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Autore: Dejanira    03/08/2011    2 recensioni
Sopravvivere a Hogwarts non è tanto facile come sembra, soprattutto se tua madre e tuo padre sono eroi di fama nazionale. Lo sanno bene Rose Weasley, alle prese con aspettative troppo alte per non deluderle, Albus Potter, rinchiuso in una fortezza di serafica indifferenza, e Scorpius Malfoy, in perenne contrasto con se stesso e con il resto del mondo. Desideri di rivalsa e cotte adolescenziali non saranno certo paragonabili a Lord Voldemort e ai suoi Mangiamorte, ma chi dice che non è difficile?
[Rose/Scorpius]
Genere: Avventura, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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WINTER’S TALE

WINTER’S TALE

 

Capitolo 1

The neverending story

 



*

 

Sembra che anche quest’anno la preside Sinistra abbia preso accordi con l’Accademia di Alchimia e Pozioni di Londra per tenere un corso pomeridiano di Pozioni Avanzate per gli studenti del sesto e settimo anno.

L’Accademia di Alchimia e Pozioni di Londra ha sfornato Pozionisti tra i più celebri di sempre; pertanto è un onore che, per il terzo anno consecutivo, la nostra scuola abbia indetto un concorso per permettere a un gruppo selezionato di dodici studenti di frequentare le lezioni tenute da Alaric Jigger in persona, presidente dell’Accademia. Se le prime indiscrezioni sono veritiere, la prima prova teorica si terrà la prossima settimana. La seconda, quella pratica, sarà in data ancora da stabilirsi. Al termine del corso si terrà una prova finale, e il vincitore del primo premio riceverà un attestato firmato dal dr. Jigger.

Come di certo ben ricorderete, il vincitore dell’anno scorso è stato Emmett Cross, già da quest’anno allievo nell’ambitissima Accademia di Medimagia, nonostante i pronostici che vedevano come vincitrice Rose Weasley, incredibilmente superata dal primo posto di Emmett e dal mio secondo posto. Ci auguriamo che quest’anno Rose sia più fortunata.

Vi terrò aggiornati con qualunque novità nel prossimo numero.

June Dee, Daily Hogwarts, 15 ottobre

 

*

 

- Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.

Albus colpì il foglio di pergamena con la punta della bacchetta, e subito cominciarono a tracciarsi sulla mappa i profili dei corridoi di Hogwarts con relativi abitanti.

Per lo più, il castello al di fuori dei Dormitori sembrava deserto, a parte i Caposcuola di turno per la ronda e una coppia di ragazzi imboscati in qualche aula vuota. Nel rettangolo che raffigurava l’ufficio di Horace Lumacorno, professore di Pozioni, tre targhette recavano scritti tre rispettivi nomi: Albus Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy.

- Ricordatemi come avete fatto a trascinarmi fin qui – si lamentò Rose, nel tentativo di non pestare i piedi di qualcuno dei due compagni sotto il Mantello dell’Invisibilità, impresa non del tutto semplice considerate le stature notevoli di tutti e tre.

- Piantala di fare la Santa Vergine Immacolata – disse Scorpius. – Come se l’idea non fosse stata tua. –

- Quando ho detto che volendo non sarebbe stato troppo difficile entrare nell’ufficio di Lumacorno e prendere le domande del test, stavo scherzando. –

- Sei stata tu a dire che non era equo che la Baker avesse già le domande del test e noi no. –

- E’ stato Al a dire che James gli aveva lasciato la Mappa e il Mantello e, tra l’altro, sei stato tu a minacciare un Ravenclaw del primo anno pur di farmi scendere da quella fottuta torre per seguire Al e te. –

- Volete fare un po’ di silenzio voi due? – li riprese Albus. – Non riesco a concentrarmi . –

- C’è poco da concentrarsi, prendiamo questi test e andiamocene prima che ci scoprano – gli fece fretta Rose.

- Certo non ti importava tanto di essere scoperta nelle tue incursioni notturne quando andavi con Sheldon nell’aula vuota di Incantesimi per scop… -

- Malfoy!

- Volete darci un taglio? – li interruppe di nuovo Albus. – Scorpius, tu controlla nei cassetti della scrivania. Rosie, guarda in mezzo a quelle cartelle lì sul tavolo… -

Di fronte alle disposizioni di Al, dettate in quel tono così candido e fermo da lasciar presagire che qualsiasi possibilità di diniego non era contemplata, Rose e Scorpius cominciarono a cercare.

