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Autore: Dark_Passion    28/06/2011    1 recensioni
Questa storia è frutto della mia fantasia... Racconta di una ragazza alle prese con i suoi problemi, e di una rockstar incasinata.
I due incontrandosi riusciranno a cambiare una la vita dell'altro? O le cose peggioreranno?...
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6
 
Zacky POV
 
Mi stavo innamorando di Emi, anzi mi ero già innamorato di quell’adorabile ragazzina.
Stare con lei mi faceva quasi dimenticare quel dolore che avevo, la morte di Jimmy aveva segnato tutti irreparabilmente.
“Zacky?” non so come ma mi ero ritrovato per l’ennesima volta davanti alla sua porta, era come se fossi una calamita e lei il mio polo d’attrazione.
“Disturbo?”  aveva indosso dei calzoncini, una canottiera tanto trasparente da far vedere il reggiseno e le pantofole ai piedi, “No, no entra” struccata era la cosa più bella che avessi mai visto, il mio cuore sembrava scoppiare in petto. “Allora a cosa devo l’onore della tua visita?” mi guidò in cucina per bere il solito caffè mattutino a cui era abituata, amaro e nero, “Ieri mi sei sembrata sconvolta” non sopportavo di sentirla piangere, il suo era un grido d’aiuto. “Oh si, diciamo che ieri è meglio rimuoverlo” avrei tanto voluto prenderla e farla mia su quel tavolinetto, avrei voluto baciare quelle labbra, così deliziose e invitanti che facevano gola anche ha un cieco. “Se vuoi parlarne …” l’errore era il mio, avevo commesso quel maledetto errore mostrandomi come amico, in fondo però sarebbe stato meschino e scortese da parte mia, approfittare di lei in quello stato di sconforto e tristezza “Sei sempre così gentile con me Vee” ci stavamo guardando occhi negl’occhi, senza veli “Comunque ho un problema più serio dei miei disastrosi appuntamenti” aveva un certo tono d’amarezza le sue parole. “Dimmi” volevo che si confidasse, non volevo che si portasse quel peso da sola. “Ieri è arrivato mio cugino, come ti avevo accennato …” chissà dov’èra ora, magari era proprio lì a due passi e neanche l’avevo notato, non avrei notato nessuno accanto a Emi, neanche Dio in persona.  “Penso che sia nei guai” in precedenza non avevo potuto fare nulla per aiutarla se non starle vicino, lasciare che si sfogasse, ora le cose potevano cambiare, potevo far qualcosa.
“Che genere di guai?” conoscevo Emi abbastanza per capire che, qualunque guaio fosse stato lei non lo avrebbe lasciato solo.
“Non me l’ha detto esplicitamente, però quando era arrivato alla mia porta ho notato un’insolita espressione impaurita …” cercava di riprendere fiato, come se stesse affogando. “La cosa che mi ha messo in allarme però, sono il naso rosso, labbra secche, profonde occhiaie … Ti dice qualcosa?” conoscevo bene quei segni, un tempo ero stato un cocainomane, un emarginato della società che per dimenticare, per sentirsi meglio si buttava sulle droghe. Non avrei fatto passare questo a Emi, non se lo meritava.
“Dov’è ora?” in parte ero incazzato con quel suo cugino per aver riportato tutta quella merda di nuovo nella mia vita, nella sua vita; dall’altra parte però capivo cosa potesse passare, quale sofferenza. “Sul divano” prima di tutto ci sarebbe stata la lotta per farlo uscire dal giro, per fargli accettare che la sua cura miracolosa non era altro che la causa di tutti i suoi problemi. “Vai a svegliarlo, voglio parlargli” con le buone o le cattive, doveva capire, le sue scelte influenzavano anche le persone che gli stavano attorno, come Emi. Facevo questo per lei. “ Sai pensavo che dopo mio fratello, non avrei più dovuto passare situazioni del genere; mai più” la sua voce un sussurro udibile, i problemi non volevano dargli tregua “Ti fidi se ti dico che tutto si risolverà?” volevo che mi credesse, volevo dargli quella speranza che ha me non era stata data; nessuno mi aveva detto quelle parole quando era morto Jimmy, nessuno le avrebbe mai dette perché non si poteva sistemare quel vuoto che aveva lasciato, “Mi fido”.
Si alzò per scomparire dietro la porta bianca della cucina.
