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Autore: DarknessIBecame    21/06/2011    6 recensioni
Eeee....deccomiqqua. Finalmente, dopo tanto aver ciarlato sulla mia nascosta passione, arrivo al dunque. Tre capitoli, già pronti, che andranno dalla puntata 2x19 "Rumors" fino al dopo Prom. Lo so che probabilmente dopo la puntata delle Nazionali avrete il Samcedes in testa, ma promettetemi di leggere questi capitoli, se ne avrete voglia, senza troppi pregiudizi. =P Inizio con un rating Giallo, ma non arriverò al rosso, tranquilli.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rachel Berry, Sam Evans
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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III° capitolo

III° capitolo

Corsi di sotto, approfittando di quella scappatoia che Rachel mi aveva lasciato, consapevolmente o meno. Mi toccai le labbra, ancora calde e leggermente arrossate dal bacio. Quel gusto non me lo sarei scordato facilmente. Non sapeva semplicemente di qualcosa di preciso. Aveva una particolare fragranza fruttata, che mi faceva venir voglia di leccarmi le labbra o tornare di sopra e provare a vedere se il sapore sarebbe stato lo stesso, baciandola una seconda volta. Era normale aver paura di una ragazza? Beh, io ero letteralmente terrorizzato da quello scricciolo di Rachel Berry. Baciarla era stata un’esperienza devastante. Perché aveva spazzato via tutte le certezze che mi ero creato in quegli anni. Avevo sempre baciato belle ragazze, alte, formose, sensuali, estremamente sensuali. Tutto quel che ne avevo ricavato erano emozioni forti, si, ma prettamente superficiali. Mi smuovevano le parti basse, nient’altro. Quinn, forse…riusciva a farmi battere il cuore. Ma sopra al resto, sentivo sempre montare dentro tanta eccitazione, che cancellava qualsiasi altro pensiero. Pensavo che fosse l’amore che provavo per lei, che tutta quell’attrazione dovesse essere il risultato di chimica e sentimenti. E probabilmente lo era. Allora cos’avevo sentito, baciando Rachel? Soltanto calore. Un groviglio di possessività, gioia, ma soprattutto calore che s’irradiava nelle membra. Le famose farfalle nello stomaco. Quel maledetto sorriso, così semplice e delicato che si era aperto sulle sue labbra, al tocco delle mie, aveva completamente azzerato le mie facoltà mentali. Avevo baciato bocche atteggiate in espressioni che volevano essere attraenti, magari imbronciate, soddisfatte…ma mai un sorriso tanto ingenuo, puro. Sembrava davvero felice di baciare me. ME. Avevo chiuso gli occhi per immaginarmi quel sorriso, e c’ero riuscito perfettamente. Era come quello che le era apparso in volto alla fine del discorso per le regionali. Aveva le lacrime agli occhi, ma la sua espressione emanava candidamente tutta la felicità che si possa immaginare. E lei aveva rivolto quella stessa felicità a me, attraverso quell’unico gesto. Come rimanere indifferenti, di fronte ad un fatto del genere? Persino il cuore più duro si sarebbe sciolto, ed il mio non aveva resistito.
