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Autore: Sweet96    28/07/2011    3 recensioni
Non era in alcun modo legata o trattenuta, avrebbe potuto andarsene, ma il suo cuore, oh, quello sì che era incatenato, impossibilitato a fuggire. (Tratto dal primo capitolo)
La guardò, con i suoi occhi color dell’oceano incredibilmente magnetici e con aria da bambino innocente. L’accoppiata vincente.  (Tratto dal secondo capitolo)
Ran, al vedere ciò che il ragazzo le stava offrendo, scoppiò in lacrime, lacrime di gioia, però.  (Tratto dal terzo capitolo)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Il cioccolato del perdono
Rating: Verde
Genere: Romantico
Personaggi: Ran Mouri, Shinichi Kudo

Il cioccolato del perdono
 

Un bambino di circa sette anni correva. A guardarlo, le persone avrebbero detto che era in ritardo per qualcosa. E in effetti era così: doveva assolutamente arrivare in tempo, non ce la faceva più a sopportare il broncio della sua migliore amica. Aveva compreso di aver sbagliato, non avrebbe dovuto ridere quando lei era caduta dall’altalena, ma era così buffa! E così si era offesa, mettendo il broncio per ormai una settimana. Ora voleva farsi perdonare.

Conosceva abbastanza l’amica da sapere che verso quell’ora l’avrebbe trovata al parco, vicino alla fontana.

Corse ancora e ancora, finché la vide. Era lì, seduta, ma non era sorridente e allegra come sempre, bensì triste, malinconica.
Avvicinandosi di più, vide che stava piangendo.


“Ehi!” La chiamò “Perché stai piangendo?” Chiese, preoccupato.
Lei alzò lo sguardo e un lampo di felicità le attraversò gli occhi al vederlo. Ma fu solo un attimo, giacché chiuse subito gli occhi con aria indignata. “Io con te non ci parlo! Sono ancora arrabbiata!” Disse.
“Oh, andiamo! Lo sai che non volevo ridere di te a quel modo! Mi è scappato!” Tentò di giustificarsi.
“Certo, perché tu mi consideri buffa e incapace, non è così?” Replicò lei, una nota di rabbia nella voce.
Il bambino sgranò gli occhi. “No, non è affatto così! Non sei buffa, né tanto meno incapace, anzi! Tu per me sei… abbastanza importante, ecco!” Concluse, con un lieve rossore sulle guance.
“Dici sul serio?” Disse la bambina, con le guance in fiamme.
“Certo! E a questo proposito… Tieni!” Esclamò, porgendole un ovetto di cioccolato che aveva in mano.

La bambina lo afferrò con le lacrime agli occhi, per poi lanciarsi addosso all’amico abbracciandolo forte forte.
“Mi dispiace, sono stata una stupida a pensare quelle cose su di te!” Gli disse, singhiozzando.
“Non importa… Ora torniamo a casa, dai.” La abbracciò a sua volta, tentando di calmarla.
E così si avviarono mano nella mano verso le loro case, di nuovo amici.

 
Bip bip. Bip bip.

Il suono della sveglia di Shinichi Kudo destò il suo proprietario dal sonno.

Sorrise amaramente. Si era dimenticato di quell’episodio della sua infanzia. Bei tempi, allora bastava poco e faceva pace con Ran senza problemi. Ora invece…
Sospirò. Aveva tentato di scusarsi, ci aveva provato davvero, ma Ran non aveva voluto neanche ascoltarlo.
Quel sogno però gli aveva fatto ricordare tante cose. Ora sapeva cosa fare…

 
Agenzia investigativa Mouri.

Una ragazza era seduta sul letto abbracciata al cuscino, gli occhi arrossati dal pianto. Non riusciva neanche a dormire, ormai. Ogni volta che chiudeva gli occhi quell’episodio le tornava in mente.

Scuola superiore Teitan.
Una ragazza si aggirava per i corridoi alla ricerca di qualcosa. O meglio, di qualcuno.
Eh, già, era da qualche minuto che lo cercava, ma non riusciva a trovarlo.
Finché, svoltato l’angolo, lo incontrò. Ma in quel momento desiderò non averlo mai fatto.
Shinichi era appoggiato contro il muro, mentre una bionda dalle forme prosperose gli stava avvinghiata, con le mani dalle unghie laccate di rosso poggiate sul petto muscoloso del ragazzo. E, cosa peggiore, lui non sembrava affatto contrariato, anzi,se ne stava lì buono come un cagnolino.

