La nuova
divisa è anche peggiore di quella vecchia. Giacca a quadri, stile scozzese di
un rosso e un verde deprimenti.
Le mie
occhiaie non danno segni di volersene andare. Ogni notte è peggio. Ogni notte
un nuovo pezzo. Ogni notte il suo viso. Ogni notte la sua morte.
Sto per
impazzire.
Sono le
sei del mattino e sono già pronto. La scuola è alle sette. Che bella merda..
Scendo il
cucina, mia madre dorme ancora. Ultimamente sta cercando di capirmi o più
semplicemente quel figlio di puttana del terapista fa la comara con lei
raccontando i miei fatti.
Quel tipo
non sa niente, non sa un cazzo di niente.
Non sa
nulla di quello che provo, nulla di Gerard, nulla della musica e nulla di mio
padre. Sa solo della droga il che non serve a nulla.
Prendo
del caffè e accendo la piccola tv sul mobile cercando i canali di musica.
La
musica. L’unica cosa rimasta o forse l’unica che ho fatto restare.
Mikey è morto.
Ray.. Ray
non lo sento da un po’ . Mi ha scritto, continua a farlo ma io continuo ad
ignorare il telefono. Anzi, non so nemmeno dove sia, non lo vedo da un po’ ma
lo sento squillare ogni tanto.
Bob.. Bob
è semplicemente sparito dopo che ho mandato a quel paese lui e la sua gallina.
Gerard..
Gerard non so nemmeno che fine abbia fatto.
Prendo lo
zaino color merda, si esatto, color merda, dall’ingresso ed esco di casa anche
se è troppo presto la scuola non è vicinissima ma non mi va di restare a casa.
Se non si
è capito la mia vita sta andando a farsi fottere ma.. I don’t care.
Non c’è
più nulla che mi interessa.
Nulla che
mi faccia pensare ad un futuro migliore.
A volte
penso che forse è meglio finirla, darci
un taglio. Ma poi penso a mia madre, alla mia fottuta paura del dolore, a
Gerard.. si penso anche a lui.
La scuola
è sterile. E’ bianca, fuori e dentro. Le suore sono cattive.
Si merda, il mito della suora cattiva è vero.
Sono
perfide, apatiche e sante. Se, finte sante.
Gonnelle
alla caviglia. Non tanto alla caviglia quando suora Nancy se la fa col preside
però.
La
maggior parte degli studenti in questa scuola sono figli di direttori di banche
e ragazzine disadattate. Niente di interessante nemmeno nelle attività.
Preferirei
restare tutti i giorni in punizione pur di ritornare alla vecchia scuola.
E invece
no. Mia madre ha scelto la scuola cattolica per farmi rigare diritto. Si,
diritto tra le mani di una lametta o una bottiglia di vodka. Che donna dolce.
Mi ha
proibito di uscire i primi tempi, poi ha capito che non sarei uscito comunque e
la punizione è andata scemando. Poi la stupidata della terapia. Poi il
discorsetto su Gerard. Poi il discorsetto sulle mie richieste assurde in fatto
di cibi.
Ho fame,
sempre fame.
Credo sia
per il nervoso.
Ho messo
su qualche chilo ma come ho detto non mi interessa più di tanto.
La scuola
inizia, la preghiera del mattino in palestra e poi le altre 5 ore dedicate al
signore, come dicono loro. Mi chiedo cosa si impari in questa scuola se tutto
ciò che viene insegnao viene insegnato legandolo alla religione. L’assassinio
di Kennedy ad esempio. La religione a cosa la vuoi legare?!
Mi sento
finalmente libero quando suona l’ultima campana e trovo mia madre ad aspettarmi
fuori, strano.
-Come mai da queste parti?- chiedo
appena entro in macchina. Spero solo che non sia stata chiamata dal preside
perché fumo. Si, fumare è un peccato.
-Andiamo dal dottore.- dice senza tono.
-A fare?- dal dottore? Non capisco.
-Frank sei strano e non mentire,
stanotte hai vomitato.- mi punta un dito contro senza distogliere lo sguardo
dalla strada.
-Si ma penso che mi abbia fatto male
qualcosa, non è poi così grave.- scrollo le spalle. A dire il vero non è la
prima volta che vomito in piena notte o di mattina presto, come stamattina.
Penso sia tutto a causa dell’incubo ma questo evito di dirlo.
-Comunque una visitina non ha mai
ucciso nessuno, no?- dice ironica. Non le rispondo. La visita dal medico mi
mette una strana sensazione, mia madre sospetta qualcosa e io sospetto che lei
sospetti qualcosa che io non sospetto.
‘Fanculo
le madri!
Penso non
avrò mai un figlio, non sono tagliato per fare il padre. Proprio no.