Cominciai a gironzolare per la sala, l’indecisione fatta persona. Se fossi tornato di sopra, come avrei dovuto comportarmi? Si aspettava di più da me? Io ero sicuro di volere di più. Quindi andai verso il mobile della televisione, deciso a prendere il primo film che mi fosse capitato sotto mano. Ma non avrei dovuto aspettare che la Berry mi rendesse le cose facili. In bella vista c’era un pacchetto fino, con un bel fiocco rosa. Tipico. Pensavo vi fosse un biglietto, almeno per capire se quello fosse il giusto DVD da prendere, ma tutto quello che trovai fu una scritta glitterata col mio nome sopra. Mi morsi il labbro inferiore e scartai titubante quel piccolo involucro. E dentro c’era il film di Avatar, ovviamente. L’ultimo uscito, con le scene tagliate ed ogni sorta di approfondimento, con il commento di James Cameron ad ogni scena. Mi chiesi se davvero avessi mai conosciuto Rachel, prima di quella settimana. Se davvero qualcuno l’avesse mai conosciuta. E la risposta venne automatica. Si. Perché ogni persona che veniva a contatto con lei, cambiava sempre un pochino, dopo averla abbandonata al suo destino. Solo Kurt e Mercedes sembravano i più legati a lei. Tutti riuscivano ad evolversi, a crescere, grazie anche al suo pedante aiuto, e poi la dimenticavano come se nulla fosse successo. Prendevano la parte migliore di lei e la lasciavano spossata ed inerme, l’unica a dover crescere da sola. Non che lo desse a vedere, comunque. Lei andava avanti per la sua strada, imperterrita. Neanche mi accorsi, durante i vari ragionamenti, di essere tornato in camera sua. La sentii canticchiare, ancora in quella posizione, e mi sembrò così vulnerabile che avrei potuto passare ore in quella camera disgustosamente colorata a farla parlare. Come se lo facesse già poco. Misi il disco nel lettore ed afferrai il telecomando, silenziosamente. Non si era accorta della mia presenza, quindi mi sdraiai di nuovo sul suo letto ed accesi la TV. Fissai lo schermo nero, aspettando l’introduzione al film, ma con la coda dell’occhio la vidi girarsi verso di me e voltarsi di nuovo, incerta. Quando già il protagonista faceva capolino sulla scena, decisi impulsivamente di volerla sentire più vicina. Per questo non persi l’occasione e l’abbracciai da dietro, posando il mento su quella piccola spalla e continuando a seguire il film. Lei non si ritirò al contatto, ma neanche fece altro. Rimase rilassata tra le mie braccia, mentre le scene scorrevano veloci e piacevoli.
Alla prima battuta in lingua Na’vi, la recitai in sincrono con gli attori, poi mi morsi la lingua. Non avevo mai visto quel film con una ragazza, ma se a Quinn infastidiva sentirmi parlare così normalmente, ed a Santana faceva lo stesso effetto, cosa potevo aspettarmi da lei? Un risolino basso, e poi una carezza sul volto. Tutto qua. Mi seniti bene, e riuscii a godermi il resto del film in pace. Alla fine ci scambiammo le varie opinioni, e rimasi stupito da quanto acute potessero essere le sue osservazioni. Si intendeva di cinema, di questo ne ero certo, e poté tranquillamente dirmi quali attori erano più bravi e quali meno. Era rimasta incantata da Sigourney Weaver e dal particolare modo di muoversi del popolo Na’vi. Chiacchierammo per un’altra mezz’ora, prima che il mio telefono squillasse. Di malavoglia mi alzai e risposi a mia madre, che già si preoccupava per il ritardo che portavo. Lei si alzò con me e mi accompagnò fino al piano inferiore, aspettando che recuperassi i libri per aprirmi la porta di casa. Mi porse il film ed io la guardai con aria interrogativa.
- So che lo hai già, e so anche che lo hai visto così tante volte da aver rovinato la copia. Quindi non fare storie e portalo a casa. Sono sicura che S&S (*) saranno contenti di rivederlo con te.- detto questo mi spinse letteralmente fuori dall’uscio e lo richiuse ridacchiando, mentre io osservavo la casa con due occhioni spalancati.

-Ricorda il vestito da tuo papà. Il ballo è tra soli due giorni!- From Rachel.

Mi incamminai a piedi verso la fermata del pullman, scuotendo la testa e non potendo far altro che sorridere.

