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Autore: SilentWings    02/08/2011    1 recensioni
E se Undertaker fosse preso da un improvviso istinto paterno?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joker, Undertaker
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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*cough* perdonatemi. Ho postato tre capitoli in un giorno solo perchè nei prossimi giorni non penso di poter riuscire a connettermi. In ogni caso... in preda ad un attacco di coccolosità acuta, ho scritto questo capitolo. Volevo un Undertaker particolarmente affettuoso, per una volta. E non il solito "affetto" isterico e perverso del caro shinigami, ma un affetto vero, da padre a figlio.
Inoltre, vorrei cogliere l'occasione di ringraziare Lady Michaelis_Ciel, la mia dolce musetta zuccherosa che commenta con tanta enfasi e pazienza le mie storie. <3 grazie! E grazie anche a tutti i lettori. Se vi va, fatemi sapere se la storia è di vostro gradimento ^^ il pulsante delle recensioni non mangia mica! :D buona lettura <3


Con un colpo di tosse soffocato, Joker si svegliò.
Si stiracchiò piano, e con enorme sforzo si tirò a sedere contro la spalliera di legno del letto.
Lanciò un'occhiata fuori dalla finestra: la neve che cadeva da quel pomeriggio, quando si era addormentato in preda alla febbre, ancora non aveva smesso di imbiancare le strade di Londra.
Con un mugolio sofferente, appoggiò la guancia rovente al duro sostegno di legno. Accidenti. Eppure Undertaker l'aveva avvertito di non andare a giocare fuori con quel freddo terribile.
Lui aveva fatto di testa sua, inzuppandosi dalla testa ai piedi e prendendosi un raffreddore tremendo.
Quando Joker si era lamentato di non sentirsi molto bene, e il becchino lo aveva trovato tremante e con la fronte in fiamme, quest' ultimo si era molto arrabbiato.
Quel... moccioso non seguiva mai i suoi consigli. Mai una volta che facesse quello che il padre gli diceva. E questi erano i risultati.
Borbottando qualcosa in merito all'eccessiva disubbidienza, Undertaker lo aveva aiutato a camminare fino alla sua stanza, lungo il corridoio buio, e l'aveva fatto stendere semisvestito sotto una coperta non molto pesante.
Quel Joker, sempre troppo impegnato a causare preoccupazioni al padre.
Nemmeno ora il ragazzetto si sentiva molto in forma.
Combattendo contro un capogiro, si alzò, si avvolse in una coperta e andò a cercare lo shinigami.
Quando finalmente arrivò barcollando nello studio, trovò il becchino che, fischiettando sommessamente, stava piantando gli ultimi chiodi al coperchio di una bara.
Joker tirò su col naso, costringendo Undertaker ad alzare lo sguardo. L'uomo, sorpreso,  si avvicinò al figlio, abbracciandolo e dandogli un bacio sulla fronte.
-Sei bollente. Non faresti meglio a rimanere a letto per oggi?-
-Non riuscivo a dormire, papà- rispose piano lui.
-Capisco. Ti andrebbe una tazza di tè?-
Il bambino sorrise debolmente e annuì.
Dieci minuti dopo, nella stanza di Joker, i due stavano silenziosamente sorbendo il liquido caldo da due grosse tazze di ceramica.
Era noto che lo shinigami servisse il tè nei misurini graduati solo agli ospiti, per fare un po' di scena e spaventarli.
Tutto d'un tratto il ragazzino cadde preda di un attacco di tosse. Preoccupato, Undertaker gli tolse la tazza dalle mani, per paura che il contenuto si rovesciasse e scottasse le mani del figlio, e cominciò a dargli dei colpetti sulla schiena, mentre con l'altra mano gli massaggiava il petto con piccoli gesti circolari.
Quando il respiro si normalizzò e Joker, esausto, si appoggiò alla spalliera del letto, il becchino lo guardò con aria di rimprovero.
-Vedi cosa succede a non ascoltarmi mai? Finisce che ti fai del male!-
Il bambino abbassò gli occhi con un'espressione triste sul viso.
-Mi spiace di darti tutte queste preoccupazioni, papà. La colpa è mia, ed è giusto che soffra, avrei dovuto starti a sentire-
Intenerito da quella genuina ammissione di colpa, lo sguardo del becchino si addolcì, e con estrema delicatezza appoggiò un asciugamano bagnato alla fronte del suo protetto per aiutarlo a dormire meglio.
-Ora però è il caso che tu riposi un po'. Vedrai che domani sarai in perfetta forma-
Joker annuì, finalmente rilassandosi per addormentarsi subito dopo.
Undertaker sorrise, intenerito.
Nonostante i litigi, le disobbedienze e le discussioni, quello era ormai suo figlio.
E non lo avrebbe abbandonato mai.
  
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