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Autore: MaxT    07/07/2011    4 recensioni
Una Elyon esuberante e sorprendente torna a cercare le sue vecchie amiche, che si troveranno presto coinvolte in avvenimenti più grandi di loro. Che spaventosa profezia ha pronunciato la Luce di Meridian? Vera è…vera? Dove sono andate le gocce astrali delle W.I.T.C.H.? E’ una storia dove i personaggi assumono diversi ruoli contrastanti, si muovono nel segreto e nell’invisibilità, e le loro motivazioni autentiche si delineano a mano a mano che la storia si avvicina alla conclusione. Note: qualcuno potrebbe considerare OOC Elyon e le gocce astrali. Da parte mia, penso che siano una evoluzione plausibile dei personaggi visti nel fumetto. Aggiornamento: I primi sei capitoli sono stati riscritti nell'ottobre 2008.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le profezie di Meridian'
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63-Il racconto di un viaggiatore  
Ad personam:

Cara Atlantis Lux, grazie per la tua bella recensione, sulla quale conto sempre.  Non lo credevo all'inizio, ma questo capitolo è stato anche tanto divertente da scrivere. 
L'interesse dell'Oracolo inizialmente era limitato al recupero del Cuore di Kandrakar, ma presto avrà nuovi motivi per occuparsi di quello che sta succedendo a Meridian.
Cos'avranno fatto le WITCH nel frattempo? Probabilmente avranno avuto diverse avventure o disavventure, che però non fanno parte della trama di questo racconto già molto lungo. Si saprà che i servizi segreti si sono nuovamente interessati a loro, ma questa sarà un'altra storia, se troverò le idee buone per portarla a termine.

Cara Scarlettheart, che gioia sentirti! Mi dispiace per il tuo computer, al mio sono così affezionato...
Vedo con piacere che questo capitolo ha avuto un forte impatto emotivo. Comunque ci sono dei retroscena che non sono ancora stati svelati. 
Continua il conto alla rovescia per ciò che succederà allo scadere del diciottesimo mese.

Un grazie anche a Kuruccha per le sue numerose recensioni sui capitoli arretrati. Ancora un piccolo sforzo, sei quasi alla pari!

Qualche parola su questo capitolo. Ha inizio poco prima del finale del precedente, col quale ha una parziale sovrapposizione temporale. Qui assisteremo alle reazioni dei cittadini in quei drammatici momenti, viste attraverso un osservatore d'eccezione: Caleb, anche se irriconoscibile in un travestimento che non farebbe palpitare molti cuori. E infine vedremo le reazioni di Elyon e delle WITCH, che per molti mesi si sono sforzate di non pensare a quello che sta succedendo a Meridian prima della fatidica scadenza dei diciotto mesi, e solo ora si rendono conto di quale sia stato il piano perseguito con tenacia dalle loro antagoniste.

Buona lettura 
MaxT

 

PROFEZIE


Riassunto delle puntate precedenti 
Dopo un incontro misterioso con la Luce di Meridian, Vera ha convinto le Gocce a sostituirsi a Elyon a Meridian, impersonando la regina e le guardiane. 
A Meridian, la controfigura di Elyon e le finte guardiane esiliano Miriadel e Alborn, mentre Caleb sfugge alla cattura;  pur avendo assunto il potere, si 
rendono conto di non essere convincenti, e inventano la storia che le guardiane sono a palazzo per proteggere la Luce di Meridian da un complotto. 
A Heatherfield, Elyon spiega che quella che si sta realizzando è una sua profezia, che prevede che la tirannia duri un anno, che a Meridian dura diciotto mesi. Elyon è decisa a non tentare niente prima di questa scadenza.
Il nuovo piano di Vera prende rapidamente forma, basandosi sull'ambiguità del termine di un anno: prima simuleranno che Elyon diventi sempre più tirannica, screditandola, poi Vera, che ha comunque il rango di una principessa Escanor, la spodesterà dopo un anno terrestre di dodici mesi, facendo finire apparentemente la tirannia e realizzare la profezia; poi, dopo aver guadagnato il consenso della gente, si prepareranno per affrontare Elyon e  le Guardiane al loro ritorno dopo diciotto mesi, un anno di Meridian. 
Vera crea venti copie di Wanda, dette Nemesis, che avranno l'incarico di impersonare le guardiane, sollevando le gocce dal compito, e di sorvegliare la città restando invisibili o sotto falsa identità, o con l'aspetto di aquile. 
Come dal piano di Vera, le false Guardiane imprigionano Galgheitha e altri personaggi importanti, che potrebbero rendersi conto che la sempre più tirannica Regina e le Guardiane sono state impersonate da controfigure; la principessa Vera fa la parte della buona, facendo fuggire questi prigionieri dalla città.
Passano i mesi, e la situazione a Meridian si fa sempre più pesante. La falsa Elyon diventa sempre più tirannica e incoerente, isolandosi tra i mormoranti come già Phobos prima di lei, e perdendo ogni simpatia tra la popolazione, l'establishment e perfino l'esercito. La principessa Vera, per contro, finge di mitigare le conseguenze della follia della regina e delle Guardiane e si guadagna sempre più approvazione e credibilità nella città. Infine, si arriva allo scadere dei dodici mesi dall'arrivo delle Gocce e da quello che a molti appare come l'inizio della tirannia. La montatura arriva al suo culmine: Vera parla in consiglio criticando Elyon, poi affronta i falsi mormoranti, le false guardiane e infine Elyon, sconfiggendoli tutti e venendo proclamata Regina.

