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Autore: Astry_1971    02/04/2006    6 recensioni
Impietosamente le parole di Potter lo riportarono indietro, sentì la sua voce mentre pronunciava l’Avada Kedavra e vide il raggio verde scaturire dalla sua bacchetta con una potenza spropositata strappando via la vita del vecchio mago. In quel momento anche quello che restava della sua anima moriva con lui.
Seguito di “Traditore”; Piton sopravvissuto allo scontro con Voldemort decide di affrontare il processo per l’omicidio di Silente. Riuscirà ad evitare il bacio del Dissennatore? Gli avvenimenti narrati si svolgono dopo la caduta di Voldemort, ma prescindono dal settimo libro, ancora inedito quando questa storia è stata scritta.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Minerva McGranitt, Remus Lupin, Severus Piton
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Ciao mavi Se ti può consolare, anch’io sono molto preoccupata. Non ti consola? Eheheh! Allora soffriremo insieme, ma tu incrocia le dita.
Ciao Morgan_Snape un nome conosciuto, ho letto alcune delle tue storie, ma anche tu mi stai facendo soffrire, quando aggiorni “Niente sarà più come prima”? Sto morendo dalla curiosità. Comunque grazie, per il tuo commento, sono contenta che ti piaccia la mia storia e immagino, dal tuo nome, che condividi il mio amore per il personaggio di Piton
Ah, gli esami sono andati bene ;-)

Buona lettura!




CAP. 3: Inseguendo la verità



“Sei impazzita?” urlò Harry gettando a terra il libro che, per tutta la mattina, aveva cercato di leggere, senza successo. “Tu non c’eri, non sai niente, niente!”
“Forse io non so quello che è successo sulla Torre quella notte, ma, probabilmente, vedo le cose più chiaramente di te.”
“Non voglio neanche ascoltarti, solo il pensiero di quell’uomo mi disgusta.”
Harry fece per andarsene, ma Hermione s’interpose fra lui e l’uscita.
“Tu invece mi starai a sentire e se dopo vorrai avere un innocente sulla coscienza, affari tuoi!”
“Innocente? INNOCENTE? Silente è morto… MORTO! L’hai forse dimenticato?”
“Non l’ho dimenticato affatto, ma… ragiona, non ti sei mai chiesto come mai tu, invece, sei qui vivo e vegeto a parlare con me? E non raccontarmi la favola che Voldemort voleva ucciderti personalmente, perché Piton avrebbe potuto schiantarti e portarti da lui quando voleva.”
. Harry aprì la bocca per ribattere, ma era difficile trovare argomenti all’altezza dei ragionamenti di Hermione.
Si voltò e si accomodò sulla sedia più vicina.
“Avanti, spiegami dove vuoi arrivare.”
Come rispondendo ad un sottinteso invito, lei posizionò una sedia di fronte a Harry e vi si lasciò cadere.
“Credo che Piton abbia agito su ordine di Silente.” disse, poi, con un lungo sospiro, cercò di riordinare nella sua mente gli argomenti migliori a difesa della sua tesi, dato che Harry sembrava interessato solo a coglierla in fallo.
Il giovane mago era, infatti, convinto che niente di quello che avrebbe sentito sarebbe servito a fargli cambiare idea.
“Mi sono chiesta come mai, Silente, a dispetto di tutti, abbia sempre creduto in lui, forse… sì, forse può essersi sbagliato, ma io non riesco a credere che uno come lui si sia fatto ingannare così facilmente e poi c’e la questione degli Horcrux.”
“Cosa c’entrano gli Horcrux?”
“Sì… insomma … voglio dire che non hai dovuto bere pozioni o superare trabocchetti per ottenerli”.
Quest’ultima affermazione sembrò destare l’interesse di Harry che si sporse dalla sedia.
“Spiegati!”
“Da quello che mi hai raccontato, tutti gli Horcrux dovevano essere protetti da incantesimi, ma, quando sei arrivato al loro nascondiglio, è stato come se qualcuno ti avesse spianato la strada.”
Harry chiuse gli occhi; nella sua mente apparve la grotta dove aveva trovato il quarto Horcrux, il cadavere di un drago era disteso a terra vicino all’oggetto. Da quello che lui aveva potuto capire era stato ucciso da poco, ma l’Horcrux non era stato toccato.
La stessa cosa era successa, quando aveva tentato di prendere il quinto: il muro di fiamme che impediva l’accesso alla cripta si era improvvisamente spento, senza che lui avesse pronunciato alcun incantesimo.
Si alzò di scatto e le voltò le spalle, dirigendosi alla finestra e guardando, senza vederlo realmente, il bosco fitto di fronte a lui.
“Tu, insomma, credi che c’entri Piton in qualche modo?”
“Sì, credo di sì; perché qualcuno altro avrebbe voluto aiutarti rimanendo nascosto? E poi, lui, essendo vicino a Voldemort, poteva aver scoperto il nascondiglio degli Horcrux e cercato di facilitarti le cose.”
“Ma lui ha ucciso Silente.”
“Può darsi che non abbia avuto altra scelta… non so, comunque tu puoi scoprire la verità, sei l’unico che può avvicinarsi al pensatoio di Silente.”
“Non troveremo niente lì, quello che è successo nella Torre non si trova certo nel pensatoio.”
“No, ma potrebbe esserci qualcosa di utile a capire gli avvenimenti successivi.”
Harry annuì, anche se, in realtà, sperava che la sua amica avesse torto.
Non avrebbe mai ammesso di dover qualcosa a Piton; in effetti, aveva già cancellato dalla sua memoria gli eventi del primo anno e tutti i successivi interventi del professore in sua difesa.


