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Autore: mellapumpkin    06/07/2011    3 recensioni
Ci sono quei giorni in cui vorresti morire. In cui vorresti non aver usato l’ultima bomboletta di lacca. In cui pensi che vorresti essere in uno di quei bei film romantici dove uno scrittore famosissimo si innamora di una donna qualunque e abbandona tutto per lei. Ci sono giorni in cui credi di essere davvero idiota, e ci sono giorni, come oggi, in cui decidi di avverare il primo desiderio.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Paranoid Android;

Act 1;

 Per la lettura di questa storia si consiglia l'ascolto del brano Paranoid Android, dei Radiohead.

 

Please could you stop the noise, I'm trying to get some rest. 

 

Ci sono quei giorni in cui vorresti morire. In cui vorresti non aver usato l’ultima bomboletta di lacca. In cui pensi che vorresti essere in uno di quei bei film romantici dove uno scrittore famosissimo si innamora di una donna qualunque e abbandona tutto per lei. Ci sono giorni in cui credi di essere davvero idiota, e ci sono giorni, come oggi, in cui decidi di avverare il primo desiderio.

 

Cammino come un demente da tutto il pomeriggio, con le mani in tasca, la mia felpa scolorita e i jeans strappati. A cosa penso? Penso a un modo per suicidarmi. Guardo la gente che cammina per strada. Le guardo in faccia, le fisso. La gente mi fa incazzare. Sembra che dia molto fastidio alla gente l’essere fissato. Ho girato tutta la città. Mi fanno male le gambe. Forse se cammino tanto entro in iperventilazione e muoio. Con questo caldo poi avrei più speranze. Magari vado al bosco e mi sdraio per terra aspettando qualche bestia che mi sbrani. Idee idiote. Non voglio soffrire. Voglio morire nel modo più invisibile possibile. Non so ancora come. E’ per questo che cammino. Guardo la gente. La gente mi fa incazzare.Ora sono nel parco. In questo posto dove i cani cagano come elefanti e i bambini urlano fino a farti scoppiare il cervello. In modo letterale, ovviamente. Mi piace prendere in mano un bignè, strizzarlo e succhiare tutta la crema che ha all’interno. Mi piace farlo a occhi chiusi, immaginando che quella dolcezza sia in realtà l’anima del bignè, immaginandomi un assassino. Ho ucciso centinaia di bignè nella mia vita, la cosa mi rende molto fiero. Non lo farei mai con gli esseri umani. No, non meritano un tale servizio, un tale favore. Dovranno viversi la loro vita schifosa fino in fondo. 

 

I may be paranoid, but not an android. 

 

 Cammino svelto. Guardo la strada. Non guardo nulla. Mi sento allo stremo. Non riesco a tenermi in piedi. Insomma, sono due giorni che non mangio, che non bevo e che non dormo. Non ho nemmeno trovato un modo degno per morire. Ma che cazzo sto facendo? Qualcuno mi sta venendo addosso. Lo vedo, non sto sognando, è davanti a me. Si, però non si ferma. Dio, che brutta cosa. Mi toccherà muovermi, cambiare direzione. Non lo farò. Infatti il tizio mi viene addosso. Sono a terra. Mi fa male il culo. Quel tizio mi guarda in faccia e ansima. Mi dice, frettoloso:“Baciami, ti prego. Poi ti spiego.” E mi bacia. Infila la sua lingua dentro la mia, mi prende la testa con le mani e mi accarezza e guance. Passano accanto a noi dei ragazzi incazzati. Sussurrano una cosa tipo “guarda che schifo” e corrono ancora. Il tizio si è messo il cappuccio della felpa. Continua a baciarmi. Non è cosi male, in fondo. Si stacca, finalmente. Mi guarda. Ma che cazzo vuole?

“Grazie. Grazie mille. Quelli la mi volevano uccidere. Sai, problemi con la droga”

Qualcuno vuole ucciderti e tu scappi? Ma vaffanculo.

