Salve
a tutti di nuovo!! Mi scuso per il ritardo. Non riuscivo più
a trovare un
attimo di tempo per continuare la storia. Quindi mi affretto a lasciare
il
posto al nuovo capitolo. Bacio , Recensite in tanti!! Al prossimo
capitolo...
Il
cellulare
squillava. Vrrr Vrrr Vrrrr!!! Stupida vibrazione. Aprii un occhio,la
sveglia
segnava le undici di mattina. Avevo dormito un bel po’, ma di
certo avrei
continuato. Era uno stupro rompere il microclima creatosi sotto il mio
piumone
per allungare la mano e rispondere, ma il cellulare continuava a
suonare
imperterrito. Speravo almeno che fosse qualcuno di gradito. Vrrrr
–Pronto?- Ero
riuscita a biascicare da sotto il mio piumone, non avevo nemmeno
controllato di
chi fosse la chiamata. –Ma salve Tesora!!!Sono riuscita a
svegliarti??- Grazie
a Dio era la mia migliore amica Aurora, sennò avrei potuto
fare una strage.-Ma
salve Gioia mia! Stavo dormendo, e anche beatamente!- Le parole
uscivano a
stento dalla mia bocca, perché cervello e il resto del corpo
non connettevano
ancora bene, e non ero sicura di riuscire a fare un discorso coerente
se non
dopo una tazza di caffè. -Senti oggi ti va di farti un giro
al centro
commerciale? Lo shopping stanotte mi ha mandato un segno! Ihihihihih-
La solita
scema. Avevo voglia di vederla e la proposta di shopping non la
rifiutavo di
sicuro ma…- Cazzo Gioia oggi ho promesso che andavo al
carro- insomma dovevo
andarci assolutamente.-Daaaaaaaaaaaai!! Devo prendere un sacco di roba,
non
posso farlo da sola! Poi ho delle news scottanti Teso! Devi
assolutamente
saperle in esclusiva!- Mi aveva convinto. Forse era meglio distrarmi un
po’,
inoltre non potevo rinunciare a una giornata così
allettante. Gli altri
avrebbero fatto a meno di me per una giornata,inoltre avevo
anch’io novità importanti da raccontare.
Dovevo però stare attenta a come dirle tutto quello che era
successo, ciò che
aveva fatto Giò non era una cosa da nulla e lei poteva
spaventarsi. Poi tutti i
miei casini mentali su Ale, il fatto che piacessi anche io a lui, il
nuovo
arrivato affascinante ma insopportabile. Era un macello unico. Ci
voleva
un’intera giornata per fare chiarezza su tutto.
Chissà lei cosa doveva
raccontarmi. Le chiesi delle informazioni per non lasciarmi
così sulle spine, ma
testarda com’era, non volle assolutamente anticiparmele.
Infine decidemmo
orario e luogo di ritrovo per poi salutarci e chiudere la chiamata.
Come
al solito ero
in ritardo. La piastra scaldava vicino al mio piede, ed io per miracolo
non mi
ero infilata la matita in un occhio mentre cercavo di fare una linea
dritta
sulla palpebra. L’eye-liner macchiava ovunque ed ero
sull’orlo di una crisi di
nervi. I capelli biondi, stirati con il ciuffo tenuto indietro dalle
forcine, odoravano
di lamponi e il mio profumo si spargeva in tutta la casa. Sul letto
regnava il
caos, avevo tirato fuori mezzo armadio e messaggiavo con Aurora per un
aiuto
con i vestiti. Alla fine la soluzione più semplice si
dimostrava ancora una
volta la più adatta. Jeans stretti scuri, canotta bianca,
maglia grigia
abbottonata solo in fondo, All bianche (consumate). Davanti allo
specchio, mi
guardavo dalla testa ai piedi e notavo che mancava qualcosa, un qualche
particolare per dire finalmente >Sono
pronta!<…la cintura non serviva
perche la maglia copriva i fianchi, e braccialetti li avevo
già addosso… gli
orecchini!! Presi un paio dei miei preferiti, argentati lunghi. Guardai
l’orologio. Ero riuscita addirittura ad essere pronta cinque
minuti prima
dell’orario di partenza. Controllai il cellulare, nessun
messaggio. Mentre
aspettavo che Ginevra fosse pronta per accompagnarmi al Centro
Commerciale, mi
studiai bene allo specchio. Nello specchio vedevo una ragazzina
biondina, con
gli occhioni azzurri, le labbra sottili e rosee. Il corpo slanciato,
non esile e
formoso, con i tratti quasi da ragazza matura. Ora capivo
perché molte volte mi
davano anni in più, ma io in realtà non notavo
niente di straordinario e
provocante. Mi chiedevo se per gli altri fossi una bella ragazza oppure
una
uguale alle altre, cercavo un qualche particolare interessante, ma
trovavo solo
difetti. Fianchi pronunciati, naso un pochino a patata, un
po’ di occhiaie. Mi
soffermai sugli occhi. Più li guardavo più mi
perdevo in essi. Mi sorpresi. Emanavano
un riflesso strano con la luce. Catturavano la mia attenzione e mi
sembrava di
riuscire a leggere attraverso di essi cosa stavo pensando. Sembravano
quasi
magnetici…
-Beeeeeeeeeeeeeeeeec!!!