* * *



“Ancora dodici ore.”
Piton era seduto su una panca di legno marcio e contemplava incantato il luccichio sinistro di quel liquido opalescente.
Si chiese cosa lo trattenesse ancora dall’inghiottirlo, sperava forse in una soluzione dell’ultimo minuto?
Questo pensiero lo disgustò. Come poteva desiderare ancora di vivere? Come poteva la sua mente concepire un simile pensiero? Si detestò per questo.
Chiuse gli occhi tenendosi la testa fra le mani.
“Dicevi di essere come un padre per me.” Sussurrò. “Le mie mani non erano già abbastanza sporche di sangue? Dovevi aggiungere anche questa macchia sulla mia anima?”
Il Sole era sorto da poco nei cieli di Azkaban, tuttavia i Dissennatori avevano cominciato ad avvicinarsi pericolosamente alla grata della sua cella, sembravano ansiosi di avere il loro pasto. Dopo la sconfitta di Voldemort, avevano ripreso il loro ruolo di guardiani di Azkaban, nonostante il parere contrario di gran parte della comunità magica.
Il gran numero di prigionieri, dopo la guerra, aveva reso la loro presenza praticamente indispensabile.
Si muovevano nell'aria attorno alle mura della prigione come pipistrelli neri, senza mai penetrare all’interno, se non per le esecuzioni, tuttavia il loro malefico influsso raggiungeva le celle, rendendo ancora più gelido e triste il soggiorno agli ospiti.


