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Autore: elfin emrys    19/06/2011    3 recensioni
[Della serie Erede]
Dal capitolo 12:
"Ma delle mani invisibili lo trattenevano
no, non era lui a correre
dei becchi neri gli strappavano la pelle
bianca, pura, troppo morbida per essere la sua
le dita che entravano nella terra
dita... piccole, infantili
e un filo.
Un filo lungo, rosso, macchiato di oscurità.
Che si univa.
A un altro filo.
Fato. Destino."
MESSO NUOVO CAPITOLO, FINALMENTE!
Genere: Avventura, Comico, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Erede'
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-Cos'è questo posto?

-Credo sia la mente di Merlin...

I due uomini fecero due passi in avanti.

Arthur si diresse verso una porta cercando di aprirla.

Chiusa.

A chiave.

E dall'interno.

Il Re sbuffò, provando ad aprirne un'altra, imitato da Richard.

Niente, erano tutte chiuse.

L'aria era tremita di tensione e nervosismo.

Dalle porte si potevano sentire delle risate, delle voci, degli urli, dei pianti.

Il corridoio era lungo e sembrava interminabile.

I due uomini cominciarono a camminare, contando le porte.

-Sono trentanove e qua ce n'è una quarantesima, ma non c'è niente dietro, si può addirittura aprire.

Richard guardò dietro la quarantesima porta.

Buio. Non c'era pavimento, non c'era soffitto, non c'erano pareti.

Solo una luce debole e lontana...

Arthur lo guardò.

-Come mai questa è vuota?

-...Credo che siano i ricordi di Merlin di ogni anno.

Il Re fissò il corridoio vuoto.

-Sono trentanove le porte, no? E Merlin non ha trentanove anni completi?

-Sì... Ma se ce n'è la quarantesima... possibile che...

-Non penso che la quarantesima sia l'ultima: credo che ogni anno faccia nascere una nuova porta. Spero.

La loro voce rimbombava fra le pareti scure, facendo un'eco quasi sibilante e inquietante.

Un urlo.

Il biondo si girò, vedendo la mano di Richard che usciva dalla porta che avevano aperto, per un attimo, prima di sparire nel buio.

-Richard?!

Anche Arthur si buttò nell'ombra.

Una luce.

Cadde su un tappeto di un rosso scuro, in un'altra ala del castello.

Richard stava in piedi e fissava un punto.

-Chi sei tu?

Il Re guardò nel punto dove l'altro si era incantato.

C'era un bambino.

Era moro, aveva gli occhi azzurri e... le orecchie...

-Non toccatemi!

Sembrava molto spaventato.

-Richard, credo sia Merlin. O almeno, Merlin bambino.

Poteva avere al massimo sette anni.

Gli occhi erano pieni di lacrime e il volto era stravolto e bagnato.

Le due manine coprivano il viso, tremanti.

I due uomini si avvicinarono.

-Non avvicinatevi!

Merlin era sinceramente spaventato.

Le ginocchia, che erano tirate al petto, si strinsero di più mentre la schiena si appiattiva al muro freddo e dalle rocce sporgenti.

-Non vogliamo farti del male, Merlin...

-Bugiardi! Non è vero, non è vero!

Il bambino continuò ad urlare, terrorizzato dai due uomini.

Arthur chiuse gli occhi, prendendo un respiro profondo.

Li riaprì, fissando con benevolenza il bimbo e tendendo la mano a toccargli la testa per accarezzargli i capelli per consolarlo, ma...

-Arthur?

Il Re sparì improvvisamente appena sfiorato il bambino e Richard vide la figura del biondo quasi venire risucchiata dal corpo del bimbo.

-Vi avevo detto di non toccarmi! Sono un mostro, scomparirai anche te se mi sfiori! Ti prego, non farlo...

L'uomo prese le mani del ragazzino, scomparendo a sua volta, lasciando solo Merlin.

 

*_*_*_*_*_*_*

 

-Cos'ha papà?

-Niente, Aranel: il medico ha detto che sta solo ricordando.

La ragazza abbassò il capo, distogliendo lo sguardo dalla figura di Heder e posandola sul corpo del padre sdraiato sul letto, sudato e tremante.

