La buona educazione consiste nel
nascondere quanto bene
pensiamo
di noi stessi e quanto male degli altri.
(Mark
Twain)
<< Make Your Choice - My Name Is >>
Dopo
qualche minuto, passato nel silenzio più totale, un boato scoppiò dagli spalti…
La gabbia intorno all’arena si dissolse, i “sopravvissuti” alla prova si
allinearono ordinatamente davanti agli insegnanti ed attesero il verdetto della
preside: - Siete stati in grado di affrontare una prova molto difficile oggi,
dimostrando di possedere coraggio e follia da vendere, proprio come ci si
aspetta da ogni studente di questa scuola. Non ci resta che determinare quale
sia la torre che vi rispecchia maggiormente… Revelio anime. –
Un
lampo azzurro li investì e furono praticamente obbligati a chiudere gli occhi
per non restare abbagliati da quell’intensa luce che, soltanto qualche secondo
dopo, materializzò sopra le loro teste delle forme
colorate.
Tigre Bianca, Lupo Nero, Panda Rosso e Aquila Reale…
Queste erano le torri a cui
potevano aspirare di appartenere gli studenti.
Il Lupo Grigio rappresentava coraggio e fedeltà, analogo al Grifondoro di Hogwarts e vi furono assegnati Daniel, Erin e Clarissa.L’Aquila Reale era il simbolo dell’intelligenza. Declan e David non riuscirono ad evitare appezzamenti su quella creatura che, sopra le loro teste, dibatteva le ali in un impeto di pura libertà.Il Panda Rosso rappresentava l’equilibrio, la curiosità e la bontà d’animo. Nadia e Liam adorarono sin dal primo momento quel tenero orsetto che, sopra di loro, con ponderata lentezza si muoveva nel vuoto.
La Tigre Bianca rappresentava l’astuzia e la grinta.Amy fu affidata a quella torre e sogghignò notando la tigre placidamente sdraiata sopra la sua testa… Combattiva ma con ponderazione.
s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s
Le
fu assegnata una stanza singola.
Spalancò
le finestre, quella camera puzzava di chiuso, si soffermò ad ammirare la vista
che il balcone le offriva.
Sganciò
i suoi bagagli dal passante dei pantaloni e li riportò alle loro originarie
dimensioni: accanto al letto comparve il suo armadio su cui aveva personalmente
applicato un incantesimo di espansione, la libreria fu occupata da alcuni dei
suoi libri preferiti e il bagno fu riempito da mille bagnoschiuma
profumati.
Sistemò
le ultime cose e si concesse un rilassante bagno. Parlò al telefono per più di
un ora con Meiko, la sua corrispondente giapponese, che le raccontò le ultime
novità dell’organizzazione.
Nell’ultimo
mese l’attività dei notturni era scesa oltre la soglia media degli ultimi dieci
anni ma c’era stata un’evidente migrazione da parte dei notturni: i ribelli si
stavano muovendo verso le coste orientali.
Il
motivo era ancora da stabilire.
Durante
la colazione, il giorno seguente, ad ogni studente fu recapitato l’orario delle
lezioni.
Fu
Liam il primo a commentare l’orario mentre, in maniera molto poco dignitosa,
iniziò a dare testate al bordo del tavolo sotto lo sguardo stranito dei suoi
compagni: - È il primo giorno del mio ultimo anno e mi toccano due ore di
erbologia, una di trasfigurazione, due di pozioni e una di Linguaggi Antichi…
Ragazzi questo è un incubo! –
Amy
aprì la sua lettera e non riuscì a trattenere uno sbuffo infastidito: - Questi
australiani iniziano a starmi sulle scatole… Non mi hanno ammesso al sesto
perché ho sempre studiato da privatista. -
Liam
notò il ghigno comparso sul volto della compagna e capì immediatamente a cosa
stesse pensando: - Non stai davvero pensando di fare il lavaggio del cervello
alla Hamilton… Giusto? –
Gli
sguardi del resto della compagnia si puntarono sulla rossa: avevano un che di
scettico ed accusatorio.
-
Non guardatemi così! So bene che accontentare il mio ego non è un valido motivo
per mandarle il cervello a puttane… - recuperò al volo la sua tracolla, rivolse
un ultima occhiata divertita ai suoi compagni e correndo fuori dalla mensa disse
- Ma se usassi soltanto un piccolo “confundus” non ci sarebbero problemi giusto?
–
I
Sigma risposero a quell’affermazione con un indignato “Amy!” che fece voltare
più di una persona nella sua direzione.
Non
attirare l’attenzione… Certo. Come no!
s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s
Amy
raggiunse rapidamente l’aula di Cura delle Creature
Magiche.