Cap.63

Il racconto di un viaggiatore






Meridian

Oggi sarebbe giorno di mercato a Meridian, ma non c’è più nessuna bancarella per le vie. 
L’atmosfera è elettrica, e non solo per i lampi: non si sente alcun cinguettio, né alcun gioco di bambini dagli androni. Attraverso le finestre dagli scuretti accostati e gli spiragli tra le tendine, si intuiscono gli sguardi degli abitanti intimiditi.
Neppure le grandi aquile osano avventurarsi in quel cielo da battaglia fra gli Dei: nubi plumbee e nubi iridescenti vorticano scambiandosi fulmini che non toccano mai terra. Eppure non accenna a piovere, e al suolo non si sente neppure un refolo di vento.
Le poche persone incontrate si stanno dirigendo frettolosamente verso le loro case; non danno peso a quello che sembra solo un contadino che trasporta a dorso una gerla di ortaggi.

Sbirciando da sotto il cappuccio calato sul viso tinto e barbuto, Caleb incontra i primi capannelli di coraggiosi solo quando è quasi giunto in piazza Due Lune.
Svoltato l’angolo, vede finalmente la piazza animata e nervosa. La testa calva e azzurrina di Vathek spicca al di sopra della folla.
Quando i loro sguardi s'incrociano, Caleb sente il suo messaggio pensato: ‘Zobig! Questa situazione è un casino, mi ricorda quella volta che…’.
‘Dopo!’, gli trasmette, interrompendo quel contatto pericoloso. Qui sono esposti; anche usando una falsa identità, il rischio di essere individuato dai pensieri è troppo alto.
Si guarda attorno con attenzione.
Tre grossi drappelli di Genieri di Mitlar chiudono l’accesso alle vie che portano verso il palazzo; si intuiscono le mani serrate nervosamente sulle armi e il tentativo di nascondere la loro incertezza.
Al centro della piazza spiccano due strutture di pietra bianca simili a grandi porte aperte sul nulla. Due giorni fa non c’erano, ma ciò non basta più per stupirlo.

Caleb si accosta prudentemente a un capannello, ascoltando i discorsi senza intervenire.
Un signore calvo e distinto sta raccontando: “…Poi è diventata tutta luminosa, ha teso le braccia e… zaap, zaaap, li ha ridotti tutti in cenere!”.
“Ma li avrà davvero mandati la Regina?”, chiede un piccoletto dagli occhi sporgenti.
“Lo hanno detto chiaro: ‘La Luce di Meridian ha perso la pazienza’ ”, risponde un terzo, anziano e ossuto.
“E tu credi alle parole di un mormorante?”.

D’improvviso, una finestra si spalanca proprio sopra il gruppetto; una donna anziana dal viso paffuto si sporge e grida: “La Principessa Vera ha sconfitto le Guardiane! Sta sfidando la Regina!”.
Mille sguardi si puntano su di lei.
Un brusio percorre la folla.  “Larnal, una telepate di alto livello”, sussurra il signore calvo. “Dev’essere in contatto con qualcuno a palazzo”.
Chiusi gli occhi, la donna si stringe la testa fra le nocche, come per spremerla.
Un silenzio carico d’attesa cala sulla piazza per un lungo, lunghissimo minuto, punteggiato solo da qualche colpo di tosse soffocato e da deboli rumori metallici provenienti dal drappello militare più vicino.
La donna riapre gli occhi. “Ha vinto Vera!”, scandisce meravigliata. Con un gesto, fa tacere i vocii della folla ancora un attimo, poi aggiunge: “Se n’è andata!!! Elyon ha buttato la corona, e se n’è andata via!!!”.
Un mormorio incredulo percorre la piazza.
Il primo timido “Evviva” risuona, rompendo un tabù. Un attimo dopo, una tempesta di “Finalmente!!!”, “Siamo liberi!”, “Abbasso le Guardiane” gli fa eco, finché la piazza echeggia di parole impronunciabili fino a poco prima.
Quando la donna, con gli occhi persi nel vuoto,  grida ancora: “La principessa Vera è acclamata Regina! E’ la nuova Luce di Meridian!!!”, solo gli astanti più vicini la sentono, e cominciano a ripeterlo entusiasticamente finché, di bocca in bocca, la voce si diffonde in tutta la piazza.

