Anime & Manga > Rossana/Kodocha
Segui la storia  |       
Autore: Lety_90    25/03/2006    13 recensioni
Voleva morire, andarsene, dimenticare i suoi occhi che per quei tre, lunghissimi anni, non l’avevano mai abbandonata.
Le piacevano tantissimo, i suoi occhi.
Così profondi.
Così sinceri.
Mai visto occhi più sinceri!
Sana sta per tornare in Giappone dopo tre anni a L.A. E dovrà fare i conti con il sentimento che si è lasciata dietro. Dopo la fine dell'Anime... perchè "Kodocha continua ovunque!"
Genere: Romantico, Malinconico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“...sì, lo ammetto, un po’ ti penso ma

non mi tocchi più…”

“Non me lo so spiegare” by Tiziano Ferro

Quanto tempo era passato?

Tantissimo… forse un’intera vita!

Eppure, provava una sensazione strana all’interno del suo cuore. Paura, rabbia, forse voglia di dimenticare.

Dimenticare il loro ultimo incontro, così pieno di sguardi e così vuoto di parole. Parole troppo dure per essere dette.

Parole che sicuramente li avrebbero feriti entrambi.

A volte si diceva che la vita era stata troppo ingiusta con lei. Con loro.

Che forse si meritavano un’occasione.

Una vera occasione!

Ma, ormai, era tardi.

Gliel’avevano detto tutti.

E l’aveva accettato.

Ora lui stava con un’altra. Gliel’aveva detto chiaramente Aya.

“No, non è Fuka…” aveva detto, con la sua voce dolce e quasi timida.

Per un istante aveva voluto morire.

Davvero.

Non è un’esagerazione.

Voleva morire, andarsene, dimenticare i suoi occhi che per quei tre, lunghissimi anni, non l’avevano mai abbandonata.

Le piacevano tantissimo, i suoi occhi.

Così profondi.

Così sinceri.

Mai visto occhi più sinceri!

Eppure, non capiva nemmeno tanto il suo stato d’animo. In fondo, anche lei aveva qualcun altro.

Un ragazzo fantastico. Dolce, e profondamente innamorato.

Un ragazzo che le aveva detto “Ti amo”.

Quelle due paroline che lui, invece, non le diceva quasi mai.

“Sbagliato, Sana!”.

Già, perchè lui glielo diceva tutti i giorni.

Con i suoi occhi.

Con i suoi gesti.

Con il suo silenzio.

Ma non era bastato.

Non era bastato per tenerla lì, in Giappone, vicino a lui.

Ed era partita.

Per diventare qualcuno.

Forse per diventare un’altra Sana.

Una Sana che magari lui non avrebbe mai amato.

Sospirò, accarezzandosi i capelli rossicci. Quei capelli che lui amava tanto.

Sorrise. Possibile che, alla fine, tutti i suoi pensieri tornassero su di lui?

Il ragazzo accanto a lei sospirò.

Sorrise di nuovo.

Strano, due volte nel giro di un minuto.

Già, un tempo era sempre così solare. Invece, ultimamente, era sempre più giù, sempre più mogia.

All’improvviso, una mano prese la sua. Guardò il ragazzo, e incontrò i suoi occhi blu come il mare.

“Stai bene?”. Annuì.

“Sì… è solo che…”. Si morse un labbro. Faceva sempre così quando era nervosa.

“Che cosa?”. Le accarezzò una guancia dolcemente.

Sana non sapeva cosa rispondere. Si perse ancora per un secondo negli occhi profondi di lui.

“Mai profondi come quelli di…Oh, Sana… possibile che pensi sempre a lui?”.

scosse la testa, per impedirsi di pensare.

“Sana?”.

… chiuse gli occhi…

“Kurata?”.

Li spalancò.

Solo lui la chiamava con il suo cognome.

“Dimmi Sean?”.

“Sei preoccupata?”.

Chissà come, lui riusciva sempre a capirla con una sola occhiata. “Io… ho solo un po’ d’ansia, tutto qua.”