Osservò con attenzione l’enorme casa, accanto alle serre, in cui si sarebbero tenute le lezioni e ricordò che per tutto il primo mese sarebbero stati occupati nella cattura e nell’osservazione delle ninfe dei boschi…
Decisamente niente male come
inizio!
Il professore entrò frettolosamente: con una mano tentava di mantenere in equilibrio una pila di fogli, alta almeno venti centimetri, mentre con l’altra reggeva un libro dalla dubbia integrità che di tanto in tanto minacciava di far cadere qualche pagina.Arrivò in prossimità della cattedra prima di inciampare.
Tutto il pavimento fu inondato di fogli.
La classe scoppiò a ridere per la pessima dell’insegnante
mentre una ragazza della prima fila si era prodigata in un incantesimo che aveva
rimesso tutto a posto.
-
La ringrazio signorina Price. – si sedette sulla cattedra e sorrise
calorosamente ai suoi vecchi studenti - Voglio dare il bentornato a tutti voi
ragazzi, lieto che ce l’abbiate fatta, e dare il mio sincero benvenuto alla
signorina Halliwell che trascorrerà con noi questo nuovo anno. Io sono il
professor Axel Tanaka… Vuole presentarsi alla classe? – poi le rivolse un
sorriso affabile che la fece sentire vagamente a disagio.
Sostenne
lo sguardo dell’insegnante ma non era certa di poter dissimulare il rossore
sulle sue guancie, prese un grosso respiro e domandò all’insegnante “cosa”
esattamente dovesse dire alla classe
- Quello che vuole… - si avvicinò dicendole di raggiungere la cattedra e
di cominciare con la sua presentazione; notando quanto la rossa si sentisse
in imbarazzo aggiunse: - Non sia timida! Nessuno è qui per giudicarla.
-
“Certo, come no… mi stai praticamente gettando nella fossa dei leoni armata di una forchetta!”lo pensò davvero ma si limitò a sbuffare e a raggiungere la cattedra.
-
Facciamo questa pagliacciata… - si alzò in piedi e raggiunse la cattedra in poco
tempo, ci si sedette sopra e cominciò ad osservare con attenzione le schede
descrittive appese alle pareti - Amy Halliwell. Quindici anni. Mi piace
fotografare cose. Sono in questa scuola perché… Boh, mi hanno detto di venirci.
Domande? No? Bene, posso tornarmene al mio posto. –
-
Come hai fatto a sconfiggere il vampiro? – domandò un ragazzo seduto in seconda
fila, le rivolse un occhiata carica di ammirazione e soltanto per un attimo si
sentì spaventata da quello sguardo.
-
Era un codardo. Mi ha mollato nel bosco quando ha sentito i prof avvicinarsi…
Non l’ho sconfitto, è soltanto scappato. – al pensiero delle chiacchiere tra lei ed
Alexander le venne quasi da ridere, il suo sguardo divertito non passò
inosservato e la curiosità crebbe notevolmente all’interno della classe – Ma non
è questo che volete sentirvi dire giusto? Volete sapere come sono sopravvissuta
prima che arrivasse qualcuno.
–
Si alzò dalla cattedra, infastidita per la piega che stava
prendendo la lezione e decise di liquidare in fretta quella situazione: -
Spiacente, non vi darò la soddisfazione di sapere tutta
la storia. Da me saprete soltanto
che sono brava con gli incantesimi selettivi e sono riuscito a tenerlo a
bada il tempo necessario a farmi trovare.
–
Dopo
qualche secondo Tanaka decise che aveva visto abbastanza. Riportò l’attenzione
dei suoi studenti su se stesso e cominciò a spiegare.
Ad
Amy toccò rincorrere la sua ninfa dei boschi per dieci minuti buoni prima di
riuscire ad afferrarla ma soltanto dopo un morso riuscì a renderla innocua: le
bastò mettere uno specchio sul tavolo per attirare definitivamente l’attenzione
della piccola Glanys che trascorse il resto dell’ora a rimirarsi le
ali.
Dopo divinazione, che fu
un concentrato di baggianate e risate mal trattenute, agli studenti fu concesso
un breve intervallo della durata di venti minuti.
s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s
Appoggiò la schiena contro il tronco di un pino, quasi nascosto all’interno dell’enorme cortile interno e si accese una Black Flame facendo vagare il suo sguardo tra le fronde dell’albero.Si infilò le cuffie nelle orecchie, chiuse gli occhi e fece partire la musica estraniandosi dal resto del mondo…
La pace non durò più di qualche minuto: una
mano si posò sulla sua spalla, facendola sussultare per la sorpresa e si ritrovò
faccia a faccia con tre ragazze… Se non ricordava male seguivano con lei sia
cura delle creature magiche che divinazione.