No, fa nulla,dico. Quanto posso essere falso. E’ una dote naturale. Mi guarda come se avesse rotto il mio vaso di fiori preferito.Mi alzo e mi aggiusto la maglietta.Quanto odio la gente che non sa parlare. Devi essere sempre pronto alle parole.

E’ stato un piccolo contrattempo, comincio. Ora devo andare, ho in piano di morire entro domani e non voglio rimandare, concludo. Mi gira un po’ la testa.

“Aspetta!” dice il tizio, mi balza davanti. Hey, ha gli occhi azzurri.

“Ecco, posso venire con te?”

No.

“Ti prego”

No.

“Perché no?”

Perché fai troppe domande.

“Allora vengo con te.”

No.

“Dai. Ti prego.”

Lo guardo e sto zitto. E’ biondo il tizio. Ha gli occhi azzurri. E’ bello. Ha dei tagli sulle guance. E’ bello.

Ok, dico.

Lui mi guarda e tira su col naso. Sembra messo abbastanza male.

“Non dormo in un letto vero da un mese”

Chi ti ha detto che dormirai in un letto? Vorrei dirlo. Ma non lo dico. Mi fa davvero pena.

Comincio a camminare. Guardo la gente. La gente mi fa incazzare. Tantissimo.

Dopo mezz’ora siamo davanti casa. Dopo mezz’ora nessuno dei due ha parlato. E’ stato sempre dietro di me. Forse mi ha guardato il culo. Forse sta troppo male. Forse è solo un drogato. Si, è solo un drogato. Cerco le chiavi. Apro la porta del palazzo. Un palazzo del dopo guerra, che cade a pezzi. Credo fosse azzurro in origine. Ora è grigio. E cade a pezzi. Tu guarda che merda. Io volevo solo morire. Non chiedevo nulla a nessuno. Salgo le scale, sento i miei passi e subito dopo i suoi. E’ affannato. Non me ne frega un cazzo. Io voglio morire.

Entriamo in casa. Lui dice che è carino. Io dico, vaffanculo.

“Posso farmi una doccia?” chiede il tizio.

Il bagno è l’unica altra stanza di questa casa, dico. E indico una porta scorrevole, che però non scorre tutta.Lui ringrazia a dopo nemmeno un minuto è sotto l’acqua. Non ho altro da fare che guardarlo. E’ davvero bello. Ma io voglio morire.Prendo un coltello dalla cucina e mi taglio un pezzo di carne, tra l’indice e il medio. Il sangue esce piano piano, non ha fretta. Io si, per sfortuna. Chiudo gli occhi e sto fermo. L’unica cosa che sento è dolore. Dolore da tutte le parti tranne che alla mano. Credo di non essere mai stato felice in vita mia. Per tutta l’adolescenza sono andato a scuola, sono andato bene. Mi sono diplomato con 10 e lode. Un mese dopo me ne sono andato di casa ed eccomi qua, da quattro anni. nessuno mi aveva spiegato che la vita è una merda. Insomma, la vita non è una merda. Io sono una merda. Penso che sono un cretino. Quel tizio che ora è in bagno, Blondie, mi sta facendo impazzire. Lo chiamo Blondie perché è biondo. Si, sono banale da fare schifo. E’ la prima cosa che ho pensato quando l’ho visto. Un secondo prima che le sue labbra toccassero le mie. Di solito non prendo sul serio queste cose. In fondo baciarsi dopo le prime volte diventa una cosa da routine. E la routine da schifo.

 

I may be paranoid, but no android.

 

 Blondie esce dal bagno. Mi guarda. Guarda prima la mia mano, poi i suoi occhi scendono sulla chiazza di sangue che si è formata sulla mia maglia. E’ da buttare ormai. Non dice nulla, mi guarda con pietà. E’ pietà quella? Non lo so. Sono impegnato a guardare un’altra cosa. Mi sono dimenticato di dire che è nudo. Non sono uno che guarda le dimensioni. Infatti non le sto guardando. Sto guardando la perfezione di quest’uomo. Ci stiamo guardando a vicenda. Piccole gocce d’acqua cadono dai suoi capelli. Piccole gocce si sangue cadono dalla mia mano. Non diciamo nulla. Lui mi fissa senza espressioni. Se fossi umano mi alzerei e lo bacerei. Poi lo scoperei. Poi lo butterei fuori di casa. E’ la vita.