Sorrido
ripensando a Gerard, quella volta che mi ha confessato che se mai avrà un
figlio lo tratterà come un qualcosa di prezioso, la cosa più preziosa al mondo
e che proverà a fargli vivere la migliori delle infanzie. Aveva un luce
bellissima negli occhi mentre lo diceva. In quel momento il mio cuore stava
scoppiando d’amore. Lo fa pure ora ma ora è decisamene diverso.. non sono fra
le sue braccia e non sono nella sua macchina.
Mi rannicchio sul sedile aspettando che mia madre arrivi in ospedale.
Poi c’è
l’ospedale, quel parcheggio.. Terry e la torcia, i finestrini appannati.. un
covo d’amore, ecco.
Ma
l’ospedale ha un altro ricordo, che non c’entra nulla con un covo d’amore, con
Terry e la torcia e con dei finestrini. Anzi con dei finestrini si, quelli che
si sono frantumati addosso a Mikey durane l’incidente.
Varchiamo
la porta principale e mi si stringe il cuore. Rivivo per un attimo quella scena
di me in preda al panico, dell’infermiera che mi porta in quel dannato
corridoio dove Gerard ha lasciato l’anima. Sono sicuro che se torno in quel
posto la trovo ancora lì accovacciata affianco alla porta in attesa di qualche
notizia. In attesa della notizia.
Ma no,
non tornerò mai il quel corridoio. Mai.
Mia madre
chiede di un certo Dr. Leto. E un’infermiera ci indica il piano.
Ho paura
di incontrare la madre di Gerard in ospedale e non oso immaginare come si possa
sentire a passare la maggior parte del suo tempo nell’edificio dove il figlio è
morto.
Basta.
Chiudo
gli occhi cercando di mandare via questi brutti pensieri e anche le lacrime che
stavano arrivando. Basta.
L’ufficio
del Dr. Leto è al terzo piano, è un ufficio discreto. Qualche foto sulla
scrivania, due riconoscimenti appesi al muro per mostrare la sua bravura. E una
targa sulla scrivania “Dr. J. Leto”. Non so nemmeno che tipo di medico sia.
Mia madre
gli stringe la mano, io dopo di lei. Non spiccico parola mentre mia madre dice
i miei “sintomi”.
-Mi scusi signora, posso restare un
attimo da solo con il ragazzo?- ascoltando la sua voce mi volto verso di lui
con un viso senza espressione. Mia madre annuisce, mi accarezza i capelli ed
esce.
-Frank, Frank, giusto?- annuisco per
dargli conferma. Mi accorgo solo ora di come sembri giovane. –Bene Frank,
dimmi.. è da molto che avverti il senso di nausea e di eccessiva fame?-
-Qualche settimana credo, non c’ho
fatto caso.-
-Potresti essere un po’ più preciso su
cosa avverti prima della nausea?- mi chiede scribacchiando qualcosa su un
blocco. Ci penso bene ma non ricordo particolari dolori o altro. Tranne qualche
fitta ogni tanto. Vorrei tenere la boca chiusa e dire “no, sto bene.
Arrivederci.” Facendo il bambino scazzoso ma qualcosa mi dice di aprire la mia
fogna.
-Niente di particolare, quando sto
troppo seduto a volte.-
-Va bene. Hai anche giramenti di testa
o altri dolori fisici?-
-Mi gira raramente la testa e ogni
tanto ho delle forti fitte alla pancia.-
Scribacchia
ancora poi mi fissa forse incerto se scrivere o meno qualcosa.
-Posso sapere precisamente le fitte
dove ti colpiscono?- mi chiede ancora con la penna a mezz’ora. Ci penso un po’
poi mi tocco il ventre indicando i punti dove le fitte mi colpiscono più
spesso. Leto mi fissa ancora.
-Frank.. non vorrei essere indiscreto
ma posso sapere se sei ancora vergine?-
Arrossisco,
oh si se arrossisco. I ricordi di quella sera mi colpiscono come uno schiaffo e
mi buttano a terra dicendomi che sono solo ricordi e che mai riavrò le mani di
Gerard sulla mia pelle.
-N-No..-
-No, non sei più vergine?- ma cazzo, vuoi
rigirare il coltello nella piaga brutto figli di puttana?
-No. Non sono vergine.- gli vorrei
sputacchiare in faccia.
-Bene, allora dovrai fare qualche altro
accertamento.-
-Mi scusi, mi sta dicendo che ho una
malattia venerea?- la domanda mi esce fuori da sola. Non riesco a pensare ad
altro dopo la domanda “sei vergine?”.
-Ma cosa.. no! Frank no, non parlo di
una malattia venerea.- ma Leto è specializzato in suspance?
-E allora cosa? Non capisco l’essere
vergine o meno cosa c’entri. Parli chiaro, mi sto stufando.- se mia madre fosse
stata presente mi avrebbe già mollato due sberle.
-Frank, temo che tu sia incinto.-
Mascella?
Mascella?! Qualcuno ha trovato la mia mascella da qualche parte? Temo di averla
persa.
-Che cazz..- insieme alla mascella sto
per perdere gli occhi.
IncintO.