Sean la strinse a sé, respirando il suo odore.

Pesca.

I suoi capelli profumavano di pesca. Un odore che aveva imparato ad amare.

Adorava tutto di lei. Non perchè fosse famosa. Ma perchè illuminava con il suo sorriso qualsiasi cosa. Ma ora lei stava per ripartire.

Per tornare in Giappone, per sempre.

Sapeva che non sarebbe tornata.

Ma aveva deciso di farle una sorpresa.

Sorrise, mentre gli occhi di Sana si chiudevano contro il suo petto.

Sì… sarebbero stati insieme per sempre.

***

“Akito Hayama, vuoi rispondermi?”.

Il biondo aumentò ancora il volume nelle cuffie, per evitare di sentire i piagnistei di Fuka.

Lei, con stizza, glieli sfilò dalle orecchie, guadagnandosi tuttavia un’occhiata di gelo da parte del proprietario delle cuffie in questione.

“Mi sono guadagnata la tua attenzione, ora?”.

Il ragazzo stese le lunghe gambe davanti a sé, stiracchiandosi.

“Sono tutto tuo, Matsui!”.

Quell’espressione fece arrossire la moretta, che gli tirò uno scappellotto sulla testa.

“EHIII!!! Sei diventata matta?” disse Akito, massaggiandosi la testa.

“Ho bisogno che mi ascolti prima che arrivi quella… La tua ragazza.” Fuka si fermò appena in tempo. Non era il caso di lasciarsi andare a commenti poco carini sulla dolce, piccola ragazza appena diciottenne di Hayama. Era come condannarsi a morte.

“Su, muoviti. Fra poco Kyoko sarà…”.

“Sì sì. Non voglio disturbare la tua… amichetta” disse con noncuranza la mora, agitando una mano.

Hayama sorrise fra sé a quel gesto. Nonostante gli anni, Fuka non era proprio cambiata. Era sempre la stessa solare ragazza che aveva creduto di amare… che era riuscita a fargli “dimenticare”, anche se per poco tempo, Sana.

Sorrise ancora di più.

Non poteva proprio crederci.

Per quanto ci provasse, ogni pensiero si ricongiungeva inevitabilmente al suo… primo…

Non voleva finire.

Avrebbe sofferto troppo.

“Hayama, mi ascolti o no?”.

Scosse la capigliatura bionda, decidendosi finalmente a dare tutta la sua attenzione a Matsui.

“come ti dicevo… Sana torna fra qualche giorno, e…”.

Ecco.

Aveva sganciato la bomba.

Ora, bisognava solo sperare che non facesse troppi danni.

Gli occhi di Akito si chiusero per un istante. Poi, si riaprirono, come per darle il consenso di continuare.

“…e pensavamo di fare un’uscita insieme, noi del gruppo. Che ne dici?”.

Akito sospirò brevemente. “Non c’è problema.”

Fuka sorrise, e gli scoccò un breve bacio sulla guancia. “Grazie Aki, ti adoro!”.

Aki… Aki…Aki… Aki…

“Ti adoro, Aki…”.

Solamente lei lo chiamava così… e gliel’aveva concesso dopo anni di conoscenza.

Anni passati ad amarla.

E lei lo amava.

Si amavano, insomma.

E allora, perchè lei se n’era andata in America?

Perchè lui era rimasto in Giappone?

Tre anni… erano rimasti tre anni senza vedersi. Senza parlare.

Le poche volte che si erano rivolti la parola, a Natale e per l’anniversario della morte di sua madre, si erano parlati a stento. Parole di cortesia.

“Coma va?”

“Tuo padre?”.

“Il lavoro?”

“A quando le future nozze fra gli eterni fidanzati?”.

Eppure, nell’ultimo anno non si era fatta sentire.

Il motivo l’aveva scoperto poco tempo dopo.

“ho parlato con Sana…”. Il tono di Aya non gli era piaciuto molto, ma non aveva risposto.

“Le ho parlato di Kyoko.”

Si fermò per un istante.

Da quel giorno, non l’aveva più sentita.

E, piano piano, aveva cominciato a pensarla sempre di meno.

A sfuggire il suo ricordo.

E Kyoko lo aiutava senza dubbio, con la sua dolcezza, la sua spensieratezza. Gli sembrava una piccola bambina da proteggere. Voleva darle la stessa protezione che Sana, sin da quando erano ragazzini, aveva dato a lui.

Sorrise. Tutti i suoi pensieri tornavano su di lei, e ora che stava tornando, tutto si sarebbe complicato.

Forse non era pronto.

Chiuse gli occhi, proprio mentre il campanello suonava.

***

Ore 06.00 a.m. Los Angeles

Strinse la sua valigetta con apprensione.

Ancora qualche minuto, e l’America sarebbe stata solo un ricordo.

E, un po’, le dispiaceva. Era arrivata lì, diciassettenne, ed era cresciuta. Aveva frequentato un’importante scuola di Arti Sceniche, dove aveva migliorato le sue capacità in Danza, Canto e Recitazione.

Solo un anno prima,aveva ricevuto il suo primo lavoro in un film molto importante, e da quel momento il suo successo era cresciuto.

Allora, aveva conosciuto Sean. Un attore non tanto famoso, ma che l’aveva aiutata con le battute, con l’americano, e a cui aveva imparato a voler bene.

Ora, tutto questo sarebbe sparito.

Ma, d’altra parte, non vedevo l’ora di rivedere i suoi amici: Tsuyoshi, Aya, Fuka… e Mama, Rei, Naozumi… sarebbero stati tutti lì, per lei.

Anche Akito?

Sbuffò.

Ormai era un anno che non si sentivano. Lei aveva voluto lasciargli il suo spazio, quando aveva saputo da Aya che aveva trovato un’altra.

Certo, sapeva che sarebbe potuto accadere…

Ma si sentiva comunque… strana.

“Si avvisano i gentili signori che l’aereo diretto a Tokyo…”.

Sana non prestò attenzione alla voce di donna che parlava.

Si girò verso i suoi “amici” di Los Angeles, e sorrise con gli occhi lucidi.

“Allora, è proprio il momento”.

Una ragazza mora dai profondi occhi verdi le si avvicinò, e l’abbracciò dolcemente.

“Mi mancherai tantissimo, Sana”.

La giovane sorrise. “Anche tu mi mancherai, Faith”.

Si abbracciarono forte.

Un’altra ragazza dagli occhi scuri, un poco più bassa e dalle curve prosperose si avvicinò alla giovane, e la stritolò in un abbraccio da camionista. “Divertiti un fracco Sa’, eh? E, mi raccomando, racconta ai tuoi amici dei tuoi Friends americani!”.

Sana rise, stringendola. “Tranquilla Kam, non mi dimentico certo di te… nemmeno quando sarò vecchia e grinzosa.”

Dopodiché, si voltò verso Sean. Lui le accarezzò una guancia, prima di baciarla dolcemente sulle labbra.

“Io ti amo, Sana Kurata.”

Lei sorrise, stringendolo.

Tuttavia, non rispose.

Non l’aveva mai fatto, e lui non l’aveva mai pressata. Eppure, anche in quel momento, non se la sentiva.

Guardò per un’ultima volta negli occhi blu di quel ragazzo americano che le aveva riempito con il suo sorriso e il blu dei suoi occhi le grigie e difficili giornate dei primi tempi in America.

“Mi mancherai, Sean… da morire.”

E non mentiva.

Si incamminò con passo deciso verso l’entrata per imbarcarsi, quando si girò per un’ultima volta.

I tre le sorrisero, con le lacrime agli occhi, e Sana riprese a camminare verso l’aereo che l’avrebbe riportata a casa.

TBC...

  
Leggi le 13 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Rossana/Kodocha / Vai alla pagina dell'autore: Lety_90