Fu
una ragazza dai capelli castani, con un sorriso vivace sulle labbra a
rassicurarla sedendosi di fronte a lei: - Scusa… Non volevo spaventarti.
–
Amy
ridacchiò tra se e se dandosi della stupida, quel vampiro le aveva completamente
scombussolato i riflessi, non era da lei reagire in quel modo per un semplice
tocco: - Scusate, ero con la testa tra le nuvole. Posso esservi utile in qualche
modo? –
-
Volevamo solo darti il benvenuto e presentarci… Io sono Lily Pendragon, lieta di
fare la tua conoscenza. – le tese una mano con fare amichevole e, dopo che lei
la strinse, continuò con il giro delle presentazioni - Lei è Abigayle Tompson, è
molto timida quindi non fare caso al fatto che diventerà un pomodoro nel giro di
qualche secondo. –
Abigayle
tirò una gomitata all’amica, le sussurrò a mala pena un “ciao” e arrossì…
Proprio come aveva come predetto Lily.
Amy
non riuscì a trattenere un sorriso intenerito nel vedere l’innocenza celata
dietro lo sguardo attento di quella ragazza dai capelli
castani.
Dopo
che Abby fu finalmente liberata dall’abbraccio di Lily, quest’ultima, continuò
il suo discorso: - Ultima ma non per importanza è Althea Petros o come
preferisco chiamarla io “punk-old-style”. –
La terza ragazza fece una linguaccia all’amica e le strinse
la mano di Amy con vigore: i capelli neri esibivano alcune striature blu
elettrico, le conferivano un aria accattivante e sbarazzina allo stesso tempo e
qualcosa fece intuire ad Amy che, specialmente loro due, sarebbero andate più
che d’accordo.
- Posso sapere cosa vi ha spinto a rivolgermi la parola?
Credevo di essere stata definitivamente bollata come quella da evitare. C’era
scritto così sulla mia porta. – sogghignò tra se e se ricordando la scena a cui
aveva assistito quella mattina; i ragazzi del settimo avevano obbligato un
primino a scriverle sulla porta la parola “belva” con una bomboletta spray rosso
sangue… Si congratulò con il piccolo per il coraggio dimostrato e, dopo qualche
ritocco personale, impresse la scritta sulla porta con un incantesimo
permanente.
- Ho smesso di ascoltare le stronzate che girano per la
nostra torre da tanto tempo… Non mi va proprio di entrare nel club delle ochette
di Evangeline. – Althea alzò gli occhi al cielo, estrasse un pacchetto di
patatine dalla sua tracolla e continuò il discorso – Se vuoi mantenere un minimo
di dignità cerca di starle il più lontano possibile. So per certo che la
stupidità è contagiosa da queste parti. -
-
Chi è Evangeline? – domandò Amy incuriosita, non capendo a chi si stesse
riferendo la ragazza con il ciuffo blu
- È la ragazza più egocentrica e in vista di questa schifosa scuola. – Althea approfittò di un attimo di distrazione di Lily per rubarle un sorso di coca cola e continuò la sua spiegazione, indicando un gruppo a pochi metri da loro – Si è praticamente autoincoronata “regina” della scuola e tutti le danno retta per il semplice fatto che è la concubina fissa di Fray. Praticamente le solite cazzate da telefilm americano… Bleah. –
Notando
lo sguardo sconvolto di Amy, Lily tentò di convincerla che non tutti a scuola
soffrivano del Morbo di AC(azzeramento cerebrale) e citò alcuni degli esempi più
lampanti della scuola: - Non prendere tutto ciò che dice Althea per verità
assoluta. Come ho già detto c’è gente che riesce a salvarsi dal morbo, gente
come Lucas White, che non considera nemmeno per sbaglio le spacconate dei membri
della Cricca. –
Quando
lo sguardo di Lily fu però intercettato da un ammiccante Lucas, tutto divenne
più chiaro agli occhi della rossa, in pratica stava parlando in quel modo per
colpa di una strana “deformazione ormonale”.
In
ogni caso, che quei due avessero o meno una storia, non le importava…
Fu
Abigayle a concludere il discorso dal momento che, entrambe le sue amiche,
sembravano troppo prese dai loro pensieri per rispondere alle domande della
rossa. Le indicò un altro gruppo, a qualche metro da loro e le spiegò chi altri
rientrasse nel club di coloro che non andavano particolarmente d’accordo con la
Cricca: – C’è anche Walter Carrow che punta i piedi ogni volta che quelli
tentano di prendersela con i più piccoli ma non è un elemento molto
raccomandabile… E poi sembra avercela particolarmente con noi Tigri.
–
La
campanella suonò e alle quattro ragazze della Tigre Bianca non restò che
abbandonare il cortile per raggiungere l’aula di Storia della
Magia.