Alzando gli occhi al cielo, Caleb vede che le nubi hanno smesso di vorticare e si stanno schiarendo.
Dapprima la luce del sole pomeridiano filtra da sudovest, creando sottili raggi che si protendono verso il palazzo reale come le dita di qualche Dio benevolo.  Poi le nuvole si aprono completamente, e per qualche minuto il castello rifulge in piena luce contro il cielo ancora tempestoso;  infine, la schiarita si estende rapidamente su tutta la città in festa.
Mentre i drappelli di soldati si ritirano dalla piazza alla chetichella, molte finestre e porte si spalancano, una a una, e cento voci inneggiano alla nuova Luce di Meridian.
‘Dunque, è questo che avevano in testa!’, pensa Caleb.
Poi nota l’ombra di un’aquila percorrere la facciata della casa di fronte.
Trattenendo ogni pensiero compromettente, si sistema meglio il cappuccio sul viso truccato e si incammina verso Meridian bassa.

Sussulta quando un uomo mai visto lo prende per un braccio.  “Dove vai, fratello?!? Dobbiamo festeggiare! Finalmente siamo liberi!!!”.
Caleb svincola con un cortese: “Se così vogliono gli Dèi”, e continua a camminare controcorrente tra la folla incredula e festante.
Cerca di mascherare il suo disappunto mentre allunga il passo verso la periferia: fa rabbia che questo grande momento di gioia collettiva sia causato da una bugia senza precedenti.
‘Quella Vera l’ha data da bere a tutta Meridian. Devo riferirlo immediatamente alla vera Elyon’.
 

Heatherfield, casa Portrait

Appena riapparso, Caleb si guarda attorno: buio, buio pesto.
Dopo qualche istante gli occhi cominciano ad adattarsi, e individua le sottili striature di luce dei lampioni che filtrano sotto le saracinesche del soggiorno.
Ben memore del suo primo goffo arrivo in cantina, Caleb si muove con prudenza verso il corridoio, dove ricorda un interruttore.
Sentendo un fruscio dietro di sé, si volta di scatto. Ne segue un rumore di strisciamento, poi un forte tonfo e un agghiacciante schianto di vetri.
Maledetta gerla!!!

La luce elettrica si accende immediatamente, abbagliandolo.
“Mani in alto! Fermo o sparo!” intima la voce tonante di Thomas Portrait dall’altro capo della sala.
Quando torna a vedere, il giovane scopre di avere puntata addosso una pistola. “Ehi, comandante, sono io, Caleb! Abbassi quell’arma!”.
“Caleb!”, ripete con meraviglia Eleanor, rivelatasi accanto a suo marito. “Ma… ma come ti sei conciato?”.
“Non ho fatto in tempo a cambiarmi”, risponde sfilandosi la gerla assassina dalle spalle.
La donna fa un sorriso sarcastico venendo verso di lui. “Molto gentile a portarci la verdura fresca del nostro mondo, ma non è ora di colazione, da queste parti”. Poi, appena girato attorno al divano, stringe i denti vedendo i resti della vetrinetta schiantata a terra. Si rivolge a Thomas: “Caro, che ne dici di far sparire il cannone? Poi ti devo dire una cosa”.
L’uomo ripone l’arma in tasca, poi la segue.
Resta gelato quando il disastro gli appare davanti in tutta la sua desolante gravità.
“I miei modellini!”, esala a denti stretti, “Caleb, sei un distruttore!”.
“Li riparerai domani, tesoro”, gli dice suadente la moglie, prendendolo amorevolmente a braccetto e sfilandogli la pistola dalla tasca, a scanso di tentazioni insane.
Lui si svincola, raccogliendo costernato i resti della vetrinetta. “Che disastro! Il mio Sherman! Il Tiger!”, si lamenta sollevando sconsolato da terra la torretta di un piccolo carro armato.
“Sono sicura che Elyon ti aiuterà, caro! Torneranno meglio di prima, vedrai!”. Poi va verso la cucina. “Vi va un caffè? O un tè?”.
Il giovane scuote il capo. “Scusate il disastro. Scusate l’orario. Ma se sono apparso qui, è per un motivo gravissimo!”.

In cima alle scale appare Elyon, in un pigiamino azzurro con un ritratto di Winnie Pooh che sorride sul petto. “Caleb, tesoro, sei proprio tu?”. Gli viene incontro ciabattando di corsa, rischiando quasi di ruzzolare per le scale. “Che cos’è successo?”.
“Elyon, non so come dirtelo… poco fa, a Meridian si è sparsa la voce che Vera ha affrontato i Mormoranti, le Guardiane e anche te, che vi ha sconfitti tutti, e ora è stata proclamata regina”.
Segue un istante di stupore collettivo, cui mette fine il secondo schianto a terra della vetrinetta.
“Cosa?”, tuona Thomas allibito, in piedi in mezzo ai frammenti.
“Co…co… cosa?”, fa eco Elyon.
Miriadel, rimasta congelata sulla porta della cucina, si riscuote. “Calma, calma!”, ripete completamente scossa, “Calma, adesso raccontaci tutto con calma!”.