Era partito tutto da quando la preside Sinistra aveva annunciato che, come ogni anno, si sarebbe tenuto, per gli studenti che avessero conseguito almeno i G.U.F.O., la possibilità di partecipare a due prove selettive per decidere chi, tra gli studenti del settimo e del sesto, avrebbe potuto prendere parte al corso di Pozioni Avanzate tenuto dal celebre Pozionista Alaric Jigger, attuale direttore dell’Accademia di Alchimia e Pozioni di Londra.

In seguito, Rose aveva origliato – secondo Scorpius – o era stata impossibilitata a non ascoltare quello che le sue compagne di Dormitorio si dicevano – secondo lei – ma era in ogni caso venuta a sapere che la sua rivale di sempre, June Baker del Gryffindor, era riuscita a sapere in anticipo le domande del test al quale sarebbero stati sottoposti nei giorni successivi.

Memore di come June l’aveva spudoratamente, illegalmente e ingiustamente superata l’anno precedente alla prova finale del corso di Pozioni, l’idea che potesse farlo di nuovo in effetti un po’ la turbava.

E quella di intrufolarsi in piena notte nell’ufficio di Lumacorno per scoprire le domande in un certo senso forse un pochino l’aveva sfiorata, ma la colpa restava comunque di Al e Scorpius.

- Trovato niente? – chiese Albus, lo sguardo che saettava dallo scaffale che stava rovistando alla Mappa.

- Nulla. –

- Nulla neanche io. –

Al sbuffò. Barare non era mai stata una sua priorità, ma una volta che c’erano, tanto valeva prendere quelle domande e farla finita. Apparteneva all’irritantissima scuola di pensiero del “o si fa bene o non si fa per niente”, che era tutta una diretta conseguenza di una determinazione e di una pignoleria che onestamente nessuno della sua famiglia ancora capiva da chi potesse aver ereditato.

- Ehi, guardate qui! – esclamò d’un tratto Scorpius, con Rose pronta a tappargli la bocca con le mani con sguardo omicida e il preciso intento di farlo secco se avesse osato alzare così tanto la voce un’altra volta.

- Che c’è? – fece Al, avvicinandosi agli altri due.

Scorpius, chino su un vecchio baule dalla serratura rotta che il professore aveva lasciato marcire dentro un armadietto, aveva tirato fuori alcune fotografie. Tra queste, ne aveva trovata una, recante dietro la data marzo 1996 che ritraeva Lumacorno col suo vecchio gruppo di pupilli.

- Quella è mia madre – disse subito Rose, strappando di mano la foto a Scorpius.

E non c’era solo Hermione Granger. Subito accanto al prof c’era Harry, poi Hermione e accanto ancora Ginny. Poterono individuare altri volti familiari, Albus fu rapido nel scorgere il giovane professor Paciock, col volto quasi nascosto dalla faccia di un ragazzo che Scorpius riconobbe subito come Zabini, un vecchio compagno di scuola di suo padre.

- E quello dovrebbe essere il signor Belby, lavora al Ministero, me l’ha presentato mio padre – disse Scorpius.

- Il padre di Jenna? – domandò Rose, ricordando la svenevole biondina che frequentava Gryffindor al loro stesso anno.

- Esatto. –

Restarono a guardare la fotografia ancora alcuni istanti. Al e Rose ne erano entusiasti, Scorpius tornò a cercare le domande, facendosi subito in disparte. Non che evitasse di parlarne, ma in genere non gli piaceva ricordare dei tempi di Hogwarts dei loro genitori. Albus e Rose ne capivano facilmente il perché, del resto nonostante la loro amicizia il signor Malfoy e i genitori di Al e quelli di Rose continuavano a non salutarsi se non per affrettati cenni del capo di pura formalità e cortesia alla stazione di King’s Cross a settembre e a giugno, ma nulla di più.

