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Autore: GrumpyTrolla    29/07/2011    1 recensioni
In questa storia mi sono sforzata, toccando solo i momenti più salienti, di raccontare il punto di vista di Lucius sul suo rapporto con Severus. Più che altro, si tratta di un percorso fatto di momenti abbastanza separati l'uno dall'altro, saranno pressappoco dieci capitoli.
Spero sarà di vostro gradimento!
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lucius Malfoy, Severus Piton | Coppie: Lucius/Severus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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On candystripe legs, the spiderman comes,
Quietly he laughs and shaking his head,
creeps closer now, closer to the foot of the bed.
And softer than shadow and quicker than flies,
His arms are all around me.

Capitolo 3: Lullaby

 
Con l’andare del tempo ho capito che Severus segue una visione del mondo tutta sua: i suoi personalissimi concetti di giusto e sbagliato, di normale o strano, lo portano spesso ad assumere comportamenti o curiosamente graziosi o estremamente irritanti.
Estremamente irritante potrebbe essere, per esempio, l’ossessione per il quartetto di Grifondoro chiamato i Malandrini, che lo spinge ad attaccare briga con loro, a tentare di incastrarli perché vengano puniti ed a mettere la loro espulsione in pole position nella sua lista di sogni nel cassetto.
Stranamente grazioso invece, è il modo in cui cerca di rendere piacevole la vita delle persone a cui tiene  (o almeno, di insegnare loro il significato delle parole pole position).
Come quando gli confessai di non trovare odiosa l’idea di qualcuno che mi regala biscotti o maglioni fatti in casa per dimostrare quanto tenga a me e lui, settimane dopo – pensando forse che mi fossi dimenticato della scomoda conversazione -, senza preavviso e piuttosto brutalmente, mi ficca in mano un sacchetto di carta spiegazzato.
“Non dire una parola, mangiali e basta. Ma guai a te se lo fai qui.” Disse, e sembrava alquanto a disagio.
Il ricordo imbarazzante di quella bustina aleggia ancora tra noi, anche se – ma non glielo direi mai - una volta a casa, mi ritirai in camera mia con un sorriso stupido come pochi per mangiarli insieme ad un bicchiere di latte.
“Stanco, signor Malfoy?” Mi chiede, seduto al mio fianco sull’erba senza staccare gli occhi dal Partenone.
“È stata una giornata pesante.” Rispondo, storcendo il naso al pensiero della faticosa smaterializzazione che mi sarebbe toccato eseguire per tornare a Londra.
“Ti ricordo che è stata una tua idea, venire qui.” Dice, ed ha tanto l’aria di un rimprovero.
“Non t’innervosire.” Rispondo, e portando una mano a coprire uno sbadiglio mi piego fino a poggiare la testa sulle sue gambe incrociate. Lo sguardo che mi lancia è basito a dir poco. “Non vorrai mica lasciare qualche arto in Grecia, no?” Mi giustifico, sorridendo in modo furbo.
Conciliato dalle luci basse del crepuscolo chiudo gli occhi, e lo sento sospirare; poco dopo, le sue mani scendono tra i miei capelli ed inizia a mormorare una canzone.
Non me ne stupisco, d’altronde ero stato proprio io a confessargli della riluttanza di mia madre a cantarmi ninnenanne.
“Au claire de la lune, mon ami Pierrot. Prête-moi ta plume, pour écrire un mot.”Se mi sento uno sfruttatore? Un po’ sì, ma il bello è proprio questo. “Ma chandelle est morte, je n’ai plus de feu. Ouvre-moi ta porte, pour l’amour de Dieu.
“Cos’era?” Chiedo, assonnato.
“Non lo so. Mia madre la cantava sempre per farmi dormire.”
“Mah. Perché mai qualcuno dovrebbe inventare una ninnananna tanto breve…” Dico, ma la mia voce è ormai un mormorio impastato.
“Beh, funziona no?” Chiede, ed il suo tono acido mi fa sorridere.
 
 
-          Le frasi all’inizio del testo sono tratte dalla canzone “Lullaby” dei The Cure.
-          La loro traduzione è: “Su delle zampe a righine bianche e rosa arriva l'uomo ragno, silenziosamente ride, e scuotendo la testa, furtivamente si avvicina ai piedi del letto. E più leggere di un’ombra e più veloci di una mosca, le sue braccia mi avvolgono.”
-          La canzone in corsivo cantata da Severus, è una classica ninnananna francese che sì, mia madre effettivamente cantava tutte le notti per farmi dormire.

  
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