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Autore: Klaineinlove    09/08/2011    7 recensioni
Kurt ha lasciato Lima ed ora va all'università. La sua relazione con Blaine è finita ma il caso vuole che i due si incontrano di nuovo
[Cit-capitolo 1]Quello era Blaine..ma non il suo Blaine.
Il suo Blaine non aveva quella barba, non teneva tutti i ricci scompigliati e non portava gli occhiali da vista. E soprattutto il suo Blaine non andava in giro a braccetto con una ragazza
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Kurt dove possiamo andare?”
“Blaine non lo so, diamine non lo so!” I due ragazzi erano andati nel locale dove lavorava Kurt per chiedere qualche informazione a Stesy che aveva il turno di mattina per ripulire tutto il locale e la ragazza non era riuscita ad aiutarli come speravano. Raccontò che erano andati a mangiare il gelato ma Daniel non si spinse più di tanto a dire giusto qualche parolina e quando Kurt spiego a Stesy che lui aveva una cotta per lei e se magari lei aveva notato qualche apprezzamento nei suoi confronti, Stesy dovette deludere ancora una volta Kurt dicendo che si era limitato a parlare del più e del meno. Dopo aver preso in prestito la macchina di Stesy, Kurt e Blaine andarono vicino al bar dell’università sperando di incontrare qualcuno che magari lo avesse visto passare. Niente di niente.
“Kurt amore cerca solo un momento di calmarti” Blaine era alla guida e con una mano poggiata sulla gamba tremante di Kurt e cercava tranquillizzarlo mentre quest’ultimo continuava a mordicchiarsi le unghia.
“Dovrei telefonare alla madre?Non ho nemmeno il numero” Kurt istintivamente diede un pugno al finestrino chiuso accanto a lui per poi lamentarsi del dolore che sentiva nelle nocche della mano. Blaine che riuscì ad intravedere la scena nonostante avesse gli occhi fissi sulla strada, prese la mano di Kurt e se la portò alla sua bocca baciando le nocche mentre Kurt lo fissava e cercò di contenersi perché Blaine stava tentando di tenerlo più tranquillo possibile ma lui non lo stava affatto aiutando.
“Non andrebbe mai dalla madre, ricordi come urlò quando seppe che venne a far visita a casa vostra?” Blaine cercava di scartare le varie ipotesi per trovare una soluzione giusta. Kurt mise da parte le lacrime, l’ansia e il terrore e cercò di concentrarsi anche lui.
“Non c’è nessun altro da cui potrebbe andare. Non ha mai avuto un amico con un buon rapporto a parte me, e le ragazze lo sai che sono solo di passaggio” fece un respiro profondo e poi improvvisamente gli venne un lampo di genio
“La psicologa!” Urlò agitandosi sul sediolino “Lei sa, lei qualcosa deve sapere”
“Non hai detto che non stava più andando a fare le visite?”  Kurt prese la sua borsa rovesciando tra le sue gambe tutti gli oggetti che aveva all’interno
“Si, ma deve anche sapere il motivo per cui non andava più” per un attimo sorrise soddisfatto; perché tra il pettine, fazzolettini e un foulard riuscì a trovare il biglietto da visita della psicologa con sopra l’indirizzo. Si era ricordato di averlo perché Daniel una volta glielo fece vedere per fargli leggere il nome della sua dottoressa e lui distrattamente se l’era infilato nella borsa.
“Blaine andiamo da lei, non è lontano da qui. Inizia a svoltare a destra”  Blaine eseguì gli ordini mentre Kurt rinfilava tutto nella tracolla
“Kurt aspetta…il foulard è meglio se lo indossi”  Kurt fissò un attimo Blaine confuso  poi si guardò nello specchietto dell’auto
“Oh…” fu tutto quello che si lasciò uscire quando vide sotto al collo due succhiotti fatti da Blaine.
**
Quando arrivarono dalla psicologa la segretaria dovette far aspettare una ventina di minuti ai due ragazzi e a Kurt gli tornò il panico
“Non risponde il cellulare è staccato!” Si alzò dalla sedia e iniziò a camminare avanti e indietro, come un carcerato che aspetta la sua ora, nella saletta d’attesa. Poggiò la fronte contro il muro lasciandosi andare in un lamento e Blaine sospirò alzandosi per poi abbracciarlo per dietro poggiando il mento sulla sua spalla.
“Kurt vorrei cercare un modo per tranquillizzarti, io capisco che tu sei preoccupato e sinceramente lo sono anche io ma non sappiamo in realtà cosa ha fatto con quelle pillole. Magari le ha gettate tutte invece di prenderle” Kurt spasimò voltandosi verso Blaine e abbracciandolo. Aveva troppi pensieri per la testa e non trovava una soluzione.
“Chi è il prossimo?” la dottoressa uscì nella saletta dove oltre ai due ragazzi c’era un’altra donna che Kurt dopo averla inquadrata per pochi minuti capì che anche lei soffrisse di depressione.