D’altro canto, a Rose e Albus piaceva guardare le vecchie foto dei loro genitori. Sembrava così strano, a vederli adesso, con tutti loro impegni, le loro responsabilità, gli articoli del Profeta che ogni tanto ancora parlavano di loro, pensare che una volta fossero stati studenti. L’Hermione della fotografia sembrava la copia esatta della Rose diciassettenne, fatta eccezione per gli occhi, ben diversi da quelli azzurri di Rose – unico tratto che la ragazza sembrava aver ereditato dal gene Weasley, insieme a un’innata bravura negli Scacchi – e anche Al, come tutti non mancavano mai di fargli notare, era un Harry Potter in miniatura.

Notando che Scorpius si teneva ancora in disparte, Rose fece segno ad Al di mettere via la foto, ma anziché riporla nel baule Albus se la infilò in tasca e insieme alla cugina continuò a cercare.

Non ci volle ancora molto prima che Rose, dopo una svariata serie di Accio rivelatisi del tutto inutili, scovò le copie delle domande del test di Pozioni nel cassetto di un mobile in legno accanto alla finestra. Abbandonando tutto quel che avevano in mano, Albus e Scorpius si precipitarono da lei.

- Prendi una copia e andiamocene – fece subito Scorpius, avventato come suo solito.

- Vuoi scherzare, Lumacorno se ne accorgerebbe – obiettò prontamente Al. – Geminio – scandì poi, puntando la bacchetta contro una delle copie del test. Quella si duplicò, e Rose afferrò la copia tenendola stretta.

- Andiamo? – disse quindi la ragazza, ma arrivò appena a finire di parlare che con un gridolino acuto lasciò andare i fogli sul pavimento, osservandosi i palmi delle mani ustionati.

- Scema, dovevi pensare che fossero protetti in qualche modo – le disse Scorpius, prendendole le mani per valutare la gravità della ferita.

- Ricordarmelo prima no, eh? –

- Silenzio! – bisbigliò Albus, facendoli tacere entrambi. Tutti e tre tacquero, giusto in tempo per sentir risuonare un rumore di passi lungo la scala a chiocciola che portava all’alloggio del professore.

- Cazzo – imprecò Malfoy, mentre con un incantesimo di levitazione prendeva i fogli che Rose aveva lasciato a terra, prima di trascinarla per un braccio verso la porta. Allo stesso modo, Albus rimise a posto le copie originali, poi afferrò velocemente Mappa e Mantello e uscito di corsa dalla stanza si affrettò a coprire tutti e tre.

- Veloce! – fece, dopo essersi chiuso la porta alle spalle con un tonfo forse troppo rumoroso, e poi, correndo via, i tre ragazzi si allontanarono lungo il corridoio, consapevoli che in quel modo sicuramente almeno i loro piedi si sarebbero visti al di fuori del Mantello dell’Invisibilità.

Guidati da Scorpius, che aveva una conoscenza dei corridoi e dei passaggi segreti del castello da far invidia a James Sirius Potter in persona, si avviarono verso il bagno delle ragazze, sperando di non trovarvi il fantasma di quella ragazzina lagnosa.

Una volta dentro, Al mise via il Mantello, mentre Rose, tra un gemito e l’altro, andava a sedersi per terra, vicino ai lavandini. Malfoy le si mise accanto, Albus invece diede il via ad alcuni tentativi di eliminare l’incanto protettivo dalla loro copia del test.

- Ci vorrebbe una lozione al bubotubero -  disse Malfoy, tirando fuori le sue conoscenze da Pozionista dilettante. – Noi dovremmo averne ancora in camera, eh, Al? –

- A meno che Charles non l’abbia finita l’altra volta per curarsi l’acne. Era disperato – rispose l’amico, che finalmente era riuscito a disincantare le domande del compito. Cominciò a sfogliarle pagina per pagina.

- Acne? – ripeté Rose perplessa. Pensò a Charles Nott, ai suoi vestiti di ottima fattura, ai capelli sempre in ordine e alla pelle morbida e splendida per le mille cure che gli dedicava.

- Colpa di una ragazzina – spiegò Scorpius. – Deve avergli scagliato contro qualche maledizione da quattro soldi scovata su Strega Moderna. Aveva scoperto che oltre a lei si faceva anche la sorella. –

Con un incantesimo cercò di alleviare le ustioni sulle mani di Rose, con risultati non troppo brillanti. Lei intanto continuava a lamentarsi, ostentando un’espressione devastata come la migliore delle eroine tragiche.