“Sei molto bello ora. Il sangue ti dona.”

Lo guardo. Poi guardo la mia mano. Ne prendo un po’ col dito e lo succhio. A me piace il sangue. Cosa dovrei rispondere? Grazie, lo so, non è vero. Non dirò nulla. Si sta avvicinando. Si siede sul divano, accanto alle mie gambe. Mi prende la mano e comincia a leccare il sangue. Lo guardo incerto. Mi piace. Sto male. Mi gira la testa. Forse è la vista del sangue. Ma a me piace il sangue. Forse è paranoia: il mio cervello crede che con un taglietto alla mano potrei morire dissanguato. Si, certo. Tolgo la mano e lo fisso. Sono 10 minuti buoni che non facciamo altro.

“Mi chiamo Thom” comincia Blondie.

Non te l’ha chiesto nessuno, dico io. Blondie mi guarda con aria incerta. Poi ride. Cazzo ridi? Non c’è niente da ridere. Non c’è quasi mai niente da ridere. E la gente ride lo stesso. La gente mi fa incazzare. Blondie, o meglio, Thom, si alza. Ha anche un bel culo. Il suo fisico è simile al mio. Solo che ha più muscoli. O più grasso. Non li so distinguere a vista. Il mondo è pieno di gente idiota che si crede intelligente. Il mondo è pieno di gente intelligente che si crede idiota. Non c’è mai un equilibrio. La gente mi fa incazzare. Faccio questi pensieri filosofici, e Blondie è già sparito. Ora Blondie è tornato. Indossa la mia maglietta degli Slipknot e i miei pantaloni. Com’è bello quando la gente ti chiede il permesso. Io non l’avrei fatto, quindi dovrei stare zitto. Ma non sto nemmeno parlando, di conseguenza sono già zitto. Allora dovrei usare di meno il cervello.  Potrei sbattere la testa contro il muro fino a spaccarmela, cosi da dover subire un’operazione che mi porterebbe ad avere traumi al cervello incurabili. Userei di meno il cervello. Una volta che il cervello viene toccato nulla è come prima. Nulla. Assolutamente. 

“Tu come ti chiami?”

Non te lo dico, è quello che vorrei dire.

Johnny, rispondo.

“Non è vero” dice lui. E ha ragione. Non sono affatto stupito però.

Ok, mi chiamo Jackson.

Ora Blondie sorride. Si avvicina a me e mi bacia. Mi bacia come la prima volta. Anzi, meglio.

Mi guarda negli occhi e mi dice:

“Sei cosi bello, Jackson”

Cazzate. Tutte cazzate. La gente bella non la incontri. Ti accontenti. La gente bella è solo nella tua testa, e non esistono fabbriche che producano quello che la tua testa dice. Non troverai mai qualcuno che corrisponda ai tuoi criteri di bellezza. E se la trovi, stai certo che non ti guarderà nemmeno. Quindi ti accontenterai di qualcuno. Qualcuno totalmente diverso da quello che avresti voluto. E’ quello che sta facendo Blondie. Perché io non sono scemo. E sono stanco. E sono in ritardo. Devo morire e non so ancora come. Solo la gente non sa come fare. Io odio la gente. La gente mi fa incazzare. E Blondie, o meglio, Thom, in questo momento mi sta toccando il pene. Si, il coccodrillo, il muscolo, il terzo braccio. Mi sto incazzando. Mi sta rallentando. Però mi piace.

Odio la gente. Odio Thom. La gente mi fa incazzare.

Non voglio star troppo a parlare. Saranno tre capitoli. Sarà una storia idiota e banale. Io la pubblico perchè mi va. Un omaggio a molte cose, che poi vi dirò. Se siete arrivati fino a qua avete tutto il mio amore.

Lotus Flower--

   
 
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