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Autore: GiuLiaStrAngE    06/08/2011    0 recensioni
-Mamma piantala…- Ero davvero esasperata –Rebecca… non mi piace il tuo comportamento! È sconsiderato e irresponsabile! Dici di essere matura per i tuoi quasi 16 anni! Eppure trascuri le cose che sono veramente importanti come..- Ecco, perfetto! Mi mancava soltanto la ramanzina da “Manuale della mamma perfetta”...
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti di nuovo!! Mi scuso per il ritardo. Non riuscivo più a trovare un attimo di tempo per continuare la storia. Quindi mi affretto a lasciare il posto al nuovo capitolo. Bacio , Recensite in tanti!! Al prossimo capitolo...

 

Il cellulare squillava. Vrrr Vrrr Vrrrr!!! Stupida vibrazione. Aprii un occhio,la sveglia segnava le undici di mattina. Avevo dormito un bel po’, ma di certo avrei continuato. Era uno stupro rompere il microclima creatosi sotto il mio piumone per allungare la mano e rispondere, ma il cellulare continuava a suonare imperterrito. Speravo almeno che fosse qualcuno di gradito. Vrrrr –Pronto?- Ero riuscita a biascicare da sotto il mio piumone, non avevo nemmeno controllato di chi fosse la chiamata. –Ma salve Tesora!!!Sono riuscita a svegliarti??- Grazie a Dio era la mia migliore amica Aurora, sennò avrei potuto fare una strage.-Ma salve Gioia mia! Stavo dormendo, e anche beatamente!- Le parole uscivano a stento dalla mia bocca, perché cervello e il resto del corpo non connettevano ancora bene, e non ero sicura di riuscire a fare un discorso coerente se non dopo una tazza di caffè. -Senti oggi ti va di farti un giro al centro commerciale? Lo shopping stanotte mi ha mandato un segno! Ihihihihih- La solita scema. Avevo voglia di vederla e la proposta di shopping non la rifiutavo di sicuro ma…- Cazzo Gioia oggi ho promesso che andavo al carro- insomma dovevo andarci assolutamente.-Daaaaaaaaaaaai!! Devo prendere un sacco di roba, non posso farlo da sola! Poi ho delle news scottanti Teso! Devi assolutamente saperle in esclusiva!- Mi aveva convinto. Forse era meglio distrarmi un po’, inoltre non potevo rinunciare a una giornata così allettante. Gli altri avrebbero fatto a meno di me per una giornata,inoltre  avevo anch’io novità importanti da raccontare. Dovevo però stare attenta a come dirle tutto quello che era successo, ciò che aveva fatto Giò non era una cosa da nulla e lei poteva spaventarsi. Poi tutti i miei casini mentali su Ale, il fatto che piacessi anche io a lui, il nuovo arrivato affascinante ma insopportabile. Era un macello unico. Ci voleva un’intera giornata per fare chiarezza su tutto. Chissà lei cosa doveva raccontarmi. Le chiesi delle informazioni per non lasciarmi così sulle spine, ma testarda com’era, non volle assolutamente anticiparmele. Infine decidemmo orario e luogo di ritrovo per poi salutarci e chiudere la chiamata.

Come al solito ero in ritardo. La piastra scaldava vicino al mio piede, ed io per miracolo non mi ero infilata la matita in un occhio mentre cercavo di fare una linea dritta sulla palpebra. L’eye-liner macchiava ovunque ed ero sull’orlo di una crisi di nervi. I capelli biondi, stirati con il ciuffo tenuto indietro dalle forcine, odoravano di lamponi e il mio profumo si spargeva in tutta la casa. Sul letto regnava il caos, avevo tirato fuori mezzo armadio e messaggiavo con Aurora per un aiuto con i vestiti. Alla fine la soluzione più semplice si dimostrava ancora una volta la più adatta. Jeans stretti scuri, canotta bianca, maglia grigia abbottonata solo in fondo, All bianche (consumate). Davanti allo specchio, mi guardavo dalla testa ai piedi e notavo che mancava qualcosa, un qualche particolare per dire finalmente >Sono pronta!<…la cintura non serviva perche la maglia copriva i fianchi, e braccialetti li avevo già addosso… gli orecchini!! Presi un paio dei miei preferiti, argentati lunghi. Guardai l’orologio. Ero riuscita addirittura ad essere pronta cinque minuti prima dell’orario di partenza. Controllai il cellulare, nessun messaggio. Mentre aspettavo che Ginevra fosse pronta per accompagnarmi al Centro Commerciale, mi studiai bene allo specchio. Nello specchio vedevo una ragazzina biondina, con gli occhioni azzurri, le labbra sottili e rosee. Il corpo slanciato, non esile e formoso, con i tratti quasi da ragazza matura. Ora capivo perché molte volte mi davano anni in più, ma io in realtà non notavo niente di straordinario e provocante. Mi chiedevo se per gli altri fossi una bella ragazza oppure una uguale alle altre, cercavo un qualche particolare interessante, ma trovavo solo difetti. Fianchi pronunciati, naso un pochino a patata, un po’ di occhiaie. Mi soffermai sugli occhi. Più li guardavo più mi perdevo in essi. Mi sorpresi. Emanavano un riflesso strano con la luce. Catturavano la mia attenzione e mi sembrava di riuscire a leggere attraverso di essi cosa stavo pensando. Sembravano quasi magnetici…

