Chapter 2 [Bonnie,
David, Julian & Autumn]
Do you believe in magic?
“Penso che dovrebbe
darci un taglio.”
David scosse il capo
con aria scettica prima di prendere posto a tavola, il giornale piegato sotto
il braccio.
Bonnie, sue moglie,
strinse le labbra in maniera impercettibile continuando a smistare il contenuto
delle buste nei vari armadietti.
“… Ha nove anni,
David.”
Commentò in tono di
voce pacato affrettandosi a svuotare il sacco di arance nella fruttiera.
“Non hai mai finto di
essere un supereroe quando eri piccolo?”
“è proprio questo il
punto, Bonnie.”
David ribattè alzandosi
da tavola per dare una mano alla moglie.
“Fingevo. A nove anni
un bambino dovrebbe essere ormai in grado di riconoscere la differenza fra
realtà e immaginazione. Ma non Julian. Tuo figlio è convinto di essere il nuovo
Harry Potter. E non credere che i suoi compagni di classe non lo prendano in
giro per questo.”
“Nostro figlio è
convinto di essere un mago. La figlia di Elena ha supplicato la madre di
iscriverla a un corso di equitazione solo perché voleva imparare a cavalcare
gli unicorni. Alexander Gilbert si è rotto un braccio gettandosi a terra con un
ombrello in mano, perché era sicuro che sarebbe riuscito a volare. Dovrebbero
darci un taglio tutti i bambini del vicinato se ogni genitore la pensasse come
te.”
“Il punto è che questi,
Bon, sono episodi saltuari.”
David tentò di farle
notare con tatto, innervosito dallo sguardo irritato della moglie.
“Julian è praticamente
ossessionato dall’idea di essere un mago.”
Bonnie diede le spalle
al marito e si spostò in direzione del lavello per sistemare i detersivi nuovi
nel mobiletto apposito.
Per quanto detestasse
quel genere di discorsi, non riusciva ad avercela con il marito.
Conosceva David da
ormai oltre dodici anni: era una persona davvero eccezionale, un uomo onesto e
disponibile. Il genere di marito sempre pronto a dare una mano, o anche due, in
caso di necessità.
Ma David era anche
dotato di una generosa dose di realismo che non mancava mai di mettere i
bastoni tra le ruote nella loro relazione, portandoli spesso al diverbio.
Stranamente, Bonnie era
convinta che fosse stato proprio quel particolare ad avvicinarla a David in
passato.
Per anni si era
sforzata di cancellare dalla sua vita tutto ciò che si allontanava dal concetto
di ordinario, tentando di mettere da parte il passato.
Desiderava solo
recuperare quella normalità che aveva caratterizzato la sua vita prima
dell’arrivo dei vampiri a Mystic Falls.
E c’era riuscita,almeno
in parte.
Al matrimonio con David
avevano fatto seguito la nascita del suo primo figlio, Julian, e poi quella di
una bambina, Autumn. Il tutto in poco più di quattro anni.
Erano una famiglia come
tante. Genitori impegnati, che si sforzavano di essere presenti il più
possibile per i loro figli e bambini vivaci che non perdevano mai occasione per
rimbeccarsi a vicenda.
Come una qualsiasi
ragazzina americana di sette anni, Autumn detestava le verdure e in maniera
altrettanto ordinaria, Julian aveva una particolare avversione per i compiti a
casa.
Eppure, Bonnie se ne
accorgeva man mano che il suo primogenito cresceva, c’era qualcosa di diverso
in lui.
Qualcosa che David
avrebbe faticato ad accettare, ma che era inevitabile, così come lo era stato
per Bonnie.
Nei suoi giochi
infantili si nascondeva un fondo di verità: e a giudicare dalla precocità con
cui Julian se ne stava accorgendo, non avrebbe impiegato molto a dimostrarlo
anche al resto della famiglia.
“Vado a vedere che
combinano.”
Tagliò corto la donna
riponendo il resto della spesa nelle mani del marito.
David si strinse nelle
spalle e con aria stanca, finì di sistemare le cibarie nei rispettivi angoli
della cucina.
Il chiacchiericcio
vivace dei bambini raggiunse Bonnie non appena mise piede in corridoio.
“Perché guardi così
Speedy?”
La voce di Autumn era
esile, ma decisa. Era una ragazzina schietta e incredibilmente sveglia
per la sua età.
Tentando di non fare
rumore, Bonnie raggiunse la camera del figlio maggiore e sbirciò attraverso la
fenditura della porta.
Julian, che portava
sulla testa un cappello a punta da mago, fissava con aria concentrata il suo
pupazzetto preferito. Autumn gli saltellava attorno usando un piede solo,
sforzandosi di non poggiare mai a terra la scarpa sinistra.
“Tu ci credi alla magia
Autumn?”
Domandò senza smettere
di fissare il giocattolo, gli occhi tersi di determinazione.
La bimba scoccò al
fratello un’occhiata indecisa, prima di allontanarsi sempre su un piede
in direzione della finestra.
