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Autore: cemeterydrive    28/07/2011    0 recensioni
Milano,anno 2020. Dopo un devastante fatto il mondo viene completamente distrutto,restano in piedi solo pochi edifici e gli unici sopravvissuti sono i nostri due protagonisti:George & Syd. Ognuno dei due ha una grande storia dietro che capitolo dopo capitolo scopriremo mentre combatteranno contro i mutanti che altro non sono che gli umani sotto l'effetto delle radiazioni fuoriuscite dopo l'esplosione....oppure c'è qualcos'altro sotto?
Se siete appassionati di Lost capirete il mio stile,ci saranno dei capitoli completamente dedicati ai flashback ed altri completamente dedicati ad i miei amatissimi "What If?".
A voi il giudizio.
Genere: Avventura, Horror, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ma buonasera ragazzi :D L. è ancora qua e dopo cinque giorni ha deciso di pubblicare il secondo capitolo di questa storia. Ringrazio chiunque si sia soffermato anche solo per un minuto sul primo capitolo della mia storia, mi farebbe piacere ricevere qualche recensione per sapere cosa ne pensate :D Mi sarebbe davvero molto utile.
Spiego subito che in questo secondo capitolo andremo indietro nel tempo, spero non sia troppo incasinato e se avete qualche domanda chiedete pure :D.< Ringrazio come sempre Vals(LOL Ti sto ringraziando l'anima) per avermi corretto qualche errore grammaticale essendo stata la prima ad aver letto questo capitolo e.....beh penso di aver finito. Buona lettura :)



Era una giornata tranquilla, il sole riscaldava ogni singolo centimetro della città, i bambini correvano e giocavano come sempre avevano fatto mentre gli anziani parlavano del più e del meno sulle panchine del parco in un clima assolutamente sereno e tranquillo. Anche per George tutto era normale, la giornata era iniziata nel migliore dei modi. Quando si era risvegliato come prima cosa vide la faccia della sua amata, la sua fidanzata da ormai dieci anni. Una ragazza splendida,capelli rossi che avrebbero fatto cadere a terra qualsiasi uomo, corpo non da top model ma comunque attraente al punto giusto. Non era la classica ragazza che a primo impatto ti fa capitolare, era una di quelle ragazze che conoscendole capisci quanto siano speciali e quanto desidereresti passare del tempo con loro, non per uno scopo sessuale ma solo per il gusto di stare insieme. Un nome speciale, un nome che restava ben impresso nella mente:Joan. George e Joan ormai convivevano da molto tempo ed il vedersi ogni mattina appena svegli era ormai una cosa quotidiana che quasi aveva perso quell'effetto magico che aveva nei primi giorni di convivenza, quella mattina però George era più felice del solito, forse perché sapeva già cosa le avrebbe proposto quella sera.
Joan era una ragazza davvero impegnata, da anni aveva conseguito la laurea in giornalismo e si era dedicata alla scrittura. Anche George si era laureato alla stessa facoltà ma aveva preferito puntare al giornalismo vero e proprio raccontando storie di cronaca, era particolarmente impegnato nella ricerca della verità e da mesi stava lavorando su alcuni aspetti negativi delle centrali nucleari, sapeva benissimo che qualcosa non andava ma non aveva mai trovato una vera e propria prova. Però non demordeva perché dentro di sé si sentiva che un giorno tutta la verità sarebbe uscita a galla. Quel mattino George rimase da solo perché Joan dovette scappare per un incontro abbastanza importante con un editore su un libro che stava progettando da mesi o addirittura anni, una storia su due persone innamorate destinate ad un finale atroce, George però non ne sapeva di più in quanto la sua fidanzata era molto riservata sul proprio lavoro. George era abbastanza teso perché sapeva quanto lei ci teneva a trovare qualcuno che pubblicasse la storia ma comunque questo tempo da solo a casa gli fu utile in quanto potette organizzare tutto per quello che sarebbe successo quella sera. George sistemò la casa con fare estremamente preciso, badò a tutto senza trascurare nessun particolare. Arrivarono le sei del pomeriggio ed a minuti Joan sarebbe rincasata, a George mancava solo un ingrediente per quella serata così perfetta cioè andare a prendere l'oggetto che avrebbe cambiato la loro vita per sempre. Per fare ciò dovette andare fino al rifugio antiatomico che lui aveva deciso di tenere sotto casa, dovete sapere che nel periodo dell'apertura della centrale nucleare molti cittadini decisero di costruire un rifugio per una possibile, sciagurata, evenienza. Negli anni futuri però la guardia dei cittadini si abbassò notevolmente e vedendo come la centrale era sicura decisero di smantellare i loro rifugi per fare delle cose più utili come una stanza per i giochi, un bar in casa o comunque un'altra cosa dedita al divertimento, tanto non sarebbe mai successo niente. George però non era della stessa idea, lavorando per mesi a questo caso ed informandosi da anni su internet sapeva benissimo quali rischi potevano correre stando a così poca distanza da una "centrale della morte"(negli anni su internet molti la chiamavano così NDR).