Ritornò pochi minuti dopo con un ragazzo, giovane e distrutto. “Ronnie? Lui è Zacky” il suo sguardo era vacuo, spento come la sua voglia di vivere. Mi ricordava il periodo peggiore della mia vita, il più autodistruttivo e sfiancante di tutta la mia vita. “Dobbiamo parlarti” le presi il braccio per farla voltare e fargli segno di andare via. “Ma io voglio rimane” mi stava dicendo all’orecchio, non volevo che sentisse, che sapesse quello che avevo passato; non ero pronto.
La guardai un’altra volta, capì e se ne andò prendendo una sigaretta.
“Devi dirmi qualcosa?” ci eravamo seduti uno di fianco all’altro, lo stavo guardando fisso. “So del tuo problema” strabuzzò gli occhi per poi fare finta di niente e tornare a concentrarsi sulla scatola di corn-flakes appoggiati sulla mensola. “Non ho problemi” tutti i drogati erano bugiardi, io ero stato il primo a mentire a tutti, la mia famiglia e  i miei amici neanche mi riconoscevano più, “Allora spiegami i buchi alle braccia, sei caduto sui chiodi? “ riuscivo a vederli chiaramente, rossi e piccoli puntinavano le braccia del ragazzo.
“Non sono affari tuoi” non era da me scaldarmi tanto ma una scintilla mi si accese dentro. “Non sono affari miei? Notizia dell’ultimo momento: sono affari miei se porti i casini in questa casa, devi capire che le tue azioni hanno una ripercussione sulle persone” continuava  a far finta di niente, le mie parole sembravano rimbalzargli addosso.
“Non hai nessun diritto di dirmi queste cose: uno non sei un mio cazzo di amico ne mio parente, due questa casa non è tua, come Emi” dovevo ricordarmi di mantenere un po’ di controllo, mi dicevo che non era lui che parlava, era il suo alterego che lo faceva diventare così “Emi è mia amica e io aiuto gli amici” lo avrei sempre fatto, soprattutto per Emi che era così dolce e non si meritava tutto quel dolore, non poteva rischiare di perdere anche il cugino. L’avrebbe uccisa la cosa.
“Fatti dire una cosa ragazzo: io ci sono passato, tutto quello che stai vivendo anche io l’ho vissuto. So cosa si prova, conosco quella voglia irrefrenabile, conosco quella sensazione di piacere che ti dà, dolce e invasiva ma conosco anche il dopo, quando non hai abbastanza soldi per altra roba, ti ridurresti a vendere tua madre.
Le notti insonni a pensare a come procurartene altre per solo un’ altro momento d’estasi. Tu non sai quanto ti capisca ma devi smetterla.” Lo avrei costretto con la forza se solo ci avrebbe riprovato, “Mi dispiace” si era piegato con le mani alla testa, stava piangendo “So di far del male alle persone che mi vogliono bene ma non ci riesco” in quel momento aveva bisogno di far uscire le cose che si teneva dentro da troppo tempo.
“Ho venduto la casa, ho lasciato il lavoro e la mia fidanzata, ho distrutto tutto quello che mi circondava. Non mi rimane niente. Addirittura sono andato da uno strozzino per farmi prestare soldi.” Quella cosa mi preoccupò perché sapevo che gli strozzini non erano gente a cui chiedere i soldi se non eri sicuro di potergli ridare; erano fiscali e puntuali alla riscossione del debito. “Quanto gli devi?” continuava a piangere, singhiozzava. “Ventimila” se gli avesse chiesti a Emi sapevo che sarebbe andata in banca rotta pur di aiutare Ronnie. Chi non lo avrebbe fatto per un famigliare, io stesso lo avrei fatto.
“Ti aiuterò ma devi promettermi che te la smetterai; prenderemo tutte le precauzione che servono. Andrai a disintossicarti con effetto immediato” avrei sostenuto tutte le spese di tasca mia, in fondo ventimila dollari in più o in meno non cambiavano il mio tenore di vita.
“Perché lo fai” ora mi stava guardando negl’occhi apparentemente più calmo, “Lo faccio per Emi” accennò un sorriso prima di dire una cosa non tanto ovvia che
“Tu la ami” aveva fatto centro, io l’amavo e avrei fatto di tutto per vederla sorridere. “Lo farai allora?”  nolente o volente lo avrebbe fatto, “Si”.
 
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Note dell’autrice:
Mamma mia sembra di essere stata una via una vita, mi mancava così tanto scrivere su EFP :)
Allora posso dire che questo non è il capitolo che tutti si aspettavano, lo so però volevo scriverlo da tempo.
Il prossimo giuro che entreranno in scena la band. Sarà molto più leggero e meno *depression time* XD
Ringrazio chi continua a leggere sto schifo e chi recensisce.
Lasciate i vostri commenti , sono curiosa di sapere da 1 a 10 quanto ho fatto pena…
Ci si vede al prossimo capitolo ;)
Dark_Passion
  
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