Qualche minuto dopo, quando Caleb ha completato il suo racconto seduto al tavolo della cucina, si sono già contati sette ‘Calma!’ di Eleanor, sette tra ‘Perché?’ e ‘Ma perché?’ di Elyon e quattro ‘Se ci fossi stato io!’ , invariabilmente accompagnati dall’agitarsi di pugni serrati, di Thomas.
“Dobbiamo intervenire subito!”, propone lui, sempre serrando i pugni. “Andrò a Meridian, e userò tutta la mia influenza per convincere i capi militari…”.
“Calma, calma!”, ripete Eleanor. “E’ inutile. E poi, potrebbe essere il peggior momento possibile!”.
“ ‘Calma, calma!’ Non sai dire altro?”, tuona Thomas battendo il pugno sul tavolo. “Se i militari le giureranno fedeltà, dopo sarà troppo tardi per far loro cambiare idea!”.
Sforzandosi di non ripetere il ritornello, Eleanor scandisce: “Vera ha preparato questa farsa con cura. E’ impossibile che non abbia previsto una mossa così scontata in un momento così scontato. Andresti solo a farti catturare. Anche se non avranno più i costumini da guardiane, le Gocce sono ancora lì”.
Thomas sbuffa, appoggiando sul tavolo i pugni serrati. “E allora cosa proponi?”.
“Dobbiamo procurarci molte più informazioni, prima di decidere”.
“E quindi?”.
“E quindi, andrò io a Meridian a dare un’occhiata”.
“Bell’idea, Miriadel!”, sbotta ironico lui. “Spiegami perché se ci vado io mi prendono subito, e se ci vai tu deve andare tutto liscio!”.
“Uno”, enumera lei, “Perché tu partiresti subito con una mossa scontata. Due, perché io ero tra i migliori agenti segreti prima che Phobos salisse al trono. Quante donne ricevono il grado di capitano a ventisei anni?”.
“E quanti uomini il grado di colonnello a trentaquattro?”, risponde lui piccato.
“Basta!”, interrompe l’irriconoscibile Caleb. “Andrò io! Sono abituato a muovermi lì in incognito”. Allarga le braccia: “Guardate, sono già travestito! Posso tornare lì nel tempo che starei a dire ‘ciao’!”.
“No!”, dice Elyon, alzandosi in piedi, finalmente uscita dal suo stato di stupore. “C’è un modo meno rischioso per sapere!”.
 

Heatherfield, casa Hale

‘Aiuto, Corny!’, la chiama una voce dalle tenebre.
La ragazza porge il braccio verso quel nulla, gridando: “Ellie, dove sei?”. Poi una luce accecante l’abbaglia.

“Cornelia… Cornelia, svegliati!”.
Quando la ragazza spalanca gli occhi, accanto a lei c’è sua madre che la scrolla delicatamente per una spalla. “Tranquilla, tesoro, è solo un sogno”.
“Elyon…  un sogno”, ripete Cornelia confusa, tirandosi su dal letto. “Solo un sogno… “, sospira sollevata.
Sbarra gli occhi: nella testa, la voce di Elyon le ripete: ‘Corny cara, scusami. Ho bisogno del tuo aiuto’.  E’ il sogno che continua? No, questo è un messaggio!
“E’ tutto a posto, mamma. Scusami, torna pure a letto”.
“Sicura?”. Elizabeth la squadra. “Aspetta, ti preparo una tisana”.
“No, grazie”, si schermisce, “Voglio tornare subito a dormire”.
“Come preferisci”, risponde la madre. “Buona notte”.

Rimasta sola nella stanza semibuia, la ragazza si concentra.
‘Ellie? Sono Corny. Mi senti?’.
‘Ciao, Corny cara. Non so come scusarmi, ma ho un’emergenza!’.
‘Emergenza? Come stai?’.
‘Ho bisogno di usare quel coso simile a uno specchio che avete nella cantina del Ye Olde Bookshop’.
‘Il portale? Proprio  ora? Per me è sì, Ellie, ma prima devo sentire Will. E ora…’.
‘Grazie, cara. La sentirò io’.
 

Heatherfield, Ye Olde Bookshop

Quando il quarto lampo si è esaurito, anche Irma, col suo bel costume da guardiana, si unisce alle amiche con uno sbadiglio leonino. “Ciao, ragazze!”. Si guarda attorno: Will sta armeggiando con bicchierini e piattini di plastica sporchi, tentando di mettere una parvenza d'ordine nel seminterrato; Hay Lin è seduta al tavolo sostenendosi la testa con le mani, e Cornelia passeggia avanti e indietro con evidente nervosismo.
Anche Irma si accascia su un’alta sedia finto-antica. “Tara non c’è? E’ stata lei a strapparmi dal mio bel sogno, e ora…”.
Will scuote il viso. “Non verrà, domani ha un’interrogazione di francese”.
“Anch’io. Eppure sono qui”.
Lottando per far stare gli ultimi piattini nel sacco per la spazzatura già troppo pieno, Will rassicura: “E’ pronta a venire in un attimo, se dovesse essere indispensabile”. Preferisce non riportare per intero la risposta della Guardiana del Fuoco: per lei Elyon può anche andare a quel paese, anche se non è chiaro se si riferisse a Meridian o a che altro posto.
Poi si concentra: ‘Ellie, ora puoi venire’.