-Secondo te cosa sta ricordando?

Il ragazzo la guardò, avvicinandosi a lei che, sentendolo sedersi accanto a sé, arrossì.

-Non lo so: penso che sia preoccupato per te e tuo fratello...

-Cosa? Ha già abbastanza problemi, non dovrebbe essere preoccupato per noi!

-Io penso che lo sia.

Silenzio.

Aranel guardò intensamente gli occhi strizzati di Merlin, che si stava agitando sempre di più.

-Si muove sempre più a scatti...

Heder la guardò, poggiando una mano calda sulla testa della principessa, accarezzandole i capelli.

Lei si girò verso di lui, sorridendogli triste.

Era veramente molto bello...

Un gemito di dolore del padre la riportò alla realtà: l'uomo si stava muovendo nel letto, tremando con forza e sudando.

Il corpo del moro si muoveva a scatti tremendi.

La ragazza sbarrò gli occhi, vedendo le palpebre del padre alzate e l'occhio nero che fissava il vuoto, la bocca aperta come se volesse urlare.

Aranel cacciò un urletto che fece arrivare subito il medico che aveva sentito la ragazza dalle scale.

Guardò il co-Re.

-Uscite, subito!

Heder si alzò, trascinando Aranel fuori dalla stanza e, fuori dalla porta, facendola appoggiare a sé.

La abbracciò.

Ma il medico sapeva di non poter fare niente.

Mentre le grida di Merlin si facevano sentire, forti e violente, guardò fuori dalla finestra, dove Megan guardava la stanza dove stava.

Poi silenzio.

Un silenzio agghiacciante.

Tuttavia il medico sapeva che Merlin non era morto, era solamente troppo stanco per gridare ancora.

Non si girò.

Come poteva vedere quel corpo teso dal dolore?

Come poteva guardare la schiena dell'uomo inarcata, gli arti spalancati in un momento di intensa paura, gli occhi che fissavano il vuoto in cerca di una luce che non poteva vedere?

Eppure sembrava che il moro vedesse qualcosa, forse delle sfumature, dei colori lontani...

Una vecchia ferita che aveva vicino all'attaccatura di capelli sulla fronte si riaprì.

Merlin urlò.

Il sangue colava dalla fronte, mischiandosi con le lacrime

Crash!

Un rumore

E poi il buio.

 

*_*_*_*_*_*_*

 

Merlin ricordava.

Oddio, non avrebbe mai dimenticato quella notte.

Il co-Re poteva vedere distintamente le mani di Arthur sulle proprie cosce, il viso del biondo sepolto nel proprio collo.

L'aria era piena di gemiti e di sospiri, di nomi pronunciati a mezz'aria e non terminati.

La pelle diventava bollente dovunque Arthur lo toccava con la propria pelle, con le proprie labbra.

Merlin aumentò la presa sui capelli del marito, baciandolo sulla nuca, prima che lui alzasse il viso per permettergli di baciarlo anche sulla guancia, sulla fronte, sulla bocca.

Arthur aumentò la profondità delle proprie spinte, mentre le mani del compagno andavano a poggiarsi sulle spalle forti.

Delle lacrime cominciarono a uscire dagli occhi del Merlin spettatore: poteva ancora percepire il corpo del marito sopra il proprio, il suo peso tutt'altro che dolce che sembrava opprimerlo e invece lo faceva sentire bene...

Ma quella volta, quella che vedeva, non era stata una volta felice.

I due raggiunsero l'apice, mentre il volto del biondo andava ancora a nascondersi sul collo del co-Re.

Poi...

Merlin si sentì mozzare il fiato.

Sentì il bimbo agitarsi.

Si mise le mani sul ventre, cercando di calmarsi.

Le immagini sbiadivano e si riformavano velocemente, come se corressero.

Incubi.

Ricordi di incubi, di dolori interni.

La voce di Arthur che si faceva sempre più lontana.

Il bimbo dentro di sé sembrava contorcersi, quando improvvisamente si fermò.

Merlin restò senza fiato.

I polmoni che si rifiutavano di funzionare.