* * *



Intanto, Harry ed Hermione avevano ottenuto il permesso di visitare l’ufficio di Silente che, dal triste giorno della sua morte, era rimasto chiuso a tutti. La nuova preside, Minerva McGranitt, aveva preferito rimanere nelle sue vecchie stanze e lasciare quel luogo ai ricordi.
Nel rivedere quella stanza Harry fu sopraffatto dalle emozioni, e non riuscì a trattenere una lacrima. Hermione lo notò, ma non glielo fece pesare.
Andò dritta verso lo scaffale dove si trovava il pensatoio, lo prese e lo posizionò sulla grande scrivania al centro dell’ufficio e attese.
Harry si avvicinò lentamente a quell’oggetto, con un atteggiamento di rispetto e timore reverenziale. Prese la bacchetta e fece il gesto che ormai conosceva bene per risvegliare il turbinio di ricordi del vecchio preside. All’interno del bacile un mulinello di luci lo risucchiò.
“Allora non voglio più farlo!”
Harry riconobbe immediatamente quella voce: il professor Piton stava discutendo animatamente con qualcuno, ma un albero gli impediva di vedere chi fosse.
Poi gli tornarono in mente le parole di Hagrid: Piton stava litigando con Silente. Si spostò per vedere meglio anche l'altra persona e constatò che effettivamente si trattava di Silente. Il preside tuttavia non sembrava arrabbiato, piuttosto stava quasi supplicando Piton.
“Se non lo farai troppe persone perderanno la vita, se non vuoi farlo per te stesso fallo per Draco, è giovane ha ancora la possibilità di scegliere una vita diversa.”
“Non può chiedermi anche questo, ho fatto tutto quello che mi ha domandato, ho dannato la mia anima per lei, ma questo no!”
Il volto di Piton era una maschera irriconoscibile i pugni stretti fino a fermare la circolazione del sangue.
“Io non voglio più uccidere!” pronunciò queste parole a denti stretti.
Harry che aveva assistito alla scena a bocca aperta avrebbe voluto fuggire pur di non sentire il seguito.
Cosa voleva Silente da Piton? Chi doveva uccidere?
“ Lei pretende troppo da me.” continuò Piton con voce strozzata.
Il vecchio preside si avvicinò all’altro mago e lo afferrò per le braccia.
“Promettimelo Severus, tu devi promettermi che, se sarà necessario, farai ciò che devi. Non dovrai esitare o sarà la fine del nostro mondo. E’ tutto pronto, il piano deve procedere, i ragazzi della tua Casa agiranno presto, non dobbiamo farci sorprendere.”
“Io non la ucciderò!” Piton si divincolò dalla stretta di Silente e si inoltrò nella foresta.
“Allora ci hai condannati tutti.” mormorò il vecchio mago, mentre lo guardava svanire fra gli alberi, per poi rimanere a fissare per molto tempo il punto dove era sparito.
Harry si ritrovò di nuovo nell’ufficio del preside, era tremante e fradicio di sudore, Hermione lo scuoteva gridando qualcosa che lui non riusciva a sentire, infine l’amica lo spinse lontano dal pensatoio.
“Harry, Harry, cos’hai visto? Rispondimi, che c’era lì dentro?”
Harry la guardò con le lacrime agli occhi.
“Lui glielo ha chiesto, lo ha voluto Silente. Perché? Hermione io… io non capisco.”
Si asciugò gli occhi e la fissò, mentre la sua voce tornava calma e del consueto tono baritonale.
“Silente ha chiesto a Piton di ucciderlo.”
La giovane strega non perse tempo, afferrò Harry per una manica della tunica e lo trascinò verso l’uscita.
“Dobbiamo fermare l’esecuzione e dobbiamo fermare Piton.”
“Piton? Che significa dobbiamo fermare Piton?”
“Quando sono andata a trovarlo gli ho portato un omaggio della McGranitt.”
Harry continuava a guardarla a bocca aperta, mentre correvano per i corridoi di Hogwarts.
“Ma non capisci?” lei lo aggredì con la sua solita aria da prima della classe. “C’era del veleno in quella fiala.”
E infilò il gran portale di legno che conduceva all’esterno, trascinandosi dietro Harry come una bambola di pezza.


Continua…


E tre! Riusciranno Harry ed Hermione a salvare Piton? Uhm… e chi lo sa? Io comunque vi do appuntamento al prossimo capitolo dal titolo “Attesa”, un capitolo un po’ triste; dedicato interamente al povero Severus, solo con i suoi pensieri e i suoi ricordi in quella piccola e fredda celletta di Azkaban. Ihihihi! Sì, sì sono proprio cattiva.
Mi raccomando recensiteeee
Ciao a presto!


  
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