Ciao Mel,
pensavo che quando scrivi una bella lettera, anche se l'incipit fa schifo e non fai che impappinarti fra 'caro', 'ciao' o chissà che altra diavoleria, riesci ad ignorarlo.
Vorrei scriverti una bella lettera; vorrei davvero farlo.
Vorrei scrivere qualcosa di intenso, profondo, strappalacrime. Ma non posso. Perché, vedi, io e te ci conosciamo a malapena. E con questo intendo che abbiamo passato insieme una manciata di ore. Che io mi faccio mandare tue foto dalle mie amiche. Che so la tua data di nascita, e tu non sai la mia, che so il tuo film preferito, e tu non sai il mio. Che so che aspetto hanno i tuoi genitori e tu non sai lo stesso dei miei.
Io e te non ci conosciamo, non siamo mai stati insieme e comunque sono innamorata di te.
Non so bene quando sia successo, eppure adesso passo le mie giornate con metà della mia mente a pensare a ciò che faccio e la restante percentuale pensando a te.
E non è giusto. Non è giusto, sai? Non credo.
Per via di tutte quelle cose che tu non sai di me: per il semplice fatto che non posso mancarti. Non puoi chiederti cosa stia facendo, dove o con chi, non perché, né quando o come.
Non sono niente per te. E potrei accettarlo solo se anche tu non valessi nulla ai miei occhi.
Ma non funziona così, non è vero? E' che qualcuno, semplicemente, 'cade in amore'. Come in inglese; e in francese. Vorrei che ci fosse una definizione così aggraziata anche in italiano. Perché è proprio così che è successo: un giorno ero tranquilla, non sapevo neanche di te. E poi mi è sembrato di cadere, tutto d'un pezzo, quando mi sono resa conto che sapevo il tuo nome e il tuo cognome, la tua classe, la tua data di nascita e il posto in cui vivi.
Mi dispiace di essere innamorata di te.
E' un po' come metterti in una posizione un po' scomoda. E, onestamente, neanch'io me la passo troppo bene. Sono diventata attenta a cose come 'da quanto tempo ci conosciamo' - un mese, cinque giorni, quattro ore e venti minuti -, 'la prima volta che ti ho notato' - 27 novembre 2010 -, e questa cosa è una rottura.
Perché di regola non sono così.
Ma forse è proprio questo il problema: tu sei la mia eccezione. E ogni giorno, ogni secondo che passo senza di te è... be', non proprio doloroso. Non ancora. In fondo non ti conosco bene neanch'io.
Diciamo che è fastidioso. Perciò, ti prego, se proprio non puoi innamorarti di cadere in amore per me, almeno fai in modo di smetterla di essere così... non lo so, come.
Così biondo, divertente, assurdo, così come tutti i motivi per cui sono pazza di te.
Stammi lontano e aiutami a fare in modo che questo fastidio non diventi niente di più.
Anche se forse peggiorerei e basta. Forse la mia malattia è degenerativa.
Qualcuno la chiama amore...

___Spazio autrice___

Torno, a sopresa, con un secondo capitolo. E questo non posso che dedicarlo a lui.