja era finalmente riuscito a raggiungere l'ufficio di Danzo. Sakura, senza troppi complimenti, sfondò la porta, entrando nella stanza, affiancata dai propri compagni. Iniziarono a frugare sulla scrivania, sugli scaffali e nei cassetti, cercando di trovare qualcosa che potesse essergli utile e potesse fargli capire i motivi di tanto accanimento da parte di Danzo nei confronti di Sayuri.
Purtroppo per loro c'erano solo scartoffie varie, fascicoli riguardanti argomenti inutili... Non riuscirono a trovare nulla di serio, niente che potesse aiutarli a farsi un'idea di quanto stesse accadendo. Che gli unici motivi del suo arresto fossero veramente i sospetti di tradimento? Sembrava una cosa troppo banale per essere vera ...
" Sakura, Naruto ..." sibilò Sai, chinato a terra, toccando con insistenza il pavimento.
" Avanti Sai, non è il momento di pulire a terra. .." disse Naruto, non capendo nulla come al solito.
" Aspetta ... non dirmi che ..." mormorò Sakura, avvicinandosi al moro, inginocchiandosi al suo fianco.
E fu proprio quando avevano quasi perso le speranze che trovarono un buco segreto nel pavimento. Come diavolo avevano fatto a non pensarci prima? Era ovvio che, qualsiasi cosa fosse, dovesse essere nascosta da qualche parte e  non alla portata di tutti.
Sollevarono una mattonella, infilando entrambi la mano all'interno di quell'oscuro buco. Naruto s'avvicinò, curioso di vedere cosa avevano scoperto.
Quel che tirarono fuori lo deluse un poco. Era un semplice quaderno nero, non gli sembrava nulla di particolare. Tra l'altro al suo interno non c'erano altro che stupidi disegnini privi di un senso logico, apparentemente astratti.
" Non credo che ci faremo molto con quello ..." constatò Naruto, sospirando.
" Bingo invece. Queste sono scritte in codice ..." mormorò Sakura, passando le punte delle dita sulle pagine del quaderno.
" Si, è vero." sibilò Sai, annuendo appena con la testa.
" Quindi ... dovrebbe esserci scritto qualcosa di importante? E come facciamo a capire cosa?" domandò il biondino, decisamente confuso.
" Ora non abbiamo tempo ... ormai i dieci minuti sono quasi scaduti. Portiamocelo dietro, sembrerà un semplice furto, nessuno potrà ricondurre l'accaduto a noi." propose Sakura, ricevendo un tacito assenso dai due.
Rimisero la mattonella al loro posto, balzando rapidamente fuori dalla finestra, cercando di allontanarsi il più possibile da quel loco. Ancora pochi secondi e, sia Kakashi  che Shikamaru e Kiba si sarebbero ritirati, dirigendosi al loco dove si erano dati appuntamento. Lì, magari, avrebbero iniziato la decifrazione tutti assieme.

To be continued ...
   
 
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