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Autore: Desir de Lilas    12/07/2011    1 recensioni
Ingredienti:
-Due adolescenti
-Due vite opposte eppure parallele.
-Due amori non esattamente corrisposti.
-Due paure prudentemente malcelate.
-Q.B. di ciņ che che compone le loro tormentate giornate.
Procedimento:
Amalgamare il tutto in un recipiente piuttosto capiente fino a creare una sostanza avvincente ed entusiasmante.
Versare il composto in una provincia non propriamente liberale come quanto si proclama.
Infornare nel mio cervello a 180 gradi per circa tre secondi.
Et voilą, il Pasticcio č pronto.
Una nuova storia dalla consistenza morbida eppure suadente. Dall'aspetto e il profumo nemmeno niente male.
Solo, attenzione alle mandorle.
Possono avere un retrogusto amaro che oscurerą parzialmente il cioccolato.
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ok,ok. Avevo detto comico.
Questo capitolo è una sbandata.
Ma ci sta. (Spero!)
Ringrazio tutti voi che avete aggiunto la storia tra le seguite, le preferite e quelle da ricordare...Grazie!!! :$

Bene...buona lettura u.u




...e fauna.


Il suo volto è impassibile.
Di ghiaccio, quasi.
Ed è assurdo come i suoi occhi nocciola sembrino neri come la pece.
O forse il petrolio, come se una nave cisterna di rabbia e delusione avesse riversato il suo contenuto sudicio in un mare limpido e cristallino.
Quasi, cristallino.
E la cosa più sconcertante sono i colpi che è capace di affondare, con quello sguardo.
Soprattutto evitando a tal punto la tua presenza da farti dubitare che ti abbia visto.
Eppure di solito sembrate magneti.
E quando poi ti volta le spalle, fuggendo via dalle parole che vorresti pronunciare per veder tornare il mare dello stesso colore del cielo, le carezze per trasformare il ghiaccio in splendide gote infuocate, è davvero un’accettata nel cuore.
 Però non riesci a non seguirla.
E forse è per questo che sulle scale non sono solo.
Che dietro di me sento altri passi decisi a raggiungerla, a confortarla con un abbraccio.
Sbircio, anche se non c’era bisogno di troppe conferme. L’espressione sul volto bronzeo del musicista è preoccupata almeno quanto la mia.
Il Musicista. Non penserò nemmeno il suo nome.
Come fa a meritarlo la persona che più l’ha allontanata da me?
La rincorriamo a breve distanza l’uno dall’altro, ma sono sicuramente in testa. Stavolta sarò io a raccogliere le sue lacrime.
Si tuffa, quasi, sulla porta del cortile, le converse nere e viola che risuonano come zampate di un rinoceronte attraverso i varchi tra studenti e professori, l’eco che termina nell’angolo più in ombra.
Ora scorgo le sue spalle schiacciarsi contro il muro, i pugni serrati che in un moto di stizza colpiscono la parete lattiginosa.
Rallento, incerto su cosa dirle davvero.
Come confortarla.
Sento una mano stringersi intorno al mio braccio: “Luca, ti prego, non fare l’eroe idiota, sfogherà solo tutta la rabbia su di te e poi se ne pentirà perché il tuo orgoglio non ti permetterà di parlarle e il suo di scusarsi.”
La sua voce è calma, deve averci pensato per tutto il tragitto. Non è carica come mi aspettavo. Evidentemente sono l’unico che l’ha vista quasi come una gara. Che stolto.
Scrollo il braccio, non m’importa. La perdonerò, anche se dovesse accadere questo, non sono tanto idiota quanto l’anno scorso.
Faccio un altro passo verso di lei, ma la mano del musicista mi ferma di nuovo.
“Non fare lo stronzo, per favore.”
Ed è anche capace di insultarmi con calma. Di insultarmi. Dopo che ha rovinato tutto, dopo che è stata tutta colpa sua, dopo tutta la sofferenza che… “Non osare darmi dello stronzo.”
Anche la mia voce è gelidamente calma. Solo il volume forse è un po’ più alto.
“Ecco, per piacere, sta male, vattene.”
Mi giro. È la volta buona. Gli spacco quegli occhiali di merda che si ritrova sulla faccia e magari lo mando in ospedale. Così ne assaggerà un po’, del mio fottutissimo dolore.
“Non osare darmi ordini.” Il mio tono ormai non ha nulla di calmo.
“Sei idiota sul serio, allora, non capisci che non è il caso?!”