“Dottoressa” Kurt sciolse l’abbraccio ma mantenendo comunque la mano di Blaine
“Le rubo solo un minutino” La psicologa guardò entrambi i ragazzi
“Problemi di coppia?” Kurt scosse la testa
“Non esattamente. Mi chiamo Kurt Hummel e sono un amico di un vostro paziente…”
“Daniel Hatwood” rispose velocemente di conseguenza la donna che assunse un’espressione preoccupante che fece rabbrividire Kurt.
“Mi sa che ci vuole più di qualche minuto, vieni” Kurt lasciò la mano di Blaine e gli diede un bacio sulla fronte
“aspettami qui” il moro annuì e tornò a sedersi sui divanetti.
**
“Kurt il tuo amico non si fa vedere qui da parecchio tempo. Mi sono preoccupata perché io ci tengo profondamente alla salute dei miei pazienti e purtroppo non sono stata in grado di rintracciarlo per sapere se prendesse i medicinali da me prescritti.”
Kurt era seduto con le mani giunte e le spalle tese, di fronte alla dottoressa.
“Ho provato a rintracciarlo parecchie volte sul cellulare ma o mi staccava la telefonata o partiva la segreteria telefonica.” La donna iniziò a prendere alcuni fogli da un cassetto della sua scrivania
“Quando ho sentito il tuo nome Kurt, mi sono paralizzata un attimo soprattutto vedendoti tenere per mano quell’altro ragazzo” Kurt inarcò un sopracciglio
“Mi scusi?” la psicologa capì il fraintendimento del ragazzo
“Voglio dire, che Daniel ogni sua visita mi ha parlato solo di te” con quella frase a Kurt gli mancò il fiato
“Nelle prime visite abbiamo parlato dell’incidente, del suo amico che è venuto a mancare e di quanto si sentisse in colpa. Poi nella sua vita sei entrato tu ed è  cambiato radicalmente. Nei primi momenti sembrava più allegro mi accennava anche ad alcuni appuntamenti che aveva avuto con delle ragazze” marcò l’ultima parola e a Kurt non andò a genio il fatto
“Insomma e così che si fa da una psicologa, ci si apre completamente per far fronte ai propri problemi. Ma poi le ragazze non sono state più il nostro argomento nonostante io continuassi a chiederlo. Mi ha accennato ad una certa ragazza, Stesy, per un po’ ma dopo non ho sentito più parlare nemmeno di lei”
Kurt si meravigliò di quanto fosse duro il lavoro di una psicologa, ascoltare i problemi degli altri, ricordare ogni nome, ogni accaduto, ogni dispiacere di una persona. Tutto ad un tratto gli venne in mente la Pillsbury. Poverina lei aveva già i suoi problemi figuriamoci ad ascoltare quelli degli adolescenti di Lima.
“Kurt tu per lui eri diventato come un chiodo fisso!” proseguì la psicologa facendo venire l’ennesima fitta al cuore al ragazzo.
“Non ha mai detto di amarti. Ma si chiedeva se era possibile provare certi sentimenti per te” Tutta la tensione di Kurt crollò e lui si lasciò scivolare sulla sedia dove era seduto
“Non è possibile…lui è confuso” Ma nella sua testa Kurt pensò a quella sera, a quel momento che avevano condiviso. Non era stata la psicologa a dirgli di dover fare del bene agli altri per stare bene con se stessi, ma era stato Daniel che voleva vedere di provare dei sentimenti verso di lui.
“Ha iniziato a raccontarmi di te e un po’ della tua storia, mi diceva ogni giorno a quanto si affezionava e ogni volta che aveva un attimo di crisi e si arrabbiava con te, veniva qui a sfogare il dolore che ti faceva provare. Sapevo che non era se stesso e sapevo che, da come mi descriveva di te, tu lo avresti compreso” A Kurt gli venne un dubbio
“Come mi descriveva?”
“Come la persona più fantastica e generosa di questo mondo. E credo che forse in certi aspetti lui ti ricordasse come il suo migliore amico morto nell’incidente. Mi diceva che per te avrebbe fatto di tutto e che il suo grande timore era quello di perderti.” Kurt sgranò gli occhi e davanti a se si fece tutto più chiaro: Blaine che parla di New York, lui che accetta, il rumore di qualcosa che cade in cucina e il flacone vuoto dei medicinali.
“Poi non l’ho più rivisto…Sono riuscita a rintracciare sua madre che mi aveva rassicurato che se ne sarebbe occupata lei. Ma sinceramente ne dubito.” La donna inclinò la testa
“A cosa pensi Kurt?” il ragazzo guardò fisso negli occhi verdi della psicologa
“Lei crede che lui fosse innamorato di me?” la dottoressa rimase un attimo immobile e poi scosse la testa negando
“Io credo che lui pur di non perderti ha cercato di provare sentimenti per te che vanno al di la dell’amicizia.” Kurt si portò le mani alla bocca cercando di trattenere uno strepito
“Perché Daniel allora ha smesso di prendere quei medicinali?”