 -Beeeeeeeeeeeeeeeeec!!! Muoviti!!!- Ginevra stava sbraitando dal sotto scala, Cazzo eravamo in ritardo! Mio papà alzò gli occhi al cielo sconsolato, era abituato a queste scene, e ritornò con lo sguardo sul suo consueto documentario della domenica pomeriggio. –Noi usciamo! Torniamo per cena!- Ginevra salutava i genitori e usciva da casa, io la seguivo saltellando cercando di infilami le scarpe e la borsa che penzolava in equilibrio precario sul mio polso. Partimmo rapide per passare a prendere Aurora. Lei abitava in un altro paesino a mezz’ora dal nostro, ma il suo era molto più vicino al Centro Commerciale. Passammo davanti al capannone, dove eravamo state la sera prima. Vedemmo le luci accese e mi parve strano non girare. Chissà cosa stava facendo Ale….

Mi persi nei miei pensieri per tutto il viaggio. Ginevra cercò in qualche modo di attaccare bottone, ma io liquidavo la conversazione con qualche affermazione scontata e risatine poco convinte. Così dopo vari tentativi, anche lei si stufò di cercare un qualche spunto per farmi aprir bocca. Non riuscivo a smettere di sognare a occhi aperti, la mia testa pensava e pensava, non si fermava e sembrava una macchinetta. Sogni, immagini sfuggenti, pensieri confusi e ricordi marchiati a fuoco. Tutto vorticava nella scatola cranica e chiunque provasse ad entrare in quel momento, si sarebbe perso in mezzo a tutto quel casino. I ragionamenti che facevo non avevano uno scopo ben preciso, una questione da risolvere o un qualsiasi altro fine, la mente vagava libera, senza freni. Scandagliavo tutti gli avvenimenti delle ultime settimane, e toccavo ogni tasto dolente, giusto per ricordarmi che non ero in un periodo spensierato. In mezzo a tutti i pensieri c’era anche quello indesiderato riguardante la scuola. Era l’ultimo dei miei pensieri di questi tempi, e purtroppo la trascuratezza verso lo studio si riscontrava nei voti che ormai non erano più alti come prima. Era argomento di discussione giornaliero con i miei genitori, e ogni volta la storia si concludeva con le solite minacce e i soliti rimproveri sul deplorevole andazzo scolastico.

Fanculo! Sta scuola mi faceva proprio schifo. Ogni mattina trovavo la forza di alzarmi solo perché in classe mi aspettava Aurora, mia migliore amica nonché fedelissima compagna di banco. Soltanto lei riusciva a darmi la voglia di stare lì cinque ore al giorno, per sei giorni la settimana. Perché lei era davvero un’amica con i fiocchi e contro fiocchi. Lei c’era sempre, mi dava i consigli più utili,validi e adatti di qualsiasi altra persona, ed erano conformi alla mia personalità… forse ne sapeva più lei su di me di quanto ne sapessi io. Nonostante Aurora fosse più bella di me, non mi lasciava mai in disparte quando uscivamo assieme e i ragazzi le ronzavano attorno. Era ammirabile come si comportasse con gli spasimanti, non si comportava certo da gatta morta e riusciva sempre a cavarsela con un tocco di stile in più. Una ragazza davvero singolare, testarda fino alla morte, con la quale passavo i momenti più belli e spensierati della mia vita. Le uscite banali, diventavano attimi di conforto e assicuravano un rifugio dal mondo assillante, ed oggi era proprio la giornata giusta per passare del tempo con lei. Finalmente eravamo arrivate davanti a casa di Aurora.

Eccola, capelli castani lunghi e mossi, occhi grandi e scintillanti color nocciola, labbra carnose, un po’ più bassa di me ma con il corpo perfetto. Il sorriso era sempre ampio e sincero ogni volta che ci vedevamo, di certo non era una banale amicizia; il nostro era un legame fraterno. -Le News??!!- chiesi impaziente ancora prima di salutarla -Aspetta Tesora, sono scottanti e devo prepararti psicologicamente!-.

Scottanti?! Oh sì, mi piace…

Al prossimo capitolo...

 

  
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