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Autore: Kary91    08/08/2011    7 recensioni
Piccola raccolta di future!Moments che vede come protagonisti i personaggi di TVD ormai adulti alle prese con famiglia e figli, ma anche con vecchi ricordi polverosi che è difficile lasciarsi alle spalle.
1. Blackbird [Tyler & Mason Jr.]
2. Do you Believe in magic? [Bonnie,David,Julian & Autumn]
3. Il bambino che inseguiva le stelle cadenti [Jeremy, Xander & Oliver]
4. Blowing memories [Matt, Vicki & Vicki Junior] Seconda classificata al Drabble&Flash Contest indetto da dio-niso.
5. Keep moving forward [Elena & Jeffrey]
“come fa a passare?”
Chiese sollevando il capo, per rivolgere alla donna uno sguardo interrogativo.
Elena sospirò. Istintivamente, la sua mano destra si infilò nella vestaglia e tastare la superficie del ciondolo che portava al collo.
“Andando avanti, Jeffrey.”
Annunciò accettando la manina che il figlio aveva allungato per giocherellare con la sua collana.
“Bisogna sempre andare avanti. Anche quando le persone che hai amato ti mancano e non sono più con te.”
Jeffrey smise di giocare e si scostò dalla madre per guardarla nuovamente negli occhi.
“Ma è triste!”
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie Bennett, Jeremy Gilbert, Matt Donovan, Tyler Lockwood
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'It calls me home.'
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Chapter 2 [Bonnie, David, Julian & Autumn]

Do you believe in magic?

 

“Penso che dovrebbe darci un taglio.”

David scosse il capo con aria scettica prima di prendere posto a tavola, il giornale piegato sotto il braccio.

Bonnie, sue moglie, strinse le labbra in maniera impercettibile continuando a smistare il contenuto delle buste nei vari armadietti.

“… Ha nove anni, David.”

Commentò in tono di voce pacato affrettandosi a svuotare il sacco di arance nella fruttiera.

“Non hai mai finto di essere un supereroe quando eri piccolo?”

“è proprio questo il punto, Bonnie.”

David ribattè alzandosi da tavola per dare una mano alla moglie.

“Fingevo. A nove anni un bambino dovrebbe essere ormai in grado di riconoscere la differenza fra realtà e immaginazione. Ma non Julian. Tuo figlio è convinto di essere il nuovo Harry Potter. E non credere che i suoi compagni di classe non lo prendano in giro per questo.”

Nostro figlio è convinto di essere un mago. La figlia di Elena ha supplicato la madre di iscriverla a un corso di equitazione solo perché voleva imparare a cavalcare gli unicorni. Alexander Gilbert si è rotto un braccio gettandosi a terra con un ombrello in mano, perché era sicuro che sarebbe riuscito a volare. Dovrebbero darci un taglio tutti i bambini del vicinato se ogni genitore la pensasse come te.”

“Il punto è che questi, Bon, sono episodi saltuari.”

David tentò di farle notare con tatto, innervosito dallo sguardo irritato della moglie.

“Julian è praticamente ossessionato dall’idea di essere un mago.”

Bonnie diede le spalle al marito e si spostò in direzione del lavello per sistemare i detersivi nuovi nel mobiletto apposito.

Per quanto detestasse quel genere di discorsi, non riusciva ad avercela con il marito.

Conosceva David da ormai oltre dodici anni: era una persona davvero eccezionale, un uomo onesto e disponibile. Il genere di marito sempre pronto a dare una mano, o anche due, in caso di necessità.

Ma David era anche dotato di una generosa dose di realismo che non mancava mai di mettere i bastoni tra le ruote nella loro relazione, portandoli spesso al diverbio.

Stranamente, Bonnie era convinta che fosse stato proprio quel particolare ad avvicinarla a David in passato.

Per anni si era sforzata di cancellare dalla sua vita tutto ciò che si allontanava dal concetto di ordinario, tentando di mettere da parte il passato.

Desiderava solo recuperare quella normalità che aveva caratterizzato la sua vita prima dell’arrivo dei vampiri a Mystic Falls.

E c’era riuscita,almeno in parte.

Al matrimonio con David avevano fatto seguito la nascita del suo primo figlio, Julian, e poi quella di una bambina, Autumn. Il tutto in poco più di quattro anni.

Erano una famiglia come tante. Genitori impegnati, che si sforzavano di essere presenti il più possibile per i loro figli e bambini vivaci che non perdevano mai occasione per rimbeccarsi a vicenda.

Come una qualsiasi ragazzina americana di sette anni, Autumn detestava le verdure e in maniera altrettanto ordinaria, Julian aveva una particolare avversione per i compiti a casa.

Eppure, Bonnie se ne accorgeva man mano che il suo primogenito cresceva, c’era qualcosa di diverso in lui.

Qualcosa che David avrebbe faticato ad accettare, ma che era inevitabile, così come lo era stato per Bonnie.

Nei suoi giochi infantili si nascondeva un fondo di verità: e a giudicare dalla precocità con cui Julian se ne stava accorgendo, non avrebbe impiegato molto a dimostrarlo anche al resto della famiglia.

“Vado a vedere che combinano.”

Tagliò corto la donna riponendo il resto della spesa nelle mani del marito.

David si strinse nelle spalle e con aria stanca, finì di sistemare le cibarie nei rispettivi angoli della cucina.

Il chiacchiericcio vivace dei bambini raggiunse Bonnie non appena mise piede in corridoio.

“Perché guardi così Speedy?”