Un attimo dopo, prendono forma Elyon, i genitori, e uno sconosciuto vestito con un saio.
“Ciao ragazze!”. “Buonasera”. “Scusate il disturbo”.
Alla vista dell’alieno dalla pelle verde e la barba quadrata, le guardiane rimangono sorprese.
“Ma chi è?”, chiede Hay Lin.
“Non mi riconosci?”, risponde questo, “Sono Caleb!”.
“Caleb! Che forte questo costume da mostro!”, esclama Irma, allungando la mano verso la barba posticcia. “E questa?”.
“Ehi, non disfarmi il travestimento!”, l'apostrofa lui con un gesto protettivo, “E’ il mio salvacondotto per Meridian. E poi, non è da mostro, è da normalissimo contadino”.
Elyon spiega: “Caleb detesta usare la magia per cambiare aspetto, e si arrangia con parrucche e tinture”.
“Sedetevi, prego”, invita Will con un gesto verso le sedie dall’alto schienale.

Quando tutti hanno preso posto attorno al tavolone, aggiunge: “E adesso spiegateci: perché tanta urgenza?”.
Caleb racconta: “Poco fa, a Meridian si è diffusa una notizia: che la principessa Vera ha affrontato i mormoranti, le Guardiane e la stessa Elyon, e le ha sconfitte. Ora è acclamata Regina”.
Un attimo di stupore accoglie le sue parole.
“Come, le guardiane?”, chiede Hay Lin.
“Le false Guardiane”, puntualizza Cornelia, defilata a lato di Thomas per evitare lo sguardo di Caleb. “Le nostre gocce”.
“Ma non erano dalla sua parte?”, chiede Irma spalancando gli occhioni.
“Non capite?”, sbotta Caleb, “Vera ha fatto passare le false Guardiane e la falsa Elyon per tiranni, e sé stessa come liberatrice”.
“…Ma che pulzella!”, esclama Irma appena questa verità si è fatta breccia nel suo comprendonio notturno.
“Ma chi era quella falsa Elyon, allora?”, chiede Will.
La reginetta interrompe con impazienza il momento di stupore, alzandosi in piedi come per parlare a un’assemblea. “Vi prego: dobbiamo osservare cosa sta succedendo a Meridian per decidere se intervenire subito o aspettare. E l’unico mezzo per non fare un salto nel buio è il vostro… come lo chiamate? Lo specchio magico?”.
“Il portale”, puntualizza Will. “Va bene, cominciamo subito. Vi raccomando di non parlare. Soprattutto quando viene visualizzata Vera, o lei ci sentirà”.

Un attimo dopo, tutti hanno preso posizione in piedi davanti allo specchio, le guardiane disposte ai lati per non intralciare la visuale con le alette.
“Pensate a Vera”, invita Will, mentre una luminosità azzurrina comincia già a riflettersi sul suo viso.

Lo schermo esagonale comincia a essere percorso da onde argentee che cambiano più volte direzione, poi appaiono le prime immagini. Dapprima incomprensibili, poi mettono a fuoco quella che sembra la suola di uno stivale. L’inquadratura si muove; uno scorcio di soffitto azzurro e oro si intravede tra quelle che sembra una selva di persone, prese dall’infelice prospettiva di una formica.
Poi il punto di vista sale rapidamente al disopra di una cortina di schiene e di nuche.
Finalmente, al centro dell’immagine appare Vera.
E’ in piedi davanti al trono, alla sommità della pedana, trionfante ed esausta. Davanti e attorno a lei, un pubblico dall’aspetto variegato si scambia sguardi guardinghi e incerti. Sembrano persone importanti, riunite lì in tutta fretta. Si vedono anche parecchi ufficiali e, dietro, un picchetto di soldati ancora con le divise ordinarie.
Vera alza le braccia, attirando tutta l’attenzione su di sé, e ogni debole cicaleccio tace.
“Autorevoli Veglianti, rappresentanti dell’amato popolo di Meridian. Signori ufficiali e funzionari. Sapete già cos’è accaduto poco fa. Capisco il vostro disagio: nessuno di noi si augurava di dover arrivare a questo punto”. Tace un attimo, studiando le reazioni alle sue parole, poi riprende: “E capisco anche la vostra paura. Sapete già che Elyon ha promesso di tornare a vendicarsi, e non solo di me. E’ probabile che avrà nuovamente al suo fianco le Guardiane di Kandrakar. Potrebbero farlo tra un anno, tra un mese, tra un minuto”. Tace di nuovo: la preoccupazione nell’aria è più palpabile che mai. “Per questo vi ho convocati con tanta urgenza: io ho bisogno della forza per potervi garantire che saprò difendervi da questa minaccia. Questa forza mi può arrivare dalla Corona di Luce, che concede i suoi pieni poteri solo alle regine legittimamente incoronate”.
La fa apparire nella mano e la solleva sopra di sé, mostrandola a tutti. Un sommesso mormoro percorre la sala.
Poi la abbassa. “Capisco il vostro dubbio: in passato, è sempre stata la Luce di Meridian a designare la sua erede. Ma anche questa volta è così: un attimo prima di sparire, mia sorella Elyon ha riconosciuto la mia vittoria e ha detto chiaramente che io sono la nuova Regina, salvo tornare a vendicarsi. Questo lo potete chiedere a qualunque dei numerosi testimoni”.