Sentì il suo cuore ridursi in mille pezzettini e un singhiozzo evidentemente sfuggì dalle sue labbra, poiché entrambi si voltarono nella sua direzione. Sul volto di Shinichi si dipinse un’espressione di sorpresa e dolore, mentre su quello della bionda solo un sorrisetto divertito. Il ragazzo le si avvicinò, forse per spiegarle la situazione, ma lei non volle saperne niente: alzò il braccio e uno schiaffo veloce e preciso si abbatté sulla guancia del giovane.

Ran si girò e cominciò a correre più veloce che mai, decisa a non parlare mai più con quel dongiovanni che le aveva spezzato il cuore, mentre quest’ultimo rimaneva lì, con gli occhi sbarrati, a massaggiarsi il punto colpito leggermente dolorante.

Da quel giorno, Shinichi aveva tentato più volte di parlarle, ma lei si era rifiutata. Non voleva saperne più niente di lui!

Sospirò, mentre le lacrime riprendevano a scorrere lungo le sue guance. Già, non voleva più saperne niente, eppure era così triste! Decise di andare alla fontana del parco, dove andava sempre quando era giù di morale.
 
Un ragazzo di circa diciassette anni correva. Doveva muoversi o non l’avrebbe trovata. Sapeva che era lì, ne era sicuro. Sperava solo che lei avesse la bontà di starlo ad ascoltare e di dargli la possibilità di spiegare, perché le cose non erano andate come lei credeva. Non stava facendo il cascamorto con quella bionda, era stata lei ad avvinghiarsi a lui. Cosa avrebbe dovuto fare? Non poteva certo spingerla via e andarsene come se niente fosse. E mentre pensava ad una via d’uscita, la sua migliore amica li aveva visti. E, dopo averlo colpito, era corsa via, triste e probabilmente umiliata.

Finalmente la trovò. Sola, seduta sulla fontana. Una sensazione di deja-vù lo avvolse.

“Ehi, Ran!” La chiamò.
Lei ebbe un sussulto al sentire la sua voce e si alzò per scappare via. Ma lui fu più veloce e la prese per un braccio.
“Ti prego, Ran, stammi a sentire. Lo so che sei arrabbiata con me per quello che è successo, ma ti posso assicurare che non stavo facendo niente!” Iniziò lui.
A quelle parole, lei ebbe uno scatto d’ira. “No, certo che no! Non stavi facendo niente! Stavi solo flirtando con quella! Che sarà mai!” Gli urlò contro, una punta di ironia nella voce.
“Non è vero! Lei mi si è appiccicata e non potevo spingerla via così! Ma sappi che non avrei mai fatto niente, perché non vorrei mai… farti soffrire.” Disse, un po’ in imbarazzo “E… guarda un po’ qua!” Sussurrò dolcemente, mentre con la mano libera le porgeva un uovo di cioccolata, proprio come quella volta di tanti anni fa.

Ran, al vedere ciò che il ragazzo le stava offrendo, scoppiò in lacrime, lacrime di gioia, però. Allora se lo ricordava anche lui! Non era solo lei ad aver notato una grande somiglianza con quell’avvenimento di quando erano bambini!

Non riuscì più a resistere. Si gettò tra quelle braccia muscolose che aveva spesso sognato la abbracciassero. E come quella volta, Shinichi la cullò teneramente fino a quando lei non si calmò. Dopo di ché, si avviarono mano nella mano, come dieci anni prima. Ma questa volta nei loro cuori non c’era solo amicizia e perdono. C’era anche il sentimento dell’amore. 



Buongiorno a tutti!
Come vedete, questa volta mi andava di farli litigare un po', a questi due. *devil* In fondo, l'amore non è bello se non è litigarello, no?
Non uccidetemi, hanno fatto pace! *angioletto*
Già che c'ero, ho inserito un flashback di quando erano bambini. Avevano più o meno l'età di Conan, diciamo.
Vi avverto che questo capitolo e tutti quelli che seguono non mi convincono per niente! Io ve l'ho detto! Lettore avvisato, mezzo salvato! xD
Ah, ne approfitto per chiedere di nuovo scusa per l'incongruenza della precedente flashfic. Non smetterò mai di darmi della stupida per questo!
E poi, voglio ringraziare Honeymoon, SaraKudo e Shine_ per aver recensito lo scorso capitolo e Australia per aver inserito la raccolta tra le seguite! Grazie di cuore!
Bene, ora vi lascio, perché è ora di pranzo e ho fame! *me golosona* xD
Grazie a tutti coloro che leggeranno questa one shot!
La vostra Sweet96
  
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