Quella sera mi sentivo decisamente impacciato. Avevamo deciso di cambiarci a casa di Mercedes, la più vicina al ristorante, e rimasi di sasso quando le vidi scendere dalle scale. Erano entrambe bellissime e mi complimentai con loro. Vederle arrossire ai miei complimenti semplici e diretti mi fece pensare che entrambe non vi erano abituate. Era un’ingiustizia. Mercie mi sistemò i capelli, mentre Rachel mi sistemò quella specie di cravattino da cowboy che adoravo. Respirai a fondo e sentii un lieve profumo di cocco salire dal naso ed arrivarmi dritto al cervello. I suoi capelli. Quei boccoli lucidi e perfettamente acconciati profumavano più di tutto quello che c’era nella stanza. Smisi di respirare, fin quando non si alzò e con un’occhiata d’intesa a Mercedes mi batté una mano sulla spalla.
-Perfetti. Le foto le facciamo a scuola, no? Perché ho dimenticato la digitale a casa.- sospirò e sistemò lo scollo del vestito senza spalline, andando a mettere le scarpe col tacco che ancora non aveva indossato, per comodità. Rimaneva comunque la più bassa tra noi. La Jones si avvicinò al mio orecchio, ridacchiando e mi sussurrò una frase che non avrei dimenticato.
-Fa attenzione a lei. E vedi di non farla star male come quell’altro pesce lesso, o dovrai vedertela con la furia Kurtcedes.- mi lasciò così, a bocca aperta, mentre raggiungeva l’amica ed infilava anche lei le scarpe. Che diamine…? Aveva intuito qualcosa che neanche io sapevo? Feci spallucce e le presi sotto braccio, pronto ad uscire di casa. La cena era stata leggera e divertente, anche dopo aver salutato Quinn e Finn, che ci guardavano una con aria di sufficienza, l’altro quasi con invidia. Fortunatamente Mercedes si sbrigò a liquidarli e noi potemmo finire di mangiare il nostro menù a base di pasta. Una volta arrivati a scuola, le accompagnai a trovare un posto dove sedersi e galantemente mi offrii per andare a recuperare dei drink. Non feci in tempo a tornare al tavolo che Artie e Puck mi trascinarono con loro sul palco, dove ci saremmo esibiti. Riscuotemmo un gradito successo, e mi divertii davvero tanto. Perché da quando ero entrato nel glee club, non potevo far altro che divertirmi ad ogni canzone. Avevo trovato dei veri amici, ed ora ero anche convinto che mi avrebbero sostenuto in ogni occasione. Scesi dal palco accompagnando la carrozzina di Artie per poi lasciarlo vicino al tavolo del punch. Lui e Puck si scambiarono un’occhiata di intesa, ma io non ci feci troppo caso. Vedevo solo Rachel, da sola, che fissava un punto imprecisato alla sua destra. Mi voltai in quella direzione e vidi Mercedes ballare vivacemente con un bel tipo. Cavolo! Quello era il nerd che frequentava con lei le lezioni di chimica! Si era trasformato da secchione con gli occhiali a superfigo con capelli impomatati e sorriso smagliante. Lei sorrideva radiosa, ridacchiando ogni tanto a qualche sua battuta che puntualmente le faceva avvicinandosi al suo orecchio. “Vai, tipo sfigato, vai!” mi ritrovai a pensare, mentre raggiungevo la mia altra accompagnatrice al tavolo.
-E’ libero questo posto?- mormorai, sedendomi disinvolto accanto a lei, ancora intenta a fissare compiaciuta l’amica.
-Hai visto la mia diva? Sono così contenta…ha qualcuno con cui passare la serata, senza avere me e te tra i piedi.- notai che aveva le lacrime agli occhi. Era una ragazza estremamente emotiva, e questo mi piaceva. Le altre spesso, per difendersi dagli inconvenienti della vita, nascondevano ogni sorta di sentimento. Lei invece li lasciava trasparire senza vergogna. Le scostai istintivamente un boccolo dal viso e mi persi a guardare i suoi occhioni da cerbiatta. Quando si alzò, aveva un’aria fin troppo decisa.