L’attenzione di Cornelia è richiamata da un gesto di Elyon.  Il riflesso azzurrino rimarca il pallore cadaverico della ex-regina, che si copre il viso trattenendo chi sa quali proteste verso colei che l’ha definita ‘mia sorella’.

Nella sala, i veglianti si scambiano sguardi e timidi accenni di consenso.
Quello che sembra il loro capo si fa avanti. “Altezza, il Consiglio acconsente a nominarvi nuova Luce di Meridian”.
Un largo sorriso trionfale illumina il viso di Vera. “Grazie, signori. Avete preso la decisione migliore”.
“Però”, continua l’uomo, “Devo confessare di essere del tutto impreparato sul cerimoniale”.
“Non importa, capo consigliere Korgondor. L’importante è la sostanza”. Accenna a porgergli la corona che tiene in mano.
L’uomo si avvicina, cercando di dimostrarsi solenne, e la prende con riverenza. Poi si pone a lato di Vera, tenendo ben in vista davanti a sé quel simbolo di regalità.
“Principessa Vera, ci potete garantire di avere tutti i requisiti per accedere al Trono di Luce?”.
“Sì, lo garantisco. Ho lo stesso sangue di mia sorella Elyon, gli stessi poteri, e la stessa capacità di trasmetterli alla mia discendenza”.
Korgondor si schiarisce la voce, poi scandisce: “Siete disposta ad accettare il fardello della Corona di Luce, con tutte le responsabilità e gli obblighi che comporta?”.
“Sì, lo sono”.
Alza la corona sopra di lei. “Principessa Vera Escanor, io vi incorono come ottava Luce di Meridian. Possiate vivere a lungo come le vostre antenate. Possiate governare la vostra città e l’intero mondo perpetuando la millenaria tradizione di pace, giustizia e verità della Vostra Dinastia”. Lentamente le cala sul capo la Corona di Luce, poi si inginocchia al suo fianco.
Subito dopo, un applauso corale si leva nella sala.
Una giovane donna dalla pelle verdazzurra si improvvisa cheerleader, e grida: “Vai forte, Vera! Viva la nuova Luce di Meridian!”.
“Viva Vera!”, ripete entusiasticamente una ragazza dalla pelle azzurrina e dai tratti asiatici.

Davanti allo specchio, Irma scambia uno sguardo sbalordito con Hay Lin, e capisce che anche l’altra si è riconosciuta nelle due esagitate che stanno acclamando la grande usurpatrice.
Con un cenno, Will richiama nuovamente la loro attenzione sullo schermo.

Quando Vera alza nuovamente le braccia, il silenzio torna nuovamente nella sala del trono.
“Grazie. Grazie a tutti voi. Voglio dire ancora una cosa, e vi prego di riportarla al popolo di Meridian. Ho riflettuto sul significato di questo giorno, e su una profezia che la stessa Elyon formulò prima di essere plagiata dalle Guardiane. Lei aveva previsto che tutte loro sarebbero state protagoniste di una tirannia della durata di un anno. Eppure sono passati solo dodici mesi dal giorno in cui le serve di Kandrakar hanno gettato le loro ombre su Meridian.  Come mai? Forse ora ho una risposta: lei aveva vissuto quasi tutta la sua vita sulla Terra, dove gli anni durano dodici mesi. In quel mondo è passato esattamente un anno da quel giorno infausto, quindi la profezia si è compiuta con oggi”. Tace un attimo, sempre scrutando le reazioni degli astanti, poi riprende: “Comunque sia, la nostra città è nuovamente libera, e io farò di tutto perché lo rimanga”. Il suo viso prende una piega di rammarico: “Purtroppo non ho alcun modo per proteggere mia sorella dall’influenza di quelle perfide Guardiane di Kandrakar, causa della sua rovina. Ormai questa…”.

