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Autore: strawberrymilk    09/07/2011    5 recensioni
Sequel di "Stava realmente succedendo a me?". Continua la storia tra James e Sofia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una lunga doccia, i capelli acconciati per bene, un abitino estivo –lilla- addosso e un leggerissimo strato di rossetto sulle labbra.
Sì, era pronta.
Non era mai stata così nervosa per viaggio, prima di allora. Lui era uno abituato ad altro, non era come lei.
Vivevano in due mondi completamente opposti, possibile che realmente lui si fosse interessato a lei?
La poltrona dell’aereo era comoda, non aveva mai viaggiato in prima classe. Effettivamente, non aveva mai preso un aereo su cui ci fosse una “prima classe”.
Dalle cuffie le note di “Take a bow” risuonavano distrattamente, i suoi pensieri erano altrove. Erano a quel ragazzo, quel ragazzo altissimo e così bello.
Quel ragazzo che aveva avuto la fortuna di conoscere.
Non aveva una fama da ragazzo serio, a quanto sapeva cambiava ragazza molto spesso, ma a lei cosa importava? Era suo amico, nulla di più. Non era interessata ad inutili fidanzamenti.
Lo sapeva, se già gli uomini in sé sono immaturi e poco affidabili, figurarsi come poteva andare con uno che aveva milioni di fans al mondo!
Finalmente l’aereo atterrò.
L’aeroporto di Birmingham era grande…non l’aveva mai visto prima di allora. Strano, era stata praticamente ovunque nel Regno Unito, ma non lì.
Dopo aver recuperato la sua valigia, percorre il piccolo tratto di strada che la separava dall’uscita, dove qualcuno la stava attendendo.
Fece un profondo respiro e varcò le porte automatiche.
Come al solito, c’erano molte persone che attendevano l’arrivo dei parenti e degli amici. Tutti con sguardo felice, superavano lei con lo sguardo e attendevano impazienti.
Finalmente notò un uomo, in divisa, con un cartello bianco con su scritto “Sofia Rubini”.
La ragazza gli si avvicinò con un sorriso nervoso.
<< Ehm… >>
<< La signorina Rubini? >> domandò cortese.
<< Sì, sono io. >>
<< Perfetto. Se desidera seguirmi, l’auto ci attende proprio qui fuori. >>
Sofia fece un piccolo sorriso di rimando e seguì l’uomo in divisa fino ad un’uscita secondaria.
Effettivamente era vero, un’auto nera –di quelle con i vetri oscurati- era parcheggiata a pochi passi da loro.
L’uomo le aprì la portiera e la fece accomodare, poi si mise al posto di guida.
<< E’ l’autista di James? >> si azzardò a domandare.
L’uomo la osservò dallo specchietto retrovisore << Solo nelle occasioni speciali, spesso, ama guidare lui. >>
<< Capisco… >> mormorò. Era un’occasione speciale andarla a prendere? O non vedeva il suo arrivo come una cosa importante e quindi aveva mandato un autista –non molto socievole per giunta- a scortarla?
Immersa nei suoi pensieri, non si mise ad osservare il paesaggio intorno a lei.
Fissava l’angolo della sua gonna, invece, ma realmente non lo vedeva.
Finalmente raggiunsero la casa. Il ragazzo viveva in una specie di palazzotto.
Se fosse stata nel suo paese, di quel posto avrebbero fatto un residence probabilmente. Rise tra sé e scese, senza l’aiuto dell’autista imbalsamato.
Lui, lui, lui nel suo metro e novantuno era fermo davanti la soglia di casa, con un gran sorriso stampato in volto.
Indossava un paio di jeans e una maglietta bianca, con sopra una stampa colorata.
I capelli un po’ in disordine.
Non sembrava minimamente il possessore di quella specie di regia in cui abitava.
<< Sofia! >> le andò in contro sorridendo, allargando le braccia.
<< James, ciao! >> sorrise anche lei di rimando e si lasciò abbracciare, ricambiando delicatamente.
Poco dopo si scostarono. << Stai benissimo, bel vestito. >> le disse con un gran sorriso, poi le tese il braccio. << Prego, entriamo. >>
La ragazza lo prese sottobraccio timidamente, poi prese a camminare per entrare in casa.
<< Grazie per avermi invitata, James. E’ davvero una cosa inaspettata. >> sorride guardandosi intorno.
Non era per niente male, poi ebbe un lampo di genio. << Ti posso scattare delle foto, appena hai tempo? >>
<< Delle foto? >> le chiese lui guardandola con la fronte aggrottata.
<< Si ehm. >> ridacchia << Io lavoro per un giornale diverso ora…faccio la fotografa e tornare con qualche tua foto, potrebbe permettermi un aumento o non so..>> si guardò le mani, nervosa. Che stupida, che stupida era stata!
<< Oh.. ma certo! Sai…stavo pensando male. >>
Arrossì imbarazzata. << James! > rise. << Non..non…o diamine, lo sapevo che sarebbe finita così. >> rise e si fermò davanti ad una porta. Lungo il tragitto, non si era accorta di dove stessero andando.
<< Questa, è la tua stanza. >> sorrise ed aprì la porta davanti a se.
Più che una stanza, sembrava un mini appartamento. C’era un letto a due piazze, una grande scrivania che dava sulla strada, un grandissimo armadio guardaroba e da una porta socchiusa poteva vedere un bagno privato.
Le venne voglia di dire “sembra più grande di casa mia!” ma si trattenne.
<< E’ perfetta. >> disse sorridendo, guardandolo.
Lui osservò la stanza meglio, arricciando le labbra. << Purtroppo non ho potuto preparare di meglio, solitamente non vengono ragazze a dormire…in una stanza loro, intendo. >> replicò grattandosi la testa.
Sofia rise divertita << Non voglio sapere altro, grazie! >> poi tornò seria. << In ogni modo, è perfetta così. Davvero. >> sorrise sincera ed entrò.
<< Se lo dici tu… tra poco ti faccio portare la tua valigia allora! >>
<< Va bene! >>
<< Ah e..mi sono permesso una cosa. >>
<< Cioè cosa? >> domandò lei con una punta di curiosità.
James entrò nella stanza ed aprì la cabina armadio, dalla quale estrasse un vestito.
Era un abito da sera da donna. Corto sopra al ginocchio, blu, con dei piccoli decori fatti con delle pietre luccicanti –sempre sul blu- nelle spalline e attorno alla vita.
<< Nell’armadio ci sono anche un paio di scarpe e una borsa da abbinare. Me lo ha consigliato una mia cara amica… spero ti piaccia. >> le disse con un mezzo sorriso. Evidentemente temeva la sua reazione.
Sofia prese il vestito tra le mani e lo guardò avidamente. Doveva essere molto costoso e oltretutto, era bellissimo.
Alzò lo sguardo verso il ragazzo. << Grazie, è meraviglioso. Stai facendo tanto per me… il biglietto, la camera…ora questo… >>
<< E’ il minimo…è il tuo compleanno, no? >>
Sofia sorrise e lo osservò uscire dalla camera. Un attimo prima di sparire dalla sua vista, si voltò. << Stasera, alle otto, c’è una sorpresa per te. Spero lo indosserai… >>
Non attese che lei rispondesse, se ne andrò subito.
Evidentemente era proprio un vizio, quello di non congedarsi.
Si sedette sul bordo del letto con un sospiro.
Lo sguardo si spostava sognate da un capo all’altro della stanza. Era ancora meglio di un sogno, era qualcosa di indescrivibile.
E sì, sta realmente succedendo a lei.
   
 
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