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Autore: _Lady Arwen    20/07/2011    2 recensioni
A detta di tutti, l’Ombra era un essere spaventoso. Gareth lo definiva l’incubo della sua infanzia, Seira lo ricordava con terrore. Persino Arianna aveva perso la sua solita aria maliziosa vedendolo. Era un uomo, se così lo si poteva chiamare, malvagio. Anzi, con tutta probabilità malvagio non era altro che una definizione riduttiva.
O almeno, questo era ciò che Claire aveva intuito attraverso le testimonianze di Seira e di tutti coloro che l’avevano incontrato.
Per questo motivo non poteva fare a meno di stupirsi di essere più perplessa che terrorizzata.
La mia immaginazione deve aver lavorato troppo, a quanto sembra.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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 Capitolo XIII – Il passato di Arianna
 
 
 
 




Arianna era l’esempio vivente di come fosse facile farsi ingannare dalle apparenze.
Aveva l’aspetto di una dodicenne minuta e fragile, e i suoi atteggiamenti vezzosi lasciavano intendere che si trattasse davvero di una normalissima bambina un po’ capricciosa. Tuttavia c’era un qualcosa di severo nel suo sguardo, un elemento che prendeva completamente le distanze dalla vivacità dei suoi modi di fare.
Con il tempo Gareth aveva imparato a riconoscere quell’impassibilità, e gli riusciva facile apprezzarla: non avrebbe mai sopportato di intraprendere un viaggio a tempo indeterminato con una vera dodicenne.
-Arianna, cos’è che ci devi raccontare?- chiese Claire, sedendosi sul prato a gambe incrociate.
La strega invitò Gareth a fare lo stesso.
-Devo parlarvi di Claudius. Io lo conosco abbastanza da rendermi conto che non è un uomo da sottovalutare. E’ bene che voi sappiate a cosa andate incontro, soprattutto ora che avete avuto l’ardire di privarlo di un braccio.-
-Non prendermi per un ignorante, anche io lo conosco- protestò Gareth.
Arianna scosse la testa.
-Non lo conosci affatto, Garry, te lo posso assicurare.-
-Falla parlare- borbottò Claire.
La bambina fece un respiro profondo.
-Sarà una storia lunga, quindi vedi di accomodarti, Gareth. Bene, dovete sapere che…-
 
…iniziai a interessarmi allo studio della magia quando avevo sedici anni. Non ero ancora intrappolata in questo corpo, ero molto più alta di adesso e non ero poi così esile.
Dunque, accadde che nel posto in cui vivevo arrivò un forestiero che destò subito un interesse particolare tra i miei compaesani. D’altra parte non era che un piccolo paese di montagna ed era assai raro che a qualcuno passasse per la testa di visitarlo.
Nessuno aveva neanche mai visto in faccia il nuovo arrivato, ma i pettegolezzi iniziarono a circolare da subito. Io, come molte altre mie coetanee, ero molto curiosa al riguardo, ma  a differenza delle altre non mi fidavo delle dicerie.
Bene, alla fine decisi che era meglio accertarmi su quale fosse la verità, quindi dopo aver scoperto dove alloggiava mi organizzai per spiare quell’individuo.
Oh, Gareth, non guardarmi con quella faccia divertita. Avevo sedici anni!
In ogni caso, non ebbi neanche il tempo di pensare a un piano.
Dopo qualche giorno fu lui a cercare me.
Beh, non me l’aspettavo.
Non usciva mai dal posto dove si era stabilito, quindi sulle prime fui molto sorpresa.
Non poteva avere più di vent’anni: era alto, molto più alto di me, e questa fu solo la prima delle cose che mi colpirono.
Lo guardai negli occhi.
Ne rimasi incantata.
Non avevo mai visto occhi così azzurri, e soprattutto non avevo mai visto uno sguardo così entusiasta.
Quando parlò, quasi non lo sentii.
-Uhm, salve. Cercavo proprio te, o almeno credo.-
Ecco, avrei tanto voluto vedere la mia faccia in quel momento. Pensavo fosse pazzo.
-Me?E per quale motivo?-
Lui sorrise. Era un sorriso meraviglioso, spontaneo.
-Ti sto spaventando, vero?Allora, ricominciamo da capo. Il mio nome è Claudius. Sono un mago.-
Smisi all’istante di considerarlo pazzo.
I maghi mi avevano sempre incuriosita.
-Arianna. Sono una… uhm… aspirante contadina?-
-Bene, Arianna, ho un enorme favore da chiederti. C’è una fontana poco lontano dal paese, no?Potresti portarmi fin lì?-
Storsi il naso. Mia madre mi aveva insegnato a non fidarmi degli uomini. Evidentemente il mio interlocutore se ne rese conto, perché il suo sorriso si allargò.
-Se non ti va fa nulla, lo capisco.-
Fece per andarsene, ma io avevo già cambiato idea.
Lo richiamai indietro.
D’altronde, capire chi fosse quel tipo non era ciò che volevo?
-Aspetta, ti ci porto io!-
Avevo deciso di fidarmi. Se si fosse rivelato un delinquente, ero capace di difendermi.
Gareth, bastardo, non ridere!Sapevo difendermi eccome!
Dov’ero rimasta?Ah, già.
Lui si voltò e mi rivolse un altro sorriso –era un sorriso particolarmente disarmante, me lo ricordo bene- e mi disse di fargli strada.
 
-Ehi, aspetta un momento!- esclamò Claire. – Tutto questo cosa c’entra con…-
-C’entra moltissimo- sospirò Arianna. – Vuoi farmi finire?Te l’avevo detto che sarebbe stata una storia lunga!-
-Hai ragione, scusa. Continua pure.-
 
Perfetto, cercate di non interrompermi ancora, tutto ciò è successo molto tempo fa e devo fare uno sforzo immane per ricordarmi i particolari.
Allora, arrivammo alla fonte, poco fuori dal villaggio.
Durante il tragitto parlammo pochissimo.
Lui, come ebbi modo di notare, non era molto loquace, e io volevo osservarlo. Comunque sia, una volta giunti a destinazione mi ringraziò con una stretta di mano e, con mia grande sorpresa, mi chiese di tenergli compagnia mentre lavorava.
Lì per lì, anche se non sapevo cosa avesse intenzione di fare, pensai di fermarlo: il posto dove ci trovavamo era considerato quasi sacro dai miei compaesani, e se la sarebbero di certo presa con me se Claudius l’avesse danneggiato in qualche modo. Poi vidi che tendeva semplicemente la mano verso la fonte e mi tranquillizzai. Mi accomodai e rimasi lì a osservarlo.
Ecco, potrei dire che in quel momento la mia vita cambiò per sempre.
Dalla sua mano iniziarono a uscire dei lampi argentei.
L’urlo che cacciai, tuttavia, non fu di spavento.
Ero semplicemente sorpresa.
Credevo di essere l’unica capace di fare una cosa del genere.
Lui si voltò, stupito.
-Che c’è?Hai paura?- chiese, alzando un sopracciglio.
-No… è solo… ci riesci anche tu?- balbettai.
Lui scoppiò a ridere. Dovevo sembrargli un’idiota. Io mi nascosi il viso, imbarazzata.
Tuttavia, non mi prese in giro. Si sedette accanto a me e mi spiegò che quella era magia. Io ascoltavo sempre più assorta. Alzai una mano e feci comparire una scintilla.
-E’ divertente. Ma mia madre mi ha detto che è una maledizione- borbottai. Ero certa che potesse capirmi.
-Una maledizione, eh?Si sbaglia di grosso. Hai ragione tu, è molto divertente.-
Da quel giorno divenne il mio unico amico. Passarono i mesi, e la gente cominciò a spettegolare anche su di me. Beh, non ne ero affatto stupita: io e Claudius ci vedevamo alla fonte ogni giorno.
Nessuno di noi due era molto portato per la conversazione. A volte passavamo anche delle ore senza dire una parola.
Un giorno di settembre, tuttavia, fu lui stesso a prendere la parola.
-Devo partire.-
Lì per lì credetti di non capire.
-Partire?Dove vai?-
-Ho degli affari da svolgere nella capitale, Casinum.-
-Oh!- esclamai. Non ero mai uscita dal mio paese, ma avevo sentito parlare della città di Casinum, e sapevo che era una specie di paradiso culturale.
-Ho sempre voluto vederla…- mormorai.
Lui sorrise.
-Che ne dici di venire con me?Potrei insegnarti tutto quello che vuoi sulla magia, e potrai uscire da questo posto. Nessuno ti discriminerà.-
Sospirai, poi scossi la testa, anche se l’idea mi allettava.
-Mia madre non mi farebbe mai andare via con un semisconosciuto.-
-Chi ha detto che devi chiederle il permesso?-
Arrossii violentemente. Beh, ammetto di averci pensato, all’epoca…
… Gareth, per la miseria, smettila di prendermi in giro!
Insomma, alla fine mi convinse. Partimmo quella notte stessa.
Non lasciai a mia madre neppure un biglietto.
Io e Claudius viaggiammo per più di due anni. Devo ammettere che quella vita mi piaceva molto, la vita da contadinella provinciale mi aveva stancato da tempo.
Sembrava tutto perfetto.
Sembrava.
Un giorno, Claudius mi parlò del Trattato di Endesya.
-Sono anni che lo cerco- mi confessò – ma non riesco a capire dove si trovi.
Annuii.
-Vuoi che ti aiuti?-
-Esattamente.-
Così iniziammo la ricerca.
Ci portò via quattro mesi di notti insonni, ricerche, viaggi, finché non riuscimmo a scoprire che il Trattato si trovava a Crenlroth e che era sotto la custodia dei sacerdoti di Endesya.
Ci recammo lì.
Non avevo mai visto una città così attiva e piena di vita. Forse ti ricordi qualcosa, Claire?
…no?D’accordo, non importa.
Non eravamo lì per divertirci, in ogni caso. Tirammo dritto verso il tempo, e con mio enorme stupore Claudius mi chiese di aspettare lì fuori e di non muovermi.
-Ma come?Voglio venire anche io!-
-Non fare la bambina, ti prego. Questione di due minuti, devo trattare con questi chierici… -
-Oh, va bene.-
Mi sedetti su una panchina lì vicino e mi misi a osservare l’ambiente circostante. Mi erano sempre piaciute le città antiche, e da quanto avevo letto Crenlroth era ricca di monumenti antichi.
Ma non potevo muovermi… non potevo visitarla, anche se avrei voluto!
Passò un’ora.
Due ore.
Tre ore.
Le trattative stavano richiedendo più tempo del previsto.
Cominciavo a stancarmi.
Dopo cinque ore di attesa, avevo le gambe addormentate e rischiavo una insolazione, ma non volevo disobbedire a Claudius.
Quando si fece vivo, si era fatto buio.
Dalla sua faccia intuii che la trattativa non era andata molto bene.
Non l’avevo mai visto così nervoso, ero abituata al suo sorriso spensierato.
-Qualcosa non va?- chiesi, abbastanza ingenuamente.
-Nulla, Arianna. Tutto a posto. Scusa se ti ho fatto aspettare.-
Non mi convinse affatto.
-E’ successo qualcosa, vero?Non vogliono darti il libro?-
-Ma no, Arianna, lascia perdere.-
-Dimmelo!-
Credo che non dimenticherò mai lo schiaffo che mi diede subito dopo. Nessuno mi aveva picchiato prima.
Dopo quella sera non si fece vedere per tre giorni. Anche se ce l’avevo ancora con lui, non potevo negare di essere preoccupata. Passai il tempo a mangiarmi le unghie, in preda all’ansia.
La mattina del quarto giorno finalmente tornò.
Con mio grande sollievo, sorrideva.
Mi mostrò un ciondolo, si, Claire, uno uguale al tuo.
Era raggiante.
-Guarda cosa ho trovato- esclamò – ce ne sono altri tre di questi. Dobbiamo trovarli, solo così potremo leggere il Trattato!-
Anche io ero contenta, ma c’era ancora qualcosa che mi turbava.
-Come farai, se non ti danno il libro?-
Con mio enorme stupore, Claudius proruppe in una risata fragorosa.
-Ce lo prenderemo comunque, mia cara!-
-Che vuoi dire?-
-Io conosco il re di Haedel. Posso convincerlo che questi stronzi dei sacerdoti di Endesya sono pericolosi per lui.-
Non riuscivo a credere alle mie orecchie.
-Cosa vuoi fare?-
-Distruggerli. Nessuno deve permettersi di offendermi!-
Si riferiva a quanto era accaduto il giorno del nostro arrivo a Crenlroth, evidentemente.
-Distruggerli, addirittura?Ma dai!Sono sicura che adesso esageri solo perché sei arrabbiato…basta solo un po’ di diplomazia…-
Un’altra risata, che mi spaventò.
-Diplomazia, ti prego!Cresci, Arianna!A che ti serve il potere se non puoi usarlo?-
Quel discorso non mi piaceva affatto. Cercai di dissuaderlo in ogni modo, ma ottenni il risultato di innervosirlo ancora di più.
-Puoi chiedere l’intervento del re se ti va, ma non essere avventato. Si può risolvere tutto con molta pazienza.-
-Cos’è, ora ti metti a fare la moralista?Dovrei picchiarti più spesso.-
Quelle parole mi facevano male. Anche l’unica persona che mi aveva dimostrato un minimo di interesse nei miei confronti si rivelava un bastardo. Non volevo che mi vedesse piangere, ma sentivo gli occhi gonfi di lacrime.
-Non piangere- sibilò lui, indifferente. –Non mi farai di certo cambiare idea. Domani partiamo.-
Io obbedivo a qualsiasi cosa dicesse.
Ma quella volta mi rifiutai.
Una volta mi aveva parlato di un incantesimo che poteva provocare la morte apparente di una persona per un determinato periodo di tempo. Magari avrei potuto fermarlo in qualche altro modo, ma in quel momento mi sembrava la soluzione più ovvia.
Aspettai che si addormentasse, e agii.
Non se ne accorse, se non all’ultimo istante. Mi lanciò uno guardo carico di risentimento, prima di chiudere gli occhi.
Rimasi lì a fissarlo, terrorizzata. Mi riscossi, preparai le mie cose e uscii in fretta.
Si sarebbe risvegliato, ovvio.
Ma non potevo lasciare che uno come lui mettesse le mani sul Trattato di Endesya.
Così imprigionai la mia anima in questo corpo, ottenendo l’immortalità. Mi sono ripromessa che non gli avrei fatto distruggere la città, ma non ci sono riuscita, è troppo forte per me.
In ogni caso, ho fatto un’altra promessa, e ci tengo a mantenerla.
 
-Voglio ucciderlo- mormorò Arianna, prima di respirare profondamente.
– E’ tutto- aggiunse poi.
Gareth parve riflettere per qualche istante, poi si alzò in piedi.
-Sono con te- disse, serio.
Claire spostava lo sguardo da Gareth alla bambina, confusa. Alla fine, però, si alzò anche lei.
-Si, vi seguo- esclamò – non mi piace quel tizio.-
Arianna annuì.
-Grazie.-
Nessuno dei suoi compagni notò la lacrima che le stava scendendo lungo la guancia sinistra.





  
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