Muoviti!!!- Ginevra
stava sbraitando dal sotto scala, Cazzo eravamo in ritardo! Mio
papà alzò gli
occhi al cielo sconsolato, era abituato a queste scene, e
ritornò con lo
sguardo sul suo consueto documentario della domenica pomeriggio.
–Noi usciamo! Torniamo
per cena!- Ginevra salutava i genitori e usciva da casa, io la seguivo
saltellando cercando di infilami le scarpe e la borsa che penzolava in
equilibrio precario sul mio polso. Partimmo rapide per passare a
prendere
Aurora. Lei abitava in un altro paesino a mezz’ora dal
nostro, ma il suo era
molto più vicino al Centro Commerciale. Passammo davanti al
capannone, dove
eravamo state la sera prima. Vedemmo le luci accese e mi parve strano
non
girare. Chissà cosa stava facendo Ale….
Mi
persi nei miei
pensieri per tutto il viaggio. Ginevra cercò in qualche modo
di attaccare
bottone, ma io liquidavo la conversazione con qualche affermazione
scontata e
risatine poco convinte. Così dopo vari tentativi, anche lei
si stufò di cercare
un qualche spunto per farmi aprir bocca. Non riuscivo a smettere di
sognare a
occhi aperti, la mia testa pensava e pensava, non si fermava e sembrava
una
macchinetta. Sogni, immagini sfuggenti, pensieri confusi e ricordi
marchiati a
fuoco. Tutto vorticava nella scatola cranica e chiunque provasse ad
entrare in
quel momento, si sarebbe perso in mezzo a tutto quel casino. I
ragionamenti che
facevo non avevano uno scopo ben preciso, una questione da risolvere o
un
qualsiasi altro fine, la mente vagava libera, senza freni. Scandagliavo
tutti
gli avvenimenti delle ultime settimane, e toccavo ogni tasto dolente,
giusto
per ricordarmi che non ero in un periodo spensierato. In mezzo a tutti
i
pensieri c’era anche quello indesiderato riguardante la
scuola. Era l’ultimo
dei miei pensieri di questi tempi, e purtroppo la trascuratezza verso
lo studio
si riscontrava nei voti che ormai non erano più alti come
prima. Era argomento
di discussione giornaliero con i miei genitori, e ogni volta la storia
si
concludeva con le solite minacce e i soliti rimproveri sul deplorevole
andazzo
scolastico.
Fanculo!
Sta scuola
mi faceva proprio schifo. Ogni mattina trovavo la forza di alzarmi solo
perché in
classe mi aspettava Aurora, mia migliore amica nonché
fedelissima compagna di
banco. Soltanto lei riusciva a darmi la voglia di stare lì
cinque ore al
giorno, per sei giorni la settimana. Perché lei era davvero
un’amica con i
fiocchi e contro fiocchi. Lei c’era sempre, mi dava i
consigli più utili,validi
e adatti di qualsiasi altra persona, ed erano conformi alla mia
personalità…
forse ne sapeva più lei su di me di quanto ne sapessi io.
Nonostante Aurora
fosse più bella di me, non mi lasciava mai in disparte
quando uscivamo assieme
e i ragazzi le ronzavano attorno. Era ammirabile come si comportasse
con gli
spasimanti, non si comportava certo da gatta morta e riusciva sempre a
cavarsela con un tocco di stile in più. Una ragazza davvero
singolare, testarda
fino alla morte, con la quale passavo i momenti più belli e
spensierati della
mia vita. Le uscite banali, diventavano attimi di conforto e
assicuravano un
rifugio dal mondo assillante, ed oggi era proprio la giornata giusta
per
passare del tempo con lei. Finalmente eravamo arrivate davanti a casa
di
Aurora.
Eccola,
capelli
castani lunghi e mossi, occhi grandi e scintillanti color nocciola,
labbra
carnose, un po’ più bassa di me ma con il corpo
perfetto. Il sorriso era sempre
ampio e sincero ogni volta che ci vedevamo, di certo non era una banale
amicizia; il nostro era un legame fraterno. -Le News??!!- chiesi
impaziente
ancora prima di salutarla -Aspetta Tesora, sono scottanti e devo
prepararti
psicologicamente!-.
Scottanti?! Oh sì, mi piace…
Al prossimo capitolo...