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Autore: Little Cookie    12/07/2011    2 recensioni
Per prima cosa vorrei fare una breve introduzione a ciò che sto per raccontare. Questa è sicuramente la prima volta che tento di mettere un sogno per iscritto, perché è stato quello che senz'altro mi ha colpita più di tutti. Innanzi tutto perché a tratti era confuso e talvolta ripetitivo e poi perché ha avuto un suo sviluppo e ne è uscita fuori una bella storia.
Non solo: con questo voglio parlare del mio amore per Steven Tyler e gli Aerosmith, perché li amo sul serio!!
Tutte le cose che ho scritto sono frutto della mia fantasia... anche se devo ammettere che parecche cose sono vere xD
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dopo aver terminato la colazione, mi alzai dal letto e decisi di sistemare tutto. Presi il vassoio di Steven e lo andai a posare in cucina, dopodiché lavai la tazza che conteneva il cappuccino, il sottopiatto e il piattino su cui era appoggiato il croissant.

Steven si lavò velocemente e mi raggiunse. Io mi voltai e gli feci un sorriso e lui mi ricambiò. Dopodiché mi voltai nuovamente e iniziai ad asciugare la roba e all'improvviso sentii le sue mani che si appoggiarono sui miei fianchi. Io sussultai, mentre lui ne approfittò per tirarmi dentro di sé. Potevo avvertire il suo respiro sul mio collo: che sensazione formidabile! Non mi sarebbe dispiaciuto per niente rimanere in quel momento di estasi a lungo! Ora eravamo solo io e lui! Desideravo bearmi di quella magia che solo il suo corpo sapeva regalarmi.

Tutto questo portò ad arrendermi e portai la testa all'indietro, fino ad appoggiarla sulla sua spalla. Lui mi accarezzò il mento con una mano, mentre con l'altra mi teneva il fianco: “Miriam” sussurrò Steven nel mio orecchio. “Dimmi, Steven” risposi io. Lui mi fece girare e poi mi stregò con il suo sguardo intenso da farmi letteralmente sciogliere. Oh! Quella bocca così bella! Quegli occhioni scuri da cerbiatto! Io istintivamente gli sfiorai la bocca con le dita, lui invece, mi accarezzò i capelli, per poi portarmeli davando sulla spalla e giocarci: “Sei bellissima” mi disse a bassa voce. Il mio cuore palpitava: “Oh, Steven”. In quell'istante avrei voluto baciarlo, così finalmente mi lasciai andare. Protesi le mie labbra verso le sue, ma lui mi pose due dita sopra di esse: “Questo non è il luogo adatto” e poi fece segno con la testa verso la camera da letto.

Evviva! Ero riuscita a vincere la mia timidezza e forse questo era ciò che Steven si aspettava da me per riuscire, a sua volta, ad approfondire il suo contatto con me.

Mi prese per mano e mi condusse fino alla stanza da letto: “Ecco, ora sì che si comincia a ragionare”.

Cazzo! Che aveva in mente? Un altro dei suoi giochetti misteriosi? “Chiudi gli occhi” mi disse. Io eseguii quanto richiesto e ben presto, Steven iniziò a sbottonarmi la camicietta. Mi passai la lingua sulle labbra, lasciandomi sfuggire un gemito: “Steven, ti voglio vedere! Voglio vederti, cazzo!” esclamai. Non appena Steven stava per compiere il passo successivo, squillò il mio cellulare. Porca miseria! Proprio adesso?! Feci un cenno con la mano a Steven come per chiedergli scusa e tirai fuori il cellulare dalla tasca: “Pronto?” risposi. “Hey, Miriam!”. Oh signore! Quella voce! Non poteva essere che: “Joe! Hey! Ciao!”. A quel suono i miei occhi si erano illuminati e il mio atteggiamento era totalmente cambiato: “Disturbo?” mi chiese ignaro di ciò che stava succedendo: “Beh... No, tranquillo. Dimmi pure!”. Lui esitò un attimo, per poi riprendere il discorso: “Ehm, scusa se prima non ti ho risposto, ma avevo il cellulare su silenzioso, poi ho visto le chiamate, il messaggio ed eccomi qua. Ascolta, oggi sono disponibile per la prima lezione. Ti va di venire?”. Non me lo feci ripetere due volte: “Certo che sì!”. “Perfetto!” rispose lui “Passo a prenderti sotto casa di Steven verso le cinque oggi pomeriggio, allora. Portati solo la chitarra che al resto ci penso io. Ok?”. “Va bene!” gli risposi.

Nel frattempo Steven mi guardava con espressione interrogativa e mi fece il classico gesto come per dire: “Cosa c'è?”. Io scossi la testa e mi girai di spalle. “A dopo, allora. Io nel frattempo accordo la mia chitarra e sistemo tutti gli altri attrezzi. Ciao!” mi disse Joe. “Ciao Joe!”. Mi misi a fare versi per la contentezza e a saltellare.

Steven si mise le mani, anzi i pugni, sui fianchi e mi osservò con sguardo serioso alzando il sopracciglio. A quel punto dovetti fermarmi, quasi intimorita: “Si può sapere che diavolo sta succedendo e che hai da saltare così?” mi chiese. Io gli andai vicino e gli scrollai le spalle: “Era Joe!” e ripresi a saltellare come un'imbecille. “Sì, grazie al cazzo! Lo avevo capito questo!” ribatté lui acidamente. Lo incenerii con lo sguardo, tant'è vero che lui indietreggiò: “E allora? Voleva parlarmi e dirmi una cosa! Tranquillo, Steven!”.

Lui uscì dalla stanza mezzo furioso, ma in quel momento, ad essere sincera, mi importava ben poco. Avevo in testa solo quello che sarebbe successo poche ore dopo.

Però mi dispiaceva che Steven stesse così. Non è che sia geloso? Decisi di andare da lui e lo trovai in sala seduto sul sofa a sorseggiare un bicchiere di Jack: “Hey, Steven. Dai, non fare così! Perché sei arrabbiato?”. Lui scattò immediatamente con frenesia: “Perché sono arrabbiato? Perché sono arrabbiato? Lo sai benissimo il perché! E adesso lasciami in pace!” sbraitò gettando per terrà il bicchiere, che si frantumò in mille pezzi. Il mio cuore iniziò a battere molto forte. La sua reazione mi aveva spaventata davvero, non lo avevo mai visto così: “Steven!” urlai correndogli incontro: “Steven! Adesso calmati!”. Lui rimase immobile per qualche istante, ma per fortuna rinsavì dopo poco.

Accidenti, che macello! Dovevo risolvere tutto ad ogni costo prima del pomeriggio. Non volevo lasciarlo con il pensiero che tra noi c'era stata una lite così pesante.





Voilà... Questo è Joe nel suo studio che si prepara per la nostra lezione!! :)
Mi raccomando: non dimenticate di seguire i prossimi capitoli perché ne vedrete delle belle!!
Alla prossima!! <3

   
 
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