“ No che non ci credo.
Sono grande io. Mica ci credo a quelle cose lì!”
Annunciò lasciandosi
cadere sul letto di Julian e portandosi in grembo la sua bambola.
“E nemmeno Dotsie ci
crede!”
Aggiunse incominciando
a cullarla.
Julian fece una smorfia
e tornò a focalizzare la sua attenzione su Speedy, ignorando le occhiate a metà
fra l’incuriosito e lo scocciato della sorellina minore.
“Andiamo. Muoviti,
muoviti Speedy! Io lo so che puoi farlo!”
Bisbigliò a denti
stretti continuando a fissare il giocattolo.
Ma il pupazzo rimase
immobile, lì dove il bambino lo aveva adagiato.
“Non è giusto!”
Julian sbottò
improvvisamente afferrando il pupazzo e scagliandolo con violenza dall’altro
lato della stanza.
Mancò la sorellina di
qualche metro, ma la bambina si irritò ugualmente.
“Ehi!”
Strillò Autumn con aria
offesa abbandonando in fretta la sua Dotsie e allungandosi per recuperare un
cuscino.
“Beccati questo
pazzoide!”
Dichiarò tirandolo in
direzione del bambino che lo scansò ridendo.
“Vuoi la guerra
sorellina?”
Domandò raccogliendo il
cuscino e sollevandosi da terra per ricambiare il colpo.
“Non puoi picchiarmi!
Sono una femmina!”
Gli ricordò Autumn
nascondendosi dietro al letto e sbucando fuori giusto in tempo per rivolgere al
fratello una linguaccia.
Julian fece spallucce
gettando a terra il cappello da mago.
“Sai che me ne frega!”
Dichiarò stringendo il
cuscino a sé e precipitandosi in direzione della ragazzina.
“All’attacco!”
Le grida dei due
bambini si mescolarono alle risate e Bonnie non riuscì a trattenere un sorriso
quando David si presentò nel corridoio attirato da tutte quelle urla.
“Nulla di grave. Guerra
di cuscini.”
Bisbigliò in risposta
all’aria interrogativa dell’uomo.
“Hai visto?”
Aggiunse mentre David
le circondava la vita con un braccio.
“Pare che Julian si sia
già dimenticato di voler essere il nuovo Harry Potter.”
“Per ora…”
David puntualizzò con
un sorriso prima di sfiorarle il capo con un bacio.
Bonnie sospirò.
“Già… Per ora.”
E anche se sapeva che
quella parentesi di disinteresse non sarebbe durata all’infinito, Bonnie si
trovò a sperare che Julian riuscisse a mantenerla intatta il più possibile.
Prima o poi, suo figlio
avrebbe dovuto affrontare questioni ben più complesse rispetto all’intento di
spostare un giocattolo con la forza del pensiero.
Non sarebbe stato
facile per Julian.
Né per Autumn o David.
Non sarebbe stato
facile per nessuno di loro.
“Per ora.”
E con il braccio di suo
marito attorno alla vita e i suoi figli che si rincorrevano per la stanza,
Bonnie si reso conto che quel “per ora”, al momento, era più che sufficiente.
Nota dell’autrice.
La Laura è tornata a
rompervi le scatoline!
E prima di tutto vi
domando scusa, per quanto riguarda questo breve frammento qui. Il punto è che è
la prima volta in assoluto che scrivo su Bonnie, quindi non sono sicura di
averla resa IC, ma ho fatto del mio meglio.
Ci tenevo a dare un po’
di spazio anche lei con i suoi pargoli e soprattutto, volevo provare a scrivere
sul che potrebbe avere Bonnie in un eventuale futuro con la magia. Ho
immaginato al suo fianco un uomo un po’ scettico, con i piedi ben piantati per
terra, come ho accennato a inizio shot. Per quanto riguarda i due bambini,
immagino Julian come un ragazzino particolarmente solare, piuttosto incline ad
accettare la magia nella sua vita. Autumn,invece, la vedo un po’ più simile al
padre da quel punto di vista. Un po’ più scettica e restia. È una ragazzina
sveglia e un po’ permalosa, dalla lingua lunga, una mini-Bonnie,insomma ^^
E niente, a questo
punto mi mancano i pargoli di Elena e Matt (che per la cronaca sono due) e
quelli di Jeremy che avete già conosciuto nella storia precedente. Ma potrebbe
anche essere che torni alla carica con i Lockwood per cui ho un occhio di
riguardo. Insomma, non lo so.
Nel frattempo io vi
ringrazio davvero tanto del supporto. Onestamente non mi aspettavo che questa
raccolta avrebbe trovato appoggio e vi bacio e vi abbraccio tutti perché mi
avete davvero resa felicissima.
Un abbraccio grande
Laura
P.S. Prima o poi
posterò anche le foto dei pargoli, perché le ho. Sono semplicemente troppo
pigra per inserirle XD