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Autore: Flyme    03/08/2011    1 recensioni
Ezio sta per partire...per la Spagna,per uccidere il nostro Cesare. Cosa lo preoccupa? se morirà ,la gilda lo seguirà nel baratro o se la caverà comunque....ho cercato di immaginare la vita nel covo,quella di tutti i giorni...cercando di inserire quei personaggi che nel videogame sono più che marginali.e la dedico alle mie "colleghe", D. T. e M.,;)
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Ezio Auditore
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Sospirò.
Ultimamente capitava troppo spesso...in quel respiro affaticato c'era tutto il peso delle decisioni ancora da prendere, e non se la sentiva di affrontarle subito.
Continuando ad osservare l'allenamento delle Reclute,venne pervaso da un senso di implacabile rabbia.Agli assassini più giovani mancava come sempre la spinta per dare di più.
La sua spinta iniziale era stata "vendetta". Non che ne andasse fiero,le azioni dei Maestri Assassini del passato non erano dettate da fattori personali...lui invece aveva intrapreso il nobile cammino del Credo degli Assassini usandolo come spartiacque del proprio dolore.
Non poteva certo rimproverare alle reclute una mancanza che lui stesso aveva avuto in gioventù.Avrebbero imparato piano piano la realtà dietro ogni petto infilzato ed ogni palpebra abbassata in segno di rispetto.Tempo al tempo.Si voltò,diretto di nuovo verso la sua stanza,per prendere alcuni oggetti,quando un paio di giovani adepti si presentò al suo cospetto.
Quasi titubanti per il timoroso rispetto che la prestanza di Ezio incuteva loro avevano quasi paura di parlare,ed indugiarono  in un inchino di saluto particolarmente sostenuto.
Il ragazzo dagli occhi nocciola alzò per primo la testa e guardandolo fiduciosamente negli occhi balbettò un "buongiorno" quasi insonoro.-Maestro,i nostri allenamenti stanno dando buoni frutti.Quest'oggi vorrebbe metterci alla prova con una sessione d'allenamento?Stavolta riusciremo almeno a metterla un pò alle strette!-La fiducia del ragazzo si gelò quando vide Ezio scuotere la testa in segno di diniego. 
-Mi dispiace Edoardo. Non oggi,proprio non ho tempo.Ci sarà un'altra occasione.-Mise lui una mano sulla spalla,più per spostarlo che per rincuorarlo.-Maestro...attendiamo di batterci con lei da settimane.Avete perso lo smalto di un tempo?-L'altro Adepto azzardò una domanda con voce tonante.Ma Ezio non si sentì sfiorato dalla delusione dei due.-Michele,Edoardo...-li guardò come avrebbe guardato un qualsiasi uomo,cercando di  non vederli  come giovani fanciulli votati a diventare armi, e prima o poi vittime sacrificali.-Non ho tempo.-
-Vergognatevi.- La voce femminile li sorprese tutti e tre.
"per la miseria...Arianna...",pensarono i ragazzi.Era rimasta tutto il tempo nel corridoio,aspettando di poter parlare con Ezio privatamente,ma  i due ragazzi l'avevano preceduta,stizzendola non poco.
Gli adepti conoscevano Arianna e la temevano più del Maestro,perchè all'interno delle mura del Covo lei aveva praticamente carta bianca ,soprattutto quando Ezio non c'era, e spesso e volentieri si era dimostrata poco propensa alle discussioni,e molto più alle punizioni.In effetti era soprannominata da tutti,in privata sede , "Arpianna".
-Andate ad addestrarvi invece di perdere tempo come guardie alla taverna.Quando sarete al suo livello vi concederà uno scontro.-Parlava con voce pacata,ma lo sguardo gelido manifestava un timore davvero reverenziale.I due ragazzi sparirono senza neanche inchinarsi,lasciando Ezio ed Arianna soli,nell'atrio.
-Li spaventi troppo. Non sono molto più bravo di loro. E già meriterebbero di battersi contro di me.-Non aveva amato il modo con cui lei li aveva congedati.Piegò la testa di lato,cercando di allungare un muscolo del collo rimasto dolorante dallo scontro della sera prima con una guardia.
-Non hai tempo da perdere,me lo ripeti da giorni.Ti ho fatto solo un favore.- Quando nessuno era presente le loro conversazioni avvenivano sempre senza convenevoli.Arianna non amava i mezzi termini.-Se hai un pò di tempo lo devi sfruttare parlando con me.Anche io devo adempiere ai miei doveri, e spesso e volentieri mi ritrovo con un mucchio di cose da fare,senza alcuna indicazione da parte tua.Non posso gestire una Gilda mentre tu ti diverti a scorazzare felice tra i quartieri e i bordelli romani in cerca di Templari.-Arianna parlava guardandolo dritta negli occhi,apparentemente immune a quello sguardo che sapeva d'ambrosia per ogni donna che aveva la fortuna di incrociarlo.
-Arianna,ti ho già detto che me ne sto occupando.In questo momento.-la scostò delicatamente e  si incamminò per il corridoio,verso la stanza privata.
Lei lo guardò allontanarsi.Sapeva sempre quando non era il caso di insistere,però aveva davvero troppe questioni da affrontare prima della partenza del Maestro, e non sempre lei ne era in grado,mascherando la sua titubanza con un cipiglio da Capitano delle Guardie Papali.Ma non bastava. Ezio Auditore era pur sempre il Maestro Assassino,e ben poco poteva fare lei , col suo grado di Veterana, benchè il più alto dopo Ezio...lei si rendeva conto di essere solo una donna.
Appena sentì i passi di Ezio affievolirsi in lontananza si diresse all'uscita del covo,verso le stalle.Lo avrebbe aspettato lì. Sapeva insistere,e spesso e volentieri otteneva  quello che voleva.E in quel momento voleva parlare con lui.
Uscendo dalla stanza chiuse la porta, accompagnando la maniglia,per non far rumore,gesto abituale per un assassino, e raggiunse il cortile assolato,camminando veloce,verso i cavalli sempre bardati,pronti al galoppo.

