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Autore: Toya    25/06/2011    0 recensioni
E se ci fosse una ragazzina dentro Hogwarts..che in realtà non è altro che una Mangiamorte?
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Mangiamorte, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Avanzavo piano piano per quel tetro corridoio, con il capo chino sotto quel manto nero, osservando la serie di mattonelle abiette, non osando guardare ciò che era davanti a me.
Nella mia mente, mille pensieri vagavano spaesati in cerca di risposta, non osando però oltrepassare quella barriera che le rispingeva dentro, come una barriera elastica.. è quelle continue domande continuavano a lacerarmi e ferirmi sempre di più..
Mi doleva il collo nel stare per tutto quel tempo con il capo chino, ma non potevo fare altro. Potevo intravedere davanti a me solo 2 figure vaghe.. Uno molto grande e grosso mentre l'altro era piccoletto.. Quasi il suo opposto.. Non ero riuscita a vedere i loro volti, perché ogni volta che osavo alzare per pochi secondi la testa, li vedevo con addosso una specie di maschera lucente e briosa che mi proibiva di identificarli.
Sentivo una mano gelida poggiarsi sulla mia spalla, e al solo contatto riuscivo a identificare chi era..  Era il mio mentore  che, indifferentemente, si era affiancata a me, ascoltando interessata alla discussione dei 2 uomini.
Non potevo non rialzare lo sguardo e ammirarla di nascosto. Quel suo lato così forte e autoritario erano i lati che adoravo del mio mentore. Avanzava così tranquilla, sfoggiando quel sorriso così impassibile, nonostante sapeva bene dove dovevamo andare. Era diventata quasi un idolo per me.. ogni volta che la vedevo, cercavo di spiccare sempre tra i suoi occhi, cercavo di assomigliare al suo profilo così perfetto.
Ma proprio quando mi ero persa completamente in queste riflessioni, notai che le 2 persone davanti in me in nero si fermarono davanti ad una porta massiccia, come se in attesa di qualcosa.
“Si aspettano che la porta si apra da sola?”
Mi chiedevo, osservando attentamente quella porta che sembrava del tutto normale. Udivo soltanto delle voci da lontano.. voci vaghe, quasi inudibili, come sibili. Notavo come i due uomini, assieme al mio mentore, avevano iniziato a bisbigliare qualcosa, cercando di non farmi capire nulla. Ero rimasta lì, alcuni passi lontana da quel gruppo, e iniziavo a sentire mancare il fiato.
“ Forse.. siamo arrivati, ed è giunto il momento..”
Questo pensiero iniziava a sopraelevarsi alle altre domande, riuscendo a mettermi in ansia. Dopo tutti quei mesi di preparamento, ero sicura di essere riuscita a governare questa mia preoccupazione in attesa del grande evento, eppure i miei sforzi iniziarono a frantumarsi quando l’enorme e massiccia porta si aprì lentamente, facendo un grave scricchiolio.
Dalla piccola fessura aperta, una voce rauca ma stridula chiese qualcosa di quasi impercettibile. A tale domanda, fu l’uomo grande e robusto a rispondere con voce bassa, togliendosi la maschera mistica.
-Rodolphus, Rabastan, Alecto e.. la nuova “recluta”-
Intonò l’uomo, allontanandosi dalla porta, lasciando l’interlocutore libero di osservare i presenti. Ero tentata ad alzare lo sguardo verso la porta. Vedevo il riflesso di una luce proveniente dalla porta sulle mattonelle, e un’ombra sgorbia offuscare quel riflesso.
La porta, allora si aprì ancora di più, colpendo tutto il corridoio di una luce tetra. Notai i due uomini avanzare verso la porta, indisturbati dall’atmosfera cupa creatasi.
Non riuscivo a trattenere quella curiosità, e alzai lo sguardo verso la porta, chiedendomi cosa potesse esserci, ma quella figura posta come blocco mi inquietò parecchio.
L’uomo, dall’aspetto piuttosto putrido e orripilante, mi osservava con aria interessata, picchiettando sul bordo della porta con le dite della sua mano destra che era stranamente metallizzata, quasi di argento.
Subito chinai il capo, notando la sua persistente occhiata, sistemando il ciuffo ondulato rossiccio, dietro l’orecchio, cercando di distrare la sua attenzione su di me, quando una voce familiare mi rincuorò.
-Alena.. è ora di andare cara.-
Il mio mentore avanzò tranquillamente verso la porta con passo sicuro, dopo essersi voltata verso di me, rivolgendomi un sorriso abbozzato.  Appena la donna scomparve, presi di coraggio e iniziai a indirizzarmi verso la porta, tirando il cappuccio nero nel mantello più verso il volto, non lasciando intravedere altro che le mie pallide labbra.
“è giunta l’ora di rivendicarti”.

  
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