IncintO?! Ma è umanamente possibile? Oppure sono una donna? Oppure sono uno
scherzo della natura, mezzo uomo mezzo donna e magari Gerard ha puntato al…
buco sbagliato. Pensando questo arrossisco, e di brutto pure. Oppure non c’è un
buco sbagliato, magari è solo uno e io non mi sono mai accorto di avere il
ciclo. Dicono questo nei telefilm, no? “una ragazza senza ciclo è una ragazza
senza figli!” quindi.. –Ma come cazzo è possibile?- la mia lingua parla da
sola.
-Vedi Frank.. ci sono alcuni casi.. di
alcuni uomini che sono in grado di portare a termine una gravidanza. Non sono
ancora chiari i procedimenti e ti verrà anche chiesto se vuoi aiutare i medici
a studiare questi casi. Fino ad ora nessuno ha accettato perché questo
significherebbe abortire. E sappiamo per certo che la gravidanza non è proprio
simile a quelle di routin, sempre 9 mesi ma il feto cresce meno lentamente. E
sappiamo anche che è possibile partorire solo una volta. Diciamo che insieme al
bambino esce fuori questo mini utero che alcuni presentano. I casi non sono
rarissimi ma sono abbastanza rari i casi in cui il bambino.. sopravvive.- mi
fissa cercando di leggere la mia espressione pietrificata.
Gli
uomini possono partorire? Dal culo? Da dove?! Studi? Mini uteri? Bimbi.. morti?
Non so
davvero più cosa pensare. Magari ora escono fuori anche gli umpalumpa e mi
danno della cioccolata. Umh si, ho voglia di cioccolato.
-Ma.. siamo sicuri? Insomma che io sia..
incinto.-
-Ne sono abbastanza sicuro. Se mi segui
nell’altra stanza facciamo un ecografia e.. diamo la bella notizia alla mamma.-
annuisco ma gli chiedo di non dire nulla a mia madre, per ora, e lui accetta.
Cambiamo
stanza, mi spalma del gel puzzolente sulla pancia e accende un macchinario al
mio fianco. Inizia a passare sulla mia pancia con questo coso di cui ignoro il
nome, sul macchinario iniziano ad apparire cose confuse, non capisco
inizialmente poi vedo meglio. Un piccolo feto sta lì nella mia.. pancia. Mi
viene un conato di vomito al pensiero che qualcosa sti crescendo dentro di me.
Al pensiero che sono uno sfigato, al pensiero che sarò un padre single. Terrò
il bambino? Non lo so. Al pensiero di Gerard che.. lo dirò a Gerard? Devo, ma
troverò il coraggio?
La mia
mente è affollata da mille domande e pochissime risposte. Dubbi su dubbi.
Tutti mi
giudicheranno un lurido gay ma non mi interessa più di tanto. Io amo Gerard. Lo
amavo mentre facevamo l’amore e creavamo questa.. cosa.. dentro di me.
-Frank, stai bene?- Leto interrompe i
miei pensieri, io annuisco senza spiccicare parola. –Sei sbiancato, sei sicuro?
Vuoi ch chiami tua madre?- annuisco ancora, ho bisogno della sua mano.
Leto
lascia la stanza e ritorno qualche secondo dopo con mia madre al suo fianco che
mi guarda già con gli occhi lucidi.
Non ce la
faccio a guardarla, giro il viso fissando il muro bianco dietro il macchinario.
Lei non
dice nulla, mi prende la mano e basta. Me la stringe mentre Dr. Leto gli spiega
le stesse cose che ha spiegato a me.
Lo ringraziamo,
mi da le radiografie che non oso prendere a mano, le prende mia madre, ed
usciamo dall’ospedale. Un macigno mi costringe a tenere la testa bassa, mi
sento un idiota. Uno sfigato. Un tutto-quello-che-nessuno-vuole-essere.
Mia madre
non apre bocca ma non è arrabbiata, poi perché dovrebbe esserlo?
“Non
correre.” Mi aveva detto.
Ricaccio
via le lacrime ed apro la porta di casa con una busta della spesa in mano. Ho
comprato anche il cioccolato.
Non
voglio parlare. Non voglio camminare e non voglio fare nulla.
Prendo la
mia cioccolata e me ne salgo in camera sperando di morirci.
Ed ecco
che il primo pensiero pessimistico della giornata si fa avanti e si unisce a
quelle mille domande che ancora mi galleggiano in testa.
E Gerard, come la prenderà?
E io come farò?
Come dirglielo?
E se il bambino morirà?
E se morissi io prima di lui.. ?
NOTIZIONA
non tanto sciiiiiiiiok visto che l’ho
scritto nella trama che questa storia sarà una Mpreg u-u
Allooora
ecco questo secondo capitolo, non se che altro aggiungere.
A
si, dove solo tutte le belle signore che seguivano l’altra storia? çWç
*va
via facendo la finta offesa*
Addio
ragazze,
al prossimo capitolo.
xoxo
Ann
:3