Sospirò.Ultimamente capitava troppo spesso...in quel respiro affaticato c'era tutto il peso delle decisioni ancora da prendere, e non se la sentiva di affrontarle subito.

Continuando ad osservare l'allenamento delle Reclute,venne pervaso da un senso di implacabile rabbia.Agli assassini più giovani mancava come sempre la spinta per dare di più.La sua spinta iniziale era stata "vendetta". Non che ne andasse fiero,le azioni dei Maestri Assassini del passato non erano dettate da fattori personali...lui invece aveva intrapreso il nobile cammino del Credo degli Assassini usandolo come spartiacque del proprio dolore.Non poteva certo rimproverare alle reclute una mancanza che lui stesso aveva avuto in gioventù.Avrebbero imparato piano piano la realtà dietro ogni petto infilzato ed ogni palpebra abbassata in segno di rispetto.Tempo al tempo.

Si voltò,diretto di nuovo verso la sua stanza,per prendere alcuni oggetti,quando un paio di giovani adepti si presentò al suo cospetto.Quasi titubanti per il timoroso rispetto che la prestanza di Ezio incuteva loro avevano quasi paura di parlare,ed indugiarono  in un inchino di saluto particolarmente sostenuto.Il ragazzo dagli occhi nocciola alzò per primo la testa e guardandolo fiduciosamente negli occhi balbettò un "buongiorno" titubante.-Maestro,i nostri allenamenti stanno dando buoni frutti.Quest'oggi vorrebbe metterci alla prova con una sessione d'allenamento?Stavolta riusciremo almeno a metterla un pò alle strette!-La fiducia del ragazzo si gelò quando vide Ezio scuotere la testa in segno di diniego. -Mi dispiace Edoardo. Non oggi,proprio non ho tempo.Ci sarà un'altra occasione.-Mise lui una mano sulla spalla,più per spostarlo che per rincuorarlo.-Maestro...attendiamo di batterci con lei da settimane.Avete perso lo smalto di un tempo?-L'altro Adepto azzardò una domanda con voce tonante.Ma Ezio non si sentì sfiorato dalla delusione dei due.-Michele,Edoardo...-li guardò come avrebbe guardato un qualsiasi uomo,cercando di  non vederli  come giovani fanciulli votati a diventare armi, e prima o poi vittime sacrificali.-Non ho tempo.-