- Sento che non potrò più tornare a scrivere – disse, melodrammatica.

Albus, come era solito fare, altrimenti sarebbe di certo impazzito, li ignorò entrambi.

- E’ una cazzata – disse, riferendosi al compito. – Domande semplici, molto generiche, è sufficiente una conoscenza di base che qualunque pivello del quinto potrebbe avere. –

- Così parlò il prodigioso Albus Potter, futuro Alchimista – lo prese in giro Scorpius, scimmiottando la voce di Lumacorno ogni volta che si vantava di Al durante i party di quel suo ridicolo circolo di secchioni.

- Da’ un po’ qua – disse Rose al cugino, che passò i fogli a Scorpius visto che lei non era ancora in grado di toccare nulla senza strillare dal dolore come una ragazzina.

- Beh, la Baker potrà anche superare questa prima selezione teorica, ma non quella pratica – rifletté Rose; la sconfitta dell’anno precedente le bruciava ancora.

In realtà, non è che quel corso di Pozioni Avanzate le interessasse così tanto. Lo scopo del corso era quello di ottenere un attestato utile per chiunque avesse voluto iscriversi, dopo Hogwarts, a qualche Accademia di Medimagia o Pozioni, che erano molto selettive nella scelta dei propri studenti. Rose non aveva ancora chiaro cosa avrebbe fatto dopo la scuola; intraprendere gli studi per diventare Auror, come aveva fatto Dominique, che aveva sostenuto i M.A.G.O. l’anno precedente, non le interessava, né tantomeno voleva studiare Magisprudenza e diventare avvocato come sua madre.

L’unica cosa che voleva, al momento, era superare June Baker una volta per tutte.

Dal canto suo, June Baker voleva vincere solo per fare un torto a Rose. Un documento che testimoniasse la sua assai dubbia bravura in Pozioni sarebbe servito a poco per la brillante carriera di giornalista della Gazzetta del Profeta alla quale aspirava.

- Dite che Lumacorno ci sta ancora cercando? – domandò Rose.

- Un po’ di rumori e una porta che sbatte non l’avranno preoccupato più di tanto – disse Scorpius. – Da un po’ di tempo ha preso l’abitudine di accompagnare le sue serate con un buon Idromele, non penso che sospetti qualcosa. –

- Lo spero bene, perché io sto per tornarmene nei sotterranei – disse Albus, tirandosi in piedi.

- Vieni con noi? – chiese Scorpius a Rose. – Ti passo la lozione al bubotubero. –

Rose si alzò in piedi e si sistemò le pieghe della gonna della divisa. – Posso farmene dare un po’ in infermeria domattina. –

- E con quale scusa? Dai, Weasley, vieni. –

Insistette tanto che alla fine Rose accettò. Si nascosero di nuovo sotto il Mantello, prezioso alleato di cui Albus vantava ormai il monopolio visto che James aveva finito con la scuola l’anno prima, e dopo aver controllato sulla Mappa che la via fosse libera, si avviarono verso la Sala Comune di Slytherin.

 

*

 

Pur essendo una Ravenclaw, per Rose Weasley quella non era certo la prima volta che entrava nella Sala Comune degli Slytherin. Fin dal primo anno, i suoi migliori (ed unici) amici erano stati di quella Casa, e quindi aveva finito con il conoscere la parola d’ordine e col frequentare i sotterranei quasi quanto la Torre di Ravenclaw. Del resto, una tale vicinanza con i membri di quella Casa aveva finito con l’indisporre in primo luogo i Gryffindor, che in nome dell’infinita diatriba tra Slytherin e Gryffindor avevano finito col riservarle lo stesso atteggiamento che usavano nei confronti dei rivali storici, e in secondo luogo le sue compagne di dormitorio, che non vedevano di buon occhio la sua amicizia con gente assai poco raccomandabile come Malfoy, Nott o la Dermott.

Poi c’era ovviamente l’ala dei più conservatori degli Slytherin, che amavano la sua presenza lì, o al loro tavolo in Sala Grande a colazione, allo stesso modo in cui avrebbero amato quella di un Vermicolo nella loro insalata. Rose cercava di non farci troppo caso, limitandosi a frequentare gli ambienti Slytherin solo in orari in cui questa era del tutto desolata (tarda notte, come quel giorno), in compagnia dei suoi due migliori amici (Scorpius e Albus) e in casi di estrema necessità (trame e complotti).