-No...

Un debole lamento, prima di ritrovarsi nel vuoto, nel buio, ancora.

-No...

Gli occhi sbarrati.

Il ricordo terminò così, nell'istante di dolore più intenso e forte, con l'immagine di se stesso circondato da persone, circondato da...

-No, ti prego...

Il moro mise ancora una mano sul proprio ventre che sentiva vuoto...

Le labbra dell'uomo si aprirono senza parlare, tremanti, come il proprio corpo all'esterno, che potevano vedere Aranel, Heder e il medico.

Un attimo si sentì morire, terminare così, senza niente, nell'oscurità.

Vacuo.

Nella mente l'eco di poche parole, che si sovrapponevano fino all'estremo.

Merlin cadde in ginocchio, con le lacrime che colavano dal mento e che cadevano a terra, con dei “Tic” che in quel silenzio sembravano assordanti..

Sentì il rumore di una porta aprirsi e Merlin si chiese se mai si sarebbe risvegliato.

Come quella volta, quella volta in cui...

Non sente più niente.

Di nuovo il silenzio sembra farsi tangibile e concreto, sembra attraversarlo con innumerevoli stilettate.

Il ricordo è terminato.

Stavolta veramente.

Finalmente.

Il moro mette ancora il palmo della mano sul ventre.

Sente come un respiro.

E' vivo.

 

*_*_*_*_*_*_*

 

Richard e Arthur si guardavano.

Si trovavano in un'altra ala ancora del castello.

Avevano un gran mal di testa: sentivano come tante ammaccature, sulle ginocchia e sui gomiti, sulla testa e sul petto.

Era come se nella loro mente avessero tutti i primi sedici anni di vita di una persona.

Sedici anni.

Merlin?

Nella loro testa non ce n'era ombra, se non in qualche ricordo loro e come riflesso...

Riflesso di cocci, di vetri in mille pezzi, riflesso di acqua, di pozzanghere un po' laudose, con la terra sopra a coprire il bel viso pallido...

Ma non ebbero tempo per star ad ascoltare le varie sensazioni che sentivano nel loro cuore, nella propria testa.

Tutte quelle voci, quei suoni, li stordivano.

Come si poteva vivere così tanto tempo in pochi secondi?

Ma ancora stavano nel castello.

In quell'antro scuro.

Le finestre erano tappate da travi e da stoffe pesanti e le porte erano tutte chiuse a chiave o tutte chiuse col catenaccio.

I due si guardavano: non sapevano cosa fare.

Quel posto sembrava molto più piccolo rispetto alla stanza dov'erano prima e dove avevano trovato il bambino.

Il bambino!

I due si guardarono intorno, vedendo solo un'ombra davanti a una finestra che guardava da uno spiraglio fra il legno fuori.

Riconobbero subito quella figura magra e alta, quel pezzo di rosso sul petto, quei capelli neri...

Richard si lanciò sopra di lui, volendolo abbracciare, ma si ritrovò ad abbracciare l'aria.

Vuoto intorno a lui.

La voce di Arthur era lontana...

E ancora dei ricordi si infilarono con forza nella propria testa.

Arthur lo chiamava, ma non era preoccupato.

Probabilmente sarebbe stato meglio senza di lui...

Ma il buio intorno a lui prese forma e non pensò più ad Arthur.

Colori.

Colori sbiaditi, lontani, leggeri.

Delle voci concitate e balbettanti e dei fruscii di stoffa.

Notte, fuori, dalla finestra.

Richard sbirciò dalla porta aperta della camera di Merlin.

No...

 

*_*_*_*_*_*_*

 

Emrys guardava fuori dalla finestra.

La notte ormai stava avanzando.

Il padre ancora non si era risvegliato, ma aveva smesso di gridare nel sonno, anche se era comunque agitato.

Due braccia esili lo abbracciarono da dietro.

Emily aveva poggiato la propria testa sulla sua spalla a occhi chiusi.

La mano pallida del ragazzo si poggiò sulle dita di lei che sorrise triste.

-Emrys...

Il ragazzo si girò verso la mora, che lo guardò dritto negli occhi azzurri.