-Vergognatevi.- La voce femminile li sorprese tutti e tre."per la miseria...Arianna...",pensarono i ragazzi.

Era rimasta tutto il tempo nel corridoio,aspettando di poter parlare con Ezio privatamente,ma  i due ragazzi l'avevano preceduta,stizzendola non poco.Gli adepti conoscevano Arianna e la temevano più del Maestro,perchè all'interno delle mura del Covo lei aveva praticamente carta bianca ,soprattutto quando Ezio non c'era, e spesso e volentieri si era dimostrata poco propensa alle discussioni,e molto più alle punizioni.In effetti era soprannominata da tutti,in privata sede , "Arpianna".

-Andate ad addestrarvi invece di perdere tempo come guardie alla taverna.Quando sarete al suo livello vi concederà uno scontro.-Parlava con voce pacata,ma lo sguardo gelido manifestava un timore davvero reverenziale.I due ragazzi sparirono senza neanche inchinarsi,lasciando Ezio ed Arianna soli,nell'atrio.-Li spaventi troppo. Non sono molto più bravo di loro. E già meriterebbero di battersi contro di me.-Non aveva amato il modo con cui lei li aveva congedati.Piegò la testa di lato,cercando di allungare un muscolo del collo rimasto dolorante dallo scontro della sera prima con una guardia.-Non hai tempo da perdere,me lo ripeti da giorni.Ti ho fatto solo un favore.- Quando nessuno era presente le loro conversazioni avvenivano sempre senza convenevoli.Arianna non amava i mezzi termini.

-Se hai un pò di tempo lo devi sfruttare parlando con me.Anche io devo adempiere ai miei doveri, e spesso e volentieri mi ritrovo con un mucchio di cose da fare,senza alcuna indicazione da parte tua.Non posso gestire una Gilda mentre tu ti diverti a scorazzare felice tra i quartieri e i bordelli romani in cerca di Templari.-Arianna parlava guardandolo dritta negli occhi,apparentemente immune a quello sguardo che sapeva d'ambrosia per ogni donna che aveva la fortuna di incrociarlo.-Arianna,ti ho già detto che me ne sto occupando.In questo momento.-la scostò delicatamente e  si incamminò per il corridoio,verso la stanza privata.

Lei lo guardò allontanarsi.Sapeva sempre quando non era il caso di insistere,però aveva davvero troppe questioni da affrontare prima della partenza del Maestro, e non sempre lei ne era in grado,mascherando la sua titubanza con un cipiglio da Capitano delle Guardie Papali.Ma non bastava. Ezio Auditore era pur sempre il Maestro Assassino,e ben poco poteva fare lei , col suo grado di Veterana, benchè il più alto dopo Ezio...lei si rendeva conto di essere solo una donna.Appena sentì i passi di Ezio affievolirsi in lontananza si diresse all'uscita del covo,verso le stalle.Lo avrebbe aspettato lì. Sapeva insistere,e spesso e volentieri otteneva  quello che voleva.E in quel momento voleva parlare con lui.Uscendo dalla stanza chiuse la porta, accompagnando la maniglia,per non far rumore,gesto abituale per un assassino, e raggiunse il cortile assolato,camminando veloce,verso i cavalli sempre bardati,pronti al galoppo.

 

  
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