Di certo se non fosse stato per Albus, Rose aveva una vaga idea che i suoi, suo padre e suo fratello in primis, le avrebbero apertamente vietato di frequentare gente simile. Solo il fatto che un ragazzo come Al fosse stato smistato in quell’infima Casa aveva concesso a Ron Weasley il margine del dubbio, che in fondo non proprio tutti gli Slytherin fossero gente immonda. Quanto a sua madre, anche se non lo diceva mai, Rose sospettava che neanche lei amasse troppo l’idea che il migliore amico della sua bambina fosse il figlio di Draco Malfoy.

Rose non poteva farci nulla. Non trovava che i ragazzi Slytherin fossero tanto pessimi come tutti dicevano, e aveva imparato anche a trovarsi in un certo modo a suo agio tra di loro. Non che credesse che il Cappello, al primo anno, avesse dovuto spedirla a Slytherin, anzi era fiera di essere una Ravenclaw e lo stesso Cappello non aveva esitato più di un paio di secondi nello smistarla lì.

Rose cercava quindi di convivere con i pregiudizi che gli altri solitamente nutrivano nei suoi confronti quanto più serenamente possibile. Come diceva sempre quell’idiota narcisista di Charles Nott, io ho me stesso, e mi basto da solo.

- Va meglio? – le chiese Malfoy, applicandole la lozione sulle mani. Erano seduti sui divanetti in pelle, di fronte un camino dalla fiamma molto debole. Ormai erano quasi le due del mattino, e tra poco più di sei ore avrebbero avuto lezione.

Rose annuì. Le bruciature sulla sua pelle andavano svanendo a poco a poco, e anche il dolore era passato quasi del tutto. La lozione dovette agire solo alcuni minuti prima di fare totalmente effetto, e Rose poté tornare ad aprire e stringere i pugni senza sentire un fastidio indicibile.

- Dovrei tornare al mio dormitorio – disse Rose.

- E’ tardi – intervenne Albus. – Puoi dormire in camera con Eliza e le altre – suggerì.

- Se Lumacorno ha sentito qualcosa, potrebbero mandare qualche professore a controllare che gli studenti non siano fuori dalle camerate. Preferirei non correre il rischio, sai. –

Al allora le diede la Mappa e il Mantello. – Come preferisci. –

Rose prese tutto, ringraziando il cugino con un gran sorriso, uno di quelli che riservava solo a lui e pochi altri. Si sporse verso Scorpius, salutandolo con un bacio sulla guancia, e dopo essersi avvolta per bene nel Mantello dello zio Harry uscì.

Arrivare alla Torre di Ravenclaw non fu difficile. Evidentemente, come aveva detto Scorpius, l’Idromele aveva davvero dato alla testa a Lumacorno. A parte i soliti fantasmi, non c’era nessuna particolare sorveglianza tra i corridoi del castello, e in ogni caso, dopo sette anni di uscite illecite Rose aveva capito come destreggiarsi nella scuola eludendo il controllo dei professori.

Si tolse il Mantello solo quando fu al sicuro, nella sua camera. Le sue compagne di stanza sembravano dormire tutte, così Rose piegò per bene il Mantello e lo infilò dentro il suo baule, lontano dai perfidi artigli di Calliope, la gatta bianca della Ravenclaw che dormiva nel letto più vicino al suo. Non si infilò nemmeno il pigiama, aveva troppo sonno, si limitò a togliersi le scarpe e così com’era si mise sotto le coperte. Ricordandosi di aver lasciato la Mappa del Malandrino sul comodino, si allungò verso di questo e puntò la bacchetta verso quello che presto sarebbe diventato solo un apparentemente inutile foglio di pergamena.

- Fatto il misfatto.

 

 

 

***

 

[*] Per il ruolo di Preside di Hogwarts ho optato per Aurora Sinistra, professoressa di Astronomia ai tempi di Harry.

[**] Secondo HP Lexicon, ma anche sulla base della lista dei libri di testo del primo anno di Harry nella Pietra filosofale, Arsenius Jigger è l’autore di Infusi e Pozioni Magiche. Alaric Jigger, personaggio inventato, è suo nipote.

  
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