Il principe guardò bene i suoi occhi nocciolati: avevano mille sfumature!

Erano verdi, castani, neri, azzurri... sembravano aver mille colori.

-Emily...

Il ragazzo le diede un bacio sulla fronte, sorridendo e accarezzandole la guancia rosata.

Non sapeva cosa gli era preso nella carrozza.

Normalmente non avrebbe mai e poi mai provato a toccarla, neanche con un fiore o con un petalo!

Eppure si era lasciato andare e si era fatto un occhio nero per questo: amava Emily anche per il pugno.

Non gli aveva fatto altro che bene: l'aveva svegliato.

Aveva sentito un'attrazione diversa, più complicata e avvolgente e forte e incontrollabile.

E non gli era piaciuta, o almeno non era piaciuta al suo cervello: in realtà le sue braccia e il suo petto avevano goduto parecchio di quel contatto temuto, ma...

Emily gli diede una carezza fra i capelli neri, scostandosi e sedendosi vicino a lui sul davanzale.

Probabilmente le servette avrebbero chiacchierato molto sul ritardo della nobile nelle stanze del principe, ma a nessuno dei due importava

-Emily?

-Sì?

-Papà si risveglierà, vero? E anche mio padre e Richard.

-Sono sicura che andrà tutto bene, Rys, è inutile preoccuparsi. Tuo padre e Richard faranno un ottimo lavoro, ne sono sicura.

Il moro annuì, guardando con estremo interesse e sospetto un'ombra scura che aveva intravisto per un attimo correre nel cortile.

-Piuttosto, ho saputo che altri due servi sono stati uccisi.

-Sì...

-Hai idea del motivo?

-Credo che la maledizione per funzionare abbia bisogna in continuazione di sangue, o almeno così ho letto in un libro. Questo sangue deve essere messo in una particolare bacinella fatta di un metallo preciso e questo metallo sprigiona una forza che consente che la maledizione sia egualmente forte per tutto il tempo. Così le uccisioni dei servi senza traccia di sangue penso sia dovuta a questo. Poiché la bacinella deve essere abbastanza grande e riempita fino all'orlo, è ovvio che vengano massacrate molte persone. Inoltre hanno scelto persone nel nostro castello per spaventarci.

-E riguardo alla polverina che Richard aveva buttato sopra l'anima?

-Purtroppo la polverina ha funzionato fino a un certo punto, là evidentemente la strega ha usato un incantesimo per estinguere quello delle foglie sminuzzate. Tuttavia adesso abbiamo meno luoghi in cui cercare... Ora, scusa, ma devo andare...

-Dove?

Il ragazzo non rispose, prese la spada e uscì, lasciando Emily da sola.

Il principe corse per i corridoi.

L'ombra che aveva visto era molto sospetta e si stava dirigendo verso gli alloggi della servitù.

Il moro continuò a correre, quando sentì la voce soffocata di una donna.

Si fermò, aprendo la porta dove dietro aveva sentito quel rumore, trovandosi davanti una figura incappucciata con uno strano pugnale a mezza luna in mano e una giovane serva terrorizzata.

Il principe si buttò sopra la figura, brandendo la spada.

Ci fu un breve duello, prima che Emrys riuscì a fermare la figura e ad abbassargli il cappuccio.

Il principe sbarrò gli occhi.

-Una donna?

 

NOTE: Che ne pensate? Purtroppo non è lungo come pensavo, però dovrebbe essere il capitolo più lungo della fanfiction u_u Comunque, il ricordo di Merlin è quello di Miracolo Perduto u_u Nel prossimo capitolo farete delle scoperte molto importanti sulò rapporto Merlin/Richard e penso che ci dedicherò quasi tutto il capitolo ^^ Comunqe, che dire... chi sarà la donna che Emrys ha preso? E credetemi, non è così semplice *ih*ih* Penso che nei prossimi capitoli il rapporto Heder/Aranel diventerà più sicuro e ci sarà una grande svolta, ma non penso che metterò qualcosa di particolare su questa coppia nel prossimo capitolo, invece ci sarà una bella cosa Emrys/Emily ;)

Kiss

   
 
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