La mia spalla indietreggia da sola come per prendere una rincorsa migliore. Le dita sono già serrate, già pronte allo scontro con la sua mandibola dura del cavolo.
Affinché la reazione chimica avvenga, l’urto dev’essere efficace ed in un punto preferenziale, detto specifico, della materia.
I miei muscoli sono tutti tesi verso la sua faccia, quando qualcosa mi graffia il braccio, lo attira verso qualcosa di caldo e spigoloso.
Si è aggrappata al mio braccio per fermarmi.
Una lacrima sottile e veloce sguscia sulla sua guancia sinistra, affondando sulla mia pelle. Brucia come un acido. Perché i suoi occhi sono più radioattivi di una centrale nucleare.
Sento le sue unghie affondare ancora un po’ nella carne, insieme al suo sguardo, poi il mio braccio torna al gelo.
Guardo il Musicista per osservarla andare tra le sue braccia.
Ma non c’è.
È qualche passo più distante da entrambi.
“Siete tanto sottosviluppati da non sapervi controllare?!”
La sua voce è quasi atona dalla rabbia.
“Ila, ma è lui l’idiota che…”
“Ale prendi anche tu le tue responsabilità e tu, tu…oh, che palle! Io vado a chiedere a Misurini se mi esenta da pallavolo per oggi così faccio la ricerca su Seneca.”
I suoi capelli vorticano mentre si volta, allontanandosi da noi quasi più arrabbiata di prima.
“Complimenti.” La sua voce è tagliente, non si aspettava la predica anche per se.
E forse condividiamo la stessa delusione per noi stessi.
Io però ho un piano.
Corro dentro, faccio le scale tre scalini alla volta, mi precipito in classe, svuoto lo zaino sul banco.
Eccoli, i quaderni di latino e filosofia. Con i magnifici appunti. I leggendari riassunti. Dovrò scolpire una statua per Chiara.
Mi precipito fuori mentre la campanella suona, quasi non guardando dove metto i piedi, finché non inciampo nella Bittoni. “Spoletti, che ci fa fu-” “Prof è urgente torno in 5 minuti scarsi!”
La schivo, corro giù per le scale, ma la sua voce mi rincorre tagliente “Guarda che ti ammonisco!”
Al diavolo,  il mio misero 8 in condotta sfumato di già.
Ma per una buona causa.
Un’ottima, causa.
“Come vuole!”
Mi lancio nella biblioteca, cerco i volumi di filosofia e latino mentre il professore delegato è impegnato a far colazione al bar. Ce ne sono un paio di accettabili, li stringo tra il fianco ed il braccio, mi scaravento sui dizionari e pesco uno dei 12 IL della scuola.
E poi sento i suoi passi avvicinarsi alla porta. Una pausa, forse mi ha visto.
Sbircio, mi guarda esasperata.
“Cosa diamine vuoi, ancora, Luca?” bisbiglia furente.
Che cosa voglio? Voglio…vorrei spezzarlo.
 I want to break the spell you’ve created.*
Mi dirigo verso il largo tavolo di plastica rivestito di carta color mogano, lascio cadere tutta la roba che mi ritrovo in mano. Mi volto titubante, ma lei mi ha seguito, lo sguardo perplesso su ciò che c’è alle mie spalle non domanda più cosa voglia.
 Anche perché mettermi a cantare come Matt Bellamy è abbastanza fuori luogo.
Senza riflettere, mi avvicino a lei, scosto la frangia che le cade sugli occhi. Sposta il cipiglio su di me. Sembra un cucciolo impaurito.
Il mio viso si protende spontaneamente verso di lei, il suo respiro è sempre più vicino. Sa di sale.
E poi invece della sua epidermide, il mio naso sfiora i suoi riccioli scuri. Non posso fare a meno di sentirne il profumo delicato di lillà. Non l’ha cambiato.
“Devo studiare.”
La sua voce è piatta.
Però trema.
Accarezzo la sua spalla, si allontana.
Dovrei tornare in classe.
“Se vuoi, posso aiutarti.”               
È una supplica, ormai.
“Faccio da sola, grazie per l’aiuto.”
Sospiro.
No, non sarà tanto facile.
“Come vuoi.”
Poso le labbra sul suo capo, poi mi allontano.
Sulla porta non posso fare a meno di guardarla.
Le sue braccia sono incrociate appena sotto il seno, il volto inclinato verso il basso, in un punto imprecisato di uno scaffale.
Trema.
Come me.
Forse speriamo entrambi che il cacciatore porti alla strega il cuore di un cervo, invece del nostro.



* Our time is running out, Muse.
Avevo la canzone che mi frullava in testa per tutto il tempo...pardon u.u
Ecco il link, se vi va di ascoltarla :D http://www.youtube.com/watch?v=pzpGk44UXKQ
  
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