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Autore: Lady Aquaria    25/06/2011    5 recensioni
Una strana sensazione al petto lo costrinse a uscire di casa, guardando a oriente.
Che fosse successo qualcosa a Mei?
Camus boccheggiò un paio di volte, mentre la sensazione spariva, lasciando posto a una strana serenità.
Aiolia ritornò diversi minuti dopo la mezzanotte, lo vide, alla prima casa, parlottare con Mu, di qualcosa.
Doveva a tutti costi sapere cos'era successo.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aquarius Camus, Nuovo Personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Le vie del Destino'
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Joyeux Anniversaire, Camus.

 

 

Un'altra doglia, un'altra morsa che le stringeva reni e ventre in una stretta dolorosissima.

Il dolore era insopportabile, non riusciva a paragonarlo  a nient'altro, non ricordava niente, nella sua vita, che fosse stato altrettanto doloroso.

Non riusciva più a controllarlo, come le avevano insegnato a fare al corso pre-parto -del tutto inutile, a ripensarci- e francamente, di sbuffare come una ciminiera nel tentativo di far passare le fitte, non ne aveva intenzione, come espediente lo trovava estremamente stupido.

E inutile.

Le avevano assicurato che, dopo la rottura delle acque, sarebbe iniziato il travaglio, e di lì a poco, anche il parto.

 

Un accidenti!

 

Le si erano rotte le acque la notte prima, e il travaglio, iniziato poco dopo, non aveva ancora portato a niente…

"Coraggio, adesso finisce tutto..."mugolò, a sé stessa."…coraggio, andrà tutto bene….coragg- aaaaaaaargh!"

Sua madre, sua nonna, la sua bisnonna e così via, prima di lei, avevano partorito, senza

ausilio di anestesie, né di farmaci antidolorifici. E se c'erano riuscite loro, senza niente e in casa, bè, ci sarebbe riuscita anche lei.

Una fitta le mozzò il respiro.

 

Doppio accidenti!

 

"Dov'è il medico?!"sbuffò Shiryu, andando avanti e indietro per la cucina, nervoso. Sua sorella stava soffrendo le pene dell'inferno, e non c'era nessuno ad aiutarla.

"Al telefono ha detto che sia lui, che la levatrice, sono rimasti imbottigliati nel traffico…"

spiegò Shunrei, torcendosi le mani.

"Il capodanno è passato da un pezzo…"sbottò Shiryu, ingurgitando un sorso di tè verde.

"Dimentichi che oggi c'è la Festa delle Lanterne."

La guardò con tanto d'occhi.

"Dèi, me n'ero dimenticato!"esclamò."Cosa facciamo, se la levatrice non arriva in tempo?"

Shunrei si sciacquò il viso.

Già. Cos'avrebbero fatto?

Nessuno di loro due aveva esperienza nel campo -e perché mai avrebbero dovuto averne?- uno era un guerriero, l'altra era ancora una ragazzina, serviva gente che sapesse il fatto suo.

"Non lo so, Shiryu."rispose, preoccupata.

Sentirono un lamento, dalla stanza di Mei.

"Non possiamo di certo lasciare che si sbrighi da sola, però."disse Shiryu. Andò a bussare dalla sorella, ed entrò poco dopo.

"Non ce la faccio più."mormorò Mei, arpionando le lenzuola sotto di sé appena sentì arrivare un'altra fitta.

"Hai bisogno di qualcosa?"le domandò Shiryu, pentendosi subito dopo della domanda stupida che le aveva rivolto.

"…un dottore?"propose Mei, stanca.

"…a Pechino c'è la Festa delle Lanterne."disse Shiryu, a mò di spiegazione."Non so se riuscirà ad arrivare in tempo…Vado a chiamare Dokho."

 

Maledizione.

 

Dokho entrò qualche minuto più tardi, lasciando incustodita la Torre di Hades, proprio mentre il bambino si stava decidendo, finalmente, a uscire.

Shiryu non potè far altro che aspettare, mentre Dokho e Aiolia, comparso in quel momento, cercavano di aiutare Shunrei a far partorire Mei.

*

Camus s'affacciò dal parapetto che delimitava lo spiazzo antistante l'undicesima casa.

Troppi movimenti, quella sera, troppi cosmi agitati. Prima Dokho, solitamente così tranquillo che quasi non si sentiva, poi Aiolia, che s'era trasportato fino in Cina.

Che diavolo stava succedendo?

"Il cavaliere del dragone probabilmente ha ancora bisogno di cure, per i suoi occhi. Sai, dicono che contro Argo di Perseo si sia accecato per sfuggire al suo scudo della Medusa."disse Milo, appoggiandosi accanto a lui.

"Tenace come la sorella."aggiunse Camus, con una punta di tristezza.

