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Autore: Mat51    27/06/2011    1 recensioni
Salve a tutti. Questa fan-fiction su Wolf's Rain la scrissi tempo fa e ora mi è venuta voglia di presentarla a tutti voi per mettere in gioco il mio lavoro. Buona lettura
"Ma come facevo a saperlo? La mia ricerca non era che una ragione di vita...stavo davvero cercando il Rakuen, o cercavo solo una ragione che mi spingesse ad andare avanti?"
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La tempesta di neve, che durante la notte era cessata, si era fatta di nuovo strada nel cielo illuminato dalle stelle e dal sole nascente, che si contendeva il posto nella volta celeste con una luna ormai troppo fioca per restare. Kiba, con Cheza sulla schiena correva in testa al gruppo, seguito da Tsume, Hige, Blue ed infine Toboe, che chiudeva la fila. L'odore dei fiori della luna si faceva sempre più intenso, ripeteva quasi ritmicamente il lupo bianco, suscitando interesse più o meno acceso nel branco. Il più esuberante era senz'altro Toboe, che ad ogni accenno ai misteriosi fiori candidi si perdeva nei ricordi del suo passato; sebbene soffrisse ancora per la morte dell'anziana che lo aveva accolto, con i suoi nuovi amici stava senz'altro superando l'impresa. Dopo ore di cammino, che sembrarono al gruppo intere giornate, apparve alla vista dei lupi un'enorme città grigia, circondata da mura altissime dall'aspetto antico.
I cancelli della città, nei quali erano incastonate figure di marmo, erano così alti e pesanti da sembrare fermi da secoli, e davano l'impressione di non poter essere spostati nemmeno di un millimetro. Non appena ripresero tutti quanti forma umana, si avvicinarono insieme all'enorme portone, urlando una richiesta di entrata. Dopo alcuni minuti, quando ormai i sei si erano rassegnati a rimanere al gelo e riprendere il cammino, una figura timorosa e tremante si affacciò alla balaustra imbracciando un fucile.
"C-chi siete...? Cosa volete...?" ripetè meccanicamente la sentinella, che si guardava nervosamente intorno per poi rivolgere nuovamente lo sguardo ai ragazzi
"Siamo stati cacciati dalla nostra città dai Signori della Guerra...vogliamo solo riposare e mangiare qualcosa, poi ce ne andremo!" improvvisò Tsume, con un tono serio; sarebbe stato impossibile discernere la verità. A breve i cancelli si aprirono, e apparvero ai ragazzi figure smunte e tremolanti, avvolte in armature troppo grandi per loro: vecchi e ragazzi, davanti ad uno stuolo di donne e bambini.
"Questa è un'antica cittadina delle genti del luogo, oramai adibita a rifugio dai Signori della Guerra. Ragazzi che hanno subito come noi le loro angherie sono i benvenuti" disse un vecchio bendato, emergendo dalla folla a passo lento e incerto. Si fermò davanti a Cheza, e sembrava quasi annusarla "Tu...hai un odore molto particolare, fanciulla. Anche voi, ragazzi...odorate di selvaggio..." A quelle parole, pronunciate a bassa voce, i ragazzi distinsero nel vecchio la figura di un anziano lupo cieco, dal pelo rado e di un grigio chiarissimo.
Hige e Toboe si lanciavano occhiate spaventate e incredule, che a breve attirarono l'attenzione delle guardie; servì un intervento da parte di Blue e Tsume, che si guardavano con intesa, suscitando la gelosia del giovane Hige. Il vecchio lupo li incitò a seguirlo, e non appena la folla si fu dispersa, li condusse a casa sua, dove si presentò "Il mio nome è Jonah, e come avrete capito sono un lupo anche io. Credo di sapere cosa vi porta qui..." Toboe, riprendendo forma lupesca, si fece avanti "Il Rakuen...lei sa dov'è?"
La fragorosa risata del vecchio suscitò la rabbia di Tsume, che si sedette su un tavolo guardando il vecchio di sbieco. "Il Rakuen, miei cari ragazzi, è un luogo sacro e misterioso, che dovrete trovare con le vostre sole forze. Tuttavia, posso dirvi che è molto, molto più vicino di quanto possiate immaginare." A queste parole, il branco si scambiò sguardi raggianti, ma si quietò quasi subito; Kiba, a nome di tutti, chiese al vecchio qualche notizia sulla città, sulla sua popolazione e soprattutto sul perchè un lupo si trovasse lì.
Il vecchio inizio a raccontare la storia di Sharlet, antica colonia di lupi, nella quale si erano rifugiati gli umani che abitavano le terre circostanti dopo l'adunata dei Signori della Guerra, e spiegò che in quella città lupi e umani convivevano, senza aver paura gli uni degli altri: i lupi erano infatti visti come entità divine e soprannaturali, che avrebbero potuto salvare gli uomini dalle disgrazie provocate dalla sete di ricchezza e potere. Incoraggiò infatti il branco a palesare le loro vere forme, e ad uscire in strada; avrebbero notato sguardi non d'odio e paura, ma di meraviglia ed adorazione. Prima di congedarsi dai giovani, pretese tuttavia di rimanere a parlare da solo con Cheza, che fino a quel momento era rimasta in disparte in silenzio. La cosa diede particolarmente fastidio a Kiba, che rimase seduto davanti alla porta per tutta la durata della conversazione, mentre i suoi compagni stavano scoprendo sulla loro pelle cosa volesse dire essere un lupo a Sharlet: bambini, donne, vecchi, ragazze che si ammucchiavano attorno ai nuovi arrivati con aria meravigliata e felice, mentre rivolgevano a loro domande molto garbate, anche se decisamente troppo veloci, ai lupi.
Mentre Toboe chiacchierava amabilmente con delle signore, Hige si era posto al centro dell'attenzione di alcune ragazze petulanti, che stavano attirando le ire della bellissima Blue, che non toglieva gli occhi di dosso al compagno; Tsume invece tentava di isolarsi, ma alcuni ragazzini lo tormentavano con commenti adoranti.
Non appena la porta si aprì, Kiba scattò in piedi e prese la mano a Cheza, avvicinandosi a lei e sussurrandole "Cosa ti ha detto?" Cheza, in risposta, si limitò a sorridere e a dire "Lui e Cheza hanno parlato e basta, tranquillo; la conversazione non ha turbato Cheza"
Tutto questo mistero diede a Kiba da pensare, ma non ebbe il tempo nemmeno di ricongiungersi agli altri che un'esplosione, seguita da una pioggia di detriti e dalle urla atterrite dei cittadini, diresse tutte le loro attenzioni verso la parte ovest delle mura. Come fiocchi di neve, cadevano sassi e pietre e una grossa nave stava atterrando nello spiazzo davanti al muro di cinta, ormai quasi del tutto abbattuto su quel lato. E come fiocchi di neve, le lacrime cadevano incontrollabili dagli occhi di Cheza, che sembrava caduta come in trance. I lupi si misero in guardia davanti alla ragazza, e aspettarono. Tuttavia, il naso allenato di Hige fiutò un odore anomalo, che instillò paura nel corpo e nella mente del ragazzo
"Fuggiamo..." riuscì a dire tremante, aspettando quello che secondo lui era l'inizio della fine.
  
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