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Autore: pervertedsquirrel     28/06/2011    4 recensioni
Hermione è la perla più importante tra i mangiamorte di Voldemort, allevata per attuare il suo più grande piano. Ma quando il Signore Oscuro le assegna la sua più grande missione, essere amica col nemico giurato, Harry Potter, la ragazza non prevederà di innamorarsi perdutamente di lui. Tradotta dalla stupenda fanfic di perverted-squirrel. Traduttrice Giu1212hilary
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Harry/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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….Non sapeva che ora fosse, né le importava. Quando sentì risvegliare i lenti segni della coscienza, non esitò ad avere paura del sentirsi schiacciata contro il corpo nudo di qualcun altro. Ci volle qualche istante per ricordare a chi era abbracciata e quando lo fece, un sorriso fantasma le apparve sul viso. Anche se sembrava un cliché, pensò a ciò che era successo prima di addormentarsi, rendendosi conto che quell’esperienza sessuale era stata la migliore della sua vita. Meglio di Draco, meglio degli altri sconosciuti, meglio di tutti. Doveva ancora scoprire cosa la rendeva così speciale. Ma quando sentì il braccio di Harry stringerle la vita, capì.

 

Lo amava.

 

Non era stato solo sesso. Avevano fatto l'amore. Certo, aveva amato Draco ... ma non in quel modo. Ora che ci pensava, era diventato più un fratello, nel corso degli anni. Ma mentre crescevano, non c’era nessuno a cui trasmettere affetto, proprio quando la pubertà cominciava a farsi sentire. Così, naturalmente, si erano scelti l’un l'altro. L’avrebbe sempre amato, ma era un tipo diverso d’amore. Non come l'amore che provava per Harry. L'amore che provava per Harry era puro, incondizionato, e molto probabilmente non corrisposto. Probabilmente era la sostituta di Ginny. Perfetto, la dolce Ginny. Ne avrebbe goduto finché poteva. Quello era il suo momento con Harry e non l’avrebbe sprecato per scappare una seconda volta.

 

Si mosse più saldamente tra le sue braccia e sentì la sua testa dietro il collo. Sospirò mentre il suo caldo respiro entrava in contatto con la pelle nuda. Presto le sue morbide labbra posarono baci di farfalla lungo tutta la base del collo e della spalla. Era evidente che era sveglio quanto lei. Si voltò mentre Harry staccava le labbra appena in tempo per guardarla con quei splendidi occhi di smeraldo. Ricordò la prima volta che li aveva visti. Stavano di gran lunga diventando la sua cosa preferita. Lo vide stiracchiarsi mentre le sorrideva, appoggiandosi sul gomito per guardarla meglio. Timidamente, tirò su le coperte ed evitò il suo sguardo. Era l'unico che riusciva a farla sentire a disagio. La vecchia Hermione avrebbe riso, ma lei era ormai molto lontana.

 

Le fece un piccolo sorriso, accarezzandole il braccio. "Non devi sentirti in imbarazzo, Hermione."

"Non lo sono!" Le diede un occhiata e lei alzò gli occhi al cielo. "D’accordo, e se lo fossi?"

"Beh, trovo che sia un atteggiamento incredibilmente carino." Disse, sfiorandole il naso con il dito.

Lei alzò le sopracciglia: "Davvero?"

 

"Davvero." Si chinò e la baciò leggermente sulla bocca. Prima che avesse la possibilità di staccarsi, lei avvolse con una delle mani che tenevano la coperta il suo collo per assicurare le labbra. Rimase sorpreso per un attimo prima di sorridere attraverso il bacio e spostare con attenzione il resto della coperta dal petto. Approfondendo il bacio, Hermione si spostò sopra di Harry, senza smettere di baciarlo appassionatamente. Harry le prese la vita e l’accarezzò su e giù, facendole venire i brividi. Si raddrizzò così da potersi mettere a cavalcioni, spezzando il contatto delle labbra e posizionandosi sul suo torace. Il suo calore lo avvolse ed entrambi gemettero. I fianchi si mossero con noncuranza e lei si abbassò per dargli un'altro bacio rompighiaccio. Hary fece per capovolgerla rapidamente in modo da starle in cima e spinse in profondità. Lei emise un forte "Harry!" e lui sorrise nuovamente attraverso il bacio. Avvolse le mani intorno alle sue spalle, facendo in modo che non ci fosse altro spazio fra di loro. L'attrito dei loro corpi e la costante necessità di rompere il loro febbrili baci era sufficiente per farli atterrare simultaneamente. Anche se nessuno dei due aveva resistito quanto la scorsa volta, non si lamentarono. I fuochi d'artificio erano ancora , a dimostrazione che l'ultima volta non era stato un colpo di fortuna.

 

Rotolò, separandosi da lei e la guardò negli occhi. Gli rivolse un sorriso stupido e lo baciò sull'angolo della bocca. Questi erano i momenti migliori della sua vita, e quando si sarebbe guardata indietro, avrebbe voluto essere sicura dell’audacia con la quale aveva approfittato del loro tempo insieme. Lui si voltò di spalle e cercò i boxers. Dopo averli trovati sotto il letto, li tirò su e si girò verso Hermione, che era rimasta a guardarlo per tutto il tempo, ammirando come i muscoli tesi della sua schiena si contraessero insieme ai movimenti.

 

"Vedi qualcosa che ti piace?" Le chiese scherzosamente.

"Credo che tu conosca già la risposta." 
Rispose riprendendo la sua biancheria intima.

 

Ridacchiò maimprovvisamente, la sua espressione si fece seria. Guardando verso la porta, agitò la mano per aprirla e mormorò un tranquillo "Accio vestiti". Il resto dei loro vestiti volò sul letto ed Hermione lo guardò con sguardo curioso. Non voleva vederlo andar via. Nella sua mente, era inevitabile, ma l’altra metà sperava ancora che sarebbe rimasto ... anche solo per un po'. Le porse la maglietta e lei se la mise cautamente, senza smettere di guardarlo. Harry incontrò i suoi occhi e si voltò in modo da stare seduto in stile indiano sul copriletto. Lei spostò i piedi per essere più comoda e lo guardò speranzosa, appoggiandosi.

 

"Hermione, voglio che tu sappia che non sono il tipo di ragazzo che va a letto con qualcuno che non mi interessa e poi lo lascia ." Hermione annuì, mentre la speranza nasceva nel suo cuore. "Penso che meriti di sapere cosa ... cosa provo per te prima di dire qualsiasi cosa." Si sporse in avanti speranzosa, sospirando profondamente. "Il fatto è che queste ultime settimane con te sono state le più belle della mia vita. Credo che nessuno mi abbia mai fatto sentire così vivo, prima di incontrare te. Quel giorno al Ghrigoro è stata una partenza accidentale, ma penso che sia stato il destino a portarmi da te. In tutta la mia vita sono stato circondato quasi completamente da persone sbagliate, e solo pochi erano buoni. Ma nessuno mi ha mai fatto sentire in questo modo. Ora penso di aver capito esattamente di cosa si tratta, ma non sono molto sicuro, perché, per una volta, pensavo di sapere cosa significasse. Spero solo di non rovinare tutto dicendo quello che sento. Spero che non avrai paura, perché credimi, penso di essere abbastanza spaventato per entrambi." Afferrò le sue mani, che aveva tenuto intrecciate alla vita e le tenne teneramente. Lo guardò negli occhi e sentì alcune lacrime cominciare a formarsi. Lei gli sorrise, cercando col suo silenzio di incoraggiarlo. Sembrò bastargli perché, in seguito, parlò con fermezza: "Hermione io ... io mi sono innamorato di te."

 

La verità viene fuori

 

Le lacrime che Hermione aveva sentito nei suoi occhi cominciarono a scendere lungo le guance. Era innamorato di lei? Era un errore! Non poteva essere innamorato di lei. Era già abbastanza pericoloso che lei si fosse innamorata di lui.

"Per favore non piangere, Hermione. Capisco che tu non senti le stesse cose." Le disse solennemente.

Lei scosse la testa. "Non-non è così."

"E allora perché piangi?"

Si morse le labbra e abbassò la testa. Doveva dirglielo. Doveva raccontargli tutto. Anche se non l’avrebbe più amata, meritava di sapere, così come lei era venuta a conoscenza dei suoi sentimenti. Era fondamentale. Avrebbe rovinato il primo amore di cui avesse mai fatto esperienza. Ma doveva pur fare qualcosa per salvarlo. Senza di lei nella sua vita, avrebbe avuto una chance migliore per sconfiggere il Signore Oscuro. Ora o mai più. "Devo dirti una cosa ..." Lui annuì, ancora alla ricerca di un rimprovero. Pensava di essere il solo a provare quei sentimenti. Povero ragazzo. "Harry Io-"

 

Venne interrotta da un tocco alla finestra. Lei e Harry si voltarono e videro un gufo marrone appollaiato sul davanzale della finestra con un rotolo di pergamena nella zampa. Rivolgendole uno sguardo strano, Harry aprì la finestra e prese la pergamena. Immediatamente, il gufo volò via verso la foresta proibita. Ritornò al letto e l’aprì. Hermione sfrecciò verso di lui con curiosità. Tuttavia, Harry finì di leggere prima che lei avesse la possibilità di vederla, e l’arrotolò di nuovo. Si volse verso di lei, senza incontrare i suoi occhi, e disse, Silente vuole incontrarmi nella foresta proibita per ..." La guardò per un istante, pensando alla parola adatta, "allenarmi.”

 

Lei annuì e alcune parole volarono via prima che lei riuscisse a fermarsi. "Vengo con te."

La guardò curiosamente, "Vuoi venire con me?"

Lei annuì senza pensarci due volte, "Sì. Voglio venire con te."

"D’accordo, beh ... dobbiamo andare subito. Dice che è urgente." Con questo, indossò il resto dei vestiti e aggiunse una maglietta in più sul torace.

 

Hermione tirò su le mutandine e si girò vedendo che Harry cercava di appiattire i capelli. Era davvero molto divertente. Ogni volta che la cresta si appiattiva un poco, faceva nuovamente un salto all’indietro per ripiombare nel caos. Si volse verso lei con una scrollata di spalle e accennò alla porta. Lei annuì e uscirono dal dormitorio. Quando giunsero alla sala comune, Hermione vide che erano solo le quattro del pomeriggio. Non aveva dormito molto e tutti erano ancora o a Hogsmeade o fuori. Si sentì sollevata. Se qualcuno avesse visto lei ed Harry, non sapeva che avrebbe fatto.

 

Percorsero le sale in silenzio. Hermione credeva di non dover parlare prima dell’incontro fra Harry e Silente. Li avrebbe incasinati molto di più di quanto non lo fossero già. Non voleva nemmeno dirgli che ricambiava il suo amore. Per lui era meglio pensare che i suoi sentimenti fossero univoci, per il momento. Glielo avrebbe detto dopo aver incontrato Silente. Per ora gli bastava solo fargli sentire che lei era al suo fianco. Prese la sua mano e intrecciò le dita. Harry si voltò a guardarla e le sorrise teneramente mentre camminavano fuori dall'ingresso principale.

Sentì l’aria fredda scivolarle addosso mentre camminavano verso la foresta. Vide delle nubi scure farsi strada verso di loro, anticipando la pioggia. Amava la pioggia. Era molto più innocente della neve e scompariva non appena colpiva ripetutamente il terreno. E quando capitava che rimanesse, formava piccole pozze su cui ci si poteva bagnare. Quando era piccola lo faceva, ma non aveva mai più avuto l'occasione da quando si era trasferita a Casa Riddle. Forse, se Harry e Silente volevano restare da soli, sarebbe potuta tornare indietro per divertirsi con una veloce spruzzatina.

Non era mai stata nella foresta proibita, a parte quella volta in cui le si era avvicinata distanziandola solo di cinque piedi, e per questo si irrigidì. Harry fece qualche passo, ma sentì Hermione fermarsi, e così si voltò. I suoi occhi, presaghi, erano incollati agli alberi e apparve terrorizzata. Era forse un incantesimo per allontanare la gente? Silente aveva detto che chiunque si fosse avventurato in essa sarebbe stato punito. Perché avrebbe dovuto chiedere ad Harry un incontro lì dentro? Sentì che Harry le stringeva maggiormente la mano e lo guardò. Immediatamente, sentì il calore diffondersi per il corpo. Se Harry non aveva paura, allora sapeva che il luogo era abbastanza sicuro da poterci entrare. Gli sorrise e si lasciò condurre nelle profondità della foresta. 

 

Mentre s’imbucavano tra gli alberi, Hermione poté giurare di aver sentito l’urlo di un lupo. E poi, pochi minuti dopo, i cespugli iniziarono a muoversi, come se qualcosa stesse per saltare loro addosso. A questo punto, Hermione si era aggrappata ermeticamente al braccio di Harry. Lui non se ne curò, e continuò tranquillamente a camminare per il bosco. Conoscendolo, capì che era stato lì almeno una volta o due. Ma chi, sano di mente, sarebbe venuto in quel luogo? Era chiamata la foresta proibita per un motivo. Mentre entrava sempre più in profondità, cominciò a chiedersi se sarebbe mai stata in grado di trovare la via d'uscita. Ma fino a quando Harry sarebbe stato con lei, era al sicuro. Niente poteva farle del male.

 

Arrivarono in una piccola radura che Hermione assunse si trovava al limitare della foresta. Harry si fermò, guardandosi intorno. "Mi ha chiesto di incontrarci qui ..."

Hermione lasciò andare la sua mano e cominciò a camminare, senza allontanarsi troppo da lui. "Beh, forse è solo in ritardo?"

Harry scosse la testa, "No-no Silente non è mai in ritardo."

 

Hermione alzò gli occhi e vide le nuvole scure, che aveva già scorto, cominciare ad accumularsi sopra di loro. Qualcosa non andava. Il vento iniziò ad alzarsi e a soffiarle fra i capelli e dentro la camicia di Harry. Ritornò da Harry che teneva strettamente gli occhi chiusi come se provasse dolore. Camminò ancora più veloce e aprì la bocca per chiedere cosa ci fosse di sbagliato, ma prima di poter emettere una parola, la mano di Harry l’afferrò per la fronte e la tirò indietro.

 

"Harry?" Chiamò mentre correva e si inginocchiava accanto a lui. "Harry cosa c'è che non va?"

"Hermione ... vat... -tene!"
Ansimò.

"Cosa? No!"

"Sì!" La guardò con sguardo supplichevole, "Ascoltami. Non voglio che ti accada nulla di male. Corri. Vai a Hogwarts e informa la McGranitt."

"No Harry, io resto qui con te."

"Hermione per f-ARRGGG!" Ritornò a chinarsi, sudando freddo.

Lei scosse le spalle con violenza, "Harry? Harry, di che si tratta? Parlami, ti prego! Harry ..."

 

Prima che potesse chiedere qualcos’altro, il suono dell’apparizione di una decina di persone riempì la radura. Ebbe un bruttissimo presentimento. Alzò lentamente gli occhi e vide che lei ed Harry erano stati circondati da figure scure ammantate, con teschi al posto delle facce. Mangiamorte. Lui era qui. Hermione sentì crescere la tensione e avvolse le braccia attorno ad Harry con fare protettivo, cercando di elaborare un piano. Parlare non sembrava una scelta appropriata. Sapeva che non avrebbe avuto alcuna possibilità di duello con tutte quelle persone. Molto tempo prima avrebbe potuto, ma ora che la vecchia Hermione non c'era più, pensava di poterne superare, al massimo, tre.

Abbandonò tutti i pensieri di un piano quando sentì un singolo pop. Il suo respiro accelerò e il corpo di Harry iniziò a tremare, con più dolore. Sapeva che avrebbe dovuto affrontarlo, prima o poi. Così, a malincuore, lasciò andare Harry e si alzò. Lui si trovava a quasi un metro da loro. Non sembrò aver notato la sua precedente presa su Harry, mentre sbraitava, "Prendeteli!"

 

Hermione si sentì presa tra le grinfie di un Mangiamorte sconosciuto e lontano da Harry. Cominciò subito a lottare: "Ehi, che stai facendo? Lasciami andare!"

Harry non si era messo granché a lottare, visto che continuava a contorcersi dal dolore. Gli lanciò uno sguardo fugace e poi guardò il Signore Oscuro. Stava guardando Harry con un compiaciuto sguardo di trionfo. La rabbia cominciò a ribollirle nello stomaco, mentre cercava di correre verso di lui. Ma il Mangiamorte che la teneva era forte. Stava cominciando a confondersi. Ma perché era stata catturata?

Il Signore Oscuro si avvicinò ad Harry e una grinza segnò il ghigno sulle labbra pallide, "Harry, Harry, Harry." Iniziò beffardamente, "Pensavi davvero di avere una possibilità contro di me? Pensavi che non avessi sperimentato un piano? Beh questo ti shockerà un po’, allora."

Harry rivolse la testa verso l'alto, fissandolo; gli occhi gli si fecero scuri per l'odio. "Non ti sottovaluto, Tom. E’ solo che non credevo tu fossi il tipo da ... attaccare qualcuno alle spalle."

Voldemort ridusse gli occhi a delle fessure ed Hermione poté vedere la rabbia irradiare da essi. Nessuno lo aveva mai chiamato per nome, a meno che non si era sul punto di essere maledetti. "Tu osi dire il mio nome?"

"Ho il coraggio di fare un sacco di cose, Tom. Ora, ascoltami. Lascia andare Hermione e noi risolveremo questa cosa da signori."

Conoscendolo, Hermione giurò di averlo sentito ridere. Lui non rideva mai. "Vuoi che io lasci andare Hermione, vero?"

"Per caso ho balbettato?"

Non si arrabbiò come Harry ed Hermione avevano predetto, ma sorrise di nuovo. Hermione ebbe un crampo allo stomaco. Seppe cosa avrebbe fatto prima ancora che lui ci riflettesse fino in fondo. Ma prima di poter dire qualcosa, si girò verso di lei e indicò il Mangiamorte che la teneva. "Lasciala andare, Dolohov."

 

Quello mollò la presa e lei inciampò su di lui. Il Signore Oscuro la prese per la spalla e la condusse verso il punto in cui stava Harry in piedi. Harry cominciò a lottare quando vide che Hermione veniva trascinata verso di lui. "Non toccarla, Riddle!" Ruggì.

 

"Dammi una ragione, Potter. Ti sfido." Harry aprì la bocca per parlare, ma quello gli intimò di fare silenzio con un dito, "Ma prima di farlo, penso che dovresti sentire qualcosa." Hermione lottò contro la sua presa e aprì la bocca per urlare, ma lui le mise un bavaglio sulla bocca con un gesto della mano e si irrigidì. L’aveva dimenticato. Lui era il mago più potente del mondo ed era inutile cercare di combattere contro di lui. "Hermione ... un’ingenua e bella ragazza, vero?" Le accarezzò un lato del suo viso e la guardò teneramente, ma lei si ritrasse. Guardò Harry bruscamente. “Raccontami la prima volta che l’hai conosciuta.”

 

"Non sono affari tuoi."

"Va bene. Che ne dici di raccontarmi qualcosa su di lei? Il suo colore preferito, la sua migliore amica, la sua infanzia, forse?" Chiuse la domanda con un ghigno.

"Non-sono-affari-tuoi."

 

"Davvero, e adesso?" Chiese innocentemente. "E se ti dicessi che potrei rispondere a una di quelle domande, più un ulteriore bonus, eh?" Harry lo guardò in modo strano. "Il suo colore preferito è il rosso per gli spargimenti di sangue. Lei e Draco Malfoy sono migliori amici da quando erano piccoli. Dovrei parlare della sua infanzia?"

Harry si beffò di lui. "Stai mentendo."


Hermione represse un singhiozzo quando il Signore Oscuro ridacchiò. "Davvero? I suoi genitori furono uccisi quando lei aveva cinque mesi da alcuni dei miei migliori Mangiamorte ed io, essendo un Signore misericordioso, la presi sotto la mia ala dopo che dimostrò di possedere potenti abilità magiche, ben oltre quelle di un Mezzosangue. E ora, eccoci qui, diciassette anni dopo, dopo aver completato la missione più importante della sua carriera. E’ sulla strada giusta per essere il mio secondo in comando, il sogno della sua vita. Lei ti ha portato a me."

 

Hermione non riusciva a respirare. I suoi genitori, il suo passato sconosciuto era stato rivelato non solo alle sue orecchie, ma anche a quelle di Harry. Aveva sempre pensato che l'Ordine della Fenice fosse il responsabile della morte dei suoi genitori. Ecco perché odiava Harry. Era tutta una menzogna. Una bugia per farla stare dalla loro parte, piuttosto che in quella in cui era destinata ad essere. Con Harry, con Ron, con Ginny, con amici reali. La missione era stato tutto un flop. L’aveva solo utilizzata per arrivare ad Harry.


"Stai mentendo!" urlò Harry. Hermione si rivolse a lui con le lacrime che le bagnavano le guance. Lui la guardò e comprese la sua espressione. "Lui ... lui sta mentendo, non è vero Hermione?"

 

Il bavaglio le impediva di rispondere, ma Harry ottenne la risposta nei suoi occhi. Il suo volto addolorato le ruppe il cuore in mille pezzi. La sua forte statura cadde al suolo e si abbandonò al Mangiamorte che lo teneva, avvantaggiandolo. Hermione avrebbe fatto qualunque cosa per correre verso di lui e abbracciarlo, per dirgli che anche lei lo amava e niente era più importante di lui per lei. Lasciò che le lacrime dilagassero sulle guance mentre il Signore Oscuro si voltava a guardarla. "E' per il tuo stesso bene." Le sussurrò: "Dopo stasera, sarai al mio fianco nella cattura dei Babbani di Londra."

 

Voleva urlare che quello non era ciò che voleva. La lasciò andare, riportandola al punto in cui giaceva precedentemente. Dolohov non la prese questa volta, ma rimase inchiodata sul posto, dai nervi congelati. La forza che aveva posseduto stava lentamente dissipando e seppe di non avere speranze per aiutare Harry.

Il Signore Oscuro si avvicinò ad Harry e incaricò il Mangiamorte che lo teneva di lasciarlo andare. Chinandosi al suo livello, parlò con tono sommesso, "Tu mi sei sfuggito a sufficienza per rendere la tua morte ancora più soddisfacente. Tutti sanno di non scappare mai dai loro nemici. Tu li hai sempre battuti. Oppure, nel mio caso, li uccido mentre sguazzano nella loro autocommiserazione. Cerchiamo di saltare la parte delle 'ultime parole' e mettiamoci al lavoro, va bene? Crucio! "

 

Il corpo di Harry cominciò a tremare per il dolore ed Hermione sussultò. Stese sotto l'incantesimo per un paio di minuti e non disse mai una parola, urlò, o si lamentò per il dolore. Questo fece arrabbiare il Signore Oscuro che stoppò la maledizione per un attimo, solo per urlarla nuovamente. La maledizione divenne più forte che mai ed Hermione poté vedere Harry che cercava di non parlare. Non voleva dare soddisfazione al Signore Oscuro. Arrivò al punto in cui le sue orecchie cominciarono a sanguinare. Hermione non ce la faceva più. Sembrava così piccolo, così impotente, soffriva così tanto che doveva fare qualcosa.

 

"SMETTILA!" gridò.

Il Signore Oscuro non le prestò attenzione, ma i Mangiamorte intorno a lei cominciarono a sussurrare. Sentendo dentro una scarica di adrenalina, afferrò la sua bacchetta dalla tasca, corse vicino a lui, e la puntò. "Expelliarmus!"

La sua bacchetta volò a ben dieci metri di distanza da lui e Voldemort si voltò a guardarla. Abbassò la bacchetta lentamente, facendogli capire che era stata lei a fermarlo. I suoi occhi si ridussero a delle fessure mentre scivolava rapidamente verso di lei, fermandosi a un centimetro di distanza, così vicino che poté sentire il suo respiro mentre si girava a guardarlo in faccia. I suoi occhi rossi fiammeggiavano quando parlò, "Hermione, che cos’è che hai appena fatto?"

"Ti ho appena impedito di uccidere Harry."

"Ora è Harry, vero?" Chiese brutalmente "E perché, se posso chiedere, hai appena fatto un simile errore?"

"Non è stato un errore." Rispose seccamente. Guardò Harry che giaceva rigido a terra, con gli occhi chiusi e la respirazione leggermente irregolarmente.

Lui seguì i suoi occhi e tornò a guardarla con uno sguardo divertito sul volto. Quasi di pietà. "Ohh ... ti sei innamorata di lui. Com’è inquietante. Eri davvero un talento promettente. Peccato che mi debba sbarazzare di te." Hermione chiuse gli occhi non appena gridò. "CRUCIO!"

Non si prese nemmeno la briga di prenderla in giro. La maledizione la colpì in pieno, facendola crollare a terra. Il dolore si fece strada attraverso il suo corpo, rendendo ogni singolo battito muscolare un dolore pungente. Non riuscì nemmeno a mascherare le urla. Non ne aveva motivo. Poteva avere tutta la soddisfazione che voleva, non gliene importava niente. Il dolore era tutto ciò su cui poteva concentrarsi, in ogni caso. Sentiva le viscere in fiamme. Girò e rigirò, cercando di trovare una via d'uscita dal dolore. Non una volta nella sua carriera come Mangiamorte in formazione aveva provato la maledizione Cruciatus. E ora sapeva il perché. Voleva tenerla in ottime condizioni, così da poter continuare a usarla.

Arrivò un'altra ondata di dolore, ed Hermione si lasciò sfuggire un grido devastante. Strinse il suo stomaco e si rannicchiò su se stessa. Non alleviò il dolore ma almeno se ne sarebbe andata da quel mondo con la stessa posizione con cui l’aveva conosciuto. Il suo stare sotto il dolore costante sembrò durare per sempre. Voleva essere già morta, voleva sentirsi sollevata. Pregò per questo, chiese per questo, urlò per questo. Ma il suo corpo era forte e non l’ascoltava.

Non sapeva quanto tempo fosse passato da quando aveva cominciato a vedere lampi della sua vita davanti agli occhi. Arrivarono costantemente in un primo momento, a partire dal suo quarto compleanno, in cui era stata costretta a vestire uno zampillante abito salmone. La prima volta che lei e Draco si erano baciati, avevano fatto sesso, o riso l’uno dell’altra. Il primo libro che aveva letto, il primo libro di testo che aveva trovato, il primo incantesimo che aveva gettato. Quando si era trasferita a Casa Riddle e quanto si era sentita spaventata ed eccitata. Il primo duello che aveva vinto, che, per caso, era stato il primo che avesse mai affrontato. Ma quelli che brillavano di più fra i suoi ricordi erano quelli che aveva trascorso ad Hogwarts. Com’era stata gentile Ginny con lei, come Ron la faceva ridere, e soprattutto come Harry le faceva torcere lo stomaco per quel disagio ancora piacevole. Oh, Harry. Lui era la stella più luminosa di tutte. Lui era la persona che l’aveva cambiata in meglio, che l’aveva fatta sentire viva per la prima volta. Il ragazzo che amava. L'unico rammarico che la portava alla morte era quello di non rivedere mai più il suo volto.

La sua visione cominciò a svanire quando il dolore scomparve. Sapeva che Voldemort aveva interrotto la maledizione, ma il peso della morte pesava ancora sulle sue spalle. Aveva tenuto la maledizione abbastanza a lungo per distruggerla. Tossì e vide che ciò che ne usciva era tinto di rosso sangue. Le sue orecchie percepivano deboli suoni, e per questo non riuscì a sentire il muoversi della ghiaia intorno a lei quando Harry strisciò verso di lei. Lui aveva molta più forza di lei e le prese la testa posandosela in grembo. Riuscì a rivedere il suo volto, che si muoveva a tratti, sfocato. Fresche lacrime colavano sul suo viso e alcune caddero sulle sue guance. Aprì la bocca per parlare ma lei scosse la testa, cosa che si rivelò essere una cattiva idea, visto che si ritrovò subito a vomitargli sui jeans. Sentiva i resti sul suo mento, ma il braccio era rimasto intorpidito. Sapeva di avere solo alcuni minuti prima di poter sentire la fine sopraggiungere. Avrebbe potuto dirgli la verità, ora che lui poteva sapere. Meritava di sapere.

"Harry ..." Lui si avvicinò, dato che la sua voce era ancora più silenziosa di un sussurro e debole. "Harry ... d-devi sapere che io ... anch’io ti amo."

Lo sentì singhiozzare e dire qualcosa, scuotendola, cercando di tenerla con sé. Ma era troppo tardi. Si abbandonò alla luce bianca.

  
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