“Ma sentitela!”, sbotta Irma al culmine della stizza.
Will le fa gesto di tacere, ma è troppo tardi: nello specchio, gli occhi di Vera si volgono con disappunto verso di loro, poi l’immagine si dissolve in un turbine di onde argentee.
“Il solito genio”, sbotta Cornelia alla sua compagna.
“Ma la volete piantare?”, le interrompe Will. “Adesso, pensate di nuovo a Vera!”.
Il nuovo tentativo non ha alcun successo: sullo schermo ormai appaiono solo ondulazioni concentriche.
“Niente!”, conclude dopo qualche secondo, lanciando uno sguardo severo alla Guardiana dell’Acqua. “Irma, è la seconda volta che…”.
Irma avvampa. “Ma c’è un limite alle castronerie che una può sopportare! Le perfide guardiane… le serve di Kandrakar… le loro ombre su Meridian… Mai sentite tante ******* tutte assieme! Se ci fosse stata Taranee, ora sentireste odore di testa coronata bruciacchiata!”.
“Ma non capisci? E’ molto peggio!”, la apostrofa Cornelia. Si porta accanto a Elyon prendendole una mano: la ex-reginetta è rimasta annichilita con lo sguardo fisso e perso nelle onde del portale, piccola e curva come non mai. “Ellie si preparava a tornare per mettere le cose a posto tra altri sei mesi. Ma se l’interpretazione di Vera fosse quella giusta, la profezia si sarebbe compiuta con oggi, la liberatrice sarebbe lei, e Elyon sarebbe chiusa fuori, screditata e senza prospettive!”.
Le altre guardiane restano un attimo perplesse, cercando di capire meglio quel ragionamento così poco familiare.
Poi Will chiede: “Elyon, qual’è l’interpretazione giusta, dunque?”.
“Io… io non lo so. Dovrò trarre gli auspici…”.
“Come non lo sai?!?”, incalza Irma, “La hai fatta tu questa profezia, o no? Sapevi almeno cosa volevi dire?”.
Elyon non parla più, persa in pensieri che non riesce ad esprimere.
E’ Eleanor a rispondere al suo posto. “Secondo la credenza consolidata, una profezia della Luce di Meridian è infallibile, ma l’interpretazione non lo è”.
Dopo un attimo di silenzio costernato, Will chiede: “Cosa possiamo fare ora?”.
Eleanor stringe  a sé Elyon. “Per ora nient’altro, avete già fatto molto. Dobbiamo valutare con calma tutti gli scenari prima di fare qualsiasi mossa”.

Dopo che i loro ospiti sono svaniti, le W.I.T.C.H.  si guardano negli occhi.
“Qualche commento?”, chiede Will, mentre il portale le crea giochi di luci azzurrine sui capelli.
Cornelia si è seduta tutta contratta. “Non ho mai visto Elyon così spiazzata”.
“Lo credo!”, esclama Irma, “Non solo si è fatta fregare dalla sua goccia, ma ci ha messo un anno intero per capirlo!”.
Hay Lin sospira, la testa a ciondoloni e gli occhietti ridotti a fessure. “Ragazze, c’è ancora bisogno della mia presenza qui?”.
“Vai pure”, risponde Will. “Ci rivedremo a scuola”.
“Vado anch’io”, dice Irma, “Je spere que le verifique du francaise serà buonne. Au revoir!”, aggiunge svanendo in un lampo assieme alla cinesina.
Buonne?”. Cornelia scuote il viso. “Se lo ripeterà così alla prof, le verifique serà une schifesse memorable!”.

Poco dopo, rimasta sola, Will torna a fissare lo sguardo sullo sfarfallio del portale. Da brava Custode del Cuore, ha ancora un dovere da svolgere prima di ritirarsi.
Si concentra brevemente, pensando a un uomo calvo dal viso ieratico, seduto nel candore di un luogo nel centro esatto dell’universo.
 

Heatherfield, casa Portrait

“Dobbiamo sapere subito qual’ è l’interpretazione giusta di questa maledetta profezia!”, tuona Thomas, battendo il pugno sul tavolo della cucina, che protesta con un tenue tintinnio di posate dal cassetto. “Se quella di Vera è giusta, possiamo agire solo adesso, o mai più!”.
“Come vorresti fare?”, gli chiede scettica Eleanor, esitando davanti al pentolino di acqua bollente già sul fornello: è meglio preparare caffè per tutti, o camomilla?
Elyon solleva il viso, cercando di scuotersi dal suo stato quasi catatonico.  “Trarrò gli auspici secondo gli antichi rituali”. Si alza, dirigendosi verso le scale. “Vado in camera mia. Non interrompetemi, per un po’ ”. Esita un attimo sul primo gradino, poi si volta a chiedere: “Per caso, qualcuno ha cinquanta cents?”.
 

Heatherfield, casa Hale

Per l’ennesima volta, Cornelia si rivolta nel letto. Non riesce a dormire, sebbene sia stanchissima: qualcosa le brucia dentro. Un pensiero si è lentamente impadronito di lei e torna e ritorna, torna e ritorna, sempre uguale e ossessivo.
Caleb. Prima lo ha ignorato con intenzione, grata che il travestimento glielo rendesse quasi irriconoscibile. Lo ha trattato come una pianta, come un niente di niente, evitando gli sguardi che avrebbe dovuto ricambiare, ignorando le frasi alle quali avrebbe dovuto rispondere. E ora lui è andato a rischiare la sua vita per la libertà di Meridian, dove perfino gli uccelli gli sono ostili. Forse qualche suo vecchio amico lo riconoscerà e lo tradirà, accusandolo. Una folla di esagitati si raccoglierà attorno a lui, gridando di fargli seguire la sorte dei suoi compagni mormoranti. Lo afferreranno, sopraffacendo la sua strenua difesa; lo legheranno a un palo, raccogliendo cataste di legna secca sotto di lui.
Cornelia scuote il viso, interrompendo quel flusso di immagini orribili.
No: lui si scrollerà, si aprirà la strada a spintoni senza ferire nessuno; poi, quando crederanno di averlo chiuso in un angolo, si arrampicherà con agilità su un ballatoio, per poi salire, balzando tra finestre e balconi, su un tetto. Prenderà la rincorsa, saltando sul vuoto fino alla... No, Caleb, no, è troppo lontano! Lui esita, come se l'avesse sentita, e manca la presa sull'altro tetto. Cade annaspando verso il selciato, gli occhi barrati dal terrore...
NO!
Cornelia balza in piedi, stringendo le mani al petto: non può più restare con quest’incertezza.
 