La voce di Autumn era esile, ma  decisa. Era una ragazzina schietta e incredibilmente sveglia per la sua età.

Tentando di non fare rumore, Bonnie raggiunse la camera del figlio maggiore e sbirciò attraverso la fenditura della porta.

Julian, che portava sulla testa un cappello a punta da mago, fissava con aria concentrata il suo pupazzetto preferito. Autumn gli saltellava attorno usando un piede solo, sforzandosi di non poggiare mai a terra la scarpa sinistra.

“Tu ci credi alla magia Autumn?”

Domandò senza smettere di fissare il giocattolo, gli occhi tersi di determinazione.

La bimba scoccò al fratello un’occhiata indecisa, prima di allontanarsi sempre su un piede  in direzione della finestra.

“ No che non ci credo. Sono grande io. Mica ci credo a quelle cose lì!”

Annunciò lasciandosi cadere sul letto di Julian e portandosi in grembo la sua bambola.

“E nemmeno Dotsie ci crede!”

Aggiunse incominciando a cullarla.

Julian fece una smorfia e tornò a focalizzare la sua attenzione su Speedy, ignorando le occhiate a metà fra l’incuriosito e lo scocciato della sorellina minore.

“Andiamo. Muoviti, muoviti Speedy! Io lo so che puoi farlo!”

Bisbigliò a denti stretti continuando a fissare il giocattolo.

Ma il pupazzo rimase immobile, lì dove il bambino lo aveva adagiato.

“Non è giusto!”

Julian sbottò improvvisamente afferrando il pupazzo e scagliandolo con violenza dall’altro lato della stanza.

Mancò la sorellina di qualche metro, ma la bambina si irritò ugualmente.

“Ehi!”

Strillò Autumn con aria offesa abbandonando in fretta la sua Dotsie e allungandosi per recuperare un cuscino.

“Beccati questo pazzoide!”

Dichiarò tirandolo in direzione del bambino che lo scansò ridendo.

“Vuoi la guerra sorellina?”

Domandò raccogliendo il cuscino e sollevandosi da terra per ricambiare il colpo.

“Non puoi picchiarmi! Sono una femmina!”

Gli ricordò Autumn nascondendosi dietro al letto e sbucando fuori giusto in tempo per rivolgere al fratello una linguaccia.

Julian fece spallucce gettando a terra il cappello da mago.

“Sai che me ne frega!”

Dichiarò stringendo il cuscino a sé e precipitandosi in direzione della ragazzina.

“All’attacco!”

Le grida dei due bambini si mescolarono alle risate e Bonnie non riuscì a trattenere un sorriso quando David si presentò nel corridoio attirato da tutte quelle urla.

“Nulla di grave. Guerra di cuscini.”

Bisbigliò in risposta all’aria interrogativa dell’uomo.

“Hai visto?”

Aggiunse mentre David le circondava la vita  con un braccio.

“Pare che Julian si sia già dimenticato di voler essere il nuovo Harry Potter.”

“Per ora…”

David puntualizzò con un sorriso prima di sfiorarle il capo con un bacio.

Bonnie sospirò.

“Già… Per ora.”

E anche se sapeva che quella parentesi di disinteresse non sarebbe durata all’infinito, Bonnie si trovò a sperare che Julian riuscisse a mantenerla intatta il più possibile.

Prima o poi, suo figlio avrebbe dovuto affrontare questioni ben più complesse rispetto all’intento di spostare un giocattolo con la forza del pensiero.

Non sarebbe stato facile per Julian.

Né per Autumn o David.

Non sarebbe stato facile per nessuno di loro.

“Per ora.”

E con il braccio di suo marito attorno alla vita e i suoi figli che si rincorrevano per la stanza, Bonnie si reso conto che quel “per ora”, al momento, era più che sufficiente.

 

Nota dell’autrice.

La Laura è tornata a rompervi le scatoline!

E prima di tutto vi domando scusa, per quanto riguarda questo breve frammento qui. Il punto è che è la prima volta in assoluto che scrivo su Bonnie, quindi non sono sicura di averla resa IC, ma ho fatto del mio meglio.

Ci tenevo a dare un po’ di spazio anche lei con i suoi pargoli e soprattutto, volevo provare a scrivere sul che potrebbe avere Bonnie in un eventuale futuro con la magia. Ho immaginato al suo fianco un uomo un po’ scettico, con i piedi ben piantati per terra, come ho accennato a inizio shot. Per quanto riguarda i due bambini, immagino Julian come un ragazzino particolarmente solare, piuttosto incline ad accettare la magia nella sua vita. Autumn,invece, la vedo un po’ più simile al padre da quel punto di vista. Un po’ più scettica e restia. È una ragazzina sveglia e un po’ permalosa, dalla lingua lunga, una mini-Bonnie,insomma ^^

E niente, a questo punto mi mancano i pargoli di Elena e Matt (che per la cronaca sono due) e quelli di Jeremy che avete già conosciuto nella storia precedente. Ma potrebbe anche essere che torni alla carica con i Lockwood per cui ho un occhio di riguardo. Insomma, non lo so.

Nel frattempo io vi ringrazio davvero tanto del supporto. Onestamente non mi aspettavo che questa raccolta avrebbe trovato appoggio e vi bacio e vi abbraccio tutti perché mi avete davvero resa felicissima.

Un abbraccio grande

Laura

P.S. Prima o poi posterò anche le foto dei pargoli, perché le ho. Sono semplicemente troppo pigra per inserirle XD

 

 

   
 
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