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Autore: Kastel    03/08/2011    1 recensioni
Prendiamo in esame la trama del terzo gioco, divertiamoci a trasformare l' inganno di Clive in realtà.
Ecco che trovano posto il Professore e i Ripetenti, due fazioni con due ruoli e scopi differenti.
In mezzo ci sono un membro della Polizia Segreta e uno dei ribelli, che dovranno imparare a fidarsi l' uno dell' altro se non vorranno morire soffocati.
{Ovvi riferimenti a 1984 di Orwell e al manga Dolls di Naked Ape. Verrà aggiornato il più possibile}
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cosa ti avevo detto? Tempo qualche giorno e ti avrebbe tradito. Le mie previsioni si avverano sempre.”
Descole fumava tranquillo nell' ufficio di Layton, osservando il capo del Governo con uno sguardo ironico e divertito. Non riusciva a comprendere cosa pensava il Professore, ma di sicuro aveva già un piano per riprendersi con sé il traditore. O ucciderlo. Se Descole fosse stato nei panni di Hershel non avrebbe esitato troppo: un colpo di pistola e via. Ma lui non era Layton, lui era sottoposto e si limitava ad eseguire gli ordini.
Finì la sigaretta, spegnendola nel posacenere.

Come si chiama il ragazzo che era con lui?”
Il francese si stupì nel sentire la voce di Layton, più che altro per il tono basso e deciso usato. Aveva quasi paura a rispondere, ma il solo pensiero di assistere a qualcosa di divertente (a suo parere, ovviamente) gli fece uscire la voce.

Clive Dove.”
Descole fu sicuro di non aver mai visto Layton sorridere in quella maniera: inquietante, furba, sottilmente sadico.

Ti dice qualcosa, per caso?”
Si sedette sul Professore, prendendogli il viso con una mano e obbligandolo a fissarlo negli occhi, quegli occhi neri come la notte senza luna. Si scontrarono con quelli del francese, azzurri come il ghiaccio. Entrambi gli sguardi esprimevano un divertimento sadico. In pratica, solo guai per i due ragazzi.

Molte cose. Ma saprai tutto a tempo debito.”
Descole rise, lasciando che le due bocce si scontrarono per l' ennesima volta, staccandosi solo per prendere aria.

Mi piacerebbe sapere cosa vorrai farne di quei due.”
Layton si mise a ridere, rimanendo poi con un ghigno sul viso.

Qualcosa che ti divertirà un sacco, Jean.”

 

Io non so ancora se posso fidarmi di te.”
Clive fissò Luke negli occhi mentre questi stava mangiando un boccone di pane. Erano in una casa di emergenza, una catapecchia che era un miracolo se stava in piedi. A nessuno dei due piaceva molto, ma non esistevano altre soluzioni. Ora erano entrambi ricercati, non potevano fare tanto gli schizzinosi.
Ricercato... Luke non credeva davvero di aver tradito Layton. Non ci poteva credere. Aveva tradito tutto quello in cui credeva e che avrebbe dovuto supportare. Eppure non si sentiva in colpa. Neppure per un momento gli era sfiorato il pensiero di star facendo qualcosa di sbagliato lasciando il partito e la sua vita alle spalle. Seguire quel ribelle era stato il gesto migliore che mai avrebbe potuto fare per migliorare la sua miserabile vita. Basta doveri, basta seguire un uomo che neanche lo amava! Ora era libero e doveva lottare per continuare a tenere quella libertà. O almeno provarci un poco.

Ho sparato a un mio collega. Che altre prove vuoi?”
Osservò Clive negli occhi, rimanendo ancora una volta stupito nel constatare quanto fosse giovane e, soprattutto, quanto gli assomigliasse. Sembravano fratelli: i medesimi occhi e capelli; lo stesso sguardo sconsolato e perso e, soprattutto, quel modo di pensare così disilluso e perso nel dolore. Anche Clive provava le sue stesse emozioni, lo sentiva sulla pelle. Eppure c' erano delle differenze fra di loro, a partire dall' età. Soprattutto sul modo di pensare la fiducia. Per Clive, evidentemente, non bastava aver rotto una mano a colui che, tecnicamente, era un proprio collega per essere
degni della sua fiducia. Ma cosa doveva fare ancora?

Voglio capire se sarai fedele ai Ripetenti. Se sarai fedele a me.”
Luke alzò lo sguardo stupito, non credendo a quelle parole.

Tu... sei il capo dei Ripetenti?!?”
Clive sorrise per la prima volta, scuotendo però il capo all' unisono.

Mi piacerebbe, ma no, non lo sono. Sono uno dei capitani. Un po' come te con Layton. Vero, Luke Triton?”
Lo fissò negli occhi, incuriosito dal particolare che lui conoscesse il suo nome. Non che fosse una cosa così strana, già l' aveva avvertito di non essere il solo a conoscere certe informazioni. Si chiese, però, dove e quando aveva appreso il suo nome.

Come sai come mi chiamo?”
Semplice: anche noi abbiamo la nostra rete di informatori. E sono dove meno potresti aspettartela.”
Luke bevette un sorso di acqua, cercando di decifrare appieno il messaggio del altro.

Significa che siete dentro il Ministero?”
Anche. Siamo ovunque, in barba a voi e alle vostre leggi.”
A Luke venne spontaneo ridere, ma non aveva intenzione di deridere Clive, anzi.

Non le ho create io, quelle regole. Esistono perché sono necessarie.”
Clive lo fissò negli occhi per qualche secondo, facendo un sorriso enigmatico poi.

Ecco perché non posso ancora fidarmi pienamente di te, Triton.”
In un primo momento Luke non capì cosa gli volesse dire Clive, con conseguente occhiata stranita. Lo comprese poco dopo, ripensando alla sua frase sulle leggi. Appoggiò una mano sulla bocca, spalancando gli occhi.

Ah... mi dispiace...”
Clive si limitò a scuotere la testa, mangiando un poco.

Presumo che questo sia il prezzo da pagare per essere i galoppini di Layton.”
Luke abbassò il viso, non sapendo cosa rispondere. Prezzo o no, capiva che, se voleva davvero liberarsi di Layton, doveva anche sbarazzarsi di tutti i suoi credi o doveri. Cosa non facile, visto che gli erano stati inculcati da troppi anni. Poteva provarci... ma sarebbe stato difficile, quasi impossibile. Eppure, doveva farlo.

Non lo sono più, ricordatelo.”
Esatto.... io non sono più un suo sottoposto. Io non lavoro più per lui, l' ho rinnegato. Eppure... eppure so quanto, per me, sia difficile dimenticarlo e, soprattutto, amarlo. Perché, nonostante le mie
azioni, la mia volontà... il mio cuore è ancora legato a lui. E, credo, lo sarà sempre. Perché... il respiro mi sta ancora una volta mancando?

Non lo sono più...”
La sua voce si perse nella malinconia del tono usato, dando poca importanza ad essa.

 

Capitolo forse più noioso degli altri, ma necessario, poiché di transizione.

   
 
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