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Autore: Valentina_Rose    04/08/2011    1 recensioni
La mia fan fiction si è cambiata titolo da sola e ora anche la trama sta cambiando...Sta assumendo una propria consistenza in modo autonomo...I protagonisti che richiedono la vostra attenzione sono il nostro William Rose e sua figlia Valentina...Attendo vostre recensioni positivive/negative.
Ogni riferimento a fatti, luoghi o personaggi citati è puramente casuale.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Axl Rose
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Si erano conosciuti per caso…Lui non sapendo come sbarcare il lunario si era appostato all’ingresso di una linea della metropolitana londinese a cantare e suonare la chitarra sperando che qualcuno gli lasciasse qualche spicciolo che insieme a quelli racimolati dagli altri 4 amici sarebbero bastati almeno a comprare al fast food sotto casa (la topaia senza servizi dove vivevano) un piatto di minestra e una bottiglia di vino scadente. Lei prendeva tutte le mattine la stessa linea della metropolitana per arrivare al lavoro, allo studio dove posava come modella per dei cataloghi di abbigliamento sportivo ed era rimasta molto colpita da quel bel ragazzo con i capelli rossi lunghi fino alle spalle, i grandi occhi verde/azzurro, quel fisico così esile, la belle bianchissima…Il suo aspetto etereo era in netto contrasto con i numerosi tatuaggi sparsi su ogni parte del suo corpo e il suo abbigliamento trasandato a metà tra il metallaro ed il punk. Erin lo trovava davvero carino, di solito le piacevano i mori, ma questo ragazzo aveva un fascino così particolare…Non aveva molta dimestichezza con il sesso maschile, finora non era mai stata fidanzata e era anche molto timida, per cui inizialmente si limitava a sorridergli e lui contraccambiava. Dopo un paio di mesi, dato che lo vedeva ormai tutti i giorni, con la scusa che faceva freddo lo invitò a bere un caffè in un locale vicino e per attaccare bottone, gli chiede di dove fosse. Lui rispose che si chiamava William e che era di Layafette, Indiana, negli Usa e che con un gruppo di amici stava girando per l’Europa vivendo qua e la e arraggiandosi per dormire e mangiare come meglio poteva. Lei si presentò come Erin, disse che era irlandese e che faceva la modella per potersi pagare gli studi di letteratura inglese presso l’università di Londra, gli disse che suo padre era un cantante famoso in Eire e che probabilmente lui non l’aveva mai sentito nominare…Invece William, da grande esperto di musica, rivelò di conoscere il padre di Erin, anzi chiese alla ragazza di procurargli un autografo. Inizio così la frequentazione di Erin e William, due persone diametralmente opposte. William capì subito che Erin era ben diversa dalle ragazze che aveva frequentato finora: era molto bella, ma non conscia di esserlo, dimostrava di essere molto timida e insicura. Vestiva in modo poco appariscente, non si truccava, teneva sempre i lunghi capelli mossi sciolti, aveva un modo di fare a volte anche un po’ impacciato e William era realmente divertito da questo suo lato. Non aveva nessuna esperienza sentimentale, era ancora vergine ed era imbarazzata anche solo a farsi fare da William una carezza o a farsi dare un bacio…Per ridere gli amici di William l’avevano soprannominata “Virgin Mary” e a lui questo dava molto fastidio. Erin era dolce, ingenua e amava sinceramente William nonostante tutti le dicessero che era un ragazzo un po’ troppo “navigato” per una brava ragazza come lei…Le serate con i suoi amici finivano sempre in festini a base di alcool e sostanze, Erin non amava bere, figuriamoci farsi. Le ragazze della compagnia la schernivano per i suoi modi di fare così tranquilli, nominavano locali e posti dove lei non era mai stata…Il massimo divertimento per Erin era starsene a casa a leggere un libro, uscire a mangiare una pizza con una amica, fare shopping…Il caos e i locali rumorosi non facevano per lei, era un tipo riflessivo e introspettivo che coltivava di più l’aspetto intellettuale che quello fisico. Anche i primi approcci di tipo sessuale con William furono alquanto difficili, non era mai stata toccata da un ragazzo ed era spaventatissima…Finì per concedersi più per la paura di perderlo, che per reale convinzione e dopo averlo fatto finì per sentirsi sporca, in colpa. William era attratto fisicamente da lei, ma la vedeva più che altro come un bel giocattolino piuttosto che come la donna della propria vita, mentre lei vedeva in lui l’amore vero, sognava a occhi aperti una famiglia, dei figli. La loro storia stava prendendo una brutta piega: lui frequentava anche altre ragazze, era sempre più freddo e scostante con Erin ed era arrivato anche a maltrattarla numerose volte sia verbalmente che fisicamente anche in presenza di altri. Lei soffriva sempre di più, sua sorella e le sue amiche non sapevamo più come fare capire che William non era adatto a lei e che prima troncava la relazione, meglio sarebbe stato per tutti. Ma ben presto una notizia sconvolse Erin: dopo due mesi che frequentava William scoprì di essere incinta, era stata così stupida da fidarsi di quello che lui le diceva pur di avere un rapporto con lei, aveva utilizzato nessuna precauzione e ci era cascata in pieno. Per un paio di mesi Erin tacque a William il suo stato, poi lui capì che qualcosa non andava e nel momento in cui glielo rivelò, lui le disse immediatamente che doveva assolutamente sbarazzarsi del bambino, lui non aveva nessuna intenzione di diventare padre e poi chi gli garantiva che il figlio fosse suo? Erin era disperata, cosa avrebbe detto ai suoi genitori in Irlanda, così cattolici e puritani, come l’avrebbero presa sua sorella, le sue amiche?Perchè l’uomo che amava e per il quale aveva sconvolto la sua vita era così freddo e cinico da dirle che il bambino che aspettava non era suo sapendo bene che lei era stata solo con lui e che lo amava così tanto che mai e poi mai l’avrebbe tradito? Se da un lato l’aborto l’avrebbe liberata di questo pesante fardello, dall’altro immaginava il suo bambino, pensava a quanto sarebbe stato bello stringerlo fra le braccia, cullarlo…Un bambino tutto suo, uno dei suoi sogni da sempre…
  
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