“Quei medicinali Kurt, ti permettono di stare più rilassato ma non sei completamente te stesso. Quindi lui volendo provare dei sentimenti per te voleva essere se stesso e assumendo quei medicinali non ci sarebbe mai riuscito.”
“Ma allora non aiutano le persone queste pillole” Kurt quasi urlò in faccia alla dottoressa
“Kurt certo che aiutano ma non fanno subito effetto ecco perché bisogna prenderli in un modo regolare. Non dimentichiamoci che però Daniel è un ragazzo giovane e sveglio e prima dell’incidente pieno di vita quindi sentirsi così calmo e pacato non poteva permettergli di fare ciò che voleva.” Kurt si alzò dalla sedia sfregandola per terra
“Assumere quei medicinali tutti insieme a cosa comporta?” la dottoressa fece un respiro profondo
“Puoi perdere i sensi, ti senti spianato di certo non fa bene” La donna non finì la frase che Kurt uscì fuori dalla stanza passando per la sala d’attesa e correndo fino all’auto inseguito da Blaine
“E’ tutta colpa mia!” Urlò una volta che entrambi furono chiusi nell’auto
“Se gli è successo qualcosa è colpa mia e non potrò mai perdonarmelo sono uno stupido” Blaine non parlò aspettò che si sfogasse
“Io gli ho permesso di starmi fin troppo vicino, non ho notato che potesse provare qualcosa per me non ho notato un bel niente perché penso solo a me stesso!L’ho fatto con te e ora l’ho fatto con lui….Che stupido!” Per Blaine fu troppo, ascoltare quelle parole, ascoltare Kurt offendersi da solo lo faceva stare male. Lo abbracciò forte mentre il suo ragazzo gli piangeva sulla spalla
“Blaine scusami, scusami se ti ho lasciato ma io ti ho sempre amato non volevo farti soffrire” Blaine provò inutilmente ad asciugare le lacrime di Kurt che gli irrigavano il volto
“Smettila Kurt ti prego! Smettila” la voce dolce e pacata di Blaine fecero per un attimo tranquillizzare Kurt che si fissò nello specchio eliminando quelle lacrime che gli avevano arrossato il viso
“Blaine…io a Daniel gli ho permesso di starmi vicino….troppo vicino” non ce la faceva a tenere tutto dentro, Kurt non voleva mentire e sperava di fare la cosa giusta
“Qualsiasi cosa Kurt e me non importa. Cioè mi importa ma non voglio saperla. Io e te ci eravamo lasciati ma adesso a me interessa il mio presente e il nostro futuro.”
“Ma cosa ho fatto per meritarti Blaine?”
“Mi hai permesso di amarti”
**
Dopo aver girato per un’altra ora, decisero di ritornare al locale per riportare l’auto a Stesy.
“Blaine prendi questa traversa. Daniel dice sempre che facciamo prima” Kurt aveva la testa poggiata sul finestrino, gli occhi stanchi e le guancie ancora arrossate. Blaine invece continuava imperterrito a guidare pregando in se stesso che il suo ragazzo si fosse calmato appena un po’.
Durante il tragitto Kurt notò i vari negozi che seguivano davanti a loro. Era la strada che facevano sempre quindi ricordava ogni particolare, tranne una cosa che notò sul ciglio della strada: un mazzo di fiori secco che probabilmente era lì da chi sa quanto tempo.
“Blaine ferma un attimo” Blaine scosse la testa dalla strada a Kurt poi decise di parcheggiare senza dire nulla.
“Che succede Kurt?” il ragazzo fece un respiro profondo e uscì dalla macchina.
C’era un motivo per cui Daniel passava sempre per quella strada e di certo non era perché abbreviavano il tragitto.
Lo vedeva lì seduto sull’asfalto sul luogo del fatidico incidente, con le mani che lo coprivano il volto
“Daniel” Kurt lo chiamò mentre anche Blaine era uscito dall’auto ma non si avvicinò a loro. Daniel alzò il volto sorpreso di vedere Kurt.
“Kurt…mi dispiace”  Kurt sospirò e chiuse gli occhi gli allungò una mano per aiutarlo ad alzare e Daniel accettò e poi si strinsero in un grande abbraccio mentre i loro visi venivano ricoperti di lacrime.
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Note: Ed eccoci qua. Ora sono più chiare le intenzioni di Daniel?Beh credo proprio di si! Volevo dirvi che aimè il prossimo è l'ultimo capitolo! Sono così felice che molti di voi abbiano letto la mia storia e sopratutto recensita.Ma i ringraziamenti li rimandiamo alla fine! Spero di poter scrivere qualcos'altro la mia mente sta elaborando una storiella ovviamente Klaine e vediamo che frutti ci darà! Ci rivediamo all'ultimo capitolo
   
 
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