- Ora tocca a me. Li stenderò tutti, promesso!- baldanzosa, raggiunse il palco e fece un cenno d’assenso verso Brad e gli altri ragazzi della band. Era arrivato il momento. L’avevo sentita provare così tante volte quella canzone che sapevo le strofe a memoria. Ma comunque riuscì a lasciarmi sbalordito. La forza della sua voce era inarrestabile. Vidi Finn voltarsi più volte verso lei, mentre la biondina appoggiava paciosa il volto sul suo petto, e Rachel non fuggiva il suo sguardo. Nei suoi grandi occhi nocciola c’era un tormento ed un’espressività tale che non seppi neanche come facessero gli altri a sostenerlo. Mi alzai istintivamente, sapendo già quando sarebbe finita la canzone, e mi diressi alla scaletta che portava sul palco. L’aspettai e le tesi la mano, aiutandola a scendere quei pochi gradini.
-Sei stata…magnifica. Sono senza parole, Berry.- ancora una volta la vidi arrossire ai miei complimenti, mentre la trascinavo al centro della pista. Blaine, il nuovo ragazzo di Kurt, nel frattempo, aveva occupato l’enorme vuoto lasciato dalla presenza di Rachel, e stava attaccando con un pezzo movimentato che mi piaceva da matti. Senza neanche chiederle il permesso, la presi per la vita e mi spostai, ballicchiando, un po’ di lato. Dopo neanche un minuto ridevamo come due sciocchi, mentre la facevo piroettare davanti a me, o imitavo un ballo robot così, su due piedi. Sentivo sulla nuca uno sguardo perforante, e sapevo già a chi appartenesse. Non volli farci caso, mi concentrai solo sulle sue risate, e…sul suo vestito. Mentre girava di fronte a me, mi piegai un po’ e sollevai con le mani il primo strato di tulle rosa a ritmo. Sembrava una nuvoletta vaporosa.
-Sicura di non essere fatta di zucchero filato? Zucchero filato tutto rosa.- ridacchiai, riportandomela vicino ed affondando automaticamente il naso sul suo collo. Lei si tirò indietro, stupita, e poi stette al gioco.
-Evans, smettila di annusarmi, sembri un cagnolino. E poi mi fai il solletico con i capelli!- sventolò una manina, mentre io ancora respiravo il suo profumo e saggiavo la consistenza morbida della pelle con il naso, poi scostò quella fastidiosa ciocca. Un gesto che in quei giorni avevo imparato ad apprezzare, e ad aspettare pazientemente, quando non c’era lei. Per quello non mi ero ancora tagliato i capelli. Kurt si era proposto più volte di farmi un taglio diverso, ma avevo rifiutato. Per farla pentire delle ultime parole, le diedi uno scherzoso morso sulla spalla, e la sentii ridere e tremare al tempo stesso. Poi una mano mi spinse via dalle sue braccia, ed io osservai attonito la scena che mi si parava davanti.

 (*) S&S, se non l'aveste capito, sono Stevie e Stacy. Avendo dei nomi così simili, mi piace pensare che possano aver dato un soprannome a questa coppietta. Ora, chi pensa che abbia detto la mia ennesima cavolata alzi la mano. XD

 

Ed eccomi di nuovo qui. Ma quanto può essere morbidoso Sam? Io me lo immagino proprio, a farsi tutti quei filmini mentali, mezz’ora a gironzolare per quel salone senza decidersi su cosa fare. *w* Spero vi piaccia il pre ballo a casa di Mercedes. Ho modificato, per forza di cose (leggi “niente Jesse, maledizione”) anche la cena ed il prom. Ok, non so cos’altro dire, se non che spero vi godiate la lettura e che ringrazio chi si prende la briga di recensire e quelle anime pie che ogni tanto danno un’occhiata alle mie FF.
Chiedo umilmente perdono per eventuali orrori di ortografia o battitura.

BascioCascio
Vevve

   
 
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