Heatherfield, casa Portrait

Quando Elyon scende nuovamente dalle scale, il suo viso è più rilassato, quasi soddisfatto.
“Ho fatto”. Si siede al tavolo della cucina con un sorriso stanco.
“Allora?”, chiede Thomas con impazienza, “Cosa dicono questi auspici?”.
“Diciotto mesi”, risponde lei assaporando le parole, “Dicono diciotto mesi”.
Lui la guarda severo. “Non ti sarai mica giocata questa decisione a testa e croce?”.
“Qualcosa di simile, papà”.
“Fantastico!”, salta su, alzando le mani al soffitto. “All’inizio profezie infallibili, e ora… testa e croce!”.
“Papà, non sottovalutare gli auspici!”, lo ammonisce, “Vorrà ben dire qualcosa, se ventisette lanci mi danno sempre lo stesso esito”.
“Ventisette lanci su quanti?”, chiede Eleanor, versandole la camomilla fumante nella tazza.
“Su ventotto”. Per un attimo, schermata dalle volute di vapore, un’ombra di incertezza sembra attraversarle il viso.
 

Heatherfield, cantina del Ye Olde Bookshop

Ormai il portale sul muro non brilla più, e somiglia a un fantasioso specchio in stile new age.
Will vi si guarda: ha già lasciato il suo splendido look da guardiana ed è tornata la solida insipida ragazzina dai capelli rossi. Beh, ora che ha quasi diciott’anni la differenza non è più stridente come una volta, anche se ha un che di sciatto. Solo ora nota che, nella fretta di uscire, ha infilato il suo maglione alla rovescia. Per fortuna nessuno ha potuto notarlo.
Sta per spegnere la luce e svanire, quando un lampo alle sue spalle la fa girare.
“Cornelia?” .
La sua compagna è ancora in camicia da notte. Il suo viso lascia trasparire un’ansia che la morde di dentro. “Will...”.
“Come mai?”.
“Ti prego, Will. Se vuoi, puoi andare a dormire, ma lasciami restare!”.
“Ma cosa dici? Perché?”.
“Caleb! L'ho ignorato, non l'ho neppure salutato, e ora lui sarà di certo in prima linea a rischiare la vita!”. La afferra per i polsi. “Ti prego, lasciamelo cercare! Devo vederlo!”.
Meravigliata da questo turbamento, Will si volta verso il portale. “Va bene. Pensiamo a lui”.

Il portale riprende vita. Dopo i consueti sfarfallii, si forma un’immagine della folla a Meridian, dove è ancora pieno giorno.
“Quella è la piazza dove Phobos ha fatto finta di incoronare Elyon”, commenta Will.
L’altra annuisce, scrutando tra la folla.
Le ragazze ascoltano avidamente i commenti della gente, senza più meravigliarsi del miracolo di comprendere la lingua di un altro mondo.
“Finalmente una Regina degna di questo nome”. “Non ne potevo più di queste guardiane”. “Hai sentito come gliele ha cantate, a quella cagna dai capelli rossi?”.
Will si adombra, mentre Cornelia continua a cercare nella folla il viso di Caleb, senza riconoscerlo. “Dove sarà?”, si chiede. “Deve per forza essere uno di questi. Ma quale? Forse... forse questo? Il pastrano...”, poi scuote il viso. “No”, si risponde da sola continuando a cercare affannosamente.
Will distoglie lo sguardo, disorientata dai continui cambiamenti d'inquadratura voluti da Cornelia.
Dopo qualche minuto di ricerca ossessiva per vie e piazze, Will le dice con dolcezza: “Senti, è inutile. Se gli stesse succedendo qualcosa di strano, lo avresti già notato. La situazione è pacifica, non c’è segno di violenze. Andiamo a dormire, ora”.
L'altra si rassegna, e il portale torna rapidamente inerte.
“Grazie di essere rimasta”.  Finalmente la guarda, e lo nota: “Hai il maglione alla rovescia”.
“Ah, stai tornando normale. Buon segno”, scherza Will, ormai intontita dalla stanchezza.
Scosta i pesanti tendaggi alle finestrelle del seminterrato: il primo chiarore dell'aurora comincia già a colorare il cielo tra i palazzi.
 

  
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