George si diresse con fare gioioso in quel rifugio dove per sicurezza aveva lasciato quel bene così prezioso, come ad indicare che neanche una catastrofe avrebbe distrutto l'amore che c'era tra lui e Joan. Finalmente prese quella scatoletta quando un incredibile esplosione lo fece sobbalzare, quei dannati istanti sembravano essere momenti che non finiscono mai e che mai finiranno nella mente, che ti perseguiteranno per sempre. George era completamente spaesato, non capiva assolutamente cosa stesse succedendo e anche dopo che il botto finì dopo alcuni minuti non aveva il coraggio di tirare fuori il naso. Era come spaventato, aveva bisogno dell'aiuto di qualcuno per uscire e vedere cosa diavolo fosse successo. Dopo un po' prese coraggio e decise finalmente di aprire quella porta che lo divideva dal mondo intero ma quando si accorse di cosa diamine fosse successo pensò che forse sarebbe stato meglio rimanere dentro ed addormentarsi per un lungo,lunghissimo tempo. La realtà che si presentò davanti ad i suoi occhi era spaventosa, tutto stava andando a fuoco, le costruzioni stavano cadendo a pezzi e le poche persone ancora in vita rantolavano per terra cercando un ultimo momento di speranza per vivere ancora. Purtroppo solo più tardi George scoprì che le persone morte per terra non erano morte ma solo pronte a diventare qualcosa di spaventoso. Era semplicemente terrorizzato, non sapeva che diavolo fare ma subito la sua mente fu attirata da un rogo gigantesco:proveniva dalla centrale nucleare e solo in quel momento capì cosa fosse successo veramente, quello che lui aveva predetto da tempo si era purtroppo avverato:la centrale nucleare era esplosa ed ora nessuno si sarebbe potuto salvare. La sua mente, ma soprattutto il suo cuore, andarono subito al pensiero di Joan ,George si logorò l'anima chiedendosi se fosse riuscita a sopravvivere, se stesse bene e se in quel momento anche lei stava pensando a lui. Tutto ad un tratto sentì un altro botto, George come prima reazione pensò ad una esplosione postuma, una cosa"normale" in un caso del genere. Mai si sarebbe aspettato di trovarsi davanti a sé degli esseri mostruosi dopo aver riaperto la porta del rifugio. Fu un momento scioccante, si era trovato a due centimetri da un essere disgustoso con le braccia deformi, il corpo che non si capiva bene dove iniziasse e le gambe che assomigliavano a delle stalattiti viscide. La prima cosa che gli venne spontanea fu spingere via la bestia e tornare dentro al sicuro sigillando per bene la porta. Solo dopo essersi ripreso dallo shock realizzò cosa fosse successo:i morti non erano morti,si erano trasformati in orribili mutanti. Ancora non si era spiegato il come ma almeno sapere il cosa lo faceva stare leggermente meglio nonostante era come se fosse spacciato. George però era noto per come la sua intelligenza lo portasse ad uscire dalle situazioni più pericolose con una certa facilità.
Girovagò per minuti in quel rifugio cercando qualcosa di utile e notò finalmente una motosega, grazie alla sua conoscenza di film e giochi horror sapeva quanto danno potesse fare ed allora preso dall'eccitazione di aver trovato questa arma o forse più dalla paura, aprì la porta e all'impazzata incomincio a squartare quei mostri atroci con un certo gusto, come se fosse realmente un gioco. Dopo un notevole numero di mostri però notò che non ce la avrebbe mai potuta fare a contrastare un'intera popolazione. Decise allora di trovare un posto sicuro, dove poter stabilire una base per proteggersi. Il rifugio fu la sua prima idea ma solo in quel momento si accorse di essersi allontanato troppo ed il rischio di tornare indietro nessun umano sano di mente lo avrebbe mai fatto. Notò un abitazione abbastanza diroccata ed ormai fatiscente dopo l'esplosione che però era una delle cose più sicure che si potesse trovare nei dintorni, decise quindi di recarsi senza pensare troppo alle conseguenze.
Entrò e potette notare come il pavimento era pieno di macerie ma soprattutto era pieno di ricordi. Si avete capito bene, ricordi. Per terra c'erano foto di ogni genere, da quello che capii era una famiglia con mamma,papà e due figli. Poteva quasi sentire la loro felicità in quelle foto nei posti più disparati del mondo:potette notare il Big Ben in una foto mentre in un'altra notò la Sagrada Familia di Barcelona. In tutte le foto la famiglia era unita ed a George scese una lacrima, nonostante non conoscesse minimamente quelle persone. Il suo momento però venne bruscamente interrotto da un pezzo di soffitto che cadde proprio addosso al malcapitato. George era completamente sepolto da questo strato di cemento e l'unica cosa che poteva fare era rannicchiarsi su se stesso, in quel momento poteva sentire come la città gli stesse morendo tra le braccia. Era a terra impossibilitato dal muoversi ed era completamente terrorizzato, cercò quindi di trovare conforto nell'unica cosa che ora lo avrebbe potuto salvare. Con la mano molto faticosamente riuscì ad arrivare al taschino della giacca per prendere finalmente la scatoletta. La aprii con gli occhi lucidi dalla più totale tristezza per svelarne il contenuto:era un anello che sarebbe uscito quella sera dopo che George avesse detto la fatidica frase.

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