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Autore: Alicia Spinnett    18/07/2011    2 recensioni
Ciao a tutti :D Come avrete capito questa raccolta di storie ha come potragonista Oliver Baston (personaggio di Harry Potter u__u) Mbeh io ho deciso di approfondire, secondo la mia fantasia, la sua storia. Vorrei ringraziare una mia amica che mi ha aiutata (baci da maVia LOL) e dirvi 'buona lettura'. Spero vi piaccia :D
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Oliver Wood/Baston
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Oliver Baston non era mai stato un ragazzo coi piedi per terra! Già, perchè fin da piccolo aveva sempre e solo voglia di librarsi in volo. Quando, al suo undicesimo, gli fu regalata la sua prima scopa (scadente e di seconda mano) rimase su di essa per una settimana intera senza voler scendere. Girovagava con essa intorno al lampadario durante il pranzo e ,quando i suoi genitori si distraevano, saettava vicino il tavolo, afferrava un piatto, ritornava in 'alta quota' e mangiava tranquillo.
Sua madre era contrariata a tutto ciò, ma suo padre (un vecchio cacciatore dei grifondoro, ad Hogwarts) trovava divertente il fatto che lui fosse così preso da qualcosa e disse esplicitamente che non lo avrebbero fatto scendere con la magia. Doveva essere lui, di sua spontanea volontà, a venir giù.
Un giorno un gufo beccò la porta della sala da pranzo freneticamente, sembrava avesse fretta. Il signor Baston si avvicinò calmo al vetro e lo sollevò leggermente. Il gufo, molto grande, con piume marroni e nere, raggiunse Oliver e, battendo le ali gli porse la zampa.

Ad, Oliver Baston.
Lampadario del soffitto della sala da pranzo
.
Scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.


Oliver sgranò gli occhi. Lesse velocemente ciò che diceva la tanto attesa lettera ed ,entusiasta, raggiunse la terra per mostrarla ai suoi. Appena i suoi piedi toccarono il pavimento cominciò a traballare. Si era abituato a stare in aria; il cielo era il suo rifugio. Il signor Baston lo afferrò appena in tempo per non farlo cadere a terra, sfilandogli la posta dalle mani. Scorse subito il foglio e fece un gran sorriso, passando la lettera alla signora Baston.
"Cara, dai un occhiata"
"Ummh? Si va bene"
Afferrò curiosa la carta e , nemmeno dopo averne letto un rigo, saltò su Oliver.
"E' fantastico! Sarà strepitoso, conoscerai tanti nuovi amichetti, te lo assicuro"
" Già e poi potrai giocare a Quiddicht"
Disse suo padre con un sospirò. Oliver penso che fosse nostalgia. In fondo aveva sempre sentito che suo padre era un gran giocatore, e lui, essendo suo figlio, si sentiva il dovere di onorarlo.
Fece un cenno con la testa ai genitori e poi, afferrando il suo manico di scopa, si allontanò.


***

Oliver crebbe molto in due anni. Così tanto per per il terzo anno dovette comprarsi nuove vesti e farsi fare una nuova divisa per la scuola. Passava la maggior parte del tempo libero a guardare gli allenamenti di Quidditch della squadra di Grifondoro (la Casa in cui era stato smistato) e a volte, se qualcuno mancava agli allenamenti, Charlie Weasley (il capitano e cercatore della squadra) gli permetteva di prendere il suo posto; quelle volte Oliver si sentiva benissimo, come se in tutta la sua vita non avesse fatto altro che volare. Un giorno Charlie, un ometto alto e robusto coi capelli rossi e le lentiggini, lo fermò dopo un allenamento andato piuttosto bene , in cui partecipò lo stesso Oliver.
"Ehi Baston!" urlò mentre Oliver si avviava verso la sala comune. 
"Si?" disse voltandosi di scatto.
"Sei stato davvero forte oggi!"
disse sorridendo con un amichevole pacca sulla spalla                                                                              
 Oliver fu preso da uno strano senso allo stomaco, qualcosa di dolce e piacevole che gli fece tremare le labbra esponendo solo un "Oh".
Fortunatamente Charlie continuò a parlare comminandogli in parallelo.
"Beh, come sicuramente saprati giovedì ci saranno i provini...uh beh, non voglio costringerti" Disse vedendo Oliver sgranare gli occhi "Ma..emmh..ci serve un portiere e tu, beh,sì, saresti perfetto"
Oliver sentì di non poter più controllare i suoi muscoli, la sua bocca era serrata e non ne fuoriusciva nemmeno un sospiro. Gli occhi si contrassero, come per scrutare meglio, magari era un allucinazione. Il silenzio era diventato imbarazzante: il rosso si portò una mano tra i capelli  arrossendo.
"Beh..eemmmh....a-allora?" cercò di dire, guardando fisso il ragazzo del terzo annò.
Era ora di rispondere. Oliver schiuse poco le labbra e subito un sorriso prese il posto si un espressione nervosa.
"Mi farebbe davvero piacere"
Cercò di sembrare calmo e sicuro di sè, ma il suo piede palpitante lo tradì.
Charlie rise sonoramente "Okay, a giovedì allora"
Si allontanò correndo dall'altra parte.


 

***
 

I giorni successivi non riuscì a pensare ad altro che i suoi provini di Quidditch. Decise di doversi allenare al meglio,e l'unico momento libero era la sera. Durante le lezioni, Oliver si limitava a fissare il vuoto immaginandosi, lui stesso, con la divisa scarlatta indosso; ogni tanto annuiva, con sguardo sognante, per dare prova di essere ancora vivo e trasformando l'acuta voce della McGranitt in un ronzio sfocato. All'ora di pranzo prendeva due bocconi del suo pollo e una sorsata di succo di zucca e poi si immergeva nella lettura del Il Quidditch attraverso i secoli. La sera era il momento più utile e fruttivo: rimaneva in sala comune aspettando che tutti andassero a dormire e poi sgattaiolava fuori dal ritratto della Signora grassa, assai riluttante a farlo rientrare una volta finito il suo piccolo allenamento. I giorni passarono veloci, e l'alba di giovedì fu più luminosa che mai. Le finestre filtravano i raggi di sole nel dormitorio maschile, Oliver li sentiva deboli sulla pelle. Era immerso in un sogno vivido in cui lui era su un manico di scopa ultimo modello con una coppa in mano e....
"Oliver svegliati" una voce gli urlava nell'orecchio.
Oliver sobbalzò.
" Già Ollino, non vorrai fare tardi" riuscì a cogliere di chi fossero quelle voci così tanto simili.
Fred Weasley saltò sul materasso di Oliver, facendolo cadere giù dal letto.
"Ah, siete voi" disse in tono un pò 'disgustato'.
"Come sarebbe a dire 'Ah siete voi'" George Weasley, raggiunse il fratello con un balzo imitando goffamente la voce di Oliver.
"Devi trattarci bene,sai"
"Già, noi siamo i fratelli PREFERITI del capitano"
"E tu vuoi entrare in squadra, no?"
Sogghignarono, battendosi il cinque.
"Okay, okay, cosa volete Wealseys?" disse Oliver in tono assonnato.
"Io comincierei con 'signori Weasley'.."
"E finirei con 'vostre maestà'.."
"E magari bacerei anche i piedi a tutti e due, eh?" Disse Oliver acchiappando la divisa.
"Certo,certo"
"Ma ora facciamo i seri" disse Fred scoppiando a ridere.
"Si certo come sempre!" continuò George.
"Sul serio, sono un ritardo, cosa volete?"
"Beh.." esitò George.
"Sì, beh...una cavia, direi"
"una COSA?" disse Oliver da sotto il letto, intendo a cercare i suoi calzini buoni.
" C-A-V-I-A, vuoi lo spelling?" disse Fred, ormai sdraiato al contrario sul letto.
"Beh..io e Fred stiamo emmh cominciando a sperimentare nuovi scherzi. E non siamo male!"
"Non siamo male? Siamo mitici" sogghignò Fred.
"Mi pare ovvio, ma ci cervirebbe un aiuto. Qualcuno che provi..sai abbiamo appena cominciato, e il nostro fidato socio Lee è già finito in iffmeia" continuò George, facendo diventare l'ultima parola un borbottio.
"In cosa?" chiese Oliver, non capendo.
"In infermeria, ecco!" disse insicuro Fred.
"Beh, qusto scoraggia tutte le persone a cui chiediamo aiuto, ma.."
"noi potremmo darti una mano per fare un minimo di bella figura al provino"
"Scherzate vero? Non mi serve l'aiuto di due marmocchi. Ce la faccio da solo!" disse Oliver uscendo di corsa verso il campo, dove si sarebbero svolti i provini.
"Niente da fare, George, non c'è cascato"
"Fa niente, ne troveremo un altro, c'è MOLTO tempo" replicò George
"Okay, hasta la vista Ollino"
"e buona fortuna"
Oliver raggiunse appena in tempo il campo, girandosi e vide le due sagome identiche allontanarsi.

  
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