"Non pensare a lei, Cam. Non puoi andare avanti così, tutto questo non può farti bene…"

 

*

 

"Alla buon'ora, ormai ho fatto tutto io!"sbottò Shunrei, preoccupata e spaventata dalla troppa responsabilità che comportava far nascere un bambino.

Una rapida occhiata, e Aiolia prese il "comando" della situazione.

"Ottimo lavoro, Shunrei. Adesso pensiamo a come farlo uscire del tutto."

Altri minuti interminabili, corredati da uno strappo molto poco rassicurante, che le strappò un grido.

Insolitamente da quanto si vedeva in tv, Mei non aveva gridato, né sbraitato cose senza senso.

Solo all'ultimo, in contemporanea con il primo vagito del piccolo, si lasciò andare a un grido liberatorio.

"…cos'è?"domandò Mei, allungando il collo per tentare di vedere qualcosa.

Aiolia sorrise, posandole sul ventre quell'esserino piccolo, rugoso e rosso.

"Una bellissima bambina."le disse.

Era una sensazione incredibile, indescrivibile, perfino il dolore era passato in secondo piano.

Mentre Aiolia pensava a lei, Shunrei prese la piccola e l'avvolse in una coperta, porgendoliela di nuovo.

Se la sistemò meglio addosso, ora che era lavata e pulita.

Sua figlia era stupenda.

"Perbacco, Mei, che serata!"esclamò Shunrei, scostando le tende dalla finestra. Fuori, nevicava.

"Che ore sono?"trovò la forza di domandare, guardando rapita la neve, che scendeva copiosa, come se qualcuno, da Atene, le volesse far capire che le era vicino.

"Mezzanotte e qualche minuto del sette febbraio."le rispose Aiolia, abbassando la coperta.

"Camus…"mormorò Mei. Se avesse atteso ancora qualche minuto, la piccola sarebbe nata nello stesso giorno di suo padre. Ritornò a guardare la bambina, stringendosela al petto."Ciao, Lixue."sorrise, tornando a guardare la neve."Joyeux Anniversaire, Camus".  

 

*

 

Una strana sensazione al petto lo costrinse a uscire di casa, guardando a oriente.

Che fosse successo qualcosa a Mei?

Camus boccheggiò un paio di volte, mentre la sensazione spariva, lasciando posto a una strana serenità.

Aiolia ritornò diversi minuti dopo la mezzanotte, lo vide, alla prima casa, parlottare con Mu, di qualcosa. Doveva a tutti costi sapere cos'era successo, decise.

 

Non era sua abitudine fare domande dirette su argomenti che lo riguardavano troppo da vicino e che lo facevano soffrire. Non voleva suscitare l'interesse degli altri colleghi, e soprattutto non voleva scatenare nessun pettegolezzo intorno a sé.

Stava indagando da due settimane su quanto accaduto quella notte, senza aver scoperto niente di niente, e proprio quando aveva deciso di lasciar perdere, ascoltò, per sbaglio, una conversazione tra Mu e Shiryu.

"...e così l'ha chiamata Lixue. Mi piace, ha una bella musicalità."diceva Mu.

"Mi raccomando, che non si sappia in giro. Mei mi ucciderebbe."

Si sporse, giusto in tempo per vedere Mu scrollare la testa.

"Io rispetto la decisione di Mei, ma Camus dovrà sapere che è diventato padre."

Sgranò gli occhi, incredulo.

Lui, padre? Era diventato padre e Mei non gli aveva detto niente?

L'avrebbe sentito. Oh sì, se l'avrebbe sentito.

 

**

 

"Oddèi, grazie per avermi fatto uscire. Se fossi rimasta ancora a lungo in quella camera, sarei impazzita."

Era la verità. Non usciva di casa dal giorno del parto, la convalescenza si era protratta più del previsto, e i punti che Aiolia le aveva applicato facevano ancora male, ma adesso li sopportava decisamente meglio.

Shunrei l'aveva convinta a uscire, così da aiutarla a fare spesa, e i sacchetti che stava portando erano leggerissimi in confronto alla pancia che s'era portata appresso negli ultimi tre mesi di gestazione.

D'un tratto, lui.

La stava aspettando, non era di certo arrivato per una visita di cortesia. Cominciò a capire anche la ragione della sua presenza.

Anche Shunrei l'aveva visto, e aveva affrettato il passo, per lasciarli da soli.

"Bonjour."lo salutò, facendolo trasalire. Il suo sguardo blu si focalizzò prima su di lei, poi su Lixue, che aveva sistemato in una fascia porta bebè, stretta al seno.
"Ciao."le rispose, nella sua voce gelida, forse, ma sempre carezzevole, che le provocò un brivido. Non sapeva cosa fare, non osò muoversi.
"Qual buon vento ti porta? La Siberia è qualche chilometro più in su."ridacchiò, cercando di mostrarsi allegra."Hai sbagliato rotta?"
"No. Era proprio questa la destinazione."

Già. L'aveva immaginato. Del resto, prima o poi, l'avrebbe saputo.
"Se ti sei scomodato da Atene per venire qui e non in Siberia, allora c'è solo un motivo, e credo di conoscerlo. Seguimi."gli disse, sempre sorridendo.

Ti prego, fà che mi sorrida ancora una volta. Una volta sola e basta.

Avvertiva il suo sguardo su di sé, lo sentiva, penetrante, sulla propria schiena.

Rabbrividì, ancora.
"Oh, no, stai tranquillo, sono capace da me di portare un sacchetto."diniegò, appena Camus tentò di prenderle il sacchetto di mano."Ho trasportato cose ben più pesanti di questo."
E rivide il suo sorriso. Finalmente. Pensò.

Appena in casa, posò le borse sul tavolo e slegò la fascia che tratteneva Lixue, posandogliela delicatamente fra le braccia. Lo vide sgranare gli occhi, trattando la piccola come un oggetto di cristallo sul punto di infrangersi.

"Puoi stringerla, se vuoi, non si rompe."gli disse.
Non le rispose, limitandosi ad arrossire e a sedersi su una poltrona, sentendosi cedere.

"Come si chiama?"le disse, gelido.
"Lixue."gli sorrise, prima di ridere nel vedere l'espressione interrogativa di Camus."Significa neve."disse, in suo soccorso, godendosi i primi istanti della sua bambina e del suo uomo, insieme, e quasi pianse quando lo vide prendere la mano di Lixue nella sua.

"….perchè non ne sapevo nulla?"si sentì chiedere, con un tono gelido, carico d'accuse non dette."Ho saputo di lei per puro caso, quando ho sentito parlare tuo fratello con Mu."

Come rispondergli? Aveva ragione. Si sentì tremendamente in colpa.
"Beh, Camus…potrei dirti che stavo per dirtelo, ma mentirei. Tu hai la tua vita, ad Atene, sei un Cavaliere d'Oro. Hai già abbastanza impegni senza che io ti aggiunga una figlia all'elenco. E io ho la mia vita, qui. Sto bene. Stiamo entrambi bene e nostra figlia sta bene. È questo che conta."gli rispose, sentendosi più bugiarda che mai.
Camus tornò a guardare la figlia, accarezzandole la testolina e la guancia.

 

"Posso venire a trovarla quando voglio?"le chiese.
"Quando vuoi."sorrise.

Lui sollevò lo sguardo da Lixue, per posare i suoi occhi blu nei suoi.

"Avrei voluto esserci."le disse, semplicemente, appena ebbe abbandonato la sua aria gelida."Non sapevo niente, nemmeno che aspettassi un bambino."

Scosse la testa, per ricacciare indietro le lacrime che minacciavano di uscir fuori.

"Lo so. Ma non potevo fare altrimenti. Tu sei stato chiaro, in proposito, non mi vuoi più."

Camus si alzò, diede un bacio in fronte a Lixue, e gliela restituì, prima di posarle un bacio in testa.

"Non sai quanto mi sono pentito di averlo fatto."le sussurrò, prima di scomparire, lasciandola sola.

Chissà. Forse non tutto era perduto.

 

*****

 

Lady Aquaria's corner.

E salve! Questa one shot mi balenava in mente già da un po’, ed era lì, rincantucciata in un angolo del mio desktop…

Piccola precisazione: non l'ho mai precisato prima, ma non tengo conto delle date nell'anime e del manga, ambientati nel 1986, visto che i miei personaggi sono nati in quel periodo.

Mei, ad esempio, è del 1984, e Shiryu è del 1990, Shunrei è del 1991 e così via.

Il 2004, anno in cui è ambientata questa piccola one shot, è, secondo il calendario cinese, l'anno della scimmia, iniziato il 22 gennaio 2004. Il capodanno, in Cina, è una festa enorme e piena di simbologia, e i festeggiamenti durano quindici giorni, al termine dei quali c'è la tradizionale festa delle lanterne, che in questa storia cade, appunto, il 6 febbraio.

La seconda parte, quella dopo i due asterischi, per intenderci, è il punto di vista di Mei-Yin riguardo a parte degli avvenimenti narrati nel capitolo 5 della roundrobin "Nati sotto una stella" di Elena NJ. Anche se il n° 5 è stato scritto da me, ritengo doveroso citare lei e la sua roundrobin, per correttezza.

 

Un abbraccio, Vale^^

Lady Aquaria

 

   
 
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