Venerdì 22 luglio 2011
Siamo a metà delle
vacanze estive e i giorni cominciano a confondersi tra di loro. Se qualcuno mi
fermasse per la strade e mi chiedesse che giorno è io non saprei rispondergli.
Il tempo sembra essersi fermato, così come il mio orologio che necessita di una
nuova batteria.
L’ultimo giorno importante, che aveva senso, è stato quel
freddo venerdì di maggio; quando Fabio ci ha detto che Floriana non poteva venire
ai campionati. Da quel giorno la mia vita ha preso una piega troppo strana
anche solo per essere raccontata.
I giorni mi scivolano tra le mani, riempiti di attività
inutili e ore passate al computer a guardare vecchie foto, foto di quando
eravamo insieme ed era ancora tutto apposto.
Mi trascino da una parte all’altra come un fantasma, come
l’ombra di ciò che è stato.
Credo che non dimenticherò mai quel venerdì, quando il vento
soffiava talmente forte da far venire i brividi lungo la schiena. Quel giorno
io ho fatto una scelta: ho scelto tra le mie amiche e la mia carriera. Al
momento scegliere la carriera mi era sembrata la scelta più giusta: certo le
altre si sarebbero potute arrabbiare con me, ma lì per lì non ho calcolato i
reali rischi a cui andavo in contro, credendo di poter porre rimedio a tutto
con un mi dispiace. Con il senno del poi avrei dovuto rifletterci più
attentamente, e non partire in quarta come mio solito.
Ma vedendo le altre tirarsi indietro mano a mano che le
difficoltà aumentavano, qualcosa in me è scattato: forse la voglia di rivincita
e di riscatto, o forse solo il voleri dimostrare che io ero diversa, che non
avevo paura.
Ma quello che i miei genitori, Fabio, Adriana e anche io
consideravamo coraggio altro non era che incoscienza, dettata dall’orgoglio e
dalla presunzione di avere qualcosa in più delle altre. Mentre di diverso ho
solo una totale non curanza del pericolo e della conseguenze.
Lanciandomi in questa folle impresa volevo semplicemente
dimostrare a tutti coloro che dicevano “non ce la può fare” “è un suicidio”,
che si sbagliavano; e invece gli ho dato un motivo in più per farli gongolare
dicendo “ io te l’avevo detto che sarebbe stato inutile, e poi potevi farti
male”.
In questa storia l’unica cosa che mi fa male è il mio cuore:
prima dilaniato dalla scelta, ora immerso nel rimpianto.
Il tempo quel venerdì si è congelato e riprenderà a scorrere
solo quando le M.A.F.F.I. torneranno a essere quelle di prima.
Da allora tutto ciò che è successo non ha importanza. Anche
i campionati ai quali tanto tenevo e per i quali tanto ho combattuto, mi sono
passati davanti senza fermarsi, senza darmi il tempo di godermeli e gustarmeli
a pieno.
Vorrei essere come Harry Potter, avere una bacchetta o
qualche strano incantesimo in una lingua inventata per poter rimediare allo
sbaglio che ho fatto: se adesso mi chiedessero di scegliere tra l’amicizia e
qualsiasi altra cosa, io sceglierei l’amicizia, ma solo se è quella delle
M.A.F.F.I.
Degli altri non mi
importa niente: se ci sono loro, non esiste nient’altro.
Solo noi cinque per sempre, o almeno spero!
Queste sono le pagine del mio diario dei rimpianti, di tutto
ciò che rimpiango di aver o non aver fatto. Le conseguenze della mia scelta li
sto pagando adesso con i miei sensi di colpa.
Spero di non avervi annoiato/depresso troppo e che leggiate
e recensiate in tanti.
A presto
Genio95