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Autore: JoAngel    30/06/2011    1 recensioni
Un patto fatto anni ed anni prima cambierà la vita della giovane Jo in un vero e proprio Inferno.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 16

 

Terra.

 

Mattina fredda di gennaio. Il focolare. Il corpo fasciato con bende. Lacrime che rigavano le guance del cacciatore.

“Ragazzo …” riuscì a dire Bobby, mentre lo aiutava a mettere il defunto fratello sulle travi di legno.

Lui si asciugò le lacrime silenziose e tirò su con il naso. Sistemò tutto e prese l’accendino. Una fiammata. Un pezzo di giornale. Le fiamme si propagarono sul corpo bendato.

Sam mise le mani nelle tasche e rimase in silenzio. Diede un occhiata al cielo e respirò irregolarmente.

Bobby nascose le lacrime con uno straccio passatosi sul viso e guardò Sam, che fissava a labbra strette il fuoco bruciare i resti del fratello.

Lui rabbrividì e si rifugiò nel giaccone. Prese tra le mani la collana che aveva regalato a Dean e fece un sorriso amaro. “Fratello …” disse con un filo di voce con gli occhi grondanti di lacrime. Non voleva farlo, era un uomo, ma non riusciva a smettere …

Strinse nel palmo il ciondolo e alzò la testa al cielo.

Puzza di cenere si sentiva ormai. Bobby prese una sacchettina nera e la aprì. Raccolse le ceneri e la richiuse sospirando tristemente.

Andò vicino a Sam e gliela porse. “Lui voleva morire da cacciatore, figliolo.” gli ricordò con tono amaro.

Sam annuì prendendo il sacchetto e guardò l’uomo. “Lo so …” disse solamente lui ritirando la sacchettina nella tasca e socchiuse gli occhi.

“Ora … ora io devo andare, Sam. Di demoni ce ne saranno ancor di più ora.” ammise raccogliendo il giornale e l’accendino.

Lui annuì ancora e osservò i suoi movimenti. “E anche noi moriremo così. Ma a noi chi farà il funerale?” chiese passandosi una mano sul viso per asciugarsi le guance.

Bobby sospirò amareggiato e chinò di poco la testa. “Non lo so Sam …” disse con voce fievole. Diede una pacca sulla spalla al ragazzo. “Riguardati …” aggiunse infine prima di incamminarsi verso la sua auto.

Sam fece altrettanto. Nell’auto c’era silenzio, non volava neanche una mosca.

 

Paradiso.

 

Il dopo scontro c’era da aspettarselo. Gli angeli non avevano più un capo che li comandasse e Dio non regnava da tempo ormai su di loro. Lassù era un disastro.

 

“Cass, questa situazione bisogna rimediarla … Non possiamo andare avanti così. Mezzo Paradiso è andato e il portone non è stato ancora ristrutturato. Abbiamo perso molti uomini nella battaglia e siamo rimasti si e no un centinaio.” disse Gabriel camminando avanti e indietro per un corridoio.

L’angelo lo guardò e sospirò amareggiato. “Gabe … Cosa ne posso io? Cosa dovrei fare? Una magia?” chiese sarcastico facendo spallucce.

“Non pigliarmi per il culo, fratellino … Sto solo dicendo che bisogna trovare qualcuno che sia in grado di comandare noi angeli.” gli spiegò fermandosi in mezzo al corridoio.

“Fallo tu. Tanto hai sempre sognato di prendere il posto di nostro padre e di Michael no?” ammise Castiel guardandolo. Lui sospirò e ricambiò lo sguardo del fratello.

“Non ne sarei capace, Cass …” disse grattandosi la nuca facendo un sospiro profondo.

“Che alternative ci sono? O te o chi?” domandò l’angelo appoggiandosi al muro del corridoio.

“Tu …” rispose semplicemente Gabe incrociando le braccia sul petto fissandolo.

“Io? Ma …” iniziò a dire prima di essere zittito dal fratello. “Ma nulla Castiel. Sono queste le alternative.” ammise lui avvicinandosi all’angelo.

“Gabriel io, io ho tradito il Paradiso liberando la sposa di Lucifero solo per amore di Dean Winchester.” gli ricordò sospirando abbattuto.

“Lo so Cass ma … Nostro Padre voleva questo. Voleva che Tu prendessi il tuo posto e nessun altro.” gli confessò guardandolo negli occhi.

“P- perché?” domandò lui curioso.

“Perché mi disse che tu eri migliore di noi. Stando con gli esseri umani, hai imparato ad essere migliore di ciò che eri e siamo tutti noi.” rispose sincero Gabriel.

Castiel sbarrò gli occhi a quelle parole. “M – migliore?” chiese ancora stupito.

Il fratello annuì abbozzando un sorriso. “E aveva ragione. Ti sei quasi fatto ammazzare per colpa del tuo coraggio e del tuo senso di bontà: avevi visto quanto soffrisse quell’umano senza la sua amata e lo hai aiutato. Io … io non so se l’avrei fatto detto sinceramente.” ammise pensieroso. “Per questo devi essere tu la nostra futura guida, Castiel.” aggiunse poi con un mezzo sorriso.

Lui ricambiò il gesto. “Ti darà fastidio però vero?” gli chiese, sospettando la risposta.

Gabriel sospirò e alzò le spalle. “Forse, ma è meglio così, fidati.” rispose dandogli una pacca sulla spalla.

“Quindi sarò il nuovo “sovrano” del Paradiso eh?” chiese incamminandosi verso la sala principale. Gabriel lo seguì e si mise sul fianco di lui. “Già … Castiel, il nuovo re del Paradiso!” esclamò ridendo e camminando con passo buffo.

Lui strinse il pugno. “Ehi!” disse infastidito dandogli uno spintone. Gabe lo schivò e prese Cass per la testa e gli fece i grattini con le nocche sopra i capelli continuando a ridere. “Il mio fratellino è diventato grande eh?” disse mentre Cass si liberava dalla sua presa e lo guardava in cagnesco. “E dai! Ridi!” disse Gabe al fratello.

Castiel sospirò e aprì la porte del salone principale. I due entrarono e tutti i restant angeli erano lì ad aspettarli. “Vi presento la nostra nuova guida, fratelli e sorelle … Castiel!” esclamò Gabriel acclamando il fratello.

La folla applaudì e, insieme, gli angeli alzarono le braccia al cielo.

“Sarà una nuova vita per noi …” ammise Gabe guardando il fratello sorridendo. Castiel annuì e applaudì con la folla

“Un nuovo inizio …” continuò lui. “Finalmente …”

 

Inferno.

 

Jo era rannicchiata vicino ad un albero del cimitero dei demoni e teneva gli occhi chiusi. Una mano si posò sui suoi capelli. Lei alzò la testa e sorrise incontrando lo sguardo glaciale che aveva imparato ad amare.

“Come mai qui?” le domandò Lucifero chinandosi verso il suo viso.

Lei voltò il capo e indicò con un cenno della testa una lapide. “S – scusa, so che ti da fastidio ma …” iniziò a dire lei prima che Lucifero la fermasse mettendole l’indice davanti alle labbra. “So che ci tenevi a lui … Mi può dar fastidio, ma non posso impedirti di venire qua.” le disse accarezzandole i capelli dolcemente.

Lei abbozzò un sorriso. “Grazie, lo apprezzo molto.” ammise lei tirandolo su di se e facendolo sedere davanti a lei. “Non ti rubo tempo, vero?” chiese lei andandogli imbraccio. “Puoi rubarmi tutto il tempo che vuoi, piccola Jo.” le rispose prima di baciarla con dolcezza. Lei ricambiò il bacio e prese il viso di lui tra le mani.

“Cosa c’è?” domandò lui guardandola negli occhi. “N – nulla. V- volevo chiederti se …” cercò di chiedere lei ma gemette per il contatto con la mano di Lucifero, che le accarezzava la schiena.

“Volevi chiedermi?” le domandò dandole dei baci sul collo aspettando la risposta.

Jo socchiuse le labbra e gemette di nuovo. “ N – nulla di importante …” disse mentre lui la faceva coricare a terra. “Che vuoi fare?” si informò guardandolo sbottonarla la camicia.

“Per te cosa voglio fare?” disse lui con un sorrisino malizioso. Le sfilò la camicia per poi accarezzarle la pelle.

“G – giocare a carte?” chiese lei ridacchiando e fremendo al tocco di Lucifero. Lui ridacchiò e le sbottonò i jeans per poi toglierglieli. Le accarezzò la cosce con delicatezza e poi giocò con l’elastico delle sue mutandine. Jo gemette di nuovo e gli tolse la maglietta iniziando a baciargli il petto.

Lucifero le sganciò il reggiseno e le mordicchiò il collo dolcemente. Lei, gemendo, armeggiò con la cintura dei jeans di lui e, quando riuscì a slacciargliela, glieli sfilò e li buttò vicino al tronco dell’albero.

“Mia dolce regina …” le sussurrò all’orecchio con voce profonda per poi baciarle il seno. Lei gemette ancora e gli tolse i boxer. “Ti voglio.” disse con un filo di voce.

Lui sorride e la fece sdraiare di nuovo a terra per poi mettersi su di lui, le sfilò le mutandine con lentezza, accarezzandole nell’interno coscia, e poi, dopo un bacio passionale, le entrò dentro dolcemente.

“Non daremo nell’occhio qui?” chiese lei gemendo e aggrappandosi alle spalle di lui.

Lucifero rise e incominciò a muoversi in lei. “E’ un cimitero. Non ci viene mai nessuno.” le rispose leccandole il seno.

Lei gemette ed inarcò la schiena.”E tutte quelle lapidi? Nessuno viene qui per … per onorare i defunti?” domandò ancora tra i gemiti.

“Sono demoni Jo, non importa loro dei loro fratelli morti.” rispose lui aumentando il ritmo e cominciando ad ansimare.

“C – capisco …” disse tra l’ansimare e il gemere lei. Lo baciò con voglia mordicchiandoli il labbro inferiore e lui gemette ansimando.

Lei iniziò a muoversi sotto di lui ansimando sempre di più e Lucifero le accarezzò il fondoschiena dolcemente continuando a muoversi in lei voglioso.

“Sì … così …” disse lei gemendo e ansimando sempre di più, lui le morse il collo e lei gli sfiorò l’inguine, facendolo eccitare.

Lucifero aumentò di tanto le spinte e lei urlò di piacere nel petto di lui. “Lucy …” disse lei con voce spezzata ansimando, poi tornò a dargli piacere muovendosi con lui. Quest’ultimo gemette e poi urlò anche lui, Jo strinse le gambe sui fianchi di lui per sentirlo di più e lui sorrise divertito mordendole la gola e muovendosi sempre di più in lei. Lei ansimava ancora gemendo e poi gli fece un succhiotto sul collo lasciandogli il segno. Lucifero gemette forte e le diede un colpo secco che la fece urlare di nuovo. Jo gli graffiò le spalle e poi gli leccò la gola ansimando ancora.

“Ahi … Sembri una gattina per come graffi …” disse lui gemendo. Lei ridacchiò e scese a leccargli il petto ansimando.

“Urla il mio nome, dolce Jo.” la pregò con il fiato corto lui gemendo e poi aumentò ancora di più il ritmo delle spinte che fece urlare lei il suo nome. Lui sorrise divertito e le leccò le labbra.

Continuarono a farlo fino ad essere senza fiato.

Lui rotolò su un fianco e guardò Jo stesa vicino a lui. Le accarezzò dolcemente la pelle mentre cercava di riprendere fiato. Lei gli diede un bacio sul braccio e poggiò la mano sul petto di lui.

“E’ stato …” cominciò a dire lei prima di essere interrotta da Lucifero. “… fantastico.” finì per lei prima di baciarla con dolcezza.

Lei ricambiò il bacio e poi si strinse a lui cercando rifugio nelle sue braccia.

“Sai una cosa?” disse lui guardando il cielo.

“Cosa?” chiese lei osservandolo con un mezzo sorriso.

“Ti amo …” rispose Lucifero porgendo lo sguardo sugli occhi di lei che divennero luccicanti. “Anche io ti amo.” sussurrò lei con voce fine arrossendo in viso.

Lucifero sorrise dolcemente vedendola arrossire e le diede un bacio sulla punta del naso. “Sei stupenda quando arrossisci.” ammise lui accarezzandole una guancia.

“E tu sei stupendo sempre.” disse lei dandogli un bacio dolce. Lui sorrise e la strinse ancora di più a sé.

“Vorrei stare così per sempre …” ammise Jo accoccolandosi su di lui.

“Possiamo farlo …” disse Lucifero sulle labbra di lei.

“Per sempre?” domandò lei guardandolo negli occhi e sentendosi sciogliere.

“Per sempre …” rispose lui con un sorriso sulle labbra.

Jo si strinse a lui chiudendo gli occhi e Lucifero le baciò i capelli dolcemente.

E sarebbero restati così … Per l’eternità.

 

Fine … ?

 

Nove mesi dopo.

 

Lei era sdraiata sul letto con un fagotto in braccio che piangeva.

Era ancora sudata marcia e guardava ciò che aveva imbraccio con occhi meravigliati.

Lucifero si avvicinò a lei e le accarezzò i capelli dolcemente.

“Come stai?” le domandò sedendosi vicino a lei e guardando rapito la neonata.

“Un … un po’ stanca ma, ma sto bene grazie.” rispose Jo cercando di sorridere e cercò di calmare la piccola.

Lui osservò rapito le due e si avvicinò al viso della piccolina.

“Ciao tesoro …” disse con tono dolce sfiorandole guancia con un dito. La piccola si calmò e chiuse i pugnetti facendo un piccolo sbadiglio.

Lui la prese dalle braccia della madre e la guardò.

“Credo che le piaci.” ammise Jo con una risatina e guardò Lucifero negli occhi.

Lui le sorrise e lei appoggiò il capo sulla spalla di lui guardando la piccolina chiudere gli occhi e respirare lentamente. Le diede un bacio sulla fronte e Lucifero inclinò il capo sul lato fino ad appoggiarlo su quello della ragazza.

“Sei felice, Jo?” le domandò coccolando la figlia.

“Si, ed ora, ancora di più.” rispose lei dandogli un bacio sulla spalla e chiudendo gli occhi esausta.

“Riposa piccola mamma.” disse lui con tono dolce dandole un lieve bacio.

“Starai qui?” chiese lei coricandosi vicino a lui e abbracciandolo alla vita.

“Certo, voglio stare qui con te e questa bella bimba e in nessun altro luogo.” le disse lui sorridendole, lei ricambiò il sorriso prima di addormentarsi come una bimba.

Lucifero la coprì con il piumone e le rimboccò le coperte come poteva. Poi tornò a guardare la piccolina che si era anch’essa addormentata tra le braccia del papà.

Lui le diede un bacino sulla fronte senza svegliarla.

 

“Benvenuta